mercoledì 31 dicembre 2008

P.E.A.C.E. & Co.



Ascolta bene lo scambio di battute di questa memorabile sequenza-feticcio per tutti i fans di Jim Jarmush, di RZA e di FF ciccione nero: "Ghost Dog, Power Equality", a cui Forrest Whitaker risponde: "Always C Everything, my brother". In una parola: P.E.A.C.E. Ovvero l'augurio più vintage e meno Disbanded disponibile sul mercato per questo 2009, trovato dal vostro DSBN blog.

Elvis has left the 2008.

lunedì 29 dicembre 2008

The gallery (Giuseppe Mazza).




Ultima gallery del 2008, con i 3 spot preferiti dai creativi italiani. Sceglie Giuseppe Mazza, uno dei migliori copywriter italiani, fondatore di Tita, giovane agenzia molto creativa in Milano, Italy. Dice Giuseppe:
"Alka Seltzer l'ho visto durante il mio primo stage. E davvero non l'ho mai dimenticato. Non so neanche cosa dire per commentarlo. La sua precisione e il suo coraggio lo rendono per un me un punto di riferimento quasi di tipo morale! Rivedendolo noto tra le altre cose anche una formidabile batteria di caratteristi del cinema americano, primo tra i quali quel George Raft usato da Wilder per il ruolo di "Ghette" in "A qualcuno piace caldo".
Il secondo (Corporate Bank), visto un paio di anni dopo - mi ha rivelato le meraviglie del posizionamento.
Il terzo mi piace per una tale quantità di motivi che fatico a metterli in ordine. Comunque in me producono molta ammirazione. E' una multisoggetto francese credo premiata a cannes. Lumionou è un prodotto per bambini, di quei pupazzi che si accendono al buio."

Elvis has left the building.

domenica 28 dicembre 2008

The gallery (Alessandro Canale).



L'amico Canale, che dirige la creatività (sentite come suona male?) alla Y&R di Roma, ci segnala un solo spot per la sua gallery dei tre preferiti di sempre dai pubblicitari italiani: è "Point of View" per The Guardian. E' uno solo, perché gli altri due gli sono stati scippati nelle precedenti puntate, così ci assicura. Sentiamolo: "Due parole su questo spot creato da John Webster direttore creativo della Boase Massimi Pollit, la più creativa agenzia inglese dei primi anni '80, mente geniale che ho sempre tenuto come punto di riferimento ideale di una discutibile carriera, la mia. La prima volta che lo vidi, fu una folgorazione sulla via di Damasco. Serio, tagliente e realistico. La spiazzante dimostrazione di come si può gestire una comunicazione muovendo le percezioni del target come noi poveretti facciamo con Super Mario con il joystick. Nessuna concessione al fighettismo, nessuna desaturazione, nessuna attribuzione strategica al telecinema. Il dogma di Las Von trier perfettamente espresso, una decina di anni prima di Festen. E da quel momento, quando qualcuno mi chiedeva in cosa consistesse il mio lavoro, invece che raccontare di biscotti o pomodori pelati o pannolini, raccontavo questo spot. E vedevo negli occhi di chi mi ascoltava, una ferrea progressione di sensazioni che dall'interesse passava alla tensione, piombava nella sorpresa e decantava nell'ammirazione. Io mi godevo il risultato, del tutto immeritato, e mandavo un ringraziamento a John Webster, protettore degli schiavi del mass market come il sottoscritto. John è morto tre anni fa, ma per quanto mi riguarda è sempre vivo e lotta insieme a noi."

Elvis has left the building.

mercoledì 24 dicembre 2008

Quando la Jugoslavia confinava con il Messico.



Negli anni della rottura tra il regime sovietico di Stalin e quello jugoslavo di Tito (siamo circa nel 1948), i film russi vennero banditi dalle sale di tutto il paese. Le autorità jugoslave guardarono quindi al di là dell'oceano alla ricerca di un mercato a basso costo che offrisse per di più qualche tematica rivoluzionaria accettabile. Lo trovarono in Messico. Attori messicani praticamente sconosciuti in patria divennero vere e proprie star in Jugoslavia. E così, in ogni ramo della cultura, l'influenza messicana dilagò come l'ombra di un sombrero quando il sole inizia a scendere. Centinaia di dischi Yugo-Mex invasero il mercato, in una combinazione più assurda che Disbanded, capace di produrre vere e proprie perle rare per l'attuale mercato dei collezionisti. Se li cercate in rete o nei mercatini, nomi come Nikola Karovic o Razvod Braga potrebbero convincervi una volta per tutte che un tempo il mondo era ancora più Disbanded di adesso.

Elvis has left the sombrero.

lunedì 22 dicembre 2008

Avete mai provato restando seduti a roteare il piede destro in senso orario, e contemporaneamente disegnare un 6 nell'aria con la mano destra?



Provateci, amici Disbanded. Il vostro piede inizierà a ruotare in senso inverso. E voi non potrete farci niente.

Elvis has left the building.

Ho avuto un'idea: quasi quasi disegno uno Smile con delle bombe-tubo.



Le idee nascono dei modi più disparati. Guardando un quadro, pensando a un'immagine, guidando un'auto, sentendo una canzone, e in milioni di altri modi. E a volte anche senza un modo. Luke Helder era un ventunenne americano che nel maggio 2002 piazzò 18 bombe-tubo delle cassette della posta in luoghi diversi degli Stati Uniti, così da formare il disegno di uno Smile. Il suo piano Disbanded andò in fumo poco dopo aver disegnato gli occhi, proprio al principio di un sorriso che restò appena accennato. Quando venne arrestato indossava una maglietta raffigurante Kurt Cobain, e guidava una Honda Accord.

Elvis has left the building.

venerdì 19 dicembre 2008

The gallery (_f)



Da quando esiste Internet i film veramente belli che vengono prodotti ogni anno non sfuggono più a nessuno: il recente caso del Gorilla Cadbury è emblematico. Più difficile è recuperare, diffondere o conoscere le perle del passato. Un grande art director con cui ho avuto il piacere di lavorare ai tempi della Saatchi Roma, mi manda la sua bellissima gallery, invero molto vintage, nonché very Disbanded a tutti gli effetti. Il primo e qui presente "Where's the beef" è così (userei dannatamente se non mi facesse orrore) Disbanded-Tormentone da rendere il vecchio spot ancora agibile e funzionante. Il secondo è un Disbanded classico: non siate pigri e cliccatelo. Dice _f: "I motivi per cui li ho scelti? I primi due perché sono di una disbandedness trascinante, credo, come appunto la tua philosophy. Il terzo, della mitica serie Hamlet, forse perché è Natale. Auguri!"
Auguri a te, Kintaro Gigi Rizz Giannots.


Elvis has left the building.

giovedì 18 dicembre 2008

The gallery. (Stefania Siani)




Stefania Siani, Direttore creativo con Federico Pepe della D,L,V, BBDO (una delle coppie creative più brillanti della pubblicità italiana), segnala i suoi tre spot preferiti di sempre in questo momento. "Di sempre-in questo momento" credo sia la definizione giusta per queste gallery. Stefania sceglie "Levi's Odissey perché è nobile, libero e definitivo, Superga prodigy, perché c'è tutto il Pino Rozzi che adoro: un personaggio elettronico, cibernetico, e capace di farsi cantare dalla musa della potenza espressiva. Orange dance: perché ha la grazia. Perché mi ricorda me e Federico, e di quello che siamo e vorremmo essere". Ah, l'amour!

Elvis has left the building.

martedì 16 dicembre 2008

Howard Gossage, AKA The Socrates of San Francisco.



Come suggerito in un paio di post fa, inserisco su questo blog un esempio di quello che (almeno per me) è il massimo per un copywriter e per una hedaline. Parlare il linguaggio comune, non promettere nulla più della verità, ed essere evidentemente e sfacciatamente dimostrazione di superiorità del prodotto con disarmante eleganza understated (dice il primo asterisco*:"sappiamo che come titolo non è molto invitante, ma almeno è realistico, e noi alla Fina non vogliamo che tu faccia mai qualcosa di irragionevole o sconveniente"). Per fare head così ci vogliono copy così, ma anche (se non soprattutto) clienti così. Talmente coraggiosa per quei tempi, che i meriti quasi vanno divisi fifty-fifty. E tra l'altro se era coraggiosa per quei tempi, figuriamoci oggi. La storia di Gossage non fatela raccontare a me; la trovate sempre qui.


Elvis has left the building.

Disbanded Salt Music Figures.




Guardate cosa succede a cospargere di sale un diffusore acustico in preda a a distorsioni. Testi e musica non saranno eccezionali, ma le figure sono eccellenti.

Elvis has left the building.

domenica 14 dicembre 2008

The gallery. (Guido Cornara)



Ecco la quinta gallery dei 3 spot preferiti di sempre dai creativi italiani. Guido Cornara, direttore creativo esecutivo della Saatchi&Saatchi italiana, nonché mio mai dimenticato e raggiunto maestro, mi segnala le sue tre preferenze: la celebre "funeral" di VW, firmata da Roy Grace e John Noble, art e copy della DDB dei gloriosi anni '60 (scopro ora che al loro attivo c'è anche il famoso "meatballs" di Alka Seltzer), la pietramiliare "1984" di Ridley Scott per Apple, e Impossible Dream di Honda. Perché proprio queste tre, Guido? "Perché vorrei disperatamente, follemente, sconsideratamente averle fatte io. PS: e resta sempre il fatto che quello sculato di Roccaforte mi ha fregato sul tempo con HBO diner." In fondo alla pagina, negli archivi di novembre, le precedenti gallery.


Elvis has left the building.

venerdì 12 dicembre 2008

La copertina più Disbanded di tutti i tempi: prova tu a fare di peggio.




E' possibile che nei tuoi scaffali, coperto da un dito di polvere, ci sia un disco, un CD o - più difficilmente - un libro o un DVD con una copertina più Disbanded di questa. Io non ci credo molto, ma puoi provare a vedere. Nel caso, segnala pure tranquillamente a Ted Disbanded la tua mostruosità rinvenuta. (Per la tua insaziabile curiosità il disco qui ritratto è il lungo sermone di un predicatore americano, autore tra l'altro dell'indimenticabile (??) disco-manifesto anti LSD del 1971 "Drugs and Youth". Sono tuttavia fortemente indotto a ritenere che il Pastore deve aver sperimentato quella droga, a un certo punto della sua carriera).

Elvis has left the building.

giovedì 11 dicembre 2008

Non dimenticare mai che Ted Disbanded è il blog ufficiale dei Typos.

E' una vecchia storia.


Elvis has left the building.

Dunque è ancora possibile salvare la capra e mangiare i cavoli.



Questo ormai vecchio spot giapponese (premiato allo scorso festival di Cannes) mi ha sempre dato un'enorme fiducia
a proposito del mio lavoro di pubblicitario e gli improbi compiti ad esso correlati. Lo ripropongo soprattutto per i non addetti ai lavori, che potrebbero non averlo mai visto. La domanda che appare grattando sotto questo video è: si può mostrare il godimento maximo e il piacere di un sapore unico, in modo creativo? Un vero spauracchio davanti al quale normalmente si alzano le braccia o si calano le braghe. Come si fa a basare uno spot sulla (evidente) finzione del piacere dei sensi senza apparire fasulli e noiosi? E' dagli anni '40 che assistiamo a gridolini e mugolii associati a gelati, vini, pastarelle o lasagne surgelate. Eppure, vedete, è sempre e ancora possibile inventarsi qualcosa che al tempo stesso faccia contento il cliente (qui alle prese con un trionfo del suo prodotto), e vinca un leone a Cannes. Certo, con due minuti a disposizione è tutto più facile, ma mica poi tanto.

Elvis has left the building.

mercoledì 10 dicembre 2008

Disbanded test of the week #10. (Lavorare con la Muzak)

Appartengo a quella categoria di persone che non ama la musica di sottofondo al ristorante. Anzi, che non ama la musica da sottofondo in generale. Sono inoltre terrorizzato dalla musica dei taxi, il cui tema centrale è quasi sempre "rapporto d'amore irrimediabilmente compromesso" anche se è mattina, sono le 9.30 e fuori c'è il sole. Sul lavoro però è diverso. L'agenzia di pubblicità è il classico posto in cui la musica è prevista, e in certi casi richiesta, come strumento d'ispirazione, pompa di adrenalina, stupefacente naturale. A me capita ogni tanto di mettere delle cuffie quando devo farmi venire un'idea, o addirittura scrivere dei testi accompagnandomi con la musica che poi effettivamente userò, quindi scegliendo prima lei di tutto il resto. Perché anche se non è del tutto provato, è probabile che ascoltando una musica melodica mi verrà un'idea melodica, musica folle=idea pazza, e così via. Anche se c'è da dire che un'idea che squarcia il silenzio è la più Disbanded di tutte.



Elvis has left the building.

domenica 7 dicembre 2008

I Ramones rinascono sempre.



Non posso fare a meno di insultarmi da solo per aver messo qui la versione 8 bit di un classico della band che inventò (più o meno, ora non facciamo i fiscali) il punk. Eppure, come diceva una vecchia pubblicità, "funziona!".

Elvis has left the building.

Duke Ellington at the Keyboard (1969).



Un Disbanded Old ad trovato su Flickr. La head di questa grande* campagna era: "Olivetti's Studio 45: the Brightwriter".
*grande soprattutto per la posa di lui, il look, quel dito un po' appoggiato, lo sguardo, la sigaretta, il taglio dall'alto della foto, e il microfono pronto a raccogliere un suono oggi introvabile.

Elvis has left the building.

venerdì 5 dicembre 2008

Is Paul Dead? Risponde Batman.



Un fumetto vintage in cui Batman viene incaricato di smascherare un finto Paul (nel fumetto, per una questione di diritti Paul si chiama "Saul", niente di meno rock sulla terra), e scopre suo malgrado che Saul era l'unico reale, mentre gli altri tre erano degli impostori, venuti a sostituire i tre veri Beatles (immagino Joe, Pingo e Giorgio, sempre per questioni di diritti) scomparsi in un incidente aereo sull'Himalaya. Stampatelo perché merita. Qui un test che vi chiede se Paul è vivo, o sua zia si è effettivamente impadronita di lui. Invece qui, un tenero/inquietante infante coreano che sembra crescere a pane e Hey Jude.

Elvis has left the building.

"Mi piace ogni centimetro di te: perfino quel mezzo metro di gamba mancante."




Non c'è bisogno di visitare Photoshopdisasters per capire che contiene roba di molto Disbanded. Chi dovesse ritrovare la coscia destra della signorina è pregato di farne un uso decoroso e umano.

Elvis has left the building.

mercoledì 3 dicembre 2008

Esprimiti pure liberamente secondo le nostre rigide regole.



Mi domando se uno dei segreti del successo di Facebook non sia per caso l'impossibilità di cambiare la grafica delle pagine, come invece avviene su My Space. Sarebbe un caso di Disbandedness al contrario, un'uniforme scolastica su cui puoi applicare tante targhette, ma che non puoi cambiare mai. Così descritto, sembra un luogo in cui la fantasia è un binario, e non un campo aperto su cui disegnare quello che ti pare. Insomma era solo per dirvi che Facebook non è Disbanded, ma io so che lo avevate già capito. Per sommi capi possiamo anche dire che Facebook è per i copy e My Space è per gli art. E aggiungere che oggi, se volete essere veramente cool avete due possibilità: usare l'accappatoio leopardato che ho trovato nel bagno del mio hotel come cappotto, e non essere presenti su FB se non con 15 veri amici.

Elvis, what are you doing right now?

martedì 2 dicembre 2008

Io confesso. (O anche: Finalmente puoi parlare male di te stesso)



Protetto dal rigido anonimato di Ted Disbanded, puoi finalmente confessare le veniali marachelle commesse nella tua carriera di pubblicitario. Tu Account, che quella volta non presentasti la proposta C) dei creativi facendo poi finta che era stata segata. Tu Art Director, che copiasti di sana pianta quell'impaginazione da un vecchio numero di Rakam. Tu Copy, che prendesti una headline tra i giochi di parole nelle citazioni del vocabolario. Tu, Direttore Creativo, che favoristi la Stagista Bionda. Tu, Stagista Bionda, che ti facesti favorire. E perfino tu, Aspirante Pubblicitario, che hai messo nel portfolio quell'annuncio preso da un annual belga. Per tutti ci sarà il perdono. Anche per Elvis, che has left the building.

Se non finisci la minestra chiamo Babbo Natale.



Quando ero piccolo l'idea di un intruso che nottetempo si sarebbe introdotto in casa depositando regali senza prendere nulla in cambio, mi lasciava un po' inquieto. Il giornale americano Chicago Tribune ha avuto la bella idea di raccogliere foto di bambini impauriti dalla figura di Babbo Natale ("Scared of Santa"), spesso in braccio a improbabili e Santa impersonator, e il più delle volte ancora ignari dell'esistenza di una simile figura che solo la geniale mente della The Coca Cola Company poteva concepire. Qui la gallery, dove potete anche caricare la foto vostra o dei vostri figli, ammesso che ci sia ancora qualcosa in grado di spaventarli.

Elvis has left the building.

sabato 29 novembre 2008

Le gemelle erano tre.



Scopro su un sito amico che le Twin Towers erano in realtà tre. Lo stesso abile architetto, Minoru Yamasaki, ne aveva costruita un'altra a Tulsa ("capitale mondiale dell'olio", ma non si parla di olive), del tutto identica a quelle abbattute l'11 settembre. Solo esattamente la metà più piccola: 55 piani invece di 110, 667 piedi invece dei 1,368 piedi delle torri gemelle. Tutto sommato è curioso che non sia mai stata meta di pellegrinaggio, di tristi rivisitazioni, di proteste, di campagne elettorali. O, perché no, set di un film. Nulla di tutto questo. Una terza gemella sconosciuta. La gemella Disbanded, per una volta la più fortunata di tutte.

Elvis has left the buiding.

Vecchie rockstar in salotto con i propri cari: the Disbanded series.



Oggi una rockstar (o diciamo meglio: una star della musica contemporanea) ritratta nell'atto di dare fuoco al proprio strumento, denudarsi in pubblico o sniffare droghe in privato non è più classificabile come Disbaneded, ma piuttosto come Ordinary. Comprensibile: ne abbiamo viste troppe. Ecco quindi che la nuova frontiera Disbanded è recuperare vecchie foto dei leoni maledetti in salotto, con i propri cari. Questo vecchio servizio di LIFE ci mostra alcune leggende degli anni '70 come non le avete mai viste: nei luoghi in cui giocavano con il trenino elettrico o aspettavano Babbo Natale con disgustosa musica soul in sottofondo. Foto attuali, moderne, contemporanee. Oggi possiamo solo tentare di ricrearle, e infatti il mondo è pieno di copie sbiadite. Quella di Zappa ci racconta storie di interminabili barbecue in giardino, Elton John fu chiaramante segnato dagli stivali celesti della mamma, mentre Eric Clapton era tutto sua nonna Rose. E pensare che oggi è la zia di se stesso.

Elvis has left the building.

giovedì 27 novembre 2008

The Cure Vs. The Commodores.



Invito i miei amici DJ fdl, Rocca MOD e Cifra a esprimere un giudizio tecnico su questo Disbanded accostamento tra Cure e Commodores. A me è piaciuto, anche se sulla carta era come mangiare a merenda qualcosa di molto improprio.


Elvis has left the building.

The gallery. (Marco Carnevale)

Quarta gallery degli spot preferiti dai creativi della pubblicità italiana. Marco Carnevale, direttore creativo di McCann Roma, ci segnala i suoi tre film preferiti, "nel senso che vorrei averli fatti io e mi dispero perché non è stato così”.



Sono il celebre "Pillow Talk" di Joe Pytka, il recente e premiatissimo Mr Wind di Epuron, e The Independent "litany". Un patetico tentativo di inserire un quarto film ex aequo è stato respinto dall'autore di questo blog con nonchalance.

Elvis has left the building.

martedì 25 novembre 2008

The gallery. (MOD)

Ecco la gallery di Roccaforte, estensore di MOD blog e padre-padrone di MOD, inventore del Piattosola, DJ acclamato, copywriter che ne ha viste di ogni. Egli ci invia la sua gallery di film pubblicitari senza fare commenti, in linea con il suo minimalismo snob altrove definito "pigrizia", e noi rispettiamo il suo volere. Attualmente Roccaforte è su un bus in Puglia. Ricordiamo che "the gallery" sono i tre spot preferiti di sempre dei creativi italiani. Non i più belli, i preferiti.



Roccaforte sceglie Guinnes, Washington Lottery e HBO "Diner". Non vi sfugga la versione "allargata" di You Tube, da oggi in rete.

Elvis has left the building.

Elvis è vivo, ma non altrettanto si può dire del mio blog.



Mi scuso per il sonno di Ted Disbanded, costretto al silenzio da futili motivi di lavoro. Ricompaio riportando le ben-10-prove che Elvis è ancora vivo (tre le ho eliminate perché mi vergognavo della loro inconsistenza, pari quasi all'affidabilità del Little Tony nella foto qua sopra). Se sei in possesso di ulteriori prove, non esitare ad aggiungerle.

"1. L’errore del suo nome sulla tomba:
Suo padre Vernon, scrisse in modo errato il secondo nome di Elvis sulla tomba, Aaron, invece di Aron, nome datogli da sua madre. Questo è il segno, forse, che Vernon sapeva che in quella tomba non c’era suo figlio?

2. Le foto del cadavere non assomigliano ad Elvis:
Nel 1977, il National Enquirer pagò un terzo cugino di Elvis affinché questi scattasse, di nascosto, alcune foto al corpo. L’Enquirer pubblicò quelle foto, che subito provocarono uno shock tra i fans di Elvis di tutto il mondo: le sopracciglia, il mento, le dita... tutto era differente dal vero Elvis.

3. La bara era troppo pesante:
La bara pesava 900 pounds (poco più di 408 kg). Sappiamo che, negli anni in cui morì, Elvis era sovrappeso, ma non così tanto. Una spiegazione possibile è che all’interno di quella bara vi fosse un manichino di cera e un sistema di raffreddamento per evitare che si sciogliesse.

4. La dichiarazione del Colonnello Parker :
Il colonnello Tom Parker (storico manager di Elvis), durante una conferenza stampa tenuta subito dopo la morte del cantante, disse: «Elvis non è morto. È morto solo il suo corpo. Teniamo alto lo spirito. Manteniamo Elvis vivo. Ho parlato con lui questa mattina e mi ha detto: “Andiamo avanti!”». È possibile che vi fosse un doppio intendimento in queste parole: forse ha voluto dire ai giornalisti la verità senza che nessuno, allora, potesse sospettarlo?

5. Incongruenze nel resoconto della morte:
Ci sono molte incongruenze nel modo in cui sono state descritte le circostanze della sua morte. Alcuni testimoni hanno disconosciuto le descrizioni fatte in merito, ad esempio, al modo in cui il corpo fu ritrovato, su cosa Elvis indossasse in quel momento, quando fu ritrovato, se era già morto o ancora moribondo, l’ora in cui fu dichiarato il decesso e se fu tentata la respirazione artificiale.

6. Una misteriosa figura lascia Memphis il giorno dopo la sua morte:
Il 17 agosto, giorno dopo la sua morte, fu acquistato all’aeroporto di Memphis un biglietto aereo per Buenos Aires da un uomo che assomigliava ad Elvis e che si presentò col nome di John Burrows. Questo era un nome in codice che spesso Elvis usava, ad esempio, per prenotare camere d’hotel ai suoi collaboratori.

7. Io l'ho visto nel sottopassaggio dello Stadio Olimpico insieme al presidente Lotito."

Elvis has left the building (?)

mercoledì 19 novembre 2008

"What happens to the goldfish?" "The goldfish? You know, even the best drummers get hungry..."



Verso la fine degli anni '70 le varie associazioni per la protezione degli animali erano piuttosto dormienti. Un pesce rosso costretto al martellamento del mega-Disbanded Keith Moon oggi non resterebbe indifeso. A proposito di maltrattamenti, se invece volete ascoltare la peggiore cover di tutti i tempi di qualsiasi pezzo di qualunque genere, qui troverete soddisfazione.

Elvis has left the building.

martedì 18 novembre 2008

The gallery. (LSD)

Luca Scotto è il secondo creativo a sottoporsi alla difficile prova della gallery. La prova consiste nell'indicare i tre spot preferiti ever, ed è difficile solo perché avresti voglia di indicarne una dozzina mentre invece devi limitarti a tre. Così, quasi sparando nel mucchio. Luca - da me invitato - ha accompagnato le sue scelte con un breve commento.


"Dall'ultimo festival di Cannes, una verità assoluta e indiscutibile ma con un'esecuzione cinicamente portentosa. Basta pensare che ho visto recentemente uno spot su un altro dentifricio in cui una ragazza si lava i denti per sorridere e farsi aiutare per un trasloco. Questo è ciò che si dice andare a fondo in un'idea e non fermarsi al primo livello."


"Di qualche anno fa, una bellissima multisoggetto (soprattutto motoscafo, ma tutti erano grandi) per la stagione dei playoff della NHL (national hockey league). Claim: "beware of the things made in october". Questo per me è puro pensiero laterale, altro che dire "a ottobre occhi puntati sui playoff di hockey", oppure quei claim tanto in voga da noi ultimamente tipo "difficile fare a meno di un evento così". L'esecuzione ancora una volta rende piena giustizia all'idea. l'espressione concentrata ed estraniante dei protagonisti alla fine è eccezionale."


"Uno spot andato in onda una volta sola, ma altro che ghost. era il 1° gennaio 2000, non si parlava d'altro se non del fantomatico millennium bug, il megavirus che avrebbe messo in ginocchio tutta la tecnologia del mondo occidentale. quale migliore occasione per nike per ribadire il suo just do it? E brava la wieden & kennedy a far fare al cliente un investimento produttivo di quella portata per un commercial che sarebbe durato solo dal mattino alla sera. il fatto che non successe niente, quel 1° gennaio, diede ancora più forza al film." (diretto da Spike Jonze)


Elvis has left the building.

lunedì 17 novembre 2008

No, non è il nuovo spot di Ikea di Spike Jonze.



Sentite la trama: due sposini ricevono una casa fai-da-te come dono di nozze. Secondo le istruzioni la casa può essere costruita in una settimana, tuttavia i due vengono intralciati da un pretendente rifiutato che cambia la numerazione delle casse contenenti i pezzi della casa. La casa viene costruita secondo la nuova numerazione e ne esce un edificio totalmente Disbanded, con porte che si aprono sul vuoto, pavimenti che cedono e fondamenta così poco stabili che, durante una tempesta, la casa comincia a girare su se stessa come una folle giostra. La coppia scopre infine che il lotto loro assegnato per costruire la casa era quello sbagliato; quindi, fissati dei barili alla base della casa, i due iniziano a trainarla verso il lotto corretto. La fune usata per il rimorchio tuttavia si spezzerà proprio durante l'attraversamento di un binario, e i due sposini vedranno la loro casa andare in mille pezzi al passaggio del treno. Il film finisce.

(Era "One Week", cortometraggio dell'anno 1920. Tempi Disbanded, altro che i nostri).

Elvis has left the building.

sabato 15 novembre 2008

The gallery. (Ted)

Molti creativi hanno iniziato a fare questo lavoro per colpa di uno spot. Uno, o anche più di uno. Italiano o straniero, drammatico o divertente, non fa molta differenza. Mi piacerebbe raccogliere in questa galleria gli spot preferiti di sempre dei creativi italiani. Tre spot alla volta, senza nessuna pretesa: infatti la g di gallery è minuscola. Inizio io, poi chiederò in giro o raccoglierò magari via mail. Certo sceglierne solo tre è un problema. Ma chi è il cretino che ne ha chiesti solo tre?


Levi's Drugstore (Michel Gondry), perché lo trovo ancora uno dei film più moderni e girati meglio della storia. Io l'ho amato per l'uso così Disbanded della musica (13 anni fa nessuno l'avrebbe abbinata a uno spot in B/N) le facce, la storia, la luce scura: era tutto troppo bello e avanti.


Ne volevo uno con i brividi. Avrei messo Epoca, ma ne ho già parlato. Per cui scelgo questo perché non ci posso fare niente, mi emoziona ogni volta che lo vedo. Quello scambio di sguardi finale tra padre e figlia non si può superare. Anche gli altri della serie sono memorabili.


E infine questo perché A) voglio fare l'originale B) volevo uno spot low-fi che rappresentasse tutta la categoria, e lui è uno dei primi. Cast e musica sono da 10. Naturalmente ce ne sono migliaia migliori o più significativi di questi. Ma non abbiamo detto i più belli, abbiamo detto i preferiti.

Elvis has left the building.

mercoledì 12 novembre 2008

Fail-Safe.



Ognuno può inseguire il suo preciso scopo nella vita, lungo tutta la durata di un'esistenza. Delia Bacon, discreta scrittrice nata in Ohio nel 1811, visse la propria Disbanded esistenza cercando di provare al mondo che William Shakespeare era un impostore. Anzi peggio: che non esisteva. La sua ardita tesi voleva che dietro questa firma si nascondesse un insieme di scrittori da Edmund Spenser a Francis Bacon (parente), timorati dall'ipotesi di finire i propri giorni nella Torre di Londra per le proprie scellerate vedute politiche. Del resto, si chiedeva la Bacon, come poteva un attoruncolo di quart'ordine, un bardo semi-sconosciuto, diventare d'un tratto il più celebrato drammaturgo della terra? Così Delia Bacon attraversò l'oceano che ancora oggi divide le Americhe da Strantford-on-Avon, alla ricerca di prove, testimonianze, sepolcri che dovevano contenere fantomatiche lettere. Naturalmente non scoprì mai nulla. E quel che è peggio, la pazzia si impadronì della sua mente strappandole dalle mani quel filo di logica necessario per riempire ancora dei fogli; così, quando si ritrovò finalmente a pubblicare un libro con gli esiti delle sue ricerche, ne uscì fuori un tomo incomprensibile, o potremmo dire anche Disbanded, se non fosse che Disbanded è ancora poco. Quindi la Bacon fu internata, poi rispedita in America, ove morì con il cervello ormai fritto. Si può inseguire uno scopo, e fallire senza troppe conseguenze. Oppure si può inseguire uno scopo e morirci appresso, senza troppo senso, come fece Delia Bacon. Tutto questo ho raccontato per associare una storia a questo bellissimo cartello nero, titolo di un film del 1964.

Elvis has left the building.

domenica 9 novembre 2008

Quello che ci avevano raccontato sul mestiere di pubblicitario.




Ecco lo status di un mio amico di Facebook, ieri. E' un copy italiano che qualche anno fa ha deciso che questo mestiere conveniva farlo all'estero, e passando attraverso due buone agenzie europee, è approdato in una bellissima sigla di Los Angeles. Se se la stia spassando non lo so, lo lascio giudicare a voi. Potreste preferire un vaporetto veneziano a una Pontiac a Venice, apprezzare più Milano di Los Angeles, abbronzarvi a bordo macchina fotocopiatrice invece che a bordo piscina, ma resta il fatto che un certo ideale di vita che questo mestiere si portava dietro per anni, grazie a pellicole, telefilm e una certa letteratura è stato poi disatteso (ma questo sarebbe il meno) se non addirittura sbeffeggiato dalla realtà, che oggi propone un'aspettativa di carriera e soddisfazioni quasi impalpabili. D'altro canto che i creativi italiani non siano inferiori a nessuno, io lo penso da tempo, ed è dimostrato da una casistica anch'essa eccellente, tutta basata purtroppo su emigranti di successo. Come già detto altre volte, gli italiani sono sempre un popolo creativo, ma l'Italia non lo è più da generazioni. E questo crea dei problemi per chi si ostina a fare questo lavoro qui. La battuta di Berlusconi sul Presidente abbronzato, è stata ingenuamente etichettata come l'ennesima uscita di un uomo politico che non ci rappresenta. Sbagliatissimo: è esattamente il tipo di battuta che rappresenta una certa Italia oggi. Il tessuto in cui viviamo è questo. L'umorismo che accettiamo è questo. Che ci viene spesso richiesto nel Palazzi, nelle aziende, negli uffici marketing. Non sempre così bieco, siamo d'accordo, ma mai troppo più sofisticato, mai troppo più brillante, mai troppo più laterale. L'Italia che genera e produce queste battute è quella che poi dovrebbe accettare il vostro film da Cannes per palati fini. Chiunque di voi abbia partecipato a dei tribe creativi internazionali se ne sarà accorto: spesso le idee degli italiani sono le più profonde, la più brillanti, se non le più originali. Cosa dovrebbe fare quindi un giovane brillante pubblicitario italiano? Forse scappare all'estero per dimostrare quanto vale? Ma non sarebbe anche questa una, seppur piccola, fuga di cervelli? Le scelte sono due: farsi le ossa fuori da qui, per poi magari tornare quando le cose saranno cambiate. Oppure scegliere la strada seguita dal 99% di noi: provare a rendere l'Italia un po' meno provincia, e le nostre Fiat Panda un po' più Pontiac e se possibile anche Convertible. Ma non è davvero un compito troppo grande per la pubblicità?


Elvis has left the palazzo.

Un ottimo copy è anche un buon art? Un grande art è anche un buon copy?



Lasciando per un attimo da parte l'ovvia e già obsoleta riflessione che vuole il creativo contemporaneo non troppo vincolato al suo ruolo di copy o art, quanto piuttosto creativo tout court, mi sono tuttavia sempre chiesto (e per quanto mi riguarda, risposto) se nel bagaglio che accompagna un ottimo esponente di questa categoria non ci debbano anche essere un po' degli indumenti della sua altra metà. Per me sì. Un art eccellente è ancora più bravo se ha una sua opinione copy autorevole, o un talento nella scrittura. I migliori art che ho incontrato in vita mia erano più bravi di tanti copy nel fare un titolo. Allo stesso modo un copy dotato di gusto e cultura visiva immaginerà meglio anche le cose che scrive, e saprà meglio come indirizzarle. Sono due sfumature, assolutamente secondarie rispetto al talento che serve per immaginare un'idea, però esistono e volevo dargli il giusto spazio: quello di un post domenicale letto, si prevede, da 111 persone.

Elvis has left the bulding.

sabato 8 novembre 2008

Sì, viviamo in un Disbanded World.



Nasce la non-pubblicità, o forse era nata già da tempo. Questa non-affissione contiene un messaggio di speranza ("stop worrying and enjoy your life") pagato con soldi veri, e davvero pianificato. E forse alla fine è più utile di tante campagne sociali: magari tocca qualche corda vera, non come quegli annunci anti-droga che si vedono in giro ultimamente, utili solo a fare cassa. Una riflessione a margine: lo stesso messaggio, sul web, sarebbe passato inosservato. Pensatelo come banner: diventerebbe nullo. Su un autobus invece fa ancora la sua figura. Questo dovrebbe farci riflettere, lo sento. Volete cimentarvi anche voi? Prego.

Elvis has left the building.

venerdì 7 novembre 2008

Per finire in bellezza la Obama Week.



Andando al minuto 1'10" di questo memorabile film noterete che tutto era già stato scritto, e che come al solito siamo in un film americano. Colgo l'occasione per riportare la battuta migliore raccolta in questi primi due giorni: "Obama è in un soldato di Al Qaeda e tra breve si suiciderà: in questo modo ucciderà, di fatto, il Presidente degli Stati Uniti", e la peggiore, ascoltata da un ex pianista da crociera protagonista di un film tutto italiano: "Obama è bello e abbronzato".

Elvis has left the building.

mercoledì 5 novembre 2008

(post vergognoso)



Yes we Ken.

Elvis has left the building.

Resta solo da capire chi e quando lo farà fuori.




Io punto tutto sul complotto islamico. Un attentato ad opera di un (finto?) naziskin assoldato per gettare scompiglio nella società americana, scatenando di fatto una sorta di battaglia civile che faccia sprofondare del tutto l'ex grande potenza. Credo di meno nel gesto isolato di un pazzo, per quanto non è che in America manchino i pazzi. Sulla data sarei più incerto: il 20 gennaio mi pare troppo in là. Ma può anche darsi che, miracolosamente, ci arrivi. In fondo, come ha detto ieri Obama nel suo bellissimo discorso, l'America è, oggi più che mai, il luogo in cui tutto può accadere. Addirittura sopravvivere a un'elezione come questa.

Elvis has left the building.

domenica 2 novembre 2008

Sostituire Thelonious Monk alla guida di una Vespa. (UPDATED!)

LCD Soundsystem -
(LCD SOUNDSYSTEM)



Paglia Hurt -
(NIN)

Tre anni fa circa l'amico Paglia, art director, lasciava la nostra agenzia (S&S) per trasferirsi in Mc Cann a Testaccio. Con Luca Albanese decidemmo di accompagnarlo in questo suo primo giorno di scuola, così attraversammo Roma in Vespa presentandoci tutti e tre in Mc Cann la mattina. Paglia riprese questo tragitto da Piazza del Popolo a Testaccio con il suo telefono, e il video finì su You Tube, dove restò per un paio d'anni indisturbato. Ieri però You Tube mi informa che i proprietari dei diritti di Thelonious Monk ne hanno richiesto la rimozione, e così "Vespa in Roma" è stato giustamente rimosso. Pagliarulo invece è ancora al suo posto. Ma You Tube mi informa anche che è possibile "Replace your audio with Audio Swap". Così farò. Ma siccome trovo che quel pezzo fosse in qualche modo perfetto, e ho un blocco mentale nell'immaginarmi un degno sostituto, chiedo a voi: quale musica mettiamo su questo video? La scelta verrà operata da una giuria a 4 composta da Pagliarulo, Albanese, Ted e Egidio Monk, figlio segreto di Thelonious.

Elvis has left the building.

giovedì 30 ottobre 2008

Le dead celebrities che hanno guadagnato di più quest'anno.



1. Elvis Presley - 52 mln di dollari
2. Charles Schultz - 33
3. Heath Ledger - 20
4. Albert Einstein - 18
5. Aaron Spelling - 15
6. Dr. Seuss - 12
7. John Lennon - 9
8. Andy Warhol - 9
9. Marilyn Monroe - 6.5
10. Steve McQueen - 6

(nella foto: il corteo funebre di Elvis)
Come ogni anno, Forbes ci mostra la classifica degli artisti scomparsi che continuano ancora a guadagnare con i diritti legati a musiche, film, merchandising e altro. Pochissimi viventi possono dire di guadagnare altrettanto. Senza molta sorpresa, in testa c'è The King, di cui quest'anno ricorreva il trentennale della morte: il che vuol dire Altri Dollari. Il cinismo di queste classifiche vorrebbe appena fuori dalla top ten (5 mln) anche il recente scomparso Paul Newman, che tra l'altro donava quasi tutto in beneficenza. Vi chiedete cosa ci fa Einstein in classifica? bella domanda. Ma provate a pensare quante volte avete visto, per dire, la sua foto della linguaccia. Ve lo dico io: troppe. E chi è Dr. Seuss? Ce lo dice Wiki. Quanto a Marilyn e James Dean, quest'anno a fare ridere gli eredi ci ha pensato la Mercedes. Lo spot con i loro sosia ha fruttato 5 milioni di dollari per lui e 6.5 per lei. Quasi da sposarla.

Elvis has left the building, ma ancora guadambia.

Gaucci, Andreotti e la Regina a cena.



Fondamentale tappa Disbanded nell'ultima puntata delle Iene. Lucci vola di nuovo a Santo Domingo per intervistare il latitante ex-miliardario ex-presidente di una mezza dozzina di squadre di calcio Lucianone Gaucci. Divenuto ricco prima di tangentopoli con un'impresa chiamata "La Milanese" ("Perché l'hai chiamata così?" chiede Lucci. "Perché Milano è indice di serietà", risponde Gaucci). Enrico Lucci si piazza da lui per tre giorni e lo disturba mettendoci quasi in imbarazzo per lui e per loro. Lucianone è un bambino, e si comporta come tale. Arriva a farti tenerezza, per non dire pena. La parte della nuotata è una perla di pazzia. Mentre Lucci si conferma Iena nel vero senso del termine. Se avete tempo, guardate anche le altre due parti dell'incontro. Metodi puliti o sporchi che sino stati, colpevole o innocente che sia, furbo o scemo che possa essere, pensare che in Italia queste persone siano diventate miliardarie, mi fa venire voglia di scappare. Non a Santo Domingo però.

Elvis has left the bulding.

mercoledì 29 ottobre 2008

Non basta dire Fuck tante volte per essere Disbanded. Bisogna anche contare le volte.



Avevamo già visto qui la sequenza cinematografica con più Fuck di seguito. Ben 21 in 12 minuti, in Casinò di Scorsese. In questo montaggio serrato del solito Big Lebowsky (non è colpa mia se è una delle pellicole-emblema della Disbandedness) la parola è ripetuta tante volte. Ma solo se hai voglia di contare quante sei un vero Disbanded. Così recita il regolamento.


Elvis has left the building.

lunedì 27 ottobre 2008

Sbadigliare costa.



Non chiedetemi perché ma ho recentemente fatto una breve ricerca per sapere quale fosse lo spot più costoso di tutti i tempi. E' venuto fuori questo film porno: tale è, credo, per gli appassionati di Ferrari. Io in materia sono completamente asessuato, pertanto mi sono annoiato tantissimo. Elemento Disbanded: il regista è il padre del batterista dei Pink Floyd, che io già ritenevo vecchio di suo. "Shell had a long tradition of efforts in automotive filmmaking before this commercial, notably a series tracking the history of motor racing directed by Bill Mason (the father of Pink Floyd drummer and now vintage racer Nick Mason). Since then, Shell has produced some notable efforts as well, especially in conjunction with its commercial link to Ferrari, and its latest collage of Ferrari Formula 1 cars is reportedly the most expensive television commercial produced to date with a budget of $3.9 million."

Elvis has left the building.

"Un cono limone e panna da 2 euro, grazie."



Ci ho messo alcuni minuti per capire cosa non va in questo nuovo soggetto della campagna LV. Due dettagli minimi: la borsa e Sean Connery. Mai visti due stili più diversi in uno scatto solo. Però deve essere stata una bellissima vacanza.

Elvis has left the building.

Preambolus Maleficus. (How to Disband an idea).



Chi di noi non ha assistito almeno una volta a una premessa perfetta, un sermone che ha preparato il terreno fino a renderlo un comodo e liscio declivio? Però, di solito, se c'è un nemico subdolo nella vendita di un'idea, questo è il Preambolo Eccessivo, un parassita capace di danni enormi. La scena - vista tante volte - è più o meno questa: il creativo (o direttore creativo) che tiene il suo layout coperto, spesso pancia contro pancia, per lunghi e interminabili minuti, come se contenesse la più promettente delle rivelazioni, prima di mostrarlo al cliente. Parla, ma nessuno lo sta davvero ascoltando. O certamente non il cliente. Che vuole vedere il suo giocattolo, ma deve prima fare i conti son il creativo gli sta raccontando quanto è bella la carta che lo avvolge. Pensate se Babbo Natale prima di lasciarvi i regali quando eravate piccoli si fosse dilungato in premesse: come sarebbe mai riuscito a compiere il giro del globo in una notte? E soprattutto: quanto lo avreste odiato? Il cliente - se educato - finge di interessarsi al preambolo del creativo, ma lo ammazzerebbe. E non potendo uccidere lui, proviamo a indovinare chi farà fuori tra pochi minuti. Certo, arriverà anche la fase in cui il layout farà dei piccoli movimenti: si sposterà di un quarto, quasi portando luce sulla zona dell'idea, per poi tornare un Oscuro Oggetto. Ho visto con i miei occhi clienti chinare la testa quasi fino ad appoggiare l'orecchio sul tavolo della riunione, pur di vedere qualcosa. Con aspettative del genere, perfino Bill Bernbach nel pieno dei suoi 25 anni e dopo aver leccato il rospo allucinogeno sarebbe risultato deludente. Perché ormail il cliente si aspetta come minimo di vedere l'idea del secolo, ma ci sono ottime possibilità che quel layout non la contenga. Non la conteneva. E allora suoni di sega elettrica sono diffusi dagli altoparlanti dei corridoi, e a nulla valgono i goffi tentativi dell'account, avvocato difensore di un killer già sul patibolo. E dire che si poteva morire con dignità, lanciandosi sul nemico a pancia scoperta.

Elvis has left the building, the job, the car, everything.

venerdì 24 ottobre 2008

Prendere per il.



Oliviero Toscani post-anoressia. Beffardamente, tutti gli aggettivi presenti sono esattamente il contrario di quello che è la campagna. Sorprende solo che la giovane direttrice del giornale (Concita De Gregorio) si sia fatta fregare come un vecchio ministeriale qualsiasi, soprattutto considerando che solo l'anno scorso Toscani aveva provato - invano - a vendere i suoi servigi a Libero di Vittorio Feltri. In edicola dal 25 ottobre. Del 1985, a giudicare dalla campagna.

Elvis has left the building.

giovedì 23 ottobre 2008

mercoledì 22 ottobre 2008

Noi non ci abbiamo neanche Poster Boy.



Quando New York era la città più Disbanded del mondo, c'era qualche galleria d'arte in meno e qualche artista di strada in più.
E' comunque vero che ancora oggi un tipo come Poster Boy potrebbe vivere e diventare una vera-sconosciuta-star- soltanto qui. Ecco cosa fa Poster Boy: come tutti noi si reca in metropolitana con un rasoio usa e getta, come tutti noi strappa un pezzo da un poster, poi strappa un altro pezzo da un altro, e crea dei collage piuttosto interessanti, che vedete riuniti tutti qui. Questo contemporaneo e Disbanded dadaista impiega circa 10 minuti per ogni opera, e chiaramente l'unico modo che ha per tramandarla ai posteri è fotografare il tutto prima che venga rimosso. A proposito di rimozioni: ricordo ancora quando Keith Haring aveva il suo Pop Shop a Lafayette St. e venne a Roma - semi sconosciuto - a dipingere i suoi pupazzi sulla scalinata del Palazzo delle Esposizioni. La giunta comunale di allora si affrettò a cancellare tutto con del bellissimo e significativo Bianco. Fui molto triste di essere romano. Avete appena avuto due storie Disbanded al prezzo di una. This is the crisis.

Elvis has paint the building.

lunedì 20 ottobre 2008

A message for the next Cannes Jurors: if even this Bravia wins a Lion, I withdraw my 30 euros entries.



Cari giurati TV di Cannes 2009, vi avviso: se anche questo melenso, mal girato, zero-emozionante, vecchio e brutto perfino da sentire film per Sony Bravia vincerà un metallo (un qualsiasi metallo) al prossimo festival solo perché è firmato Sony Bravia, vi assicuro che ritirerò per protesta tutti i miei lavori, provocandovi un danno di alcune decine di euro. E so che non è a questo che volete arrivare.

Elvis has left the buildng.

Dalla tesi di laurea "La mafia in pubblicità".



Ora che ci penso sarebbe un bel tema. L'abbiamo vista in mille versioni diverse, da quella cinese a quella russa, giapponese e naturalmente italoamericana. Ma solo una marca fu talmente Disbanded da proporci qualche anno fa la mafia svedese, per venderci i suoi prodotti sotto minaccia: "vieni a trovarci, o verremo noi". Delizioso posizionamento della St Luke's di Londra, che già mi immagino rimpianto e invidiato dai signori della Standa, Upim e GS. Qui ci sono gli altri due spot. Per quanto mi riguarda, come cast, recitazione e idea era il miglior uso della mafia mai visto in pubblicità.

Elvis has left the building.

domenica 19 ottobre 2008

Uhf uhf.



Mi chiedo per quale accidenti di motivo se ci riescono i francesi non ci riusciamo noi, a fare uno spot come questo, prossimo vincitore a Cannes. Mi vengono in mente due accipicchia di motivi: il primo è, semplicemente, che in molte delle agenzie considerate più creative un’idea del genere non uscirebbe mai fuori perché non è parte del loro sense of humour. Sì, pensate: una questione stilistica. I più sensibili tra voi possono tranquillamente fare mente locale tra i registri normalmente utilizzati da questa o da quella agenzia per scoprire che in almeno la metà un film del genere non verrebbe proprio pensato. Il secondo acciderboli di motivo è, naturalmente, che nessun cliente televisivo italiano (pur avendo un’ottima tradizione, da Rai a Sky) lo approverebbe mai, per una serie di ragioni che vanno dal “quanto mi costa” al “troppo sofisticato per il nostro pubblico” al “non me lo riesco a immaginare fatto”. Peccato però, perché la Francia è dietro l’angolo. O meglio, siamo noi che siamo dietro l’angolo. Qui, il fortunato precedente.

Elvis has left the building.

mercoledì 15 ottobre 2008

In un mondo di finti Disbanded, Moondog.



Un uomo generalmente vestito da Vikingo, stazionava sulla 6th Avenue di New York dagli anni '50 a tutti gli anni '70. Se dovessimo prendere una figura umana per definire meglio il senso di Disbanded, lui andrebbe benissimo. Cieco fin da piccolo, poeta, ma soprattutto musicista, Moondog era un idolo della beat generation, negli anni in cui gli idoli della beat generation diventavano ricchi. Ma non lui. Lui preferiva restare per strada, vestito da Thor, a suonare il Trimba, strumento a percussione triangolare da lui creato. Nel 1974, Da bravo Disbanded, si trasferì in Germania. Di lui restano alcuni dischi e delle composizioni suonate anche da artisti contemporanei come Antony and the Johnsons, My Morning Jacket e Prefab Sprout. Ispirato dalla sua figura, il mitico DJ Lupo Solitario scelse di chiamarsi Moondog prima di diventare Wolfman Jack. E rovinarmi la vita facendomi credere per anni che il suo era il mestiere più bello del mondo.

Elvis has left the building.

martedì 14 ottobre 2008

Le frequenze creative.



I creativi della pubblicità sono sempre sintonizzati su qualche particolare frequenza. E' inevitabile e matematico. Provo a spiegare cosa intendo per frequenza. C'era un certo creativo brasiliano (chiedo scusa ma la nozionistica pubblicitaria non è il mio forte) che ha vinto qualcosa come 40 leoni a Cannes. Quando vinci 40 leoni a Cannes non sei soltanto bravo, non sei soltanto fortunato, non sei soltanto un politico eccellente: sei in possesso della frequenza giusta su cui si vince a Cannes. Un altro creativo che conoscevo tempo fa sapeva come far piacere le sue cose alle giurie italiane. Vinceva tutto quello che c'era da vincere a casa nostra. Aveva trovato la chiave, e la usava. Un altro ancora era il re della commedia all'italiana. Un altro, delle pubblicità sociali. Un altro, della radio. Persone naturalmente predisposte a esprimersi con successo in questi settori o con queste platee. Ora sarebbe bello chiedersi: dove si trovano, e come si trovano queste frequenze? Certamente non in un libro o manuale. Forse qualcuno ti può aiutare a trovarle, ma qualche consiglio non basterà. E ancora: chi è il possesso del Grande Libro delle Frequenze è davvero più bravo degli altri? O è solo un eletto? Per me è principalmente un privilegiato. Un misto di genio e furbizia. Ora che ci penso, è antipatico. Ora che ci ripenso, è un non-Disbanded, e io cancellerò questo post prima che sia troppo tardi, in nome dell'unica frequenza in mio possesso: quella che mi fa riconoscere i finti Disbanded a quattro miglia di distanza (punto esclamativo).

Elvis has left the building.

lunedì 13 ottobre 2008

Bankrupt Fraudolent.



Uffici che si svuotano, sedie ammassate e scatoloni abbandonati. Perfino matite infilate in soffitti di polistirolo. Attualissime e molto Disbanded nello spirito le foto "Bankrupt" del grande Mr Toledano. (da Radiozimbra)


Elvis has left the office.

domenica 12 ottobre 2008

L'aereo più puzz del mondo.



Dal blog del giornalista CBS Dean Reynolds:
"The McCain campaign plane is better than Obama's, which is cramped, uncomfortable and smells terrible most of the time. Somehow the McCain folks manage to keep their charter clean, even where the press is seated. "

(inoltre: "The McCain folks are more helpful and generally friendly. The schedules are printed on actual books you can hold in your hand, read, and then plan accordingly. The press aides are more knowledgeable and useful to us in the news media. The events are designed with a better eye, and for the simple needs of the press corps. When he is available, John McCain is friendly and loquacious. Obama holds news conferences, but seldom banters with the reporters who've been following him for thousands of miles around the country. Go figure.")
Non è che anche queste elezioni le perdiamo per una questione di immagine?

Elvis has left the flight.

sabato 11 ottobre 2008

Jeff Dowd, Disbanded figurina #88.




Se digiti il nome Jeff Dowd su Wikipedia ecco cosa esce: "È stato in carcere per breve tempo a seguito delle violenze per la protesta contro la guerra in Vietnam. In seguito si spostato a Los Angeles ed è diventato un produttore indipendente. Ha incontrato i fratelli fratelli Coen ispirandoli per il loro film, Il grande Lebowski." Anche se altre fonti riferiscono che la figura di Drugo (o The Dude) nel film fosse ispirata a un altro vecchio amico dei Coen chiamato Peter Exline, a noi sembra molto più DIsbanded questo Dowd, e l'assonanza con Dude è tale da sgombrare ogni dubbio. E poi insomma, basta confrontare le due foto per crederci. Interrogato in tal senso, il grande Jeff Bridges però dichiara: "Il vero Drugo? Sono io. E' quell'hippie stralunato e anticonformista che sotto sotto sono sempre stato". Siamo tutti Drugo e Dude, insomma. Compreso io.

Elvis has left the building.

venerdì 10 ottobre 2008

Disbanded test of the Century.




Diciamo sempre che la pubblicità è molto peggiorata con il passare degli anni, e probabilmente è anche vero. Ma per trovare della roba davvero molto, molto Disbanded, bisogna pescare nel torbido degli anni '50, '60 e '70. Fai la tua scelta. Metti una croce a caso, tanto va bene comunque.



Elvis has left the building.

mercoledì 8 ottobre 2008

Quando le banche non erano Disbanded.



Dal paniere dei miei film pubblicitari preferiti di sempre vi offro, vi sottopongo e vi regalo questa Big performance del grande Anthony Hopkins, che accettò qui per la prima volta di prestare il suo talento alla pubblicità. Lo fece per la Barclays Bank, in uno spot firmato della Leagas Delaney London. Un altro film molto copy oriented, con un concetto semplice di fondo ("siccome siamo grandi, ti puoi fidare di noi") e un bel testo auto riferito, pieno di autocitazioni, in cui il grandissimo attore di Hannibal spiega come tutti preferiscano, sempre, ragionare in Grande (da segnalare, sul finale, la chicca "I love this movie, it's gonna be big. There's only a small problem: my fee!" ("I'd like it to be....what's the word?": geniale). Attesa per il 2009 la versione con il Big Bang. Se è per questo sono anche fan di questi film per la Barclays diretti da Jonhtan Glazer con l'immenso Samuel Jackson.

Elvis has left the Big building.

domenica 5 ottobre 2008

Uccidere un Disbanded con un coltellino da burro.



Fa un certo effetto vedere uno dei grandi più Disbanded della storia pop (inteso non come genere musicale) della nostra epoca
fare la macchietta in una brutta pubblicità del burro, soprattutto se pensiamo a tutto quello che c'è stato, all'invito a vestirsi di rifiuti, alle ribellioni, al punk, a quelle due dita della mano sinistra che persero sensibilità dopo l'accoltellamento dei monarchici inferociti per God Save the Queen. Ma erano altri tempi. Oggi ci si può al massimo sbucciare stendendo la margarina. (Via onan)

Elvis has left the building.

sabato 4 ottobre 2008

D as Disbanded.



James Earl Jones recita l'alfabeto, con impeccabile pronuncia inglese. Attore e doppiatore, Earl Jones Jr. non può essere definito un Disbanded. Suo padre lo era (l'attore Robert Earl Jones) ma lui no. A parte forse un piccolo dettaglio: fino a 8 anni non spiccicò nemmeno una lettera dell'alfabeto. Muto. Come un P, Pesce. Però il video meritava un posto qui, e sfido chiunque a dire il contrario (partendo da W per finire con A).

Elvis has left the B.

mercoledì 1 ottobre 2008

"Compriamo una doppia pagina?" "Ma no, meglio risparmiare: tanto che succederà mai?"



A Double Disbanded page.
(via Creative Observatory)

Elvis has left the building

Disbanded test of the week #9.

Recentemente la TBWA di Fanfani ha sostituito l'ex direttore creativo Fabrizio Russo con un cittadino belga, Paul Wauters, un talentuoso creativo "media neutral", come tutti i pubblicitari contemporanei di livello. L'idea di pescare all'estero i direttori creativi non sempre ha funzionato in questo paese. La patria dei Compromessi è un luogo difficile da maneggiare, per cui molto spesso l'esperimento altrui è durato pochi mesi o al massimo pochi anni. Viceversa, in altri paesi, è una pratica comune e spesso vincente. Come porsi quindi? Il quesito è talmente complesso che ho dovuto aggiungere due risposte scappatoia, dovesse proprio buttare male.



Elvis has left the building

lunedì 29 settembre 2008

"Plastics."



Una giuria piuttosto autorevole ha decretato due giorni fa la battuta più Disbanded di tutta la storia della cinematografia contemporanea. La giuria era composta da me medesimo e basta, e si è riunita a casa mia per alcune ore. Si può dire che senza nessuna resistenza o quasi, "Plastica" (o "Plastics" nella versione originale) si è portato via un premio più che annunciato, che va ad aggiungersi all'Oscar e ai 5 Golden Globe, peraltro oscurandoli.


Elvis has left the building.

domenica 28 settembre 2008

Hey boy, Hey girl.



"Gli animali sentono le grida degli altri animali che vengono macellati, e ne sono terrorizzati. Quando alle mucche, nel mattatoio, vengono portati via i piccoli, queste prendono a calci le pareti della stalla per la rabbia e per il senso di impotenza, e gridano letteralmente di dolore. Tenete a mente il tipo di sensazioni fisiche che accompagnano tali emozioni: paura, dolore e rabbia producono trasformazioni chimiche nel corpo, non solo in quello umano, anche in quello degli animali. La pressione arteriosa si alza, l'adrenalina scorre nelle loro arterie. E voi mangiate pressione alta, stress e adrenalina. Mangiate paura, dolore e rabbia. Mangiate sofferenza, terrore e morte. Mangiate crudeltà. Non potete essere magre, raggianti, avere una pelle magnifica, mangiando paura, dolore e rabbia."

R. Freedman, K Barnouin, "La dieta skinny bitch".