giovedì 29 novembre 2007

L'uomo che voleva vivere in una torre degli scacchi.



Bobby Fischer voleva vivere in una casa a forma di torre. Un sogno come un altro, se non fosse che la torre non era una normale torre (sarebbe stato un progetto ambizioso ma pur sempre raggiungibile), ma proprio "una casa a forma di torre": quella degli scacchi. Se ora facciamo qualche sforzo, e ci dimentichiamo per poche righe il lato più brutto di questo campione degli scacchi, ciò che emerge è il ritratto incredibilmente Disbanded di un uomo che sembra creato dalla voce narrante di Zelig di Woody Allen. Fin dall'inizio della sua carriera, Fischer dimostrò di essere un campione di Disbandedness. Ad esempio (ma è solo il primo di mille) allo storico incontro con Spassky del 1972, lui stava per non presentarsi. Dovette chiamarlo al telefono Henry Kissinger in persona, a poche ore dall'incontro, per convincerlo. Conquistò il titolo, e un intero popolo, quello americano, scoprì gli scacchi. Allo stesso modo anche nel 1975, quando si trattò di difendere il titolo contro il russo Karpov, Bobby Fischer fece le bizze, sempre ossessionato da regole e regolamenti (che nei campionati di scacchi sono un ginepraio). Tanto che alla fine rinunciò al titolo, per abbandono.
A questo punto Fischer scomparve, e non giocò a scacchi in pubblico per quasi venti anni. Ma eccolo riapparire per la "rivincita mondiale" contro Spassky, giocata in terra balcanica nonostante l'embargo ONU. In una conferenza stampa prima dell'incontro, un Fischer istrionico sputa su un documento del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, che gli proibisce di giocare negli stati Balcanici a causa delle sanzioni al momento in vigore. A seguitò di ciò, Fischer viene incriminato e viene emesso un mandato di cattura per il suo arresto, cosa che non lo farà più tornare negli Stati Uniti. Dopo l'incontro, che Fischer si aggiudica abbastanza facilmente, scompare improvvisamente un'altra volta. Nel 1999 rilascia un' intervista telefonica ad una radio ungherese in cui risponde alle domande degli ascoltatori, ma l'intervista ben presto degenera in un' invettiva incoerente, nella quale Fischer si descrive come vittima di una cospirazione internazionale giudaica. La stazione di Budapest taglia il collegamento, ma Fischer ribadisce i concetti attraverso una radio delle Filippine. La componente antisemita del personaggio è la cosa di cui faremmo volentieri a meno in questa storia, ma non si può trascurare purtroppo. Altrimenti sarebbe un eroe, in questo sito. Ma non è finita. Il 13 luglio 2004 Fischer viene arrestato all'aeroporto di Tokyo dalle autorità nipponiche per conto degli Stati Uniti d'America, ufficialmente per un passaporto irregolare: in verità il governo statunitense non ha mai perdonato a Fischer l'aver disputato l'incontro nell'ex Jugoslavia sotto embargo ONU. Pochi mesi dopo, Boris Spasskij, l'avversario storico, scrive una lettera aperta al Presidente degli Stati Uniti in sostegno del suo collega: "Non voglio difendere o giustificare Bobby Fischer. Lui è fatto così. Vorrei chiederle soltanto una cosa: la grazia, la clemenza. Ma se per caso non è possibile, vorrei chiederle questo: la prego, Bobby ed io ci siamo macchiati dello stesso crimine. Applichi quindi le sanzioni anche contro di me: mi arresti, mi metta in cella con Bobby Fischer e ci faccia avere una scacchiera."
Fischer viene rilasciato qualche mese dopo quando il Governo islandese gli concede il passaporto. Dopo il ritiro in Islanda si perdono nuovamente le sue tracce. Fino all'inizio di dicembre 2006, quando su un canale della televisione islandese stanno diffondendo una trasmissione sugli scacchi. Due grandi maestri si stanno sfidando in diretta con cadenza di 30 minuti a testa. A un certo punto il giocatore con il nero sbaglia e perde. I due avversari cominciano allora ad analizzare la posizione per trovare quale sia la continuazione corretta. Nel corso dell'analisi giunge una telefonata allo studio televisivo. È Bobby Fischer il quale, in diretta dice al conduttore televisivo: "vorrei segnalare che la continuazione vincente per il nero è la seguente". Fornisce quindi una sequenza di tre mosse assai spettacolari. I due grandi maestri si affrettano a controllare e convengono che il piano corretto è quello proposto da Bobby. Malgrado Fischer sia un fantasma, le sue mosse continuano a essere geniali. Oggi si dice che giochi sul web. Si dice che sfidi inconsapevoli avversari che non possono che dilapidare i vantaggi che lui offre loro. Si dice anche che sia morto da tempo. O che non sia morto affatto, e insegni la Disbandedness degli scacchi a Elvis in persona, in qualche luogo segretissimo, lontano da ogni logica.


Elvis has left the building.

martedì 27 novembre 2007

Le vite parallelamente Disbanded di Hugh e Mark Everett (degli Eels).



Cinquant'anni fa esatti un giovane studente della Princeton University si accaniva nel professare l'esistenza di universi paralleli, affondando le sue ragioni nella melma per me irrisolvibile di parole come meccanica quantistica. Il bello è che quelle dello studente non erano solo fantasie. Ma nella sua università nessuno lo prendeva sul serio. O se preferite lo schietto turpiloquio, tutti lo prendevano per il culo. Così Hugh Everett (così si chiamava) abbandonò studi, sogni e professione, per andare a lavorare alla Difesa. Ci vollero circa 20 anni perché la Scienza si accorgesse (era il 1982) che forse qualcosa di vero in questa storia dei due universi paralleli ci doveva essere. Ma l'ex studente, ormai cinquantenne, morì poco dopo per un attacco cardiaco. A trovare il suo corpo disteso sul pavimento, c'era suo figlio Mark. Diventato poi famoso non tanto per essere il figlio di tale genio, ma perché oggi è il leader, frontman, singer degli Eels. Mark racconta: "Mio padre non mi aveva mai detto nulla delle sue strane teorie. Vivevamo sotto lo stesso tetto, ma lui sembrava vivere in un universo - come potrei dire - parallelo". Ma lasciamolo continuare in inglese: "He was a physical presence, like the furniture, sitting there jotting down crazy notations at the dining room table night after night. I think he was deeply disappointed that he knew he was a genius but the rest of the world didn't know it". Traduzione: mio padre era un Disbanded, e anche io lo sono un poco.
Tutto questo in un interessante programma della BBC segnalatoci da DJ De Luca, che voi potreste non vedere per due motivi. Primo, perché forse non avete la BBC. Secondo, perché il programma è andato in onda ieri.


Elvis has left the 1st universe.

domenica 25 novembre 2007

Chi Disbanded, vince.



Sono pronto a scommettere qualcosa di a me molto caro che nel prossimo giugno, al Festival della pubblicità di Cannes, questo film vincerà il Leone d'oro nella categoria "Best use of music". E ve lo dico con 7 mesi di anticipo. Lo scorso anno feci analoga previsione su M-O-D, ed era analogo anche lo spot: sempre per X Box, la splendida Mad World di Gary Jules. Ma guardatelo: lo spot (di gran lunga il mio preferito degli ultimi mesi) mostra questo campo di battaglia ben girato, ma sprattutto accompagnato da una musica che ora è facile definire "perfetta", ma al momento di sceglierla secondo me non era per niente facile da prendere. E ora, quella musica fa da sola tutto lo spot. Questa è sempre una delle regole d'oro quando si sceglie una musica per un film pubblicitario: non prendere quella che sarebbe più logico usare, ma azzardare una scelta Disbanded. Tra i primi a insegnarlo fu Michel Gondry con la sua scelta electronic per il mitico Levis Drugstore. Certo, poi hai anche bisogno di clienti altrettanto Disbanded da accettarla, ma questo è tutto un altro discorso. Agli appassionati, segnalo anche la bellissima prima parte dello spot. Questa senza musica.

Elvis has left the building.

venerdì 23 novembre 2007

Disbanded Day of the week.



Mi piacerebbe capire qual è il giorno più Disbanded della settimana. Così, a caldo e senza pensarci troppo io avrei detto che è la DOMENICA. Da piccolo per me lo era senz'altro. Ma per aiutarmi mi sono andato a leggere bene il testo dei Cure e - a conti fatti - ne esce fuori un GIOVEDI' bello Disbanded (nell'ordine: a) non me ne frega niente di te. b) non parte nemmeno. c) never looking back. d) guardo i muri). Certo, di MARTEDI è nato e morto Elvis, quindi occhio. Però poi penso che in effetti potrebbe essere proprio il VENERDI' il giorno più Disbanded: inizia il weekend, in molti paesi ci si ubriaca, porta sfortuna se cade di 17, in molti uffici c'è il Casual Friday, e infine siamo tutti più distrutti (Disbanded) pazzi (Disbanded) e innamorati (Disbanded), almeno a sentire i Cure:

I don't care if Monday's blue Tuesday's grey and Wednesday too Thursday I don't care about you
It's Friday, I'm in love
Monday you can fall apart Tuesday, Wednesday break my heart Oh, Thursday doesn't even start
It's Friday I'm in love
Saturday wait, And Sunday always comes too late
But Friday, never hesitate...
I don't care if Mondays black, Tuesday, Wednesday - heart attack, Thursday never looking back
It's Friday, I'm in love
Monday, you can hold your head, Tuesday, Wednesday stay in bed, Or Thursday - watch the walls instead


Elvis has left the bulding.

giovedì 22 novembre 2007

Vita, ma soprattutto morte, di Robert Johnson.



Robert Johnson era una leggenda del blues, donnaiolo e Disbanded, che morì a 27 anni non prima di aver venduto la sua anima al diavolo e aver lasciato al mondo due fotografie in tutto più questa apocrifa (se non ci credi cerca su Google images), e un pugno di canzoni, tra cui Sweet Home Chicago. Ma della sua vita farete meglio a leggere qui.
Mi accollo invece l'ingrato compito di parlarvi della sua morte: il 13 agosto del 1938 Robert Johnson muore a Greenwood, nel suo Mississippi. Le testimonianze di Sonny Boy Williamson II e Honeyboy Edwards attestano che quella notte Johnson si trovava suonare a Three Forks, 15 miglia da Greenwood. Tutti dicevano che avesse una storia con la moglie del padrone del locale, il quale sapeva di queste voci, ma continuava a chiamarlo lo stesso. E questo è già molto Disbanded. Racconta Sonny Boy che durante la serata, complici l’alcol e l’atmosfera di grande eccitazione, la faccenda appariva a tutti talmente chiara da risultare persino imbarazzante. Altrettanto chiara era la rabbia dipinta sul volto del barman. Quando arrivò sul palco mezza pinta di whisky, Sonny Boy la strappò di mano a Robert, avvertendolo che non era prudente bere da una bottiglia aperta, ma Robert si infuriò e la bevve ugualmente. Dopo pochi minuti Robert non fu in grado di suonare. Fu accompagnato a casa di un amico, dove morì il martedì successivo per avvelenamento da strictnina.

Per la legge dell'eterna catena, senza di lui non ci sarebbe stato Elvis. Che non avrebbe mai left the building.

mercoledì 21 novembre 2007

Puoi tenere il ritmo e al tempo stesso essere Disbanded?



Di solito il batterista è il meno Disbanded del gruppo. E' proprio la sua natura ritmata che lo fa essere quello scandito meglio. Ma ci sono sempre le eccezioni: Keith Moon era un pazzo, consumava due paia di bacchette a settimana. E Topper Headon, batterista dei Clash, era anche lui un po' Disbanded. In realtà fu la droga a rovinarlo. A un certo punto della vita smise addirittura di suonare e divenne autista di taxi. In ogni caso, di tutti i pezzi dei Clash, Rock the Casbah era quello in cui la sua arte e il suo talento si potevano riconoscere meglio. Ma in questo video lui non c'era: ai tempi della registrazione, era appunto in clinica cercare di uscire dal tunnel. Al suo posto puoi infatti vedere Terry Chimes. Quando fu fuori (non dal tunnel, ma dalla clinica) e vide il video, ci restò malissimo. Ecco cosa raccontano i biografi: Headon admitted that seeing the video with "someone else at my place, playing my song" was very painful for him and he spiralled in even bigger depression and drug taking. Il video merita di essere rivisto oggi, dopo tanti anni. Un po' perché contiene questa storia Disbanded, un po' perché pezzi così non se ne fanno dal 1982.


Elvis has left the building.

martedì 20 novembre 2007

First (e unica che abbiamo) life.



Queste due immagini, apparentemente identiche, differiscono solo per un piccolo particolare. Divertiti a trovare quale.
Oppure leggi direttamente la soluzione, che è questa. La prima foto l'ho scattata io stamattina. Uno dei tanti uffici comunali a forma di pagliaio dove dovevo trovare una multa a forma di ago. Certo, sarebbe bastato un computer, ma non ce ne era nemmeno l'ombra. Solo immense pareti di carta, fascicoli, schedari. Tutto materiale che entrerebbe in una capocchia di fiammifero, o che da essa potrebbe essere distrutta in un secondo. La seconda immagine rappresenta l'ennesima applicazione di Second Life nella vita reale: due studenti che discuteranno domani la loro tesi domani attraverso i loro avatar, nella stessa città della Foto 1. Io scommetto sulla mia testa virtuale che tra dieci anni al massimo rideremo di quel periodo in cui ci si aspettava di tutto da second life, anche le cose più inutili, e si lasciava che la first life (l'unica che abbiamo) finisse quotidianamente, e inevitabilmente, Disbanded.


Elvis has left the comunal building.

venerdì 16 novembre 2007

Morte Disbanded di alcuni Re birmani.



(Il sottotitolo è: Me lo sono cercato io il blog Disbanded)

THENKHO: Ucciso da un contadino di cui aveva mangiato i cetrioli senza permesso (931 d.C.). La moglie, temendo disordini civili, introdusse di nascosto il contadino nel palazzo reale e lo vestì con abiti regali. Questi, proclamato NYAUNG-U SAWRHAN, fu noto come Re Cetriolo. Se non ci credi verifica su internet. Ove peraltro già sei.
ANAWHRATA: Incornato da un bufalo nel corso di una campagna militare (1077).
UZANA: Morto perché calpestato da un elefante (1254).
MINREKYAWSWA: Calpestato letalmente dal proprio elefante (1417)
RAZADARIT: Impigliato dalla corda con cui stava prendendo al laccio degli elefanti (1423)
TABINSHWETI: Decapitato di suoi ciambellani mentre cercava un falso elefante bianco (1551)
NANDABAYIN: Morto dalle risate dopo aver saputo da un mercante che Venezia era uno stato libero senza Re.

ELVIS: Ucciso da un mix letale di medicinali, alcool e elefanti.

martedì 13 novembre 2007

The building has left Elvis.



L'amico Dan mi fa notare che stanno demolendo l'hotel di Las vegas dove Elvis (il nostro annunciato King of Disbanded 2007) tenne il suo primo concerto nel 1956. Anzi, vedo dalla webcam che sta proprio crollando. Aspetta che cerco di bloccare l'ultimo fotogramma. Ecco, lo vedete anche voi: è distrutto. Anche io lo sono. Si chiamava New Frontier, come una celebre song di Donald Fagen. La notizia in sé non sarebbe da prima pagina, ma intanto mi serviva per togliere l'immagine stantia di Borg e Mc Enroe, e poi conteneva un titolo talmente inevitabile per questo post, da far diventare quel vecchio hotel un immenso piatto d'argento.


(polvere e ruspe)

sabato 10 novembre 2007

Per (non) capirci.



Non consiglierò mai a nessuno di aprire un sito sulla Disbandedness. Si rischia di smarrire la scienza esatta dietro l'angolo di ogni post, e di rammaricarsi più volte di non aver seguito l'istinto originale, che ti voleva impegnato a scrivere un blog di pubblicità o musica indie. Prendi ad esempio il caso di Borg e Mc Enroe. Uno fu l'emblema della regolarità e freddezza. Svedese. Monotono. Lo diresti l'anti-DSBND. L'altro, sempre su di giri, istrione, esempio del genio applicato al tennis. Newyorkese. Tutto fuorché regolare. Un classico esempio di Disbanded.
Eppure.
Eppure vai a scavare e scopri che: Borg in fondo tanto regular non era. Intanto andò a nozze con Loredana la Pazza, e come ci dice Mau Rug nei commenti qui sotto, abbandonò anche i campi in tenera età, forse anche insofferente di tutte quelle strisce di plastica, e di tutti quei raccattapalle che sembrano guardiani. E poi, vedi che Mac tanto Disbanded non doveva essere se ha retto il peso di anni, anni e anni di allenamenti regolari e massacranti, di confronti quotidiani con il Net, con l'incrocio delle righe, senza i quali non diventi John Mc Enroe perché il talento da solo non basta mai. E a 50 anni era ancora lì ad alzare la palla per servire. Allora ti chiedi se siano stati entrambi dei Disbanded, o se nessuno dei due lo sia stato. E vai a comprare il volume "Il tennis spiegato da Elvis", sperando che esista. Così, tanto per andare sul cemento.


Elvis has left the court.

venerdì 9 novembre 2007

Super Mario non è Disbanded, ma loro sì.




Gente che usa la propria arte per suonare la sigla di Super Mario. In tutti i modi possibili. Vorrei conoscere il signore della fisarmonica: non mi dite che è un videogame-addicted. In rete potete trovare anche le versioni di chitarra, solo basso, solo percussioni, mandolino, ukulele, e tutto il resto.


Io so cosa avrebbe fatto Elvis, in un caso come questo.

giovedì 8 novembre 2007

Dagli autori di: "Ho smesso con la droga, non è più buona come un tempo".



Oggi è uscita la seguente notizia. Riguarda uno dei più Disbanded uomini viventi:
"C'è preoccupazione per le condizioni di salute di Keith Richards. Secondo quanto riporta il 'Daily Express' il musicista, che ha subito un'operazione al cervello in seguito a una caduta l'anno scorso da un albero di cocco, deve prendere ogni giorno un potente medicinale, il Dilatin, per prevenire un attacco cerebrale. Questo farmaco, che serve per diminuire la velocità egli impulsi nervosi, provoca però il rallentamento di alcuni funzioni fondamentali, come il parlare. Richards infatti, alla consegna del premio per il suo cameo nel film 'I Pirati dei Caraibi', è apparso confuso e con voce incerta. Alcune settimane fa inoltre il compagno di band Ronnie Wood aveva rivelato che sia Richards sia Jagger si dimenticano a volte le note. Richards ha sempre negato di avere riportato conseguenze da quell'incidente anche se, ha ammesso, che prendendo i Dilatin non può più fare uso di cocaina - il che, ha aggiunto - mi va benissimo''.

Not yet (left the building).

mercoledì 7 novembre 2007

Tutte le volte che Elvis has left the building.



Prima che questo blog muoia, sepolto dall'ignavia del suo autore che lo scrive di notte senza aiuto alcuno di droghe, e ucciso dalla Disbandedness di alcuni dei suoi commentatori, voglio raccontare perché Elvis has left the building. Spiegare a chi non lo sa cosa vuol dire questa frase. Se solo aveste la pazienza di aspettare il caricamento di questi 3 minuti e 49 di video, e voleste muovere il cursore agli ultimi secondi di uno dei mille concerti di Elvis (l'ultimo, pare), notereste questo: lui abbandona il palco, scortato da un paio di miracolati della sua crew che lo depositano letteralmente nella Limo. A quel punto - solo a quel punto - si ode chiaramente la voce di uno speaker nel teatro dire: "Ladies and gentlemen, Elvis has left the building". E' il segnale per tutti che Elvis non avrebbe fatto il bis. Che si può andare a casa. Un rito ripetuto a tutti i concerti. Dal vivo. Sì, perché la prima follia Disbanded di tutto questo è che la voce non veniva registrata come quella di Pino Locchi al Maurizio Costanzo Show: no, questa era una messa in scena che si ripeteva ogni volta. Lo speaker si chiamava Al Dvorin. Continuò per anni, anni e anni a chiudere i concerti di Elvis con queste identiche parole. E c'è da scommettere che deve averle pronunciate anche in una chiesa, quando il Re se ne andò per sempre. Esattamente questo è il genere di cose che mi hanno portato ad amare il personaggio Elvis, pur possedendone sì e no due dischi. Del resto se nessun film su di lui ha avuto successo è perché qualsiasi film era sempre il Parte Seconda, io credo. Al Dvorin, la voce di questa storia, morì pochi anni fa. Con un certo clamore delle cronache americane. Non ci credereste se vi dicessi come. Un incidente di auto. Veniva da un raduno di sosia di Elvis, dove era andato a fare se stesso.


Al & Elvis have left the bulding.

martedì 6 novembre 2007

Disbanded avvistamenti.



Si moltiplicano gli avvistamenti Disbanded da parte dei frequentatori di questo luogo.

Fra' Roccaforte ci segnala la figura di Elvis Perkins.
"E' la storia di un ragazzo del '76. Si chiama Elvis ed e' il figlio di un attore famoso, Anthony Perkins, quello di Psycho. Mamma e' Berry modella e attrice. Incapaci di stabilire in famiglia chi fosse meglio tra Elvis e Carl, come padri del r&r, non come nome, decidono di dare vita ad un nuovo cantante: Elvis Perkins. Infatti ora il ragazzo e' una cantautore con disco su iTunes. Non si può' dire certo che abbia l'energia ne' di Pelvis ne' il rockabilly di Carl. Ballate tristi e melanconiche, ma non c'e' da meravigliarsi di tanta tristezza. Infatti quel che potrebbe sembrare la vita agiata di un figlio d'arte, o dello spettacolo, passata tra NewYork e Los Angeles e' invece segnata da momenti tragici. Il padre Anthony muore di AIDS nel '92, la mamma e' uno dei passeggeri del volo United America 93, l'11 settembre 2001, quello che non si schianto' sui grattacieli ne'
sul Pentagono.Mi chiedo. Faccio male a pensare che tutto ciò' sia Disbanded?
FRa'."

Maurizio Ruggeri parla di un ciclista, Italo Zilioli.
"Volevo prima rispondere al signore che parla di Monzon disbanded per quelle sveltine in ascensore. Ci ho scritto un libro su quel pugile. Era solo affamato perché veniva da una povertà nera, ma non proprio disbanded. Per me era più disbanded Italo Zilioli, ciclista anni Sessanta, quando, arrivato quasi alla vetta del Block House, montagna della Majella, tornava indietro perché non era convinto del suo mestiere balordo.Non salì sui gradini più alti del podio per il suo carattere disbanded. Mandava a monte una corsa forse perché pensava, solo per un attimo, alla follia di questo sport."


Ted has left he building?

lunedì 5 novembre 2007

Scrivi quello che ti pare, basta che sia sul marmo.



La scritta che stai vedendo, pazientemente composta dalla scuola dei mosaicisti del Friuli, è soltanto una delle decine di frasi inneggianti al fascismo che accompagnano i tifosi della Roma e della Lazio nel loro ingresso allo Stadio Olimpico.
Per chi non è di Roma, ricordo anche che un grande obelisco recante la scritta Mvssolini Dvx fa da faro per chi si sia perso. E che tutto il viale del Foro Italico che conduce allo stadio è costellato di blocchi marmorei che raccontano uno ad uno, come tante pagine scolpite e messe in piedi, le gesta del ventennio. Poi dice che la tifoseria è un po' di destra.
In tutto questo la cosa Disbanded ma al tempo stesso Logica (e pertanto Disbanded il doppio) è che un ipotetico tifoso giunto da Marte (o da Empoli) con il suo striscione inneggiante al fascismo, verrebbe respinto ai cancelli.
- Questa roba non può entrare. Anzi, ci segua per accertamenti.
- Ma scusi, ma le stesse cose sono scritte sul marmo.
- Sul marmo va bene, sulla stoffa no.
- Mi scusi, ma non è più grave che siano sul marmo? Allora cancellatele.
- Guardi non mi faccia incazzare. Lo striscione non entra.
- Ma lo devono leggere solo altri tifosi. Che non si scandalizzano di nulla. Invece i pannelli di marmo li leggono i bambini che vanno sui pattini tutti i giorni al Foro Italico. Perché non li togliete, allora?
- Quelli sono storia. E poi so' di marmo.


Non vedendo alcuna soluzione a quanto descritto, Elvis has left the building.

domenica 4 novembre 2007

Inbanded. Il contrario di Disbanded?


Mi scrive nel weekend un mio amico il seguente sms: "non posso aiutarti, in questo momento sono Inbanded in famiglia". Doveva fare per me una cosa molto stupida, che avrebbe in effetti richiesto un certo grado di Disbandedness, però lo stato di assoluta quiete e serenità familiare glielo impediva. Ma il termine che ha usato mi ha fatto riflettere: era dunque così semplice trovare il contrario di Disbanded?



Elvis has left the building.