martedì 21 maggio 2013

Noi non siamo soli.





Il mio vecchio ad-blogger preferito Copyranter individua una serie di pubblicità sessiste piuttosto imbarazzanti e - per una volta - non italiane. Anzi, a onor del vero credo che alcuni di questi spot (come quello qui sopra che tocca addirittura la Mamma) da noi avrebbero difficoltà a uscire.  Proprio di recente l'ADCI  ha promosso una petizione online contro le troppe pubblicità che in Italia trattano le donne come se ci trovassimo negli anni '40, o - peggio ancora - nel 2013, su un palco con il nostro ex-Premier. Iniziativa magari inutile ma comunque lodevole. L'argomento è tuttavia spinosissimo e pieno di sfumature: difficile spiegare al pubblico - per esempio - i motivi per cui l'osannata campagna Jesus "Chi mi ama mi segua" degli anni '70 va bene, mentre analoghe esposizioni anali più recenti no. In ogni caso confesso che se non fossi un pubblicitario mi chiederei: la pubblicità la fanno loro, perché hanno creato una petizione pubblica? Potevano mandarsi direttamente delle mail.

Elvis has left the building.


mercoledì 15 maggio 2013

Se Abercrombie diventa la marca degli homeless.



Per qualche indistinto motivo A&F è sempre stato un mio hate-mark. Non mi piacciono i loro vestiti, il loro stile, le code degli italiani all'estero; normalmente non mi piace chi li compra (con rare eccezioni) e non mi piace la musica dei loro negozi sempre bui. Alcuni dei quali, però, sono effettivamente bellissimi. Strutturati in verticale, affrescati e profumatissimi. Con modelli e modelle, o quasi, al posto dei commessi. Ora A&F (che da qualche anno mi risulta anche in crisi) ha ottenuto gli onori delle cronache per alcune odiose dichiarazioni del suo orribile CEO, Mark Jeffries: ha dichiarato che la taglia XL non è disponibile da A&F, in quanto vuole "solo persone magre nei suoi negozi, e solo persone belle a rappresentare la marca per strada". Ma la cosa peggiore è un'altra: se un capo è fallato o danneggiato, piuttosto che darlo ai poveri viene bruciato. Sempre per lo stesso motivo. Qualcuno però deve avere pensato che fosse troppo, ha preso una telecamera e ha fatto nascere questa bellissima iniziativa chiamata #FitchTheHomeless. Non ve la racconto perché preferisco che siano le immagini a parlare. Aggiungo che si tratta anche di una delle pochissime case history che non mi hanno infastidito nel 2013, sarà forse perché non proviene da un'agenzia, e non si conclude con i tradizionali numeri gonfiati.

Elvis has left the building.