domenica 28 dicembre 2008

The gallery (Alessandro Canale).



L'amico Canale, che dirige la creatività (sentite come suona male?) alla Y&R di Roma, ci segnala un solo spot per la sua gallery dei tre preferiti di sempre dai pubblicitari italiani: è "Point of View" per The Guardian. E' uno solo, perché gli altri due gli sono stati scippati nelle precedenti puntate, così ci assicura. Sentiamolo: "Due parole su questo spot creato da John Webster direttore creativo della Boase Massimi Pollit, la più creativa agenzia inglese dei primi anni '80, mente geniale che ho sempre tenuto come punto di riferimento ideale di una discutibile carriera, la mia. La prima volta che lo vidi, fu una folgorazione sulla via di Damasco. Serio, tagliente e realistico. La spiazzante dimostrazione di come si può gestire una comunicazione muovendo le percezioni del target come noi poveretti facciamo con Super Mario con il joystick. Nessuna concessione al fighettismo, nessuna desaturazione, nessuna attribuzione strategica al telecinema. Il dogma di Las Von trier perfettamente espresso, una decina di anni prima di Festen. E da quel momento, quando qualcuno mi chiedeva in cosa consistesse il mio lavoro, invece che raccontare di biscotti o pomodori pelati o pannolini, raccontavo questo spot. E vedevo negli occhi di chi mi ascoltava, una ferrea progressione di sensazioni che dall'interesse passava alla tensione, piombava nella sorpresa e decantava nell'ammirazione. Io mi godevo il risultato, del tutto immeritato, e mandavo un ringraziamento a John Webster, protettore degli schiavi del mass market come il sottoscritto. John è morto tre anni fa, ma per quanto mi riguarda è sempre vivo e lotta insieme a noi."

Elvis has left the building.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Ted,
ti ringrazio di avermi concesso la presenza nella discussione anche se con una lista deficente di due titoli. Ma la colpa di questa mancanza è tutta dell’amico e compagno di merende Marco Carnevale, il quale ha citato con netto anticipo "Pillow Talk" di Joe Pytka per Disney, e Mr Wind di Epuron, che per quanto mi riguarda rappresentano con “Point of wiev” il mio tris assoluto. Detto questo, mi tocca anche ringraziarti davanti a tutta la platea per non aver portato a termine la minaccia di completare la mia lista a tuo piacimento, inserendo truffaldinamente qualche spot Turco o Ucraino dei primi anni ’80. Ma conoscendo la tua classe, sono sicuro che avresti trovato in qualche baule un paio di chicche nemmeno troppo schifose.

p.s. Riferendomi all’inizio del tuo post, devo ammettere di essere indeciso su cosa suoni peggio tra “dirige la creatività”come formulazione e “Canale che dirige la creatività” come costatazione. Ambedue comunque non sono esaltanti. Ciao e tanti auguri a tutti.

Canale

Ted ha detto...

Grande Cana',
la verità è che la creatività "diretta" è sempre un po' un controsenso, e lo pensavo proprio mentre lo scrivevo. Se poi se tu a farlo, io credo sia una vera e propria pazzia...

Devo dire che dalle preferenze espresse nelle varie gallery vengono sempre fuori quei 10-15 spot che sono proprio su un altro livello. Questo che tu citi rendeva fiero anche me, che ancora non facevo il pubblicitario. A rivederlo oggi è quasi ingenuo, ma per i linguaggi dell'epoca era qualcosa di dirompente.

Un abbraccio e grazie!
ted

Anonimo ha detto...

Beh,
questo film di "The Guardian" ha ispirato un sacco di gente, nel bene come nel male. Per esempio nei video musicali:

http://it.youtube.com/watch?v=sq1WpXSHV3o

Un altro era un video di Ramazzotti, il cantante. Amaro pure lui al punto che dopo un po' ho rinunciato a cercarlo e vi chiedo di credermi sulla parola.

Certo, il meccanismo è lo stesso, ma molto meno forte ciò che si vorrebbe dire. 1731975 - lagerrarefatto.blogspot.com

Anonimo ha detto...

Non lo conoscevo. Molto semplice ma effettivamente molto efficace. Bella la voce dello speaker.

g

Anonimo ha detto...

Siete pazzi?! Quasi ingenuo?! Molto semplice ma effettivamente molto efficace?! Ecco perche' gira la pubblicita' trendina. Ecco perche' nella musica e' tornato il progressive.
I piu' grandi pezzi li senti nei primi 30'': ingenui, semplici, efficaci memorabili.
Questa e' creazione.

Anonimo ha detto...

Alessandro Canale è l'unico copy italiano ad aver vinto un Grand Prix a Cannes (sez. poster con Levi's, 1991 credo), insieme all'ottimo Colombo. Una campagna che ha fatto scuola, con 8.500 tentativi d'imitazione negli ultimi 18 anni.

Non l'ha mai fatto pesare.

Dai, per una volta, togliamoci il cappello di fronte a un collega che non ha fatto carriera smanettando con il telecinema, con le interviste a dailimidia e le campagne truffapremi.

Non mi firmo, perché ted e Sandro hanno già capito chi sono.
E perché non voglio che in agenzia s'incazzino perché parlo troppo bene della concorrenza.

Enzo G. Castellari forever!