sabato 29 novembre 2008

Le gemelle erano tre.



Scopro su un sito amico che le Twin Towers erano in realtà tre. Lo stesso abile architetto, Minoru Yamasaki, ne aveva costruita un'altra a Tulsa ("capitale mondiale dell'olio", ma non si parla di olive), del tutto identica a quelle abbattute l'11 settembre. Solo esattamente la metà più piccola: 55 piani invece di 110, 667 piedi invece dei 1,368 piedi delle torri gemelle. Tutto sommato è curioso che non sia mai stata meta di pellegrinaggio, di tristi rivisitazioni, di proteste, di campagne elettorali. O, perché no, set di un film. Nulla di tutto questo. Una terza gemella sconosciuta. La gemella Disbanded, per una volta la più fortunata di tutte.

Elvis has left the buiding.

Vecchie rockstar in salotto con i propri cari: the Disbanded series.



Oggi una rockstar (o diciamo meglio: una star della musica contemporanea) ritratta nell'atto di dare fuoco al proprio strumento, denudarsi in pubblico o sniffare droghe in privato non è più classificabile come Disbaneded, ma piuttosto come Ordinary. Comprensibile: ne abbiamo viste troppe. Ecco quindi che la nuova frontiera Disbanded è recuperare vecchie foto dei leoni maledetti in salotto, con i propri cari. Questo vecchio servizio di LIFE ci mostra alcune leggende degli anni '70 come non le avete mai viste: nei luoghi in cui giocavano con il trenino elettrico o aspettavano Babbo Natale con disgustosa musica soul in sottofondo. Foto attuali, moderne, contemporanee. Oggi possiamo solo tentare di ricrearle, e infatti il mondo è pieno di copie sbiadite. Quella di Zappa ci racconta storie di interminabili barbecue in giardino, Elton John fu chiaramante segnato dagli stivali celesti della mamma, mentre Eric Clapton era tutto sua nonna Rose. E pensare che oggi è la zia di se stesso.

Elvis has left the building.

giovedì 27 novembre 2008

The Cure Vs. The Commodores.



Invito i miei amici DJ fdl, Rocca MOD e Cifra a esprimere un giudizio tecnico su questo Disbanded accostamento tra Cure e Commodores. A me è piaciuto, anche se sulla carta era come mangiare a merenda qualcosa di molto improprio.


Elvis has left the building.

The gallery. (Marco Carnevale)

Quarta gallery degli spot preferiti dai creativi della pubblicità italiana. Marco Carnevale, direttore creativo di McCann Roma, ci segnala i suoi tre film preferiti, "nel senso che vorrei averli fatti io e mi dispero perché non è stato così”.



Sono il celebre "Pillow Talk" di Joe Pytka, il recente e premiatissimo Mr Wind di Epuron, e The Independent "litany". Un patetico tentativo di inserire un quarto film ex aequo è stato respinto dall'autore di questo blog con nonchalance.

Elvis has left the building.

martedì 25 novembre 2008

The gallery. (MOD)

Ecco la gallery di Roccaforte, estensore di MOD blog e padre-padrone di MOD, inventore del Piattosola, DJ acclamato, copywriter che ne ha viste di ogni. Egli ci invia la sua gallery di film pubblicitari senza fare commenti, in linea con il suo minimalismo snob altrove definito "pigrizia", e noi rispettiamo il suo volere. Attualmente Roccaforte è su un bus in Puglia. Ricordiamo che "the gallery" sono i tre spot preferiti di sempre dei creativi italiani. Non i più belli, i preferiti.



Roccaforte sceglie Guinnes, Washington Lottery e HBO "Diner". Non vi sfugga la versione "allargata" di You Tube, da oggi in rete.

Elvis has left the building.

Elvis è vivo, ma non altrettanto si può dire del mio blog.



Mi scuso per il sonno di Ted Disbanded, costretto al silenzio da futili motivi di lavoro. Ricompaio riportando le ben-10-prove che Elvis è ancora vivo (tre le ho eliminate perché mi vergognavo della loro inconsistenza, pari quasi all'affidabilità del Little Tony nella foto qua sopra). Se sei in possesso di ulteriori prove, non esitare ad aggiungerle.

"1. L’errore del suo nome sulla tomba:
Suo padre Vernon, scrisse in modo errato il secondo nome di Elvis sulla tomba, Aaron, invece di Aron, nome datogli da sua madre. Questo è il segno, forse, che Vernon sapeva che in quella tomba non c’era suo figlio?

2. Le foto del cadavere non assomigliano ad Elvis:
Nel 1977, il National Enquirer pagò un terzo cugino di Elvis affinché questi scattasse, di nascosto, alcune foto al corpo. L’Enquirer pubblicò quelle foto, che subito provocarono uno shock tra i fans di Elvis di tutto il mondo: le sopracciglia, il mento, le dita... tutto era differente dal vero Elvis.

3. La bara era troppo pesante:
La bara pesava 900 pounds (poco più di 408 kg). Sappiamo che, negli anni in cui morì, Elvis era sovrappeso, ma non così tanto. Una spiegazione possibile è che all’interno di quella bara vi fosse un manichino di cera e un sistema di raffreddamento per evitare che si sciogliesse.

4. La dichiarazione del Colonnello Parker :
Il colonnello Tom Parker (storico manager di Elvis), durante una conferenza stampa tenuta subito dopo la morte del cantante, disse: «Elvis non è morto. È morto solo il suo corpo. Teniamo alto lo spirito. Manteniamo Elvis vivo. Ho parlato con lui questa mattina e mi ha detto: “Andiamo avanti!”». È possibile che vi fosse un doppio intendimento in queste parole: forse ha voluto dire ai giornalisti la verità senza che nessuno, allora, potesse sospettarlo?

5. Incongruenze nel resoconto della morte:
Ci sono molte incongruenze nel modo in cui sono state descritte le circostanze della sua morte. Alcuni testimoni hanno disconosciuto le descrizioni fatte in merito, ad esempio, al modo in cui il corpo fu ritrovato, su cosa Elvis indossasse in quel momento, quando fu ritrovato, se era già morto o ancora moribondo, l’ora in cui fu dichiarato il decesso e se fu tentata la respirazione artificiale.

6. Una misteriosa figura lascia Memphis il giorno dopo la sua morte:
Il 17 agosto, giorno dopo la sua morte, fu acquistato all’aeroporto di Memphis un biglietto aereo per Buenos Aires da un uomo che assomigliava ad Elvis e che si presentò col nome di John Burrows. Questo era un nome in codice che spesso Elvis usava, ad esempio, per prenotare camere d’hotel ai suoi collaboratori.

7. Io l'ho visto nel sottopassaggio dello Stadio Olimpico insieme al presidente Lotito."

Elvis has left the building (?)

mercoledì 19 novembre 2008

"What happens to the goldfish?" "The goldfish? You know, even the best drummers get hungry..."



Verso la fine degli anni '70 le varie associazioni per la protezione degli animali erano piuttosto dormienti. Un pesce rosso costretto al martellamento del mega-Disbanded Keith Moon oggi non resterebbe indifeso. A proposito di maltrattamenti, se invece volete ascoltare la peggiore cover di tutti i tempi di qualsiasi pezzo di qualunque genere, qui troverete soddisfazione.

Elvis has left the building.

martedì 18 novembre 2008

The gallery. (LSD)

Luca Scotto è il secondo creativo a sottoporsi alla difficile prova della gallery. La prova consiste nell'indicare i tre spot preferiti ever, ed è difficile solo perché avresti voglia di indicarne una dozzina mentre invece devi limitarti a tre. Così, quasi sparando nel mucchio. Luca - da me invitato - ha accompagnato le sue scelte con un breve commento.


"Dall'ultimo festival di Cannes, una verità assoluta e indiscutibile ma con un'esecuzione cinicamente portentosa. Basta pensare che ho visto recentemente uno spot su un altro dentifricio in cui una ragazza si lava i denti per sorridere e farsi aiutare per un trasloco. Questo è ciò che si dice andare a fondo in un'idea e non fermarsi al primo livello."


"Di qualche anno fa, una bellissima multisoggetto (soprattutto motoscafo, ma tutti erano grandi) per la stagione dei playoff della NHL (national hockey league). Claim: "beware of the things made in october". Questo per me è puro pensiero laterale, altro che dire "a ottobre occhi puntati sui playoff di hockey", oppure quei claim tanto in voga da noi ultimamente tipo "difficile fare a meno di un evento così". L'esecuzione ancora una volta rende piena giustizia all'idea. l'espressione concentrata ed estraniante dei protagonisti alla fine è eccezionale."


"Uno spot andato in onda una volta sola, ma altro che ghost. era il 1° gennaio 2000, non si parlava d'altro se non del fantomatico millennium bug, il megavirus che avrebbe messo in ginocchio tutta la tecnologia del mondo occidentale. quale migliore occasione per nike per ribadire il suo just do it? E brava la wieden & kennedy a far fare al cliente un investimento produttivo di quella portata per un commercial che sarebbe durato solo dal mattino alla sera. il fatto che non successe niente, quel 1° gennaio, diede ancora più forza al film." (diretto da Spike Jonze)


Elvis has left the building.

lunedì 17 novembre 2008

No, non è il nuovo spot di Ikea di Spike Jonze.



Sentite la trama: due sposini ricevono una casa fai-da-te come dono di nozze. Secondo le istruzioni la casa può essere costruita in una settimana, tuttavia i due vengono intralciati da un pretendente rifiutato che cambia la numerazione delle casse contenenti i pezzi della casa. La casa viene costruita secondo la nuova numerazione e ne esce un edificio totalmente Disbanded, con porte che si aprono sul vuoto, pavimenti che cedono e fondamenta così poco stabili che, durante una tempesta, la casa comincia a girare su se stessa come una folle giostra. La coppia scopre infine che il lotto loro assegnato per costruire la casa era quello sbagliato; quindi, fissati dei barili alla base della casa, i due iniziano a trainarla verso il lotto corretto. La fune usata per il rimorchio tuttavia si spezzerà proprio durante l'attraversamento di un binario, e i due sposini vedranno la loro casa andare in mille pezzi al passaggio del treno. Il film finisce.

(Era "One Week", cortometraggio dell'anno 1920. Tempi Disbanded, altro che i nostri).

Elvis has left the building.

sabato 15 novembre 2008

The gallery. (Ted)

Molti creativi hanno iniziato a fare questo lavoro per colpa di uno spot. Uno, o anche più di uno. Italiano o straniero, drammatico o divertente, non fa molta differenza. Mi piacerebbe raccogliere in questa galleria gli spot preferiti di sempre dei creativi italiani. Tre spot alla volta, senza nessuna pretesa: infatti la g di gallery è minuscola. Inizio io, poi chiederò in giro o raccoglierò magari via mail. Certo sceglierne solo tre è un problema. Ma chi è il cretino che ne ha chiesti solo tre?


Levi's Drugstore (Michel Gondry), perché lo trovo ancora uno dei film più moderni e girati meglio della storia. Io l'ho amato per l'uso così Disbanded della musica (13 anni fa nessuno l'avrebbe abbinata a uno spot in B/N) le facce, la storia, la luce scura: era tutto troppo bello e avanti.


Ne volevo uno con i brividi. Avrei messo Epoca, ma ne ho già parlato. Per cui scelgo questo perché non ci posso fare niente, mi emoziona ogni volta che lo vedo. Quello scambio di sguardi finale tra padre e figlia non si può superare. Anche gli altri della serie sono memorabili.


E infine questo perché A) voglio fare l'originale B) volevo uno spot low-fi che rappresentasse tutta la categoria, e lui è uno dei primi. Cast e musica sono da 10. Naturalmente ce ne sono migliaia migliori o più significativi di questi. Ma non abbiamo detto i più belli, abbiamo detto i preferiti.

Elvis has left the building.

mercoledì 12 novembre 2008

Fail-Safe.



Ognuno può inseguire il suo preciso scopo nella vita, lungo tutta la durata di un'esistenza. Delia Bacon, discreta scrittrice nata in Ohio nel 1811, visse la propria Disbanded esistenza cercando di provare al mondo che William Shakespeare era un impostore. Anzi peggio: che non esisteva. La sua ardita tesi voleva che dietro questa firma si nascondesse un insieme di scrittori da Edmund Spenser a Francis Bacon (parente), timorati dall'ipotesi di finire i propri giorni nella Torre di Londra per le proprie scellerate vedute politiche. Del resto, si chiedeva la Bacon, come poteva un attoruncolo di quart'ordine, un bardo semi-sconosciuto, diventare d'un tratto il più celebrato drammaturgo della terra? Così Delia Bacon attraversò l'oceano che ancora oggi divide le Americhe da Strantford-on-Avon, alla ricerca di prove, testimonianze, sepolcri che dovevano contenere fantomatiche lettere. Naturalmente non scoprì mai nulla. E quel che è peggio, la pazzia si impadronì della sua mente strappandole dalle mani quel filo di logica necessario per riempire ancora dei fogli; così, quando si ritrovò finalmente a pubblicare un libro con gli esiti delle sue ricerche, ne uscì fuori un tomo incomprensibile, o potremmo dire anche Disbanded, se non fosse che Disbanded è ancora poco. Quindi la Bacon fu internata, poi rispedita in America, ove morì con il cervello ormai fritto. Si può inseguire uno scopo, e fallire senza troppe conseguenze. Oppure si può inseguire uno scopo e morirci appresso, senza troppo senso, come fece Delia Bacon. Tutto questo ho raccontato per associare una storia a questo bellissimo cartello nero, titolo di un film del 1964.

Elvis has left the building.

domenica 9 novembre 2008

Quello che ci avevano raccontato sul mestiere di pubblicitario.




Ecco lo status di un mio amico di Facebook, ieri. E' un copy italiano che qualche anno fa ha deciso che questo mestiere conveniva farlo all'estero, e passando attraverso due buone agenzie europee, è approdato in una bellissima sigla di Los Angeles. Se se la stia spassando non lo so, lo lascio giudicare a voi. Potreste preferire un vaporetto veneziano a una Pontiac a Venice, apprezzare più Milano di Los Angeles, abbronzarvi a bordo macchina fotocopiatrice invece che a bordo piscina, ma resta il fatto che un certo ideale di vita che questo mestiere si portava dietro per anni, grazie a pellicole, telefilm e una certa letteratura è stato poi disatteso (ma questo sarebbe il meno) se non addirittura sbeffeggiato dalla realtà, che oggi propone un'aspettativa di carriera e soddisfazioni quasi impalpabili. D'altro canto che i creativi italiani non siano inferiori a nessuno, io lo penso da tempo, ed è dimostrato da una casistica anch'essa eccellente, tutta basata purtroppo su emigranti di successo. Come già detto altre volte, gli italiani sono sempre un popolo creativo, ma l'Italia non lo è più da generazioni. E questo crea dei problemi per chi si ostina a fare questo lavoro qui. La battuta di Berlusconi sul Presidente abbronzato, è stata ingenuamente etichettata come l'ennesima uscita di un uomo politico che non ci rappresenta. Sbagliatissimo: è esattamente il tipo di battuta che rappresenta una certa Italia oggi. Il tessuto in cui viviamo è questo. L'umorismo che accettiamo è questo. Che ci viene spesso richiesto nel Palazzi, nelle aziende, negli uffici marketing. Non sempre così bieco, siamo d'accordo, ma mai troppo più sofisticato, mai troppo più brillante, mai troppo più laterale. L'Italia che genera e produce queste battute è quella che poi dovrebbe accettare il vostro film da Cannes per palati fini. Chiunque di voi abbia partecipato a dei tribe creativi internazionali se ne sarà accorto: spesso le idee degli italiani sono le più profonde, la più brillanti, se non le più originali. Cosa dovrebbe fare quindi un giovane brillante pubblicitario italiano? Forse scappare all'estero per dimostrare quanto vale? Ma non sarebbe anche questa una, seppur piccola, fuga di cervelli? Le scelte sono due: farsi le ossa fuori da qui, per poi magari tornare quando le cose saranno cambiate. Oppure scegliere la strada seguita dal 99% di noi: provare a rendere l'Italia un po' meno provincia, e le nostre Fiat Panda un po' più Pontiac e se possibile anche Convertible. Ma non è davvero un compito troppo grande per la pubblicità?


Elvis has left the palazzo.

Un ottimo copy è anche un buon art? Un grande art è anche un buon copy?



Lasciando per un attimo da parte l'ovvia e già obsoleta riflessione che vuole il creativo contemporaneo non troppo vincolato al suo ruolo di copy o art, quanto piuttosto creativo tout court, mi sono tuttavia sempre chiesto (e per quanto mi riguarda, risposto) se nel bagaglio che accompagna un ottimo esponente di questa categoria non ci debbano anche essere un po' degli indumenti della sua altra metà. Per me sì. Un art eccellente è ancora più bravo se ha una sua opinione copy autorevole, o un talento nella scrittura. I migliori art che ho incontrato in vita mia erano più bravi di tanti copy nel fare un titolo. Allo stesso modo un copy dotato di gusto e cultura visiva immaginerà meglio anche le cose che scrive, e saprà meglio come indirizzarle. Sono due sfumature, assolutamente secondarie rispetto al talento che serve per immaginare un'idea, però esistono e volevo dargli il giusto spazio: quello di un post domenicale letto, si prevede, da 111 persone.

Elvis has left the bulding.

sabato 8 novembre 2008

Sì, viviamo in un Disbanded World.



Nasce la non-pubblicità, o forse era nata già da tempo. Questa non-affissione contiene un messaggio di speranza ("stop worrying and enjoy your life") pagato con soldi veri, e davvero pianificato. E forse alla fine è più utile di tante campagne sociali: magari tocca qualche corda vera, non come quegli annunci anti-droga che si vedono in giro ultimamente, utili solo a fare cassa. Una riflessione a margine: lo stesso messaggio, sul web, sarebbe passato inosservato. Pensatelo come banner: diventerebbe nullo. Su un autobus invece fa ancora la sua figura. Questo dovrebbe farci riflettere, lo sento. Volete cimentarvi anche voi? Prego.

Elvis has left the building.

venerdì 7 novembre 2008

Per finire in bellezza la Obama Week.



Andando al minuto 1'10" di questo memorabile film noterete che tutto era già stato scritto, e che come al solito siamo in un film americano. Colgo l'occasione per riportare la battuta migliore raccolta in questi primi due giorni: "Obama è in un soldato di Al Qaeda e tra breve si suiciderà: in questo modo ucciderà, di fatto, il Presidente degli Stati Uniti", e la peggiore, ascoltata da un ex pianista da crociera protagonista di un film tutto italiano: "Obama è bello e abbronzato".

Elvis has left the building.

mercoledì 5 novembre 2008

(post vergognoso)



Yes we Ken.

Elvis has left the building.

Resta solo da capire chi e quando lo farà fuori.




Io punto tutto sul complotto islamico. Un attentato ad opera di un (finto?) naziskin assoldato per gettare scompiglio nella società americana, scatenando di fatto una sorta di battaglia civile che faccia sprofondare del tutto l'ex grande potenza. Credo di meno nel gesto isolato di un pazzo, per quanto non è che in America manchino i pazzi. Sulla data sarei più incerto: il 20 gennaio mi pare troppo in là. Ma può anche darsi che, miracolosamente, ci arrivi. In fondo, come ha detto ieri Obama nel suo bellissimo discorso, l'America è, oggi più che mai, il luogo in cui tutto può accadere. Addirittura sopravvivere a un'elezione come questa.

Elvis has left the building.

domenica 2 novembre 2008

Sostituire Thelonious Monk alla guida di una Vespa. (UPDATED!)

LCD Soundsystem -
(LCD SOUNDSYSTEM)



Paglia Hurt -
(NIN)

Tre anni fa circa l'amico Paglia, art director, lasciava la nostra agenzia (S&S) per trasferirsi in Mc Cann a Testaccio. Con Luca Albanese decidemmo di accompagnarlo in questo suo primo giorno di scuola, così attraversammo Roma in Vespa presentandoci tutti e tre in Mc Cann la mattina. Paglia riprese questo tragitto da Piazza del Popolo a Testaccio con il suo telefono, e il video finì su You Tube, dove restò per un paio d'anni indisturbato. Ieri però You Tube mi informa che i proprietari dei diritti di Thelonious Monk ne hanno richiesto la rimozione, e così "Vespa in Roma" è stato giustamente rimosso. Pagliarulo invece è ancora al suo posto. Ma You Tube mi informa anche che è possibile "Replace your audio with Audio Swap". Così farò. Ma siccome trovo che quel pezzo fosse in qualche modo perfetto, e ho un blocco mentale nell'immaginarmi un degno sostituto, chiedo a voi: quale musica mettiamo su questo video? La scelta verrà operata da una giuria a 4 composta da Pagliarulo, Albanese, Ted e Egidio Monk, figlio segreto di Thelonious.

Elvis has left the building.