mercoledì 31 agosto 2011

domenica 28 agosto 2011

(pron: lib-ər-ah-chee).



Molti anni fa mi trovavo a Las Vegas e venni punto dalla curiosità di vedere se nella città di tutti i vizi esistesse anche qualche oasi culturale; almeno avrei saputo come tenermene alla larga per bene. L'unica cosa che trovai segnata sulla guida dell'epoca era, lo ricordo ancora con lo stesso stupore misto a ribrezzo, il Liberace Museum. Ovviamente non andai a visitarlo, anche se oggi me ne pento perché tra candelabri e pellicce colorate avrei trovato certamente spunti a bizzeffe per questo blog. Oggi scopro che il museo ha chiuso i battenti qualche mese fa. A raccontare ai più distratti chi sia Liberace (il performer più pagato al mondo nel decenni 50-70, precisa Wikipedia) preferisco che sia però John Irving, che nelle pieghe del suo "A Prayer for Owen Meany" così lo descrive: "Uno sfrontato gigione, un ruffiano musicale che faceva a pezzi Chopin e Mozart e Debussy, e li serviva con contorno di esagerati ghirigori. I brani duravano due-tre minuti e lui li suonava con le dita tempestate di diamanti. Certe volte suonava un pianoforte trasparente con il coperchio di cristallo ed era con orgoglio che accennava quante centinaia di migliaia di dollari costavano i suoi strumenti. Uno dei suoi anelli di diamanti era a forma di piano; e non suonava mai un pianoforte che non fosse munito di un ornato candelabro. Negli anni verdi della televisione, costui era un idolo: perlopiù ad adorarlo erano donne più vecchie ancora di mia nonna e assai meno colte di lei. (...) Indossava pellicce lunghe fino ai piedi e vestiti con lustrini: aggregava cincillà per 60.000 dollari in un unico cappotto; aveva una giacca con alamari d'oro a 24 carati; portava una marsina i cui bottoni di diamanti riproducevano suo nome". Ciò che Irving omette di raccontare (il suo bel libro aveva già concesso troppe righe a questo istrione) è la causa che il pianista originario di Formia intentò a un quotidiano inglese che lo aveva attaccato per la sua sessualità "dubbia". Ma in questo bel video c'è tutto. Insomma, per certi versi era un Elvis della musica (?) classica (?) con tanto carisma in meno e certamente anche minor talento. Ideale per riaprire la stagione di questo Disbanded blog. Per chi fosse interessato a saperne di più, la BBC ha condensato tutto in questi tre minuti scarsi. Forse sono troppi, in effetti.

Elvis has left the building.

giovedì 4 agosto 2011

Droga alla guerra!



Un bel documentario vintage che illustra cosa succede se somministri LSD a dei soldati. Britannici. Ne viene fuori qualcosa a metà tra Zelig (il film), un finto spot e una comica. Probabilmente è tutto vero. Resta da capire il perché di questo pazzo esperimento, mentre invece si capisce benissimo come mai le somministrazioni siano state interrotte dall'esercito: non ci sarebbero più state guerre, né eserciti. Segnalazione Disbanded di cui ringrazio Rodolfo.

Elvis has left the building.