venerdì 29 febbraio 2008

E' così poco cool emozionarsi (ancora) con Bono Vox che quasi quasi vi invito a farlo.



E' una caso di Disbandedness carpiata alla rovescia. Resta il fatto che per soli tremila euro consiglierò a Bono di adottare questo look per tutto il 2008. C'est fantastique.

Elvis has left the building.

The Torture Playlist.



Contrariamente a quanto il buon senso indurrebbe a pensare, ai prigionieri di Guantamano & Co non viene proposto il Festival di Sanremo come tortura audio, ma questa playlist.


Elvis has left the building.

giovedì 28 febbraio 2008

"Un Santo all'inferno", "Ma lascia stare i santi", "C'è Genio e genio" e altri possibili titoli.



Mi dicono che l'agenzia Santo di Buenos Aires avrebbe prodotto questo Flipbook a metà strada tra il pessimo gusto e il Disbanded. Devono essersi sentiti artefici di una trovata geniale. Chi lo ha messo su You Tube, scrive: "con questo andrò dritto all'inferno". Forse no, amico, non andrai nemmeno lì.

Elvis has left the building.

lunedì 25 febbraio 2008

Il fatto che la Mag Lite (la torcia più bella del mondo) debba il suo nome a Toni Maglica, non la rende subito un po' Disbanded?



Nella foto: Toni Maglica, padrone, fondatotre e titolare della Maglite. Not a Disbanded one.

Elvis has left the building (in the dark).

"Is that what you're askin' me? If there's something wrong with anything?"



Se è vero che recitare la parte del Disbanded è sempre un po' più facile (ma è vero?), è anche vero che poche volte il pazzo è stato rappresentato così bene al cinema come in questo caso. Javier Bardem è immenso, ma forse l'Oscar lo meritava di più il suo parrucchiere per quel caschetto assurdo. Uno dei film più fedeli al libro che abbia mai visto. Ma anche uno dei film doppiati meglio. Andate a rivedervi questa scena madre nella versione italiana: è altrettanto bella e - cosa da non sottovalutare - ci capirete anche qualcosa. E se esistesse l'Oscar per il miglior titolo, nessun dubbio: "Non è un paese per vecchi" mi suona già mitico. Ma il merito è di Mc Carthy.

Elvis has left the building.

domenica 24 febbraio 2008

Harlem, 1958. Ma soprattutto, 10 di mattina.


A chi non avesse letto la Repubblica di domenica, segnalo questo bellissimo articolo di Gino Castaldo sulla più incredibile foto di tutti i tempi nel filone "musica". Riassumo in poche righe: era il 1958, e l'art director fotografo Art Kane decise di provare a radunare tutti i jazzisti più famosi della scena newyorkese (e quindi del mondo) in un'unica foto. Una foto da scattare a un orario impossibile per un jazzista: le 10 di mattina. Calcolando che i jazzisti di quel tempo erano dei veri Disbanded che non avevano orario, e se lo avevano non contemplavano certo la mattina, sarebbe stato lecito pensare che in pochi si sarebbero presentati all'appuntamento. E invece guardate voi stessi: ci sono tutti. Quelli che mancano erano semplicemente morti. "Come per miracolo Art Kane e i suoi collaboratori, videro arrivare mostri sacri come Coleman Hawkins e Count Basie, la leggenda del sax tenore Lester Young, il grande maestro delle percussioni Art Blakey, poi ancora Sonny Rollins, allora già affermato talento del sax, il geniale Charlie Mingus, perfino l'imperscrutabile, enigmatico Thelonious Monk, l'eccentrico Dizzy Gillespie, e poi Gerry Mulligan, Johnny Griffin, Marian McPartland e Mary Lou Williams, Jimmy Rushing, Oscar Pettiford, Gene Krupa, una specie di sogno a occhi aperti per qualsiasi appassionato, cinquantasette solisti, tutti in un solo colpo, un gruppo che rappresentava più generazioni stilistiche: dal tradizionale ai modernisti, fino agli innovatori." E' come se oggi un ragazzotto del Rolling Stone riuscisse a radunare tutti insieme di buon mattino su una stradina di New York o Londra i Rolling Stones, Madonna, Michel Jackson, gli U2, i Radiohead, i Police, i REM, Bruce e tutti gli altri più giovani. Senza un fine benefico. E soprattutto senza uno sponsor che dica "cheese!"

Su questo fantastico sito potete invididuare tutti i presenti cliccando sulla foto.

Elvis has left the picture.

lunedì 18 febbraio 2008

77 modi curiosi per distruggere uno Stradivari. #45: Cascarci sopra entrando al tuo concerto.



Inciampare trasportando delle tazzine da caffè o dei bicchieri ormai non fa più ridere nessuno. Forse è per questo che David Garrett, 27 anni, violinista tedesco, mentre saliva sul palco del ‘Barbican Centre’ di Londra per un concerto, è caduto di peso sul suo Stradivari del 1710 e lo ha ridotto in pezzi. “Sono rimasto a terra sconvolto, incapace di dire una parola”, ha poi dichiarato il violinista. "E che vuoi dì", aggiungiamo noi. Ricordo che uno Stradivari vale attorno al milione di euro e ce ne sono 110 nel mondo. 109, per la precisione.

Elvis has left the violin.

domenica 17 febbraio 2008

Disbanded bags.



Bella idea che nasce in un posto nato proprio per far nascere belle idee: la Mother di Londra. Agenzia sempre un po' a sé, lontana anche fisicamente dalle sorelle tutte ammassate a Soho, e quindi un po' snob tra le snob. Qui si trattava di creare delle borse/buste da lasciare ai clienti dopo le presentazioni Qualcosa di un po' meno anonimo delle cartelle nere che, appunto, si usano a Soho. E' così che sono nate le Uncarriable Carrier Bags: le borse intrasportabili. Cioè quelle con cui mai e poi mai vorresti essere notato in giro. Quella del fast food Flippers Fried Dolphins mi piace così tanto che quasi quasi propongo a Greenpeace di aprire una catena.

Elvis has left the building.

venerdì 15 febbraio 2008

Sir, are you a little bit cafone?



Questo significa rispettare la natura. Approfittare degli eco-incentivi, e già che ci siamo dare anche una botta a una palma.
Disbanded 100%.

Elvis has left the brain.

mercoledì 6 febbraio 2008

House of the Disbanded.



Avevamo già parlato qui di una residenza Disbanded per eccellenza. Un fedele seguace di questo blog, Andrew, ci segnala il Continental Hyatt House (anche detto Riot House), sempre a West Hollywood, meta prediletta dei rockers degli anni '70.
Da quanto ho capito, passeggiando sotto questo hotel c'era un forte rischio di essere colpiti da un televisore: lo buttò di sotto Keith Richards, lo imitò Keith Moon, replicò il tutto Jason Bonham, figlio del batterista dei Led Zeppelin che peraltro amava girare in moto nella hall. Sempre meglio che essere colpiti da Jim Morrison in persona, che un notte si arrampicò sul cornicione per sfuggire ai manager della struttura. Tra l'altro è proprio qui che Robert Plant (foto) si affacciò gridando: "Sono un Dio dorato!", ma la gente sul marciapiede commentò: "occhio, che arriva un altro televisore".


Elvis has left the bulding.

martedì 5 febbraio 2008

Wan(ted).



La polizia Thai ha diffuso questo identikit dopo una rapina in banca. A seguito del prezioso ritratto, è stato arrestato un palloncino.

Elvis has left the face.

Andy's Empire.



Secondo me c'era sempre un momento nelle giornate di Andy Warhol (forse prima di coricarsi, o magari quando era seduto sulla sua tazza di ceramica) in cui pensava: "li ho fregati tutti di nuovo". Era grandissimo anche per questo. Il 25 luglio del 1964, ad esempio, salì fino al 44° piano di un grattacielo di New York per filmare per sei ore di seguito L'Empire State Building a camera fissa. Una sola immagine, in cui nulla accadeva. Come se non bastasse, alla prima che ebbe luogo a marzo, il genio Disbanded decise di proiettare il suo film in slow-motion. Potete provare anche voi questa sensazione meravigliosa, muovendo il cursore di YouTube piano piano un po' alla volta, per otto ore circa.

Elvis has left the (Empire State) building.

lunedì 4 febbraio 2008

Fra' Martin.



Martin Luther King era sicuramente un mito, anche Disbanded per molti versi. Ma prima di ogni altra cosa, era un prete. Se dovessimo attenerci a questo retorico e vibrante sermone, faremmo fatica a comprenderne la grandezza. Ascolta come tiene pomposamente le vocali; nemmeno Ollio aveva questa abilità. E se un politico di oggi avesse questo discorso nell'armadio, ah, verrebbe fatto a pezzi.


Elvis has left the building.

sabato 2 febbraio 2008

La famiglia che viveva dentro un calcolo renale di Captain Kirk.




Mai stato un fanatico di Star Trek, però il Capitano Kirk me lo ricordo bene. Ora scopro grazie a Weekendance e a questa intervista che il signore, oltre a nascondere una certa profondità di pensiero, è anche un Disbanded a cui è successo di tutto. Oltre ad aver vissuto dentro un pick-up dopo la fine della prima serie, ad avere inciso un disco in cui descrive, parlando, il momento in cui ha trovato il cadavere della sua terza moglie Nerine, scopro con meraviglia che ha anche venduto un suo calcolo renale. Perché l'ha fatto, Capitano? "The Golden Palace offered me $75,000 and donated the entire thing to Habitat for Humanity. They built a house. There’s now a family living inside my kidney stone* (*calcolo renale). Only in America!"


Elvis has left the building.