martedì 31 gennaio 2012

Mai un pennarello fuori posto nella famiglia Bogusky.




Due notizie inutili dal mio Twitter: Il guru Alex Bogusky è in Antartide, sua moglie è un'art director e i suoi figli lo saranno un giorno.

Elvis has left the building

lunedì 30 gennaio 2012

La pillola della malattia altrui.



Una bellissima e semplicissima idea per raccogliere fondi per i Medici senza Frontiere spagnoli. Nelle farmacie vengono vendute le "pillole per la malattia altrui": nient'altro che caramelle al gusto menta, limone, arancia, ecc. In pratica non servono a nulla, se non a raccogliere un euro a confezione. Ad ogni colore corrisponde una malattia diffusa ma dimenticata dei paesi africani. Complice un'adeguata campagna a supporto, in pochi mesi, in un paese come la Spagna in cui nessuno ha più un euro in tasca, si sono raccolti soldi a palate. E la finta medicina è stata tra i 10 farmaci più venduti del paese. A questo punto, anche l'inevitabile leone a Cannes diventerà una soddisfazione minore.

Elvis has left the building.

Il pollo di cui fidarsi.



Cercavo in rete, e trovavo, questi 4 spot del pollo Le Barran piuttosto divertenti, premiati a Cannes diversi anni fa. Sullo stesso filone, eccone un altro. Ignoro se fossero realmente pianificati o se invece fossero un po' finti, proprio come quei poveri polli da batteria. (Agenzia DDB Paris)

Elvis has left the building

domenica 29 gennaio 2012

A nice soundtrack for your Winter in Copenhagen.






Ecco cosa dice Brian Batz della sua Mixtape, perfetta per i giorni freddi e - aggiungo io -  per le domeniche fredde: "So di per certo che un sacco di gente non ama gli inverni danesi, ma per qualche strana ragione io invece ne sono estasiato. All'improvviso tutto passa dall'essere verde, caldo e baciato dal sole al suo completo opposto. Gli inverni qui possono essere davvero freddi e duri e devo ammettere che certe volte maledico gli Dèi della meteorologia quando sono costretto a uscire nella tempesta. D'altro canto mi affascina il modo in cui tutto questo influisce sulla mia creatività. Sono sempre più produttivo quando fuori è freddo e buio. Forse perché quest'aria melancolica, pur soffocandomi, accende qualcosa dentro di me. Mi aiuta a ricordarmi di combattere per le cose importanti. Mi aiuta a capire perché in questi mesi freddi tendo ad essere così solitario. C'è una ragione per tutto e io abbraccio questi mesi duri spalancando il mio spirito. So che arriveranno giorni più luminosi e che il sole scalderà le mie ossa e la mia anima. L'inverno è solo un periodo che devo attraversare e abbracciare nel modo migliore. Ogni cosa ha un suo senso, immagino." (Dedicato al tecnico della Beretta che doveva riparare la mia caldaia e se n'è andato con 80 euri).  (da Vice.com)


Elvis has left the building.

Same old problems.



Realizzato a Madrid da creativi indipendenti per l'Iberoamerican Advertising Festival.

Elvis has left the building.

giovedì 26 gennaio 2012

"I'm a lousy* copywriter"






Vale la pena rileggere la lettera che David Ogilvy scrisse in risposta a un tale Ray Calt, che gli chiedeva quali fossero le abitudini di un grande copywriter. Come vedrà sono molto noiose, gli rispose David. E snocciolò 12 punti niente affatto noiosi (specie il punto 9) e che più di ogni cosa ci ricordano la grande disponibilità di tempo, alcol e segretarie che girava in quegli anni. All'epoca non dovevi nemmeno saper battere a macchina. So inconvenient, isn't it?
*scadente, inetto.

Elvis has left the building.

Springsteen debut album Print Ad, 1972.






Il nuovo Dylan, 1972.

Elvis has left the building.

martedì 24 gennaio 2012

La Panda e la mucca.



In questi ultimi anni Disbanded si sono moltiplicati i tentativi da parte di aziende, compagnie o istituzioni di puntare sull'orgoglio nazionale in comunicazione. Questo lavoro lo faccio da un po' di tempo, ma non ricordo un'analoga spinta in questo senso negli anni '90, né nel decennio scorso. Sono saltati tutti sul tricolore; forse sarà colpa dei 150 anni. Senza entrare nello spot voluto da Marchionne per replicare il successo della campagna Eminem per Chrysler, mi chiedo: quanto è grassa la mucca dell'orgoglio nazionale? A me sorprende già che esista e pascoli, ma ammettendone la vitalità, quanti clienti può sfamare? È giusto pensare che l'amore patrio possa servire contemporaneamente a vendere automobili, banche, reti televisive, compagnie telefoniche, merendine, e tutto il resto? Ma soprattutto: gli italiani del 2012 possono ancora credere a pubblicità come queste? La mia sensazione è che  gli italiani non si riconoscano più in questi spottoni, nessun istinto nazionale venga risvegliato, e che anzi monti anche una certa rabbia specie per i risvolti presi della FIAT e noti ormai a tutti. E in ogni caso, anche ammesso che ciò sia possibile, mi viene da chiedermi se fosse giusto farlo proprio con la Panda. Se è la Panda ciò che ci rappresenta meglio, allora mi spiego molte cose. L'operazione Eminem-Chrysler  - molto più schietta e dura nei toni - risvegliava un'intera nazione ruotando intorno a dei simboli americani un po' più evocativi: la Chrysler, Eminem, Detroit. Era epico. Qui, alla fine dell'imbuto esce una Panda facendo anche un agile saltello dopo un dosso. Non si ribalta, è vero, ma forse non è abbastanza per farmi gridare ai quattro venti che questa è l'Italia che mi piace, e che io sono una Panda.


Elvis has left the building.









lunedì 23 gennaio 2012

Disbanded superheroes/2: Paste Pot Pete (Pete secchio di colla).



Per continuare nel filone dei supereroi assurdi e Disbanded, ecco Paste Pot Pete, art director, uno che col suo berretto da pittore se ne andava in giro semplicemente con un secchio grondante di colla e una pistola per spararla ovunque; soprattutto negli occhi o sugli attributi della Torcia Umana. Non sembrerebbe un'arma devastante (che succede quando la colla finisce o si secca?), eppure a giudicare dalla copertina ci sono uomini che restano appiccicati al muro. Account, probabilmente. (thanks A. Negrini)

Elvis has left the building.

Matter Eater, il supereroe che aveva sempre fame.







Avevo gia' parlato di questo supereroe, definendolo il piu Disbanded di tutti i supereroi mai comparsi. Si chiamava Matter Eater Lad e il suo superpotere era mangiare. Qualsiasi cosa. Praticamente un maiale. Ora mi cade sotto agli occhi una breve scheda relativa alle sue comparse negli "altri media", e non posso fare finta di non aver letto che "in un episodio della serie animata Legion of Super Heroes, Matter Eater Lad comparve come partecipante nei Giochi Intergalattici, un evento simile alle Olimpiadi: quando i Fatal Five attaccarono la competizione, Matter Eater aiutò la Legione a sconfiggerlo, mangiando l'impugnatura dell'Ascia Cosmica del Persuasore. Non ebbe nessuna battuta nella puntata. Ricomparve poi nell'episodio "The Sobstitutes", dove fece il provino per diventare membro della Legione dei Super Eroi come Matter Eater Lad e fu preso. Si distinse mangiando tranquillamente un mostro mangia-ionosfera, e affermò che sapeva di pollo. In più, comparve nella puntata finale della prima stagione, "Sundown", aiutando a sconfiggere il Mangiatore di Soli. Ritornò nella prima puntata della seconda stagione, dove morse l'arma magica di Emerald Empress, l'Occhio Smeraldo di Ekron, finendo accidentalmente in coma. Nell'episodio "In The Beginning", fu mostrato sveglio, ma sempre in ospedale". In questa immagine lo vediamo fare uno spuntino con una grata. Have a break.


Elvis has left the building.

domenica 22 gennaio 2012

Wrap Rage (rabbia da involucro).






Da Wikipedia: "Consumers suffer thousands of injuries per year, such as cut fingers and sprained wrists, from tools used to open packages and from the packaging itself. According to a British study, over 60,000 people receive hospital treatment each year due to injuries from opening food packaging. A 2009 study conducted by the Institute for Good Medicine found that 17 percent of adults over the age of 21 were either injured at least once or know of someone who was injured while opening a holiday or birthday gift". In chiusura, il consiglio più brillante:"Household scissors or a utility knife are often helpful".  




Elvis has left the building.

venerdì 20 gennaio 2012

Kodak e Megavideo. Disbanded the same day.




Il titolo di questo vecchio annuncio suonerà amaro per i 17.000 dipendenti dell'azienda fondata nel 1889, rimasti a casa dopo la  bancarotta curiosamente dichiarata proprio nello stesso giorno in cui anche Megavideo veniva dichiarato fuorilegge (lasciando a casa 2 persone, forse. Di cui una in galera, forse). Due mondi agli antipodi, che per motivi diversi spariscono. Il primo slogan di Kodak era "You press the button, we do the rest". Ma poi come sappiamo il "the rest" è diventato di troppo, e la fotografia è cambiata per sempre. Gli astronauti avevano  una Kodak nella loro missione dell'Apollo 11, e Paul Simon aveva anche scritto una canzone per questa marca, nel 1973. Ma tutto questo non serve più a niente.
Oggi, grazie alle varie app tipo Instagram o Hypstamatic, siamo tutti fotografi. Ma senza la Kodak siamo anche tutti uguali, se questo può importare a qualcuno.

Elvis has left the building.

giovedì 19 gennaio 2012

I pirati di Taiwan danno in pasto il comandante Schettino agli squali.



Ecco come a Taiwan hanno raccontato la tragedia della Concordia: a tempo di record un'animazione con tutti i personaggi della brutta storia. Quando il Capitano De Falco redarguisce Schettino "come uno scolaro", egli si trasforma effettivamente in un bambino piangente. Quasi affascinante vedere il modo in cui si può raccontare un dramma come questo. E nel finale, non essendoci tempo per un regolare processo, Capitan Codardo viene dato direttamente in pasto agli squali da un gruppo di pirati.

Elvis has left the building.

mercoledì 18 gennaio 2012

Mohammed Alì salva un uomo dal suicidio (1981).



Mohammed Alì ha compiuto ieri 70 anni. Sempre stato presente nel Disbanded blog fin dalle sue origini (potete verificare nel motore di ricerca qui accanto), egli era anche un ottimo attore. Osserviamolo infatti mentre dissuade un figurante probabilmente ingaggiato dalla CBS dal suicidio. La corsetta in strada, verso l'uomo che stava per left the building, è splendida. Gli americani le sanno fare queste cose. Magari è successo davvero, ma nel suo caso non fa molta differenza. Non è passato alla storia per questo episodio. Invece i dieci pugili più forti della storia, sempre secondo Cassius Clay, li trovate qui.

Elvis has left the building.

lunedì 16 gennaio 2012

Bill Bernbach, uomo dell'anno secondo Bill.





Bill Bernbach è una figura che volteggia sulla nostra professione (e specialmente su quella del copywriter) come una specie di angelo del bene. La sua visione di questo lavoro (humanity+creativity), le sue massime, e soprattutto il suo stile sono qualcosa di simile a un faro abbandonato che continua a fare luce sulla parte sbagliata del mare, quella in cui non naviga più nessuno. Ovvio che oggi lo si rimpianga, essendo il nostro lavoro diventato in-human e un-creative. Giuseppe Mazza, ottimo copywriter e fondatore di Tita, ha aperto una rivista cartacea  trimestrale sulla pubblicità (idea totally Disbanded, quindi apprezzata) e l'ha chiamata Bill. Proprio come Bill Bernbach. Il sottotitolo recita: Un'idea di pubblicità. C'è anche l'apostrofo. Non ricordo altre riviste su questo argomento in Italia. Le uniche che mi vengono in mente sono quelle di cui vengono omaggiate le agenzie, a cui di solito nemmeno si toglie il cellophane e finiscono nel cestino dei CEO, con in copertina gli autori del bonifico della settimana: sono infatti molto spesso a pagamento (le copertine). Ma già scorrendo l'indice del primo numero di Bill si comprende "l'altra idea": un'inchiesta sulla Primavera Araba vissuta nelle agenzie arabe; un'intervista a John Hegarty e qualche brano dalla sua autobiografia appena uscita; un reportage fotografico sugli slogan di Occupy Wall Street; uno speciale sull'attualità di Bernbach; un diario pubblicitario da NY delle primarie USA. Insomma roba seria, scritta da gente seria e con un crafting notevole. La rivista - prodotta da Titadistribuita da Feltrinelli ma presto anche online -  in perfetto spirito idealista verrà presentata in una pizzeria al trancio di Milano il 20 gennaio dalle 12.30 (Pizzeria 40 in via Panfilo Castaldi 40). Anche se sono quasi certo che Bill - pur nella sua umanità - avrebbe richiesto del caviale.

Elvis has left the building.



domenica 15 gennaio 2012

Uomini che usano i binocoli.





In queste ore di continui riferimenti al Titanic (dove si paragonano una nave con le strumentazioni di 100 fa che incontra un iceberg nella nebbia Vs. una moderna nave che centra uno scoglio del Giglio in una serata di luna piena), vale la pena tirare di nuovo fuori la storia del vero responsabile dell'antico naufragio. Dunque il tizio si chiama David Blair (non quello della foto che invece è il capitano del Concordia in posa per i fotografi mentre fa finta di usare il binocolo) ed era un vice ufficiale che pochi giorni prima aveva portato il Titanic da Belfast a Southampton, da dove sarebbe partita. Egli custodiva la chiave della valigia in cui era riposto il binocolo per l' avvistamento degli iceberg ma, sostituito all'ultimo momento, le tenne con sé per un'imperdonabile distrazione. A quanto riferirono alcuni marinai superstiti, la chiave venne drammaticamente cercata invano in quegli ultimi momenti fatali. Primo risvolto Disbanded: che un binocolo debba essere custodito a chiave in una valigia, e che ce ne sia solo uno a bordo. Cose che accadevano cento anni fa; oggi a bordo ne abbiamo tanti, come si vede dalla foto. Utili, no? Secondo risvolto Disbanded: le chiavi sono poi state battute all'asta per 100.000 euro. Significa che qualcuno le ha amorevolmente conservate per tutti questi anni. E a me piace immaginare questa famiglia Disbanded, con le chiavi di nonno David in una teca sopra al pianoforte, e il nipotino che chiede: "nonna, mi racconti di nuovo la storia delle chiavi e della valigetta?", e la nonna che, con una spinta di polpastrello, infila il DVD di Titanic. Ma siccome qualcuno, davanti a questa nuova tragedia della cialtroneria al Giglio, ha parlato di "nave sfortunata" fin dal momento del varo, io correggerò il tiro avvertendo che la sfortuna non c'entra nulla. Tanto che, se devo usare un riferimento cinematografico pertinente, non citerò il Titanic, ma questo film


Elvis has left the building.

martedì 10 gennaio 2012

Image is everything. (1990)




Chi ha avuto la fortuna di leggere il bellissimo "Open", l'autobiografia di André Agassi (scritta in verità per lui dal premio Pulitzer J.R. Moheringer) avrà trovato più volte citato questo spot come un incubo che ha perseguitato per tanti anni la carriera del tennista americano; colpa del claim "L'immagine è tutto", a detta dei critici sportivi dell'epoca troppo autobiografico anch'esso, e perfettamente rappresentativo della debolezza del giocatore: una vera disgrazia per il fragile tennista. Quali danni può fare uno spot quando è sbagliato! Per questo poi i testimonial sono pagati così tanto: è un risarcimento danni preventivo. In America la strabordante importanza dell'immagine nella comunicazione ha avuto il suo picco in quegli anni (fine '80), per  poi smorzarsi come una palla corta. Da noi invece, dove tutto accade con dieci anni di ritardo, le agenzie ci hanno campato tranquillamente fino ai primi anni del millennio nuovo, e alcune ci sono anche diventate ricche.
In ogni caso questo post è dedicato ai lettori del libro che contemporaneamente siano anche frequentatori di questo blog. Un incrocio che produce numeri bassissimi. Ma non importa, ne approfitto per consigliare ancora una volta il libro, che mi ha fatto scoprire un altro Disbanded (confesso infatti che di Agassi non mi è mai importato nulla, io ero per Jimmy Connors semmai: per leggere cosa ha scritto David Foster Wallace su Connors, cliccare qui, ne vale la pena e vi rifarete la bocca dopo questo post).

Elvis has left the building.

lunedì 9 gennaio 2012

I'm not an Art Director.




Molti non-pubblicitari sono inclini a pensare che l'Art Director sia il capo di qualcosa, per via di quella parola all'interno della qualifica: Director. È lo stesso errore in cui deve essere incorso anche Lars Von Trier quando nel suo recente Melancholia "promuove" Art Director una Copywriter. In realtà, nella coppia creativa, è la figura che fa il lavoro più pesante e le ore piccole più spesso, come sappiamo. Come se non bastasse viene messo alla berlina da questo video - del 2010, ma da allora le cose sono solo peggiorate - e da questo pupazzo. Exxagerated? Yes. Ma l'iperbole fa parte del mestiere stesso.
(via Copyranter)

Elvis has left the building.

venerdì 6 gennaio 2012

Prendi il nulla e scappa.



Un bel video di pochi giorni fa per LG, di quelli che fa piacere aiutare a diventare virali. (via)
Postilla del 9 gennaio che farà piacere a chi crede alle idee: questo video aveva 350 visite al momento del post (ma era appena uscito). Oggi è a circa 1 milione e mezzo. 

Elvis has left the building.

giovedì 5 gennaio 2012

Best use of Facebook Timeline ever ("ever" si fa per dire).





Probabilmente il miglior uso della Timeline di Facebook fino ad oggi. O se non altro il primo. Una campagna antidroga sviluppata dalla McCann israeliana, che ci mostra un anno con le droghe (a sinistra) e un anno senza droghe (a destra) di un fantomatico Adam Barak. Paradossalmente, tuttavia, la vita di sinistra appare più movimentata e probabilmente emozionante; mentre quella di destra è piacevole ma al tempo stesso induce a iscriversi a Comunione e Liberazione. Ciò potrebbe ritorcersi contro il senso stesso dell'operazione, ma come si dice Roma, "che stai a guardà il capello?": l'operazione è comunque innovativa e ci piace, a differenza della droga chiaramente.

Elvis has left the drugs.

martedì 3 gennaio 2012

I Maya e la fine degli avvocati della Kellogg's.




Un mio compagno di liceo, negli anni in cui io iniziavo a lavorare nella pubblicità, prendeva un'altra strada, diventando archeologo. Oggi vive in Guatemala e nel suo campo pare che sia un'autorità mondiale. Vengo a sapere questa storia che lo riguarda, e ve la racconto perché è molto Disbanded.

Qualche tempo fa Francisco Estrada (questo è il suo nome, è guatemalteco) apre un sito e crea un marchio per il suo istituto di archeologia Maya. Lo vedete a sinistra; è bruttino ma del resto lui è un archeologo, non un grafico. Il marchio ritrae un Tucano e una piramide, due simboli di quell'area. Dopo qualche tempo riceve una lettera dagli avvocati della Kellogg's: a quanto pare i giganti americani dei cereali hanno uno spot in onda che ritrae un gruppo di tucani che portano via da una piramide il dolce tesoro Maya, facendosi beffe dei custodi. E il Tucano Sam è il simbolo della marca: lo vedete a destra. Quindi - secondo i legali - Estrada deve ritirare il marchio, perché potrebbe generare confusione presso i consumatori di cereali. Come una multinazionale di quel calibro possa essere impensierita da un sito archeologico di nicchia, resta per me un mistero. Anche l'arroganza di pretendere che pappagallo+piramide sia un binomio di proprietà di una marca rimane per me un grande mistero, anche se non mi stupisce più di tanto. Fatto sta che Estrada decide di non cambiare il marchio, e anzi parte al contrattacco: la Kellogg's - sostiene in pubblico - offende la cultura Maya con uno spot in cui i Tucani si fanno beffe del sarcofago. La storia esce sui giornali, i consumatori guatemaltechi sono infuriati con la Kellogg's, nasce un putiferio, ne parlano i telegiornali. La denuncia di plagio del marchio si trasforma in un boomerang. Provate a digitare Kellogg's Toucan Maya su google per farvi un'idea. Alla Kellogg's non resta che correre ai ripari. Lo spot, tanto per dirne una, non esiste più nemmeno su YouTube. Come finisce questa ennesima storia di ottusità del marketing americano? Andate sulla homepage del sito, e scopritelo da soli. Da lassù i Maya ancora ridono sgranocchiando cereali alla frutta: forse non era il genere umano a dover scomparire nel 2012, ma gli avvocati della Kellogg's.

Elvis has left the building.



Jean René Lacoste. Morto nel 1996. Rimorto nel 2011.

Ma poi perché mai una delle poche icone dello stile ancora sobrie (la Lacoste bianca) dovrebbe aver voglia di definirsi Unconventional? Se zio Jean René fosse ancora vivo, qualcuno oggi verrebbe preso a racchettate in testa. E poi, uomini marketing del coccodrillo, non dovreste avere difficoltà a riconoscere - proprio voi - una vera faccia Unconventional.

Elvis has left the building.