domenica 25 marzo 2012

Scrivere per sopravvivere.




Uno degli esercizi più comuni e più vecchi per gli aspiranti copy è sempre stato quello dei cartelli da mendicante. Ricevi un brief tipo "fai 5 cartelli da cieco", e butti giù delle suppliche più o meno spiritose, a volte non spiritose ma solo efficaci. Non si usa quasi più ma ne sono stati prodotti a migliaia. Qui sul blog di Bogusky trovo questo interessante trailer per un piccolo e promettente documentario sui cartelli da mendicante, però quelli veri, realizzato sulla base di una collezione personale di Alex in persona. Provate un leggero fastidio al pensiero del ricco pubblicitario che compra cartelli dei mendicanti e poi ne fa un film? Non siete i soli. Ma resta sempre vera la frase che viene pronunciata durante il trailer: certe volte, quando non hai veramente nulla, tutto ciò che hai in mano sono quelle poche parole messe insieme nel modo migliore. E poi i cartelli sono stati pagati bene dal ricco skateboarder di Boulder: 10 dollari l'uno. Piuttosto, per passare a generazioni meno hip, la leggenda racconta che un giorno David Ogilvy vide un homeless con un cartello poco convincente; ci pensò su, e il giorno dopo tornò con un cartello molto più bello ed efficace, scritto di suo pugno. La leggenda dice che il mendicante guadagnò subito più di prima. Io sarei entrato in depressione. Per passare a cose più serie, mi piace segnalare questa iniziativa dell'ADCI che mette a disposizione dei lavoratori del settore oggi in difficoltà un consulente del lavoro che risponderà live alle domande dei lavoratori del settore. Cosa c'entra questo con i mendicanti? C'entra, c'entra.


Elvis has left the building.

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