mercoledì 31 dicembre 2008

P.E.A.C.E. & Co.



Ascolta bene lo scambio di battute di questa memorabile sequenza-feticcio per tutti i fans di Jim Jarmush, di RZA e di FF ciccione nero: "Ghost Dog, Power Equality", a cui Forrest Whitaker risponde: "Always C Everything, my brother". In una parola: P.E.A.C.E. Ovvero l'augurio più vintage e meno Disbanded disponibile sul mercato per questo 2009, trovato dal vostro DSBN blog.

Elvis has left the 2008.

lunedì 29 dicembre 2008

The gallery (Giuseppe Mazza).




Ultima gallery del 2008, con i 3 spot preferiti dai creativi italiani. Sceglie Giuseppe Mazza, uno dei migliori copywriter italiani, fondatore di Tita, giovane agenzia molto creativa in Milano, Italy. Dice Giuseppe:
"Alka Seltzer l'ho visto durante il mio primo stage. E davvero non l'ho mai dimenticato. Non so neanche cosa dire per commentarlo. La sua precisione e il suo coraggio lo rendono per un me un punto di riferimento quasi di tipo morale! Rivedendolo noto tra le altre cose anche una formidabile batteria di caratteristi del cinema americano, primo tra i quali quel George Raft usato da Wilder per il ruolo di "Ghette" in "A qualcuno piace caldo".
Il secondo (Corporate Bank), visto un paio di anni dopo - mi ha rivelato le meraviglie del posizionamento.
Il terzo mi piace per una tale quantità di motivi che fatico a metterli in ordine. Comunque in me producono molta ammirazione. E' una multisoggetto francese credo premiata a cannes. Lumionou è un prodotto per bambini, di quei pupazzi che si accendono al buio."

Elvis has left the building.

domenica 28 dicembre 2008

The gallery (Alessandro Canale).



L'amico Canale, che dirige la creatività (sentite come suona male?) alla Y&R di Roma, ci segnala un solo spot per la sua gallery dei tre preferiti di sempre dai pubblicitari italiani: è "Point of View" per The Guardian. E' uno solo, perché gli altri due gli sono stati scippati nelle precedenti puntate, così ci assicura. Sentiamolo: "Due parole su questo spot creato da John Webster direttore creativo della Boase Massimi Pollit, la più creativa agenzia inglese dei primi anni '80, mente geniale che ho sempre tenuto come punto di riferimento ideale di una discutibile carriera, la mia. La prima volta che lo vidi, fu una folgorazione sulla via di Damasco. Serio, tagliente e realistico. La spiazzante dimostrazione di come si può gestire una comunicazione muovendo le percezioni del target come noi poveretti facciamo con Super Mario con il joystick. Nessuna concessione al fighettismo, nessuna desaturazione, nessuna attribuzione strategica al telecinema. Il dogma di Las Von trier perfettamente espresso, una decina di anni prima di Festen. E da quel momento, quando qualcuno mi chiedeva in cosa consistesse il mio lavoro, invece che raccontare di biscotti o pomodori pelati o pannolini, raccontavo questo spot. E vedevo negli occhi di chi mi ascoltava, una ferrea progressione di sensazioni che dall'interesse passava alla tensione, piombava nella sorpresa e decantava nell'ammirazione. Io mi godevo il risultato, del tutto immeritato, e mandavo un ringraziamento a John Webster, protettore degli schiavi del mass market come il sottoscritto. John è morto tre anni fa, ma per quanto mi riguarda è sempre vivo e lotta insieme a noi."

Elvis has left the building.

mercoledì 24 dicembre 2008

Quando la Jugoslavia confinava con il Messico.



Negli anni della rottura tra il regime sovietico di Stalin e quello jugoslavo di Tito (siamo circa nel 1948), i film russi vennero banditi dalle sale di tutto il paese. Le autorità jugoslave guardarono quindi al di là dell'oceano alla ricerca di un mercato a basso costo che offrisse per di più qualche tematica rivoluzionaria accettabile. Lo trovarono in Messico. Attori messicani praticamente sconosciuti in patria divennero vere e proprie star in Jugoslavia. E così, in ogni ramo della cultura, l'influenza messicana dilagò come l'ombra di un sombrero quando il sole inizia a scendere. Centinaia di dischi Yugo-Mex invasero il mercato, in una combinazione più assurda che Disbanded, capace di produrre vere e proprie perle rare per l'attuale mercato dei collezionisti. Se li cercate in rete o nei mercatini, nomi come Nikola Karovic o Razvod Braga potrebbero convincervi una volta per tutte che un tempo il mondo era ancora più Disbanded di adesso.

Elvis has left the sombrero.

lunedì 22 dicembre 2008

Avete mai provato restando seduti a roteare il piede destro in senso orario, e contemporaneamente disegnare un 6 nell'aria con la mano destra?



Provateci, amici Disbanded. Il vostro piede inizierà a ruotare in senso inverso. E voi non potrete farci niente.

Elvis has left the building.

Ho avuto un'idea: quasi quasi disegno uno Smile con delle bombe-tubo.



Le idee nascono dei modi più disparati. Guardando un quadro, pensando a un'immagine, guidando un'auto, sentendo una canzone, e in milioni di altri modi. E a volte anche senza un modo. Luke Helder era un ventunenne americano che nel maggio 2002 piazzò 18 bombe-tubo delle cassette della posta in luoghi diversi degli Stati Uniti, così da formare il disegno di uno Smile. Il suo piano Disbanded andò in fumo poco dopo aver disegnato gli occhi, proprio al principio di un sorriso che restò appena accennato. Quando venne arrestato indossava una maglietta raffigurante Kurt Cobain, e guidava una Honda Accord.

Elvis has left the building.

venerdì 19 dicembre 2008

The gallery (_f)



Da quando esiste Internet i film veramente belli che vengono prodotti ogni anno non sfuggono più a nessuno: il recente caso del Gorilla Cadbury è emblematico. Più difficile è recuperare, diffondere o conoscere le perle del passato. Un grande art director con cui ho avuto il piacere di lavorare ai tempi della Saatchi Roma, mi manda la sua bellissima gallery, invero molto vintage, nonché very Disbanded a tutti gli effetti. Il primo e qui presente "Where's the beef" è così (userei dannatamente se non mi facesse orrore) Disbanded-Tormentone da rendere il vecchio spot ancora agibile e funzionante. Il secondo è un Disbanded classico: non siate pigri e cliccatelo. Dice _f: "I motivi per cui li ho scelti? I primi due perché sono di una disbandedness trascinante, credo, come appunto la tua philosophy. Il terzo, della mitica serie Hamlet, forse perché è Natale. Auguri!"
Auguri a te, Kintaro Gigi Rizz Giannots.


Elvis has left the building.

giovedì 18 dicembre 2008

The gallery. (Stefania Siani)




Stefania Siani, Direttore creativo con Federico Pepe della D,L,V, BBDO (una delle coppie creative più brillanti della pubblicità italiana), segnala i suoi tre spot preferiti di sempre in questo momento. "Di sempre-in questo momento" credo sia la definizione giusta per queste gallery. Stefania sceglie "Levi's Odissey perché è nobile, libero e definitivo, Superga prodigy, perché c'è tutto il Pino Rozzi che adoro: un personaggio elettronico, cibernetico, e capace di farsi cantare dalla musa della potenza espressiva. Orange dance: perché ha la grazia. Perché mi ricorda me e Federico, e di quello che siamo e vorremmo essere". Ah, l'amour!

Elvis has left the building.

martedì 16 dicembre 2008

Howard Gossage, AKA The Socrates of San Francisco.



Come suggerito in un paio di post fa, inserisco su questo blog un esempio di quello che (almeno per me) è il massimo per un copywriter e per una hedaline. Parlare il linguaggio comune, non promettere nulla più della verità, ed essere evidentemente e sfacciatamente dimostrazione di superiorità del prodotto con disarmante eleganza understated (dice il primo asterisco*:"sappiamo che come titolo non è molto invitante, ma almeno è realistico, e noi alla Fina non vogliamo che tu faccia mai qualcosa di irragionevole o sconveniente"). Per fare head così ci vogliono copy così, ma anche (se non soprattutto) clienti così. Talmente coraggiosa per quei tempi, che i meriti quasi vanno divisi fifty-fifty. E tra l'altro se era coraggiosa per quei tempi, figuriamoci oggi. La storia di Gossage non fatela raccontare a me; la trovate sempre qui.


Elvis has left the building.

Disbanded Salt Music Figures.




Guardate cosa succede a cospargere di sale un diffusore acustico in preda a a distorsioni. Testi e musica non saranno eccezionali, ma le figure sono eccellenti.

Elvis has left the building.

domenica 14 dicembre 2008

The gallery. (Guido Cornara)



Ecco la quinta gallery dei 3 spot preferiti di sempre dai creativi italiani. Guido Cornara, direttore creativo esecutivo della Saatchi&Saatchi italiana, nonché mio mai dimenticato e raggiunto maestro, mi segnala le sue tre preferenze: la celebre "funeral" di VW, firmata da Roy Grace e John Noble, art e copy della DDB dei gloriosi anni '60 (scopro ora che al loro attivo c'è anche il famoso "meatballs" di Alka Seltzer), la pietramiliare "1984" di Ridley Scott per Apple, e Impossible Dream di Honda. Perché proprio queste tre, Guido? "Perché vorrei disperatamente, follemente, sconsideratamente averle fatte io. PS: e resta sempre il fatto che quello sculato di Roccaforte mi ha fregato sul tempo con HBO diner." In fondo alla pagina, negli archivi di novembre, le precedenti gallery.


Elvis has left the building.

venerdì 12 dicembre 2008

La copertina più Disbanded di tutti i tempi: prova tu a fare di peggio.




E' possibile che nei tuoi scaffali, coperto da un dito di polvere, ci sia un disco, un CD o - più difficilmente - un libro o un DVD con una copertina più Disbanded di questa. Io non ci credo molto, ma puoi provare a vedere. Nel caso, segnala pure tranquillamente a Ted Disbanded la tua mostruosità rinvenuta. (Per la tua insaziabile curiosità il disco qui ritratto è il lungo sermone di un predicatore americano, autore tra l'altro dell'indimenticabile (??) disco-manifesto anti LSD del 1971 "Drugs and Youth". Sono tuttavia fortemente indotto a ritenere che il Pastore deve aver sperimentato quella droga, a un certo punto della sua carriera).

Elvis has left the building.

giovedì 11 dicembre 2008

Non dimenticare mai che Ted Disbanded è il blog ufficiale dei Typos.

E' una vecchia storia.


Elvis has left the building.

Dunque è ancora possibile salvare la capra e mangiare i cavoli.



Questo ormai vecchio spot giapponese (premiato allo scorso festival di Cannes) mi ha sempre dato un'enorme fiducia
a proposito del mio lavoro di pubblicitario e gli improbi compiti ad esso correlati. Lo ripropongo soprattutto per i non addetti ai lavori, che potrebbero non averlo mai visto. La domanda che appare grattando sotto questo video è: si può mostrare il godimento maximo e il piacere di un sapore unico, in modo creativo? Un vero spauracchio davanti al quale normalmente si alzano le braccia o si calano le braghe. Come si fa a basare uno spot sulla (evidente) finzione del piacere dei sensi senza apparire fasulli e noiosi? E' dagli anni '40 che assistiamo a gridolini e mugolii associati a gelati, vini, pastarelle o lasagne surgelate. Eppure, vedete, è sempre e ancora possibile inventarsi qualcosa che al tempo stesso faccia contento il cliente (qui alle prese con un trionfo del suo prodotto), e vinca un leone a Cannes. Certo, con due minuti a disposizione è tutto più facile, ma mica poi tanto.

Elvis has left the building.

mercoledì 10 dicembre 2008

Disbanded test of the week #10. (Lavorare con la Muzak)

Appartengo a quella categoria di persone che non ama la musica di sottofondo al ristorante. Anzi, che non ama la musica da sottofondo in generale. Sono inoltre terrorizzato dalla musica dei taxi, il cui tema centrale è quasi sempre "rapporto d'amore irrimediabilmente compromesso" anche se è mattina, sono le 9.30 e fuori c'è il sole. Sul lavoro però è diverso. L'agenzia di pubblicità è il classico posto in cui la musica è prevista, e in certi casi richiesta, come strumento d'ispirazione, pompa di adrenalina, stupefacente naturale. A me capita ogni tanto di mettere delle cuffie quando devo farmi venire un'idea, o addirittura scrivere dei testi accompagnandomi con la musica che poi effettivamente userò, quindi scegliendo prima lei di tutto il resto. Perché anche se non è del tutto provato, è probabile che ascoltando una musica melodica mi verrà un'idea melodica, musica folle=idea pazza, e così via. Anche se c'è da dire che un'idea che squarcia il silenzio è la più Disbanded di tutte.



Elvis has left the building.

domenica 7 dicembre 2008

I Ramones rinascono sempre.



Non posso fare a meno di insultarmi da solo per aver messo qui la versione 8 bit di un classico della band che inventò (più o meno, ora non facciamo i fiscali) il punk. Eppure, come diceva una vecchia pubblicità, "funziona!".

Elvis has left the building.

Duke Ellington at the Keyboard (1969).



Un Disbanded Old ad trovato su Flickr. La head di questa grande* campagna era: "Olivetti's Studio 45: the Brightwriter".
*grande soprattutto per la posa di lui, il look, quel dito un po' appoggiato, lo sguardo, la sigaretta, il taglio dall'alto della foto, e il microfono pronto a raccogliere un suono oggi introvabile.

Elvis has left the building.

venerdì 5 dicembre 2008

Is Paul Dead? Risponde Batman.



Un fumetto vintage in cui Batman viene incaricato di smascherare un finto Paul (nel fumetto, per una questione di diritti Paul si chiama "Saul", niente di meno rock sulla terra), e scopre suo malgrado che Saul era l'unico reale, mentre gli altri tre erano degli impostori, venuti a sostituire i tre veri Beatles (immagino Joe, Pingo e Giorgio, sempre per questioni di diritti) scomparsi in un incidente aereo sull'Himalaya. Stampatelo perché merita. Qui un test che vi chiede se Paul è vivo, o sua zia si è effettivamente impadronita di lui. Invece qui, un tenero/inquietante infante coreano che sembra crescere a pane e Hey Jude.

Elvis has left the building.

"Mi piace ogni centimetro di te: perfino quel mezzo metro di gamba mancante."




Non c'è bisogno di visitare Photoshopdisasters per capire che contiene roba di molto Disbanded. Chi dovesse ritrovare la coscia destra della signorina è pregato di farne un uso decoroso e umano.

Elvis has left the building.

mercoledì 3 dicembre 2008

Esprimiti pure liberamente secondo le nostre rigide regole.



Mi domando se uno dei segreti del successo di Facebook non sia per caso l'impossibilità di cambiare la grafica delle pagine, come invece avviene su My Space. Sarebbe un caso di Disbandedness al contrario, un'uniforme scolastica su cui puoi applicare tante targhette, ma che non puoi cambiare mai. Così descritto, sembra un luogo in cui la fantasia è un binario, e non un campo aperto su cui disegnare quello che ti pare. Insomma era solo per dirvi che Facebook non è Disbanded, ma io so che lo avevate già capito. Per sommi capi possiamo anche dire che Facebook è per i copy e My Space è per gli art. E aggiungere che oggi, se volete essere veramente cool avete due possibilità: usare l'accappatoio leopardato che ho trovato nel bagno del mio hotel come cappotto, e non essere presenti su FB se non con 15 veri amici.

Elvis, what are you doing right now?

martedì 2 dicembre 2008

Io confesso. (O anche: Finalmente puoi parlare male di te stesso)



Protetto dal rigido anonimato di Ted Disbanded, puoi finalmente confessare le veniali marachelle commesse nella tua carriera di pubblicitario. Tu Account, che quella volta non presentasti la proposta C) dei creativi facendo poi finta che era stata segata. Tu Art Director, che copiasti di sana pianta quell'impaginazione da un vecchio numero di Rakam. Tu Copy, che prendesti una headline tra i giochi di parole nelle citazioni del vocabolario. Tu, Direttore Creativo, che favoristi la Stagista Bionda. Tu, Stagista Bionda, che ti facesti favorire. E perfino tu, Aspirante Pubblicitario, che hai messo nel portfolio quell'annuncio preso da un annual belga. Per tutti ci sarà il perdono. Anche per Elvis, che has left the building.

Se non finisci la minestra chiamo Babbo Natale.



Quando ero piccolo l'idea di un intruso che nottetempo si sarebbe introdotto in casa depositando regali senza prendere nulla in cambio, mi lasciava un po' inquieto. Il giornale americano Chicago Tribune ha avuto la bella idea di raccogliere foto di bambini impauriti dalla figura di Babbo Natale ("Scared of Santa"), spesso in braccio a improbabili e Santa impersonator, e il più delle volte ancora ignari dell'esistenza di una simile figura che solo la geniale mente della The Coca Cola Company poteva concepire. Qui la gallery, dove potete anche caricare la foto vostra o dei vostri figli, ammesso che ci sia ancora qualcosa in grado di spaventarli.

Elvis has left the building.