martedì 18 dicembre 2007

Questo Disbanded 2007.



Nick Hornby ce lo ha insegnato: non si vive senza classifiche. Times ci ha fatto anche uno studio (thanks Onan). Io, non sapendo quale classifica di fine anno proporre, ve ne servo una piena di possibilità.

1 - The most Disbanded of the year
2 - Disbanded Event of the year
3 - I gruppi che Disbanded nel 2007
4 - L'oggetto Disbanded
5 - Disbanded Film
6 - Disbanded Ads
7 - Disbanded italiani
8 - Disbanded worldwide
9 - Luogo Disbanded 2007
10 - Disbanded website/blog (questo è già stato assegnato)


Elvis has left the building.

lunedì 10 dicembre 2007

I 15 minuti di celebrità di Scott Halpin. (रेप्रिसे)



Keith Moon, il batterista degli Who, è stato senz'altro uno dei musicisti più Disbanded di tutti i tempi. Tanto per rendere l'idea, era solito prendere tranquillanti che normalmente si danno ai gorilla degli zoo o ai cavalli. Poi amava fare i fuochi d'artificio dentro casa e nei bagni degli hotel, e una volta riempì di esplosivo la cassa della sua batteria per un finale che fosse all'altezza del suo nome. Ma la cassa esplose prima ferendo i presenti. By the way, come dicono gli italiani che parlano l'americano, era anche il più grande di tutti. Tuttavia non è di lui che vorrei parlare, bensì di un ragazzo qualunque che lo sostituì al Cow palace di San Francisco per soli 15 minuti di celebrità (quelli di Andy Warhol, appunto).
Il 20 novembre 1973 gli Who sono all'apice del loro successo e, con l'album Quadrophenia sono in tour in America. Il concerto d'apertura è al Cow Palace di San Francisco. Moon è completamente fatto: di droghe varie, PCP o "angel dust", una sostanza che solitamente si usa come tranquillante e che lui ha preso in dose 15 volte superiore a quella che prendono i cavalli. Dopo pochi pezzi appare chiaro che Keith Moon non può andare avanti. Il drummer viene sbarellato fuori dal palco. Townshend, Roger Daltrey e John Entwhistle si guardano in faccia. Suonano "See Me, Feel Me" senza le percussioni. Townshend si rivolge al pubblico e chiede: "C'è qualcuno nel pubblico che sa suonare la batteria?". Credo che questo sia molto simile al sogno che molti aspiranti-pseudo o non-pseudo musicisti possono avere. La versione rock di "c'è qualcuno che sa giocare bene sulla fascia?" gridato da Cannavaro al megafono durante una finale dei mondiali. Sogni che di solito restano sogni. Invece la domanda risuona veramente al Cow Palace. E come accade sempre quando si è tra amici, un ragazzo grida: "Lui! Lui!" indicando il diciannovenne Scott Halpin, che in realtà è un modesto suonatore di basso e la batteria la conosce appena. Ma questo basta per spedirlo in camerino a fare una veloce prova, dopo il quale i tre Who danno il loro non si sa quanto convinto ok. Il concerto riparte con un paio di pezzi suonati alla meno peggio e il gran finale di "My generation". Per Scott, mille dollari di ricompensa, una giacca autografata in regalo (che gli venne poi rubata) e una bella recensione dai giornali del giorno dopo. E questo è quanto. Il video su You Tube è anche l'unico ricordo. Oggi Scott Halpin parla a fatica di quell'episodio, come se l'avesse rimosso. Non rilascia interviste, nemmeno a noi di Ted Disbanded. Per lui, questo fu anche tutto. Oggi fa il pittore, è sposato, ha un figlio, e fa la spola tra San Francisco e Bloomington, Indiana. Come molti altri "puristi" degli Who, si disamorò della band quando, nel settembre '78 a soli 32 anni, morì Keith Moon. Che di tutta questa storia, come avrete capito, è il vero Disbanded.


Elvis has left the building.

venerdì 7 dicembre 2007

The Disbanded Army.



Questo post è per ringraziare tutte le persone che ieri sera sono venute al party di lancio di The name. In particolare i DJ-MOD Francesco Roccaforte e Fabio De Luca, (per l'occasione detti Dj Paglialccio e Dj Fermo). Proprio Roccaforte, circa 10 anni fa, dava vita alle ultime serate tra pubblicitari romani che io mi ricordi, quelle della"Motilla". Poi da allora, praticamente più niente, nemmeno una festa. Disbanded, no? Ieri eravamo 500, ci siamo contati. Mancavano solo Elvis, e un paio di altre persone.

ALTRE FOTO QUI.

Elvis has left the party.

martedì 4 dicembre 2007

Forse cercavo: "Who first came up with the idea that inserting the penis into the vagina would be pleasurable".



E' stato dimostrato con delle immagini fotografiche che l'idea è un corto circuito del cervello. Ognuno di noi quando ha un'idea (non a caso detta "illuminazione"), sente letteralmente che c'è qualcosa che è scattato dentro il cervello. Un flash. Questa idea del corto circuito rende bene cosa sia l'idea: spesso non è qualcosa di lineare. Quasi sempre è, piuttosto, una deviazione da quello che sarebbe il pensiero morto. Inerte. Ecco forse perché le idee sono spesso coraggiose, e quelle più belle sono addirittura "sbagliate", ma solo all'apparenza. L'idea è un momento Disbanded del cervello, si potrebbe dire.
Ma la domanda che mi faccio, e dimostra quanto sono stupido, è questa: chi ha inventato l'associazione idea=lampadina? Chi è stato il primo a disegnare l'idea come una lampadina accesa? Si ipotizzava l'altro giorno che fosse stato Walt Disney. Ma sarà vero? Ho provato a chiederlo a Internet, e ho scoperto che è una delle poche domande a cui la rete non può rispondere. Anche perché è complicatissimo formularla: "who had the idea of the bulb-shape idea?". Mi sono sentito poco intelligente già a scriverla, ieri alle 2 di notte. Wiki-answers, un sito che dovrebbe rispondere a quasi tutte le domande, a questa risponde con dei "forse cercavi" non proprio pertinenti: "Who first came up with the idea that inserting the penis into the vagina would be pleasurable without any prior knowledge of the idea?", mi ha detto. In ogni caso, la questione mi pare irrisolvibile. In attesa di vostre soluzioni, io mi prendo per buono Walt Disney. Anche se mi dicono che Elvis, da piccolo...

has left the building.

Tutti abbiamo un bisnonno ungherese. Anche Doctor House.



Come molti di voi nati intorno al 1840 certamente ricorderanno, una terribile febbre si aggirava tra gli ospedali europei e americani a metà del 19° secolo. Nota come febbre puerperale, decimava letteralmente le giovani donne ricoverate nei reparti maternità. Nessuno riusciva a spiegare il fenomeno: chi lo attribuiva a gas velenosi presenti nell’aria, chi ai fluidi prodotti dall’utero, chi al ristagno delle feci a causa dell'utero ingrossato. Un giovane assistente del reparto maternità di Vienna, Ignác Fülöp Semmelwei, cerca di studiare il fenomeno da un altro punto di vista. Vede che in un padiglione diverso dal suo (in cui non ci sono medici ma solo ostetriche) i casi di febbre sono quasi assenti. Allora indaga bene e scopre che molti medici del suo reparto, e soprattutto gli studenti in visita di formazione, passano sempre prima dall'obitorio per le pratiche di autopsia sui pazienti deceduti. Stabilisce allora che da quel momento tutti i medici in visita debbano lavarsi le mani adeguatamente prima di far visita alle puerpere (consideriamo che nel 1850 il contatto ancora non è visto come portatore di malattie). I casi crollano in modo verticale. Poi prescrive di lavarsi per bene non solo le mani, ma anche gli avambracci fino ai gomiti, nella classica posa medica che voi fan di Grey's Anatomy e Doctor House probabilmente conoscete meglio di me, quella che fa sgocciolare l'acqua lungo gli avambracci. E a questo punto la febbre scompare del tutto. Tutto ciò non fa che attirare invidia sul giovane dottore magiaro, responsabile di soluzioni così "offensive" per il corpo medico come il lavaggio delle mani. Non aiutato dal suo carattere ribelle e polemico, il Doctor viene emarginato, escluso, esiliato. Roba da diventare pazzi. E infatti impazzisce. Maurizio Costanzo ancora non è nato, per cui Semmelwei passa gli ultimi anni in un manicomio viennese. Muore a seguito di emorragia da lesioni provocate dai suoi guardiani che lo picchiano per ridurlo alla ragione. Ma è impossibile, la ragione è la grande assente di questa storia. La voce che si diffonde, poi, è la più Disbanded di tutte: il Doctor sarebbe morto per un'infezione contratta ferendosi volontariamente durante l' autopsia di una donna deceduta per febbre puerperale.
I guanti di lattice, del resto, non erano ancora nati. E neanche Elvis. Che molti dicono di aver visto in una puntata di Doctor House.

Elvis has left the building.

lunedì 3 dicembre 2007

The Bee scene, da "Adaptation".



La vita secondo Spike Jonze e Charlie Kaufman. Da uno dei film più Disbanded di sempre ("Il ladro di orchidee", 2002) la visione Zero Disbanded del più Disbanded regista e del più Disbanded sceneggiatore del mondo.


Elvis has left the building.

For some reason I can't stop watching this.

giovedì 29 novembre 2007

L'uomo che voleva vivere in una torre degli scacchi.



Bobby Fischer voleva vivere in una casa a forma di torre. Un sogno come un altro, se non fosse che la torre non era una normale torre (sarebbe stato un progetto ambizioso ma pur sempre raggiungibile), ma proprio "una casa a forma di torre": quella degli scacchi. Se ora facciamo qualche sforzo, e ci dimentichiamo per poche righe il lato più brutto di questo campione degli scacchi, ciò che emerge è il ritratto incredibilmente Disbanded di un uomo che sembra creato dalla voce narrante di Zelig di Woody Allen. Fin dall'inizio della sua carriera, Fischer dimostrò di essere un campione di Disbandedness. Ad esempio (ma è solo il primo di mille) allo storico incontro con Spassky del 1972, lui stava per non presentarsi. Dovette chiamarlo al telefono Henry Kissinger in persona, a poche ore dall'incontro, per convincerlo. Conquistò il titolo, e un intero popolo, quello americano, scoprì gli scacchi. Allo stesso modo anche nel 1975, quando si trattò di difendere il titolo contro il russo Karpov, Bobby Fischer fece le bizze, sempre ossessionato da regole e regolamenti (che nei campionati di scacchi sono un ginepraio). Tanto che alla fine rinunciò al titolo, per abbandono.
A questo punto Fischer scomparve, e non giocò a scacchi in pubblico per quasi venti anni. Ma eccolo riapparire per la "rivincita mondiale" contro Spassky, giocata in terra balcanica nonostante l'embargo ONU. In una conferenza stampa prima dell'incontro, un Fischer istrionico sputa su un documento del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, che gli proibisce di giocare negli stati Balcanici a causa delle sanzioni al momento in vigore. A seguitò di ciò, Fischer viene incriminato e viene emesso un mandato di cattura per il suo arresto, cosa che non lo farà più tornare negli Stati Uniti. Dopo l'incontro, che Fischer si aggiudica abbastanza facilmente, scompare improvvisamente un'altra volta. Nel 1999 rilascia un' intervista telefonica ad una radio ungherese in cui risponde alle domande degli ascoltatori, ma l'intervista ben presto degenera in un' invettiva incoerente, nella quale Fischer si descrive come vittima di una cospirazione internazionale giudaica. La stazione di Budapest taglia il collegamento, ma Fischer ribadisce i concetti attraverso una radio delle Filippine. La componente antisemita del personaggio è la cosa di cui faremmo volentieri a meno in questa storia, ma non si può trascurare purtroppo. Altrimenti sarebbe un eroe, in questo sito. Ma non è finita. Il 13 luglio 2004 Fischer viene arrestato all'aeroporto di Tokyo dalle autorità nipponiche per conto degli Stati Uniti d'America, ufficialmente per un passaporto irregolare: in verità il governo statunitense non ha mai perdonato a Fischer l'aver disputato l'incontro nell'ex Jugoslavia sotto embargo ONU. Pochi mesi dopo, Boris Spasskij, l'avversario storico, scrive una lettera aperta al Presidente degli Stati Uniti in sostegno del suo collega: "Non voglio difendere o giustificare Bobby Fischer. Lui è fatto così. Vorrei chiederle soltanto una cosa: la grazia, la clemenza. Ma se per caso non è possibile, vorrei chiederle questo: la prego, Bobby ed io ci siamo macchiati dello stesso crimine. Applichi quindi le sanzioni anche contro di me: mi arresti, mi metta in cella con Bobby Fischer e ci faccia avere una scacchiera."
Fischer viene rilasciato qualche mese dopo quando il Governo islandese gli concede il passaporto. Dopo il ritiro in Islanda si perdono nuovamente le sue tracce. Fino all'inizio di dicembre 2006, quando su un canale della televisione islandese stanno diffondendo una trasmissione sugli scacchi. Due grandi maestri si stanno sfidando in diretta con cadenza di 30 minuti a testa. A un certo punto il giocatore con il nero sbaglia e perde. I due avversari cominciano allora ad analizzare la posizione per trovare quale sia la continuazione corretta. Nel corso dell'analisi giunge una telefonata allo studio televisivo. È Bobby Fischer il quale, in diretta dice al conduttore televisivo: "vorrei segnalare che la continuazione vincente per il nero è la seguente". Fornisce quindi una sequenza di tre mosse assai spettacolari. I due grandi maestri si affrettano a controllare e convengono che il piano corretto è quello proposto da Bobby. Malgrado Fischer sia un fantasma, le sue mosse continuano a essere geniali. Oggi si dice che giochi sul web. Si dice che sfidi inconsapevoli avversari che non possono che dilapidare i vantaggi che lui offre loro. Si dice anche che sia morto da tempo. O che non sia morto affatto, e insegni la Disbandedness degli scacchi a Elvis in persona, in qualche luogo segretissimo, lontano da ogni logica.


Elvis has left the building.

martedì 27 novembre 2007

Le vite parallelamente Disbanded di Hugh e Mark Everett (degli Eels).



Cinquant'anni fa esatti un giovane studente della Princeton University si accaniva nel professare l'esistenza di universi paralleli, affondando le sue ragioni nella melma per me irrisolvibile di parole come meccanica quantistica. Il bello è che quelle dello studente non erano solo fantasie. Ma nella sua università nessuno lo prendeva sul serio. O se preferite lo schietto turpiloquio, tutti lo prendevano per il culo. Così Hugh Everett (così si chiamava) abbandonò studi, sogni e professione, per andare a lavorare alla Difesa. Ci vollero circa 20 anni perché la Scienza si accorgesse (era il 1982) che forse qualcosa di vero in questa storia dei due universi paralleli ci doveva essere. Ma l'ex studente, ormai cinquantenne, morì poco dopo per un attacco cardiaco. A trovare il suo corpo disteso sul pavimento, c'era suo figlio Mark. Diventato poi famoso non tanto per essere il figlio di tale genio, ma perché oggi è il leader, frontman, singer degli Eels. Mark racconta: "Mio padre non mi aveva mai detto nulla delle sue strane teorie. Vivevamo sotto lo stesso tetto, ma lui sembrava vivere in un universo - come potrei dire - parallelo". Ma lasciamolo continuare in inglese: "He was a physical presence, like the furniture, sitting there jotting down crazy notations at the dining room table night after night. I think he was deeply disappointed that he knew he was a genius but the rest of the world didn't know it". Traduzione: mio padre era un Disbanded, e anche io lo sono un poco.
Tutto questo in un interessante programma della BBC segnalatoci da DJ De Luca, che voi potreste non vedere per due motivi. Primo, perché forse non avete la BBC. Secondo, perché il programma è andato in onda ieri.


Elvis has left the 1st universe.

domenica 25 novembre 2007

Chi Disbanded, vince.



Sono pronto a scommettere qualcosa di a me molto caro che nel prossimo giugno, al Festival della pubblicità di Cannes, questo film vincerà il Leone d'oro nella categoria "Best use of music". E ve lo dico con 7 mesi di anticipo. Lo scorso anno feci analoga previsione su M-O-D, ed era analogo anche lo spot: sempre per X Box, la splendida Mad World di Gary Jules. Ma guardatelo: lo spot (di gran lunga il mio preferito degli ultimi mesi) mostra questo campo di battaglia ben girato, ma sprattutto accompagnato da una musica che ora è facile definire "perfetta", ma al momento di sceglierla secondo me non era per niente facile da prendere. E ora, quella musica fa da sola tutto lo spot. Questa è sempre una delle regole d'oro quando si sceglie una musica per un film pubblicitario: non prendere quella che sarebbe più logico usare, ma azzardare una scelta Disbanded. Tra i primi a insegnarlo fu Michel Gondry con la sua scelta electronic per il mitico Levis Drugstore. Certo, poi hai anche bisogno di clienti altrettanto Disbanded da accettarla, ma questo è tutto un altro discorso. Agli appassionati, segnalo anche la bellissima prima parte dello spot. Questa senza musica.

Elvis has left the building.

venerdì 23 novembre 2007

Disbanded Day of the week.



Mi piacerebbe capire qual è il giorno più Disbanded della settimana. Così, a caldo e senza pensarci troppo io avrei detto che è la DOMENICA. Da piccolo per me lo era senz'altro. Ma per aiutarmi mi sono andato a leggere bene il testo dei Cure e - a conti fatti - ne esce fuori un GIOVEDI' bello Disbanded (nell'ordine: a) non me ne frega niente di te. b) non parte nemmeno. c) never looking back. d) guardo i muri). Certo, di MARTEDI è nato e morto Elvis, quindi occhio. Però poi penso che in effetti potrebbe essere proprio il VENERDI' il giorno più Disbanded: inizia il weekend, in molti paesi ci si ubriaca, porta sfortuna se cade di 17, in molti uffici c'è il Casual Friday, e infine siamo tutti più distrutti (Disbanded) pazzi (Disbanded) e innamorati (Disbanded), almeno a sentire i Cure:

I don't care if Monday's blue Tuesday's grey and Wednesday too Thursday I don't care about you
It's Friday, I'm in love
Monday you can fall apart Tuesday, Wednesday break my heart Oh, Thursday doesn't even start
It's Friday I'm in love
Saturday wait, And Sunday always comes too late
But Friday, never hesitate...
I don't care if Mondays black, Tuesday, Wednesday - heart attack, Thursday never looking back
It's Friday, I'm in love
Monday, you can hold your head, Tuesday, Wednesday stay in bed, Or Thursday - watch the walls instead


Elvis has left the bulding.

giovedì 22 novembre 2007

Vita, ma soprattutto morte, di Robert Johnson.



Robert Johnson era una leggenda del blues, donnaiolo e Disbanded, che morì a 27 anni non prima di aver venduto la sua anima al diavolo e aver lasciato al mondo due fotografie in tutto più questa apocrifa (se non ci credi cerca su Google images), e un pugno di canzoni, tra cui Sweet Home Chicago. Ma della sua vita farete meglio a leggere qui.
Mi accollo invece l'ingrato compito di parlarvi della sua morte: il 13 agosto del 1938 Robert Johnson muore a Greenwood, nel suo Mississippi. Le testimonianze di Sonny Boy Williamson II e Honeyboy Edwards attestano che quella notte Johnson si trovava suonare a Three Forks, 15 miglia da Greenwood. Tutti dicevano che avesse una storia con la moglie del padrone del locale, il quale sapeva di queste voci, ma continuava a chiamarlo lo stesso. E questo è già molto Disbanded. Racconta Sonny Boy che durante la serata, complici l’alcol e l’atmosfera di grande eccitazione, la faccenda appariva a tutti talmente chiara da risultare persino imbarazzante. Altrettanto chiara era la rabbia dipinta sul volto del barman. Quando arrivò sul palco mezza pinta di whisky, Sonny Boy la strappò di mano a Robert, avvertendolo che non era prudente bere da una bottiglia aperta, ma Robert si infuriò e la bevve ugualmente. Dopo pochi minuti Robert non fu in grado di suonare. Fu accompagnato a casa di un amico, dove morì il martedì successivo per avvelenamento da strictnina.

Per la legge dell'eterna catena, senza di lui non ci sarebbe stato Elvis. Che non avrebbe mai left the building.

mercoledì 21 novembre 2007

Puoi tenere il ritmo e al tempo stesso essere Disbanded?



Di solito il batterista è il meno Disbanded del gruppo. E' proprio la sua natura ritmata che lo fa essere quello scandito meglio. Ma ci sono sempre le eccezioni: Keith Moon era un pazzo, consumava due paia di bacchette a settimana. E Topper Headon, batterista dei Clash, era anche lui un po' Disbanded. In realtà fu la droga a rovinarlo. A un certo punto della vita smise addirittura di suonare e divenne autista di taxi. In ogni caso, di tutti i pezzi dei Clash, Rock the Casbah era quello in cui la sua arte e il suo talento si potevano riconoscere meglio. Ma in questo video lui non c'era: ai tempi della registrazione, era appunto in clinica cercare di uscire dal tunnel. Al suo posto puoi infatti vedere Terry Chimes. Quando fu fuori (non dal tunnel, ma dalla clinica) e vide il video, ci restò malissimo. Ecco cosa raccontano i biografi: Headon admitted that seeing the video with "someone else at my place, playing my song" was very painful for him and he spiralled in even bigger depression and drug taking. Il video merita di essere rivisto oggi, dopo tanti anni. Un po' perché contiene questa storia Disbanded, un po' perché pezzi così non se ne fanno dal 1982.


Elvis has left the building.

martedì 20 novembre 2007

First (e unica che abbiamo) life.



Queste due immagini, apparentemente identiche, differiscono solo per un piccolo particolare. Divertiti a trovare quale.
Oppure leggi direttamente la soluzione, che è questa. La prima foto l'ho scattata io stamattina. Uno dei tanti uffici comunali a forma di pagliaio dove dovevo trovare una multa a forma di ago. Certo, sarebbe bastato un computer, ma non ce ne era nemmeno l'ombra. Solo immense pareti di carta, fascicoli, schedari. Tutto materiale che entrerebbe in una capocchia di fiammifero, o che da essa potrebbe essere distrutta in un secondo. La seconda immagine rappresenta l'ennesima applicazione di Second Life nella vita reale: due studenti che discuteranno domani la loro tesi domani attraverso i loro avatar, nella stessa città della Foto 1. Io scommetto sulla mia testa virtuale che tra dieci anni al massimo rideremo di quel periodo in cui ci si aspettava di tutto da second life, anche le cose più inutili, e si lasciava che la first life (l'unica che abbiamo) finisse quotidianamente, e inevitabilmente, Disbanded.


Elvis has left the comunal building.

venerdì 16 novembre 2007

Morte Disbanded di alcuni Re birmani.



(Il sottotitolo è: Me lo sono cercato io il blog Disbanded)

THENKHO: Ucciso da un contadino di cui aveva mangiato i cetrioli senza permesso (931 d.C.). La moglie, temendo disordini civili, introdusse di nascosto il contadino nel palazzo reale e lo vestì con abiti regali. Questi, proclamato NYAUNG-U SAWRHAN, fu noto come Re Cetriolo. Se non ci credi verifica su internet. Ove peraltro già sei.
ANAWHRATA: Incornato da un bufalo nel corso di una campagna militare (1077).
UZANA: Morto perché calpestato da un elefante (1254).
MINREKYAWSWA: Calpestato letalmente dal proprio elefante (1417)
RAZADARIT: Impigliato dalla corda con cui stava prendendo al laccio degli elefanti (1423)
TABINSHWETI: Decapitato di suoi ciambellani mentre cercava un falso elefante bianco (1551)
NANDABAYIN: Morto dalle risate dopo aver saputo da un mercante che Venezia era uno stato libero senza Re.

ELVIS: Ucciso da un mix letale di medicinali, alcool e elefanti.

martedì 13 novembre 2007

The building has left Elvis.



L'amico Dan mi fa notare che stanno demolendo l'hotel di Las vegas dove Elvis (il nostro annunciato King of Disbanded 2007) tenne il suo primo concerto nel 1956. Anzi, vedo dalla webcam che sta proprio crollando. Aspetta che cerco di bloccare l'ultimo fotogramma. Ecco, lo vedete anche voi: è distrutto. Anche io lo sono. Si chiamava New Frontier, come una celebre song di Donald Fagen. La notizia in sé non sarebbe da prima pagina, ma intanto mi serviva per togliere l'immagine stantia di Borg e Mc Enroe, e poi conteneva un titolo talmente inevitabile per questo post, da far diventare quel vecchio hotel un immenso piatto d'argento.


(polvere e ruspe)

sabato 10 novembre 2007

Per (non) capirci.



Non consiglierò mai a nessuno di aprire un sito sulla Disbandedness. Si rischia di smarrire la scienza esatta dietro l'angolo di ogni post, e di rammaricarsi più volte di non aver seguito l'istinto originale, che ti voleva impegnato a scrivere un blog di pubblicità o musica indie. Prendi ad esempio il caso di Borg e Mc Enroe. Uno fu l'emblema della regolarità e freddezza. Svedese. Monotono. Lo diresti l'anti-DSBND. L'altro, sempre su di giri, istrione, esempio del genio applicato al tennis. Newyorkese. Tutto fuorché regolare. Un classico esempio di Disbanded.
Eppure.
Eppure vai a scavare e scopri che: Borg in fondo tanto regular non era. Intanto andò a nozze con Loredana la Pazza, e come ci dice Mau Rug nei commenti qui sotto, abbandonò anche i campi in tenera età, forse anche insofferente di tutte quelle strisce di plastica, e di tutti quei raccattapalle che sembrano guardiani. E poi, vedi che Mac tanto Disbanded non doveva essere se ha retto il peso di anni, anni e anni di allenamenti regolari e massacranti, di confronti quotidiani con il Net, con l'incrocio delle righe, senza i quali non diventi John Mc Enroe perché il talento da solo non basta mai. E a 50 anni era ancora lì ad alzare la palla per servire. Allora ti chiedi se siano stati entrambi dei Disbanded, o se nessuno dei due lo sia stato. E vai a comprare il volume "Il tennis spiegato da Elvis", sperando che esista. Così, tanto per andare sul cemento.


Elvis has left the court.

venerdì 9 novembre 2007

Super Mario non è Disbanded, ma loro sì.




Gente che usa la propria arte per suonare la sigla di Super Mario. In tutti i modi possibili. Vorrei conoscere il signore della fisarmonica: non mi dite che è un videogame-addicted. In rete potete trovare anche le versioni di chitarra, solo basso, solo percussioni, mandolino, ukulele, e tutto il resto.


Io so cosa avrebbe fatto Elvis, in un caso come questo.

giovedì 8 novembre 2007

Dagli autori di: "Ho smesso con la droga, non è più buona come un tempo".



Oggi è uscita la seguente notizia. Riguarda uno dei più Disbanded uomini viventi:
"C'è preoccupazione per le condizioni di salute di Keith Richards. Secondo quanto riporta il 'Daily Express' il musicista, che ha subito un'operazione al cervello in seguito a una caduta l'anno scorso da un albero di cocco, deve prendere ogni giorno un potente medicinale, il Dilatin, per prevenire un attacco cerebrale. Questo farmaco, che serve per diminuire la velocità egli impulsi nervosi, provoca però il rallentamento di alcuni funzioni fondamentali, come il parlare. Richards infatti, alla consegna del premio per il suo cameo nel film 'I Pirati dei Caraibi', è apparso confuso e con voce incerta. Alcune settimane fa inoltre il compagno di band Ronnie Wood aveva rivelato che sia Richards sia Jagger si dimenticano a volte le note. Richards ha sempre negato di avere riportato conseguenze da quell'incidente anche se, ha ammesso, che prendendo i Dilatin non può più fare uso di cocaina - il che, ha aggiunto - mi va benissimo''.

Not yet (left the building).

mercoledì 7 novembre 2007

Tutte le volte che Elvis has left the building.



Prima che questo blog muoia, sepolto dall'ignavia del suo autore che lo scrive di notte senza aiuto alcuno di droghe, e ucciso dalla Disbandedness di alcuni dei suoi commentatori, voglio raccontare perché Elvis has left the building. Spiegare a chi non lo sa cosa vuol dire questa frase. Se solo aveste la pazienza di aspettare il caricamento di questi 3 minuti e 49 di video, e voleste muovere il cursore agli ultimi secondi di uno dei mille concerti di Elvis (l'ultimo, pare), notereste questo: lui abbandona il palco, scortato da un paio di miracolati della sua crew che lo depositano letteralmente nella Limo. A quel punto - solo a quel punto - si ode chiaramente la voce di uno speaker nel teatro dire: "Ladies and gentlemen, Elvis has left the building". E' il segnale per tutti che Elvis non avrebbe fatto il bis. Che si può andare a casa. Un rito ripetuto a tutti i concerti. Dal vivo. Sì, perché la prima follia Disbanded di tutto questo è che la voce non veniva registrata come quella di Pino Locchi al Maurizio Costanzo Show: no, questa era una messa in scena che si ripeteva ogni volta. Lo speaker si chiamava Al Dvorin. Continuò per anni, anni e anni a chiudere i concerti di Elvis con queste identiche parole. E c'è da scommettere che deve averle pronunciate anche in una chiesa, quando il Re se ne andò per sempre. Esattamente questo è il genere di cose che mi hanno portato ad amare il personaggio Elvis, pur possedendone sì e no due dischi. Del resto se nessun film su di lui ha avuto successo è perché qualsiasi film era sempre il Parte Seconda, io credo. Al Dvorin, la voce di questa storia, morì pochi anni fa. Con un certo clamore delle cronache americane. Non ci credereste se vi dicessi come. Un incidente di auto. Veniva da un raduno di sosia di Elvis, dove era andato a fare se stesso.


Al & Elvis have left the bulding.

martedì 6 novembre 2007

Disbanded avvistamenti.



Si moltiplicano gli avvistamenti Disbanded da parte dei frequentatori di questo luogo.

Fra' Roccaforte ci segnala la figura di Elvis Perkins.
"E' la storia di un ragazzo del '76. Si chiama Elvis ed e' il figlio di un attore famoso, Anthony Perkins, quello di Psycho. Mamma e' Berry modella e attrice. Incapaci di stabilire in famiglia chi fosse meglio tra Elvis e Carl, come padri del r&r, non come nome, decidono di dare vita ad un nuovo cantante: Elvis Perkins. Infatti ora il ragazzo e' una cantautore con disco su iTunes. Non si può' dire certo che abbia l'energia ne' di Pelvis ne' il rockabilly di Carl. Ballate tristi e melanconiche, ma non c'e' da meravigliarsi di tanta tristezza. Infatti quel che potrebbe sembrare la vita agiata di un figlio d'arte, o dello spettacolo, passata tra NewYork e Los Angeles e' invece segnata da momenti tragici. Il padre Anthony muore di AIDS nel '92, la mamma e' uno dei passeggeri del volo United America 93, l'11 settembre 2001, quello che non si schianto' sui grattacieli ne'
sul Pentagono.Mi chiedo. Faccio male a pensare che tutto ciò' sia Disbanded?
FRa'."

Maurizio Ruggeri parla di un ciclista, Italo Zilioli.
"Volevo prima rispondere al signore che parla di Monzon disbanded per quelle sveltine in ascensore. Ci ho scritto un libro su quel pugile. Era solo affamato perché veniva da una povertà nera, ma non proprio disbanded. Per me era più disbanded Italo Zilioli, ciclista anni Sessanta, quando, arrivato quasi alla vetta del Block House, montagna della Majella, tornava indietro perché non era convinto del suo mestiere balordo.Non salì sui gradini più alti del podio per il suo carattere disbanded. Mandava a monte una corsa forse perché pensava, solo per un attimo, alla follia di questo sport."


Ted has left he building?

lunedì 5 novembre 2007

Scrivi quello che ti pare, basta che sia sul marmo.



La scritta che stai vedendo, pazientemente composta dalla scuola dei mosaicisti del Friuli, è soltanto una delle decine di frasi inneggianti al fascismo che accompagnano i tifosi della Roma e della Lazio nel loro ingresso allo Stadio Olimpico.
Per chi non è di Roma, ricordo anche che un grande obelisco recante la scritta Mvssolini Dvx fa da faro per chi si sia perso. E che tutto il viale del Foro Italico che conduce allo stadio è costellato di blocchi marmorei che raccontano uno ad uno, come tante pagine scolpite e messe in piedi, le gesta del ventennio. Poi dice che la tifoseria è un po' di destra.
In tutto questo la cosa Disbanded ma al tempo stesso Logica (e pertanto Disbanded il doppio) è che un ipotetico tifoso giunto da Marte (o da Empoli) con il suo striscione inneggiante al fascismo, verrebbe respinto ai cancelli.
- Questa roba non può entrare. Anzi, ci segua per accertamenti.
- Ma scusi, ma le stesse cose sono scritte sul marmo.
- Sul marmo va bene, sulla stoffa no.
- Mi scusi, ma non è più grave che siano sul marmo? Allora cancellatele.
- Guardi non mi faccia incazzare. Lo striscione non entra.
- Ma lo devono leggere solo altri tifosi. Che non si scandalizzano di nulla. Invece i pannelli di marmo li leggono i bambini che vanno sui pattini tutti i giorni al Foro Italico. Perché non li togliete, allora?
- Quelli sono storia. E poi so' di marmo.


Non vedendo alcuna soluzione a quanto descritto, Elvis has left the building.

domenica 4 novembre 2007

Inbanded. Il contrario di Disbanded?


Mi scrive nel weekend un mio amico il seguente sms: "non posso aiutarti, in questo momento sono Inbanded in famiglia". Doveva fare per me una cosa molto stupida, che avrebbe in effetti richiesto un certo grado di Disbandedness, però lo stato di assoluta quiete e serenità familiare glielo impediva. Ma il termine che ha usato mi ha fatto riflettere: era dunque così semplice trovare il contrario di Disbanded?



Elvis has left the building.

martedì 30 ottobre 2007

Quando un Disbanded incontra un Disbanded.


Quando due Disbanded si incontrano, è sempre una delusione. Occasione buona sì e no per scattare un paio di foto, per improvvisare qualche gag, e magari darsi un appuntamento a cui non crede nessuno. Di solito più alta è l'attesa, meno succede. La troppa personalità annulla la Disbandedness. Infatti guardate qui Elvis e Mohammed Alì: a me sembrano due politici durante un G8. E di sicuro il Re di sinistra non sembra un pugile. Questi invece (courtesy of Maurizio Ruggeri) sono i 10 pugili più forti di sempre, in una classifica fatta da Mohammed Alì in persona. Che scrive:

1. Naturalmente il numero uno sono io.

2. Sonny Liston. Colpiva duro. Mi ha picchiato
talmente forte che tutti i miei parenti sono finiti in
Africa.

3. Floyd Patterson

4. George Foreman

5. Joe Frazier

6. La mia terza moglie. Per la precisione Veronica
Porche, con la quale sono stato sposato dal giugno 77
a luglio 86.

7. Rocky Marciano

8. Jack Johnson

9. Jack Dempsey

10. Archie Moore


(Elvis non è citato. Forse perché has left the building.)

L'uomo che Disbanded il Titanic.


Dopo circa 90 anni si scopre che la tragedia del Titanic ha un responsabile. Che di diritto entra a far parte dei Principi Disbanded, anche per le modalità dei fatti. Dunque il tizio si chiama David Blair, ed era un vice ufficiale che pochi giorni prima aveva portato il Titanic da Belfast (dove era stata costruita) a Southampton, da dove sarebbe partita. Egli custodiva la chiave della valigia in cui era riposto il binocolo per l' avvistamento degli iceberg ma, sostituito all'ultimo momento, le tenne con sé per un'imperdonabile distrazione. A quanto riferirono alcuni marinai superstiti, la chiave venne drammaticamente cercata invano in quegli ultimi momenti fatali. Primo risvolto Disbanded: che un binocolo debba essere custodito a chiave in una valigia, e che ce ne sia solo uno a bordo. Poi dice che le navi affondano. Secondo risvolto Disbanded: pochi giorni fa le chiavi sono state battute all'asta per 100.000 euro. Significa che qualcuno le ha amorevolmente conservate per tutti questi anni. E a me piace immaginare questa famiglia Disbanded, con le chiavi di nonno David in una teca sopra al pianoforte, e il nipotino che chiede: "nonna, mi racconti di nuovo la storia delle chiavi e della valigetta?", e la nonna che, con una spinta di polpastrello, infila il DVD di Titanic.


Elvis has left the lifeboat.

lunedì 29 ottobre 2007

Non dite mai a un Disbanded "avevamo detto che".



"Avevamo detto che" è una frase che viene spesso pronunciata a seguito di un cambio di programma unilaterale che ha spiazzato una delle parti, più precisamente quella che pronuncia queste parole. A me personalmente non piace, la trovo violenta. Non ricordo di averla mai pronunciata, infatti. Avevamo detto che avremmo cenato insieme? Sì, ma non mi offendo se ora sei stanca. Avevamo detto che mai più dal giapponese ex-cinese? Vero, ma gli amici hanno prenotato lì. Sollecitato da una nostra equipe, un campione di individui ha associato alla frase "Avevamo detto che" un cubo. Altri invece hanno visto una panchina di granito. Il contrario della frase "Avevamo detto che " è la frase "Oggi mi sento elastico", oppure "Meglio così", che è addirittura troppo. Di solito tra gli "Avevamo detto che" si nascondono molti avvocati e commercialisti, ma anche semplicemente un genitore. Tra i "meglio così" abbiamo invece svariati pittori e alcuni cineasti. L'animale che rappresenta gli "Avevamo detto che" è il toro seduto (ma non quello della foto). Presto in edicola la collezione delle frasi da dire - o non dire - a un Disbanded. In omaggio con il primo numero: "Avevamo detto che", la più terribile di tutte.


Elvis has left the building (he said he would not!)

domenica 28 ottobre 2007

Anche un colore può essere Disbanded.



Il passaggio di secolo è sempre un momento magico, in cui l'uomo si inventa cose. Alla fine del '900, per esempio, furono inventati Internet e l'aspiratore di briciole per la tavola. Ma alla fine dell'800 si pensava ancora più in grande. Allora sì che il genere umano era Disbanded. In America c'era un generale in pensione chiamato Augustus Pleasonton che, riposta la baionetta, si mise a fare studi sulla luce. Traviato da un fotografo, iniziò a convincersi dei benefici effetti del colore blu sugli organismi, sulle persone, sulle malattie. Costruì nel giardino di casa delle serre a pannelli di vetro colorato, in cui poté verificare la salute formidabile delle piante e delle viti investite da luce blu. Fu quindi naturale che scrivesse di lì a poco: "Influence of the Blue Ray of the Sunlight and of the Blue Color of the Sky in Developing Animal and Vegetable Life in Arresting Disease", l'unico libro in cui può capitare di fare l'orecchietta già alla copertina. In breve tempo - pur non esistendo Internet - la mania della luce blu si diffuse in tutta l'America e successivamente in Europa. I proprietari delle case facevano costruire solarium dai vetri blu, e i centri benessere di New York rividero di colpo i colori di pareti, poltrone e vetri. La luce blu si credeva giovasse all'umore, ai dolori ossei, ai reumatismi e ai "postumi di incidenti ferroviari" (Times). Un mucisista di nome Edward Mark incise anche "La marcia del vetro blu", con in copertina alcuni invalidi in un solarium che butano via le stampelle, come tanti Enrico Toti illuminati da televisori. Per fortuna - dobbiamo certe volte riconoscere - il mondo non è popolato di soli Disbanded. Ci sono anche i Razionali, i Quadrati, gli Scienziati. Per farla breve, qualcuno iniziò ad averne abbastanza di tutte queste cazzate sulla luce blu. La rivista Scentific American pubblicò il non equivocabile articolo "L'inganno della luce blu", in cui tra l'altro spiegava una cosa logica: che sotto un vetro blu si è esposti a una minor quantità di luce blu che non stando sotto un vetro incolore. Ma a parte questo, iniziarono addirittura a diffondersi leggende metropolitane su danni alla vista prodotti dalla luce blu. E come accade per tutte le mode effimere, anche quella della luce blu si dissolse nel nulla. Ma a me piace credere che il suo inventore, il generale Augustus Pleasonton - che sui campi di battaglia non lasciò alcuna traccia - fosse realmente in buona fede. Mi piace credere che non fosse un ciarlatano, ma solo un formidabile Disbanded che come tanti di noi credeva di aver visto la luce. Blu.


Elvis has left the building.

mercoledì 24 ottobre 2007

Typos generation.



Ringrazierò sempre l'amica Alex Ciucci per avermi fatto scoprire l'elegante termine inglese "Typos", che indica refusi, errori di battitura e simili. Io ne faccio moltissimi di Typos, specie perché scrivo Ted Disbanded nelle ore notture dopo il programma alla radio. Ma non me ne dispiaccio, perché trovo che sia una parola bellissima. La amo quasi ai livelli di Disbanded. Assodato che il Typo non è altro che un testo che a un certo punto prende una piega Disbanded, racconto questa brevissima storiella che ha avuto come protagonista me, il Presidente della Repubblica e dei Typos. Ero con Antony Giannone (copy) a presentare a Giorgio Napolitano degli script di uno spot per le celebrazioni della Costituente. Non proprio un compito facilissimo. Conoscendo l'età del di-lì-a-poco-Presidente, pensammo bene che il corpo 80 non sarebbe stato sufficiente per la certamente debole vista dell'anziano senatore. Optammo quindi per un corpo 140, e pochi essenziali disegni per evitare che il sonno piombasse, giusto e meritato, da un momento all'altro. Tra l'altro era sera inoltrata. La presentazione avvenne su dei divanetti: Antony declamava il testo, io tenevo dritto un cartone, un account teneva pronti dei raudi, e il Presidente seguiva con interesse, secondo la regola aurea che più sali di carica (in un'azienda, ma anche in uno stato) più incontri persone disponibili e pronte all'ascolto, e soprattutto pronte all'approvazione.
Dopo qualche riga, il cordialissimo Giorgio interruppe l'esposizione di Giannone:
- Mi scusi, manca un "DELLA".
- Dove, Presidente?
- Lì sotto, alla terza riga: DELLA Nazione.
- Ma dove?
- Alla terza riga: indispensabile per la nascita DELLA Nazione. Manca il DELLA.
Non vediamo. Ci avviciniamo al cartone come due anziane talpe, ma ormai nell'imbarazzo lo script è
diventato per noi un finto testo in latino, le parole sono un'unica, indecifrabile nebuolsa e non troviamo proprio l'errore. Forse siamo addirittura ancora convinti di aver ragione noi, per una legge matematica (33+43 anni=76, contro gli 80 dell'interlocutore).
- Ragazzi, suvvia: "Indispensabile per la nascita della Nazione".
- Ma certo, Presidente. Eccolo qua. (Antony fingendo di mordere il pugno per l'errore, io fingendo di averlo trovato): Un errore dovuto alla fretta. Ci avete chiamati di corsa...
- Ma sì, non preoccupatevi ragazzi. Un Typo può capitare a tutti. Bravi, grazie, arrivederci.
(risponde al telefono) - Al cinema? volentieri, ultimo spettacolo.


Elvs has lefk the bulding.

martedì 23 ottobre 2007

Surmonter les obstacles. (Diventare Disbanded a 65 anni).


(Gabriel Garcin - Surmonter les obstacles/Overcoming obstacles, 2005)

Mio nonno, raggiunti i 65 anni di età, non irruppe nel soggiorno dichiarando che avrebbe fatto il fotografo. E, sono sicuro, neanche il vostro. Sono cose che normalmente non succedono. Continuò a fare l'ingegnere. Gilbert Garcin invece, che oggi ha 82 anni ed è uno dei fotografi più visionari che esistano, iniziò la sua nuova carriera proprio a 65 anni. Solo per questo dato meriterebbe il podio nella nostra classifica. Forse era diventato Disbanded in tarda età. O forse era Disbanded dentro anche quando aveva 15 anni, ma magari non lo sapeva. Oppure siamo noi che non ne sappiamo nulla, perché la madre potrebbe invece raccontarci di quando dipingeva a strisce le tartarughe. Tutto questo è importante, perché io spesso mi sono chiesto che fine faccia la creatività dopo una certa età. Sarà che sono cresciuto con la musica, e ho sempre visto i miei musicisti preferiti (tutti, senza eccezioni) perdere il cosiddetto "smalto" dopo i 45 anni quando andava bene. Per i pittori ci sono nobili eccezioni, e per gli scrittori - per fortuna - anche. Ma normalmente la mente è fertile quando i neuroni non si sono ancora dati fuoco. Ecco però che le foto di Garcin arrivano a suggerirci che, forse, ciò che logora le idee è solo fare per troppi anni la stessa cosa. Non è l'età, è la noia. Quindi c'è speranza, anche per noi creativi. Ma alla fine di tutto, penso che sia stato meglio che mio nonno abbia continuato a costruire i suoi ponti. E Garcin i suoi.



Elvis has left the building.

domenica 21 ottobre 2007

Quando Anita Ekberg incontra Lo Squalo.




Quando un evento di "guerrilla" risuscirà a produrre in Italia lo stesso effetto della Fontana di Trevi colorata di rosso, mi toglierò il mio cappellino militare. Ma nel marketing di casa nostra siamo molto lontani da un risultato del genere, per cui me lo tengo in testa. E siccome "marketing" è già la seconda parola brutta in due righe, cercherò di scriverne almeno una bella: Disbanded. Come chi non si è reso conto che la protesta avrebbe finito per fare un favore alla festa del cinema di Roma: è stato un gesto glamour, che ha acceso riflettori addirittura internazionali sulla ancora giovane Festa veltroniana. E questa operazione è esattamente il tipo di evento "guerrilla" che sarebbe stato il caso di confezionare per il Festival ma che, se ideato ad hoc, non sarebbe riuscito nel suo intento proprio perché svilito e smascherato dal suo intento commerciale. Invece qui funziona perché è un gesto autonomo, spontaneo, non sponsorizzato e non annacquato da nessun brand. Disbanded è poi chi si è scandalizzato e si è allarmato per così poco. E infine Disbanded è chi ha chiamato "vandalo" l'autore di un'opera d'arte nell'opera d'arte, perché non c'è nessuno di noi che non abbia detto o pensato, vedendo la fontana rossa: "bella!", e perché i gesti vandalici sono un'altra cosa. Bisognerebbe spiegarlo a quelli del Tg5 (Disbanded anche loro) che in un servzio di ieri hanno accostato questo episodio a mutilazioni di statue varie nelle diverse epoche. Comunque io una pinna di squalo, nella fontana, ce l'avrei buttata.

Elvis has left the fountain.

giovedì 18 ottobre 2007

C'è da trovare un titolo per questo post.



Quasi per caso vengo a conoscere la storia di My Way, classico della canzone di ogni tempo, e una delle principali cause di risse e omicidi nei karaoke bar delle Filippine (fonte Wikipedia). E' una storia piena di risvolti Disbanded, e soprattutto piena di titoli. La prima versione, scritta da un ex cantante francese che si chiama Jaques Revaux, si intitola "For me". Ed è in inglese. Il senso è completamente diverso dalla My way che conosciamo. Non piace a nessuno, finisce in un cassetto.
A questo punto entra in secna un franco-egiziano: si chiama Claude Francois. La canzone è sempre quella, ma il titolo diventa: "Comme d'habitude". Il pezzo esce, e funziona, almeno in Francia. In Egitto non credo. Fatto sta che Paul Anka, che si trova a Parigi, la ascolta alla radio e decide di comprarne i diritti. Ma cambia testi, significato e ovviamente titolo. Diventa "My Way", e parla di bilanci, di vite vissute e quasi finite, di orgoglio. Ci penserà Frank Sinatra a farla diventare un successone. Ma nel frattempo (siamo sempre nel 1968), un ragazzo sveglio e dotato con un occhio blu e uno nero sta adattando anche lui la canzone francese che impazza alla radio: il titolo che David Bowie crea è bellissimo: "Even a Fool Learns to Love". Ma è arrivato tardi. Ormai il pezzo è di Paul Anka. David Bowie, di rabbia, scrive Life on Mars, che non a caso ha qualcosa di My Way dentro. Forse è una My Way My Way, in qualche modo. Ma, se siete arrivati fino a qua, credetemi per una volta: cliccate sopra al titolo, e passate 4 minuti emozionanti. E' la versione più bella e più Disbanded di tutte. Perché finalmente, dopo tanti passaggi di penna, questa canzone ha un senso. Bisognava cantarla così. A due mesi dalla fine.

Elvis has left the building.

mercoledì 17 ottobre 2007

You are watching Disbanded Channel.



E' un mondo Disbanded quello in cui Marilyn Manson è più famoso di Sir Alexander Fleming. O in cui gli uomini sono più grati a Britney Spears che a Marie Curie. Un mondo Disbanded* (*qui=triste) ma vero. Guardando questa campagna argentina (sobria, quasi antica, che fa un po' di casino senza essere cattiva a tutti i costi, e che, in ultimo, non vincerà mai a Cannes) riflettevo sulle polemiche seguite alle campagne di Toscani (anoressia e sanità) e individuavo una sostanziale differenza tra quel modo di essere provocatori, e questo. L'ironia, nelle campagne del fotografo italiano, è sempre assente. Mai che contenessero ragionamenti realmente ma delicatamente Disbanded come questo. Che peraltro mancano proprio in generale alla pubblicità italiana. Cambiando soggetto, ma solo quello a destra, vi dico che in un'ipotetica pagina pubblicitaria di History Channel, accanto a Fleming ci dovrebbe essere Churchill. Racconta infatti una leggenda che il giovane Fleming salvò la vita ad un bambino che, caduto in uno stagno, stava per affogare. Il bambino tratto in salvo era appunto Winston Churchill, i cui genitori, riconoscenti, avrebbero dato al giovane Alexander la possibilità di studiare che altrimenti non avrebbe avuto. E siccome la vita è un cerchio, e i cerchi prima o poi si chiudono, Fleming salvò una seconda volta Churchill, quando l'anziano statista, affetto da una grave forma di infezione, venne guarito proprio dalla penicillina. La storia fa di questi scherzi (fig. 1), ma anche la natura si diverte assai (fig. 2).

Elvis has left the building.

lunedì 15 ottobre 2007

Disbanana.


How To Remove CD Scratches With A Banana - The funniest videos clips are here

Questo è stato per me il weekend della frutta.
Dopo aver scoperto che all'interno dei semi di cachi si trovano dei disegni perfetti di posate (cucchiaio, forchetta e coltello), segno inconfutabile che anche Dio ha i suoi momenti Disbanded o che è insoddisfatto della linea Fornfut di Ikea, mi imbatto in questa nuova proprietà nascosta delle banane: tolgono i graffi dai CD. La notizia ha fatto tornare il buonumore negli uffici delle case discografiche (dove però non c'era più nessuno) e anche in quelli della Chiquita. Alcuni Dj's hanno tentato l'esperimento anche su vinile, maledicendo questa trovata e buttando dischi resi ormai inservibili dalle banane. A Pittsburgh una donna, mentre provvedeva alla rimozione dei graffi con il frutto a forma di sorriso, ha dimenticato a terra la buccia, vi è scivolata sopra e si è tagliata un orecchio con The very best of Billy Joel. Mentre a Benevento un uomo che aveva ripulito i suoi 700 CD è stato attaccato e rapinato da alcuni scimpanzè attratti dall'odore. Ma è da sempre che sento leggende Disbanded che riguardano il Compact Disc: se lo metti nel freezer si sente meglio. Se lo attacchi dietro alla tua auto, neutralizzi l'autovelox. E intanto il CD muore poco a poco, graffiato a morte da un nemico immateriale. E nessuna banana può venire a salvarlo. Nemmeno quella di Andy Warhol.


Elvis has left the building eating bananas.

domenica 14 ottobre 2007

La donna che disegnò un mondo peggiore.





Ho sempre pensato che la persona più determinante per la storia più recente del mondo sia stata Theresa LePore, di professione grafica. Non ha inventato nulla, l'Enciclopedia Britannica la ignora, e non esiste una sua statua da nessuna parte. Theresa e il suo team si limitarono a disegnare le schede elettorali per le elezioni americane del 2000 in Florida. Erano schede fatte strane, in cui il complicato sistema di frecce e forellini finì per rendere Disbanded (= Disorientata) un sacco di gente. In pratica, se volevi votare il secondo nella lista (Al Gore) dovevi forare il terzo buco. Una capriola della logica che sembra quasi disegnata da un italiano. Specie i più anziani, venne poi fuori, sbagliarono tutto: invece di dare il voto ad Al Gore, finirono per darlo a Buchanan, favorendo Bush. Che come sappiamo, per soli 537 voti (quelli della Florida ) diventò Mr. President. Questo portò a una serie di fatti tragici che nemmeno sto qui ad elencarvi. Culminati con il Nobel per la Pace di tre giorni fa, che tutto sommato è anche una notizia buona. Ma vi basti rispondere a questa domanda: ci sarebbe stato l'11 settembre con Al Gore alla casa Bianca? E i Protocolli di Kyoto, sarebbero stati firmati dagli USA? Sono due piccoli episodi. Quasi insignificanti. Due forellini su una scheda elettorale, disegnata da Theresa LePore, Disbanded woman of the Century.


Elvis has left the White House.

giovedì 11 ottobre 2007

Curriculum Disbanded.



I fastidiosissimi curriculum pre-impostati e uguali per tutti sono come gli sms di Natale, che vengono inviati in serie a tutti con lo stesso testo. Ma nel caso dei CV è ancora peggio, perché spesso contengono commenti che dovrebbero riguardare te (o la tua struttura in particolare) e invece sono chiaramente standard. Quindi sono delle BUGIE. Quindi tu ti stai presentando in cerca di un lavoro con una BUGIA. Ricevo appunto oggi questo CV all'indirizzo di posta elettronica di The Name attivo da tre giorni (essendo da tre giorni nata l'agenzia). Tralascio la parte delle generalità del candidato, e vengo subito al dunque:
"Conosco da molto la vostra società e apprezzo molto lavori prodotti.
Sarei onorato di essere ricevuto per un colloquio conoscitivo, mi
rendo conto che non è da tutti lavorare per voi ma vorrei almeno
misurare le mie capacità e il mio entusiasmo."

La società è nata l'altro ieri, e di lavori prodotti non ce ne sono. Quasi da assumere, questo ragazzo.
E invece.


Spett. Elvis, you left the building.

mercoledì 10 ottobre 2007

25 anni fa il mondo perdeva un Disbanded.



A 25 anni esatti dalla sua scomparsa, Maurizio Ruggeri (a sua volta Disbanded: www.youtube.com/watch?v=rPuD99cAkhg) traccia per noi questo profilo di Glenn Gould, dimostrandone la sua Disbandedness, peraltro già nota ai più e testimoniata anche da questo fantastico video.

"Artista dotato di un talento naturale fuori dall’ordinario. Esordì a soli 14 anni. A ventitré anni realizzò la sua prima registrazione discografica con un’opera di J.S. Bach, le VARIAZIONI GOLDBERG, che rimase fra le sue interpretazioni esemplari, e che tornò a incidere un anno prima della morte. Negli anni seguenti fece tournées in tutto il mondo impressionando pubblico e critica per l’originalitàdelle sue interpretazioni, circondandosi di una fama di artista eccentrico e bizzarro. Nel 1964 (a soli 32anni!) prese la decisione Disbanded di ritirarsi dall’attività concertistica, per dedicarsi eslusivamente a quella discografica, che proseguì con grande intensità, sia come solista, sia in formazioni da camera. Ricordo che Glenn Gould aveva un' ossessione. Le sue mani! Doveva sempre metterle sotto l’acqua calda, alla giusta temperatura, prima di posarle sui tasti del piano. D’estate portava cappelli e guanti di lana! Era diventata una vera e propria mania. D’altra parte lui era quello che in medicina potrebbe definirsi un fobico. Celeberrimo il libro, “No, non sono un eccentrico”, che raccoglie una serie di interviste fatte a Gould da Bruno Monsaingeon."

Elvis has left the bulding.

Ma i Disbanded non aprono una merceria.



Il concetto di Disbanded applicato alle persone dovrebbe essere cosa abbastanza semplice da capire. Bastano le poche parole del riquadrotto qui accanto per farsi un'idea sufficientemente chiara. Eppure ieri sera, alla radio, non è andata così. Il discorso cadeva sui Disbanded nello sport, e con l'amico Maurizio Ruggeri abbiamo avuto ospite al telefono Rino Tommasi, probabilmente il più grande giornalista sportivo italiano. Ci aspettavamo che parlasse dei vari Maradona, George Best, Mc Enroe, Gascoigne, Hunt, e tutta la compagnia infinita dei DSBND sportivi. Ma qualcosa deve essere andato storto. Perché il giornalista, come esempio maximo, ci ha citato Paavo Nurmi. Che nelle varie enciclopedie online viene così ricordato: Maratoneta finlandese. Uomo di semplici virtù. Quasi un eroe nazionale. Per condotta morale e rettitudine, fu molto vicino a un santo. Ma, soprattutto, dopo il ritiro gestì una merceria ad Helsinki.


Rino Tommasi has left the building.

sabato 6 ottobre 2007

Certe volte fai fatica a capire chi è il Disbanded * (*Trad. #11: Abbandonato).



Uno dei posti più Disbanded del mondo è il Luna Park di Roma, anche detto Luneur. Ne ho avuta la definitiva conferma girando questo video con l'amico Luca, per la grande family che abbiamo lasciato venerdì dopo anni e anni (thanks Fulvio per la regia).
Ci siamo stati di martedì, ed era chiuso, tutto il giorno. Così come il lunedì. Ci siamo tornati mercoledì, in orario pomeridiano e in una tiepida giornata di sole, e le immagini parlano chiaro: totalmente Disbanded. Stavolta nel senso di Abbandonato. Come ogni parco dei divertimenti che si rispetti, può essere fonte di gioia o di tristezza a seconda di chi lo guarda. Ma anche di chi ne cura la manutenzione: qui ho avuto paura perfino sul trenino di Loch Ness (deragliare e finire nel laghetto sarebbe stata un'uscita di scena degna di tutto questo). Ma non l'ho fatto vedere, perché dovevo sembrare annoiato. Disbanded. Abbandonato come tutto il resto. Abbandonato il luogo. Abbandonati noi due. Abbandonati loro, gli amici.
Quando un giorno penserò al Primo Festival Disbanded, lo organizzerò qui. Di lunedì o di martedì.


Elvis has left the building.

venerdì 5 ottobre 2007

"Oh no, Willy, che vai a fare a Budapest?"*



* Stranger than Paradise, Jim Jarmush. Ted Disbanded Movie #1.

Nessun film meglio di questo ha fotografato per me la filosofia Disbanded. Nessun finale di film, più di questa battuta, ha potuto rappresentare come ci si sente quando non solo te stesso, ma anche tutto il mondo intorno a te è completamente Disbanded. Questo post oggi lo dedico a me. Non ho valigie, ma scatoloni. E non vado a Budapest, nemmeno in vacanza. Oggi è il mio ultimo giorno alla Saatchi&Saatchi, e il minimo che possa dirvi è che mi sento come Elvis.

Elvis has left the building.

mercoledì 3 ottobre 2007

"Ma allora come mai poi fate uscire queste cagate?"




Questo è quanto dichiara Parla Donzelli, della La Sterpaia di Oiviero Toscani
(N.B. E' una dichiarazione recente, non del 1985 come potrebbe sembrare):
"Il nostro modus operandi è diverso da quello di un'agenzia
tradizionale, ad esempio per ogni nuovo progetto di comunicazione
attiviamo un nuovo gruppo di lavoro, composto da giovani under 25
esperti in discipline diverse e variegate. La nostra realtà infatti,
ispirandosi al modello della factory e della bottega rinascimentale, è
un laboratorio creativo e culturale che spazia dalla pubblicità
all'arte, dall'architettura alla musica, dai programmi televisivi alla
presentazione di libri, mostre e convegni. Insomma, siamo più un
centro culturale che un'agenzia, e ai clienti offriamo un servizio a
360°".

L'unica risposta che mi viene in mente è nel titolo del mio post.
Io vi dico che finché ci saranno clienti, istituzioni e media che si faranno prendere per il culo da personaggi come questi, Elvis continuerà a left the building. Disgusted.

lunedì 1 ottobre 2007

E' ufficiale. Si può essere Disbanded anche essendo nati in Svizzera.



Questo video (courtesy of Lisa Bì) mi fa riflettere. E' del corpo dei pompieri Svizzero, e serve a promuovere l'uso del numero magico: il 118. Mi domando tra quanti anni luce potremo, in Italia, avere la possibilità di fare la stessa cosa. Eppure dal mio manuale delle Disbanded-Popolazioni, gli svizzeri non figuravano esattamente al primo posto. Anche quanto a fantasia. Non erano forse famosi per gli orologi? Invece ecco una bella lezione di Disbandedness a noi bacchettoni dinosauri italiani: Hip Hop svizzero (che è già un programma) per il corpo dei Pompieri. A me piace.
A Elvis no, e infatti sapete come è finita anche oggi.

In un mondo di finti Disbanded, eccone uno vero.




Uno dei musicisti più Disbanded di tutti i tempi è sicuramente Screamin' Jay Hawkins. Ma che dico musicisti: lui è uno dei più Disbanded in assoluto di tutte le arti. Non finge, è davvero così. Pochi secondi di questo video (http://www.youtube.com/watch?v=orNpH6iyokI), e mi darete ragione. Quello che non sapevo, e forse nemmeno voi sapete, è che questo geniale urlatore aveva 57 figli. O forse 75, come potete leggere dall'incredibile storia qui sotto che lo colloca per acclamazione nella galleria del Most Disbanded ever.

Blues Musician Screamin' Jay Hawkins was an eccentric man. He wore outlandish outfits, claimed to practice voodoo and carried a skull named Henry on stage with him at every gig he played. But when his close friend and official biographer, Maral Nigolian, learned that Jay Hawkins had 57 children, she was shocked. After his death last February, Nigolian decided to look for the children of Screamin' Jay Hawkins to bring them together for a reunion. As independent producer Alix Spiegel reports, what seemed like a small simple idea, turned into a full-time occupation. The Website Nigolian posted drew thousands of responses, most from people who hoped to be connected to the man, some from people who actually were. The oldest of what soon became perhaps 75 children, Suki Lee Anne Hawkins remembers mostly her father's absences. She never knew he had any other children. Another child, Debra Roe, was 23-years-old before she learned that Screamin' Jay Hawkins was her father. This summer, Nigolian brought together these two women and some of the other 33 Hawkins children she has identified. It was a kind if practice for a bigger reunion she is planning for March. And it was rough. No one could believe Screamin' Jay had fathered so many. And Elvis has left the building, neither.

mercoledì 26 settembre 2007

Parlare male di Oliviero Toscani è troppo facile. Quindi perché non farlo?




Siccome le discussioni sui manifesti di Toscani sono sempre noiosissime (più che altro sono le stesse da oltre 20 anni), provo ad affrontare la materia da un altro angolo. Questo: ma quanto è brutto quel poster?
Per prima cosa: che font hanno usato? mi fa spavento, è un vero choc. E il gioco No-(del marchio Nolita)-Anorexia? trucchetti che sono Disbanded (vietati) dagli anni '80 in poi. Per non parlare della spaziatura voraginosa delle lettere, immagino studiata ad arte per far venire un buco allo stomaco e indurre all'acquisto di un supplì.
Infine due sole parole (serie) sul messaggio in sé: l'anoressia è una malattia che ha origini molto più complesse e profonde di un semplice desiderio di essere magre delle ragazzine. Quindi dire No-anorexia è quasi come dire No-infarto, No-cancro, No-esaurimento nervoso. Perché non fare allora una campagna No-suicidio? Io non ne ho mai viste infatti. Ma potrebbe essere la next idea di Oliviero Disbanded. Sappiate che dopo aver visto questo poster, Elvis ha fatto l'unica cosa che era lecito fare.

Elvis has left the building.

martedì 25 settembre 2007

"Caro Ted, come devo vestirmi se voglio apparire Disbanded?"



Con questo post inauguriamo e nello stesso momento chiudiamo la nostra rubrica della Posta DSBND. Ci scrive Sansone dalla provincia di Ascoli, e noi gli rispondiamo volentieri. Egli in pratica vuole sapere se esiste una Disbanded divisa.
Caro Sansone, intanto la regola principale è riassumibile in questa massima: "Se Disbanded vuoi apparire, per niente devi soffrire". E' verissimo: più ti sforzerai di apparire Disbanded con capi di abbigliamento eccessivamente vistosi o talmente fuori moda da precorrerla come in un giro della morte, meno Disbanded sarai. Prendi ad esempio questi tre campioni: ti starai chiedendo chi sono. Potrebbero essere tre pornoattori. Oppure il cast di una campagna della United. O un gruppo funky di New York del '72. Invece sono tre modelli di una pagina di un catalogo JC Penney del 1975. Guarda i pantaloni F: dove ci vai se non allo Studio 54? E che dire del cappello K, così alto da nascondere probabilmente qualcosa, forse un koala. Quel signore ha anche delle scarpe (L) che devo aver visto da qualche parte: probabilmente su una bambola. Di ceramica. Il più sobrio è certamente Mr B, pronto per un incontro di business, e per goderne i frutti riposando, in galera.
Nel 1975 tre individui del genere non sarebbero mai stati definiti Disbanded, perché il catalogo JC Penney non era il genere di dizionario in cui trovare una simile definizione. Ma la notizia è che anche tu, caro Sansone, nel 2007, vestito così non sarai Disbanded, ma solo Pagliaccio. Per cui non farlo. Strappa il catalogo, e scegli il tuo stile tra le cose che hai nelle retrovie del tuo armadio, oppure fatti consigliare dalla tua fidanzata. Già, dimenticavo che non ce l'hai. Mai avuta. Fidati del tuo istinto, allora. Non ci sono regole per vestire Disbanded. E se ci sono, appena qualcuno le pubblicherà varranno Zero.

Elvis has left the building (with style).

lunedì 24 settembre 2007

Nonostante le apparenze, questo non è l'ennesimo post su Elvis.



Vorrei che gli amici Franco Agostini, Josè Bagnarelli o le mie amiche Antonelle mi spiegassero perché in Italia non possiamo avere una voce rotonda e calda come quella dello speaker di questo video (un glorioso cantante gospel americano). Una voce che non sembra uscita da una bocca, ma da un tunnel scavato a mano dai nostri padri, che sale su dalle viscere di qualche campo di fango e zolle bagnate dalla pioggia, e al termine del quale ti aspetta una cioccolata calda o un cognac. Dopo la scomparsa del grande Pino Locchi, da noi di voci così non ce ne sono più state.
Qual è il problema delle corde vocali italiane? Dov'è Alberto Lupo? Cosa abbiamo fatto per non avere uno speaker così per le NOSTRE pubblicità, per i NOSTRI trailer, per i NOSTRI (veramente sarebbbero i loro) film?
Mi chiedo quali siano oggi le grandi voci italiane rimaste. Tira fuori un nome, tu che lo conosci, e scrivilo a Ted Disbanded. Giancarlo Giannini (doppiatore, non attore) lo scrivo intanto io così non ci pensiamo più.

Nel frattempo, sudato ma ancora nel pieno delle sue corde vocali, Elvis has left the building.

sabato 22 settembre 2007

Disbanded post.

La questione se Disbanded sia una condizione positiva o negativa, non ha senso.
Per questo esatto motivo non articolerò un post sull'argomento. Mi limito a ribadire che Elvis has left the building.

giovedì 20 settembre 2007

The Disbanded Champion.



Leggerezza, genio e lardo sono gli ingredienti del perfetto cervello Disbanded. Il problema spesso è nel frullatore, che può non reggere tanta potenza. Questo vecchio-finto spot ha come protagonista lui, il Disbanded #1, l'unico uomo che avrebbe potuto togliere a Elvis lo scettro nel sondaggio qui a destra, se solo lo avessi inserito tra i nomi in concorso (colgo l'occasione per ringraziare tutti i frequentatori di Ted Disbanded per i zero voti finora conquistati dal finto DSBND Pete Doherty).


Elvis has left the building.

mercoledì 19 settembre 2007

(Re-posted) Il primo video di You Tube: totally Disbanded.



Questo che stai vedendo è il primo video in assoluto di You Tube.
Ted Disbanded l'ha trovato per te. Gratis.
Venne postato il 23 aprile 2005 da questo ragazzo qui, che si chiama Jawed Karim. Inspiegabilmente non passò alla storia per il suo giubbotto multicolore, ma solo per aver inventato insieme ad altri due nerds il sito di video più cliccato al mondo.
Però - a differenza dei due furbi amici - lui si tirò indietro quasi subito. Diventò, appunto, un Disbanded. Decise che era meglio restare come consulente esterno, e incassare 64.6 milioni di dollari da Google, contro i 326 degli altri due. Cinque volte di meno.
Ma tu ragiona su questo: qualcuno è uscito di casa, quella mattina, con un'invenzione in mano chiamata You Tube. E l'ha sfruttata per riprendere degli elefanti in una gabbia.
Ragiona su questo: il genio e l'immaginazione spesso non viaggiano insieme.
Il più delle volte sono Disbanded.


Elvis has left the building.

Ecco il nuovo manifesto del Partito Democratico.



I nuovi manifesti per le primarie del Partito Democratico sono davvero troppo brutti per essere mostrati in questa home page che ha ospitato icone nobili come John Belushi, Elvis e Picasso. Ho preferito mettere al loro posto una foto di Don Lurio, che mi sembrava molto più espressivo, invitante al voto e tutto sommato anche più profondo come messaggio. Se sei curioso, comunque, puoi vedere i veri manifesti qui. Dopo aver visto manifesti di questo genere vi giuro che mi sento Disbanded, e ho la tentazione di votare altrove. Perfino il Cavalier Ferrero (quello della Nutella e della Fiesta) li giudicherebbe vecchi e cliché. Se questa è l'immagine che la sinistra ha del nostro lavoro, della nostra vita e di noi (cioè la vita secondo un catalogo Image bank), mi spiego perché comici come Beppe Grillo o la Brambilla facciano proseliti. La cosa triste è che questo effetto-nullità si ritrova ogniqualvolta la sinistra tenti di comunicare. Proprio non ci riesce più. Eppure un tempo - almeno nella pubblicità - l'ironia e le idee erano da questa parte, non da quella: basti pensare alle vecchie campagne di Reggio-Del Bravo per il PCI, o a quelle dei vari movimenti Verdi o dei quotidiani rossi. Oggi non più, e mi chiedo perché. Non dico di volere uno straccio di idea (vacci piano con le parole), ma almeno una foto di un essere umano e non di un pupazzo che si sta per impiccare con la cravatta o soffocando con una Fiesta, sarebbe stata cosa gradita.


Elvis has left the building, piuttosto disgustato.

martedì 18 settembre 2007

Il primo raduno mondiale dei Disbanded avrà luogo qui.



La geografia mondiale dei luoghi Disbanded contempla deserti, cattedrali, motel abbandonati, metropoli spaesate, cittadine decadenti, casinò. E se perfino quel bluff di Second Life ha la sua guida, non si vede perché non dovrebbe averne una il movimentato Disbanded world. Ebbene, la nostra guida segnala solo due luoghi dove puoi alloggiare in questo mondo. Uno è il Chelsea Hotel di New York - l'hotel con il payoff più bello del mondo: "A rest stop for rare individuals" - di cui un giorno parleremo, sempre che sopravviva ai compratori che si dice vogliano trasformarlo in qualcos'altro.
L'altro è lo Chateau Marmont, leggenda del Sunset Strip, a Hollywood. A chi fosse così ingenuo da pensare che un DSBND hotel dovrebbe avere rubinetti che perdono solo acqua fredda e una vecchia cieca alla concierge, ricordo che qui non siamo in un video di Tom Waits. Questo è un hotel da ricchi. Il complesso è così descritto nelle righe introduttive di una guida americana: "If you're ever in Hollywood with the intention of committing adultery, do it at Chateau Marmont". Le stanze totalmente insonorizzate sono solo uno dei tanti motivi per sbilanciarsi in un consiglio del genere. E' soprattutto una questione di atmosfera. Qui, il 5 marzo del 1982, in uno dei bungalow in giardino, morì John Belushi, senza tornare mai più. Sempre qui Jim Morrison utilizzò l'ottava delle sue nove vite buttandosi da una finestra. Anche James Dean (altro Disbanded mica male) si lanciò attraverso i vetri pregiati di questo resort, ma con pochi danni. Helmut Newton, il fotografo, morì in un incidente d'auto qui dentro. Sì, proprio nella rampa di accesso. Un hotel sfigato quindi? Al contrario: queste sono cose che giovano alla reputazione di un posto del genere. Si può presumere che a ogni incidente i proprietari facessero "gimme five!" e alzassero i prezzi. Non chiedermi perché ma sai bene che è così. Insy Loan affitta sempre una stanza qui, ma non ci dorme: la tiene per i suoi vestiti. Per divertire gli ospiti dell'Hotel, ma un po' meno la proprietà, i Led Zeppelin entravano in moto nella lobby, provocando danni a ripetizione. E non è un caso se il fondatore della Columbia Pictures usava dire: se dovete cacciarvi nei guai, fatelo allo Chateau Marmont.
Insomma, questo è il luogo ideale per il Primo raduno mondiale dei Disbanded, che avverrà non appena Google comprerà questo blog. Ma se ne hai altri da segnalare, scrivili qui sotto prima che la guida vada in stampa.
E soprattutto prima che Elvis abbia left the building.