mercoledì 27 marzo 2013

Tema in classe: "Cos'è la musica per te". Il compito di David Droga.



Non ha niente di Disbanded questa campagna per Spotify realizzata da Droga5. Ma mi interessa per due motivi: il primo è che da quando Spotify è stato sdoganato anche da noi, ne sono dipendente. Passerà. Il secondo è che sulla carta, realizzare una campagna per Spotify è quanto di più bello ti possa accadere nella vita professionale da pubblicitario. Questo è il motivo per cui invidiamo tutti David Droga. Anche se come sempre accade, i brief troppo belli per essere veri si trasformano in un macigno da portare sulle spalle fino al primo burrone. In una maledizione. Perché sono troppo grandi. Infatti non so nemmeno se mi piace del tutto questa campagna; ma vediamo come è stato risolto il brief dal mio vecchio amico delle elementari David. Intanto lo ha preso come se fosse un tema in classe. Il titolo è: "cosa rappresenta la musica per te". Il testo, scritto per forza con le cuffie, è questo: "It's been said that the best songs don't give answers but instead ask questions. So, why? Why does music stop us in our tracks? Dictate if we pump a fist or swing it? Why can a song change the world? Because music is a force. For good. For change. For whatever. It's a magnifying glass. A bullhorn. A stick in the gears and the tools to fix it. Because music is a need. An urge to be vindicated. It's bigger than us. It lives inside us. Because we were all conceived to a 4:4 beat. Because music can't be stopped. Can't be contained. It's never finished. Because music makes us scream 'Coo coo ca choo' and mean it. Because music is worth fighting for. Why? Because it's music."
Bello. Era una delle centinaia di milioni di cose vere che si potevano dire sulla musica, ma è detta bene  (per i profani: stiamo parlando di un'agenzia tra le top 5 del mondo). Il copywriter, tanto per essere chiari, non è David Droga in person che ormai non scrive più niente credo, ma Spencer Lavallee. Altre cose da notare: nessuna musica, solo un sound design. Questa deve essere sembrata una grande idea, o forse era solo l'Inevitabile. La voce, splendida per me, è vera come tutte le voci più belle: visto che stiamo parlando di Spotify, mi ricorda quella del cantante degli Streets. Ci sono anche tre spot tematici, poco interessanti, e una campagna stampa che ricorda lo stile schietto di American Apparel, pur essendo di un'altra mano. Insomma il brief più bello del mondo appare subito come il più difficile del mondo, risolto con un bel testo, zero musica e un tappeto di mani in 3D. Ma forse non si poteva fare molto di più, in questa generazione di pubblicitari. Sono certo però che i nostri padri ci avrebbero fatto venire i brividi non con un trattamento, ma con un'idea. 

Elvis has left the building.

mercoledì 20 marzo 2013

Una nuova puntata del JFK Show.



Se penso a Kenendy mi vengono in mente le immagini drammatiche di Dallas, o qualche discorso piuttosto serio, o al massimo me lo vedo in coppia con Marilyn. Mai penserei di associarlo a una marcetta tipo cartoon, con un jingle che sarebbe frivolo anche per delle merendine. Eppure, nel 1960,
questo era il suo spot elettorale.

Elvis has left the building. 

lunedì 18 marzo 2013

L'uomo che restituiva l'IMU ai possessori di lotti lunari.




Più ancora di Totò che vende la Fontana di Trevi, o del finto Sceicco che voleva comprare la Roma. Eccolo, il Disbanded truffatore. Lui  Ha venduto cinque milioni di lotti spaziali (Luna e altri), a 22 dollari l'uno, affidandosi al bizzarro cavillo secondo cui "è fatto divieto a ogni Stato o Nazione di reclamare possesso di pianeti o satelliti", ma non si fa menzione alcuna dei singoli individui. Così ne ha piazzati circa 200 al giorno, complice anche un supporto di rassegna stampa che deve avere incuriosito uomini di ogni latitudine. Del resto, a dire il vero, anche solo un certificato di proprietà così Disbanded può valere 20 miseri dollari, al di là del suo reale contenuto. Ora per superare in destrezza un'invenzione del genere bisognerà andare oltre, e inventarsi perlomeno qualche restituzione di tasse sui lotti acquistati.

Elvis has left the building.

sabato 16 marzo 2013

Il primo dominio web mai registrato compie 28 anni. Ma la notizia non è questa.





La notizia, per me ignorante della storia del web, è che il primo dominio mai registrato sia stato "Symbolics.com", nel 1985. Cioè nel 1985 tu potevi registrare qualsiasi dominio (era tutto libero), ma hai scelto Symbolics. Perché? Qui c'è tutta la storia, con triste epilogo come è giusto che sia. Per chi non ha voglia di leggerla dico soltanto che la Url originaria (che rimandava a produttori di sistemi informatici) venne venduta al tipo che vedete qui sopra nella lapide, che ne ha fatto a sua volta una sorta di specchietto per  le allodole per chi voglia acquistare un dominio web. E la Symbolics originale? Esiste ancora: ma oggi si trova a questo indirizzo, e come potete vedere si aggiudica due primati in uno: il primo e il più brutto dominio della rete.

Elvis has left the building.



mercoledì 13 marzo 2013

"This dog looks exactly like Samuel L. Jackson"



Il grande Samuel e il piccolo Samuel L. Dogsonuno degli esempi più riusciti di cane dalle fattezze umane in circolazione. 

Elvis has left the building.