lunedì 14 ottobre 2013

Perfido genio.



Banksy vende le sue opere in un banchetto a Central Park, ma nessuno sa che si tratta delle opere originali dell'artista. Nel video vediamo alcuni fortunati/e acquirenti che si portano a casa per pochi dollari opere che ne valgono centinaia di migliaia. Futuro dialogo tra la fortunata acquirente e la casa d'aste: "ma io come faccio a sapere che questa opera viene dal famoso banchetto di Banksy a Centarl Park?" "Guardi il video, ecco questa sono io: sono 200 mila dollari, grazie".


Elvis has left the building.

mercoledì 9 ottobre 2013

giovedì 3 ottobre 2013

Questo non è un mestiere per neri.





"There are still no black people in advertising" ha fatto notare Mr. Weiner, uno di creatori americani di Mad Men in una sua intervista alla testata Ad Age, rompendo il mio sonno generato dalle polemiche di questi giorni sulla famiglia tradizionale in pubblicità (pensate, hanno chiesto agli inventori della "famiglia del mulino bianco" quando vedremo una famiglia di gay nei loro spot, saltando direttamente la domanda precedente che era: quando vedremo una famiglia vera, normale, di quelle con i vestiti sgualciti i capelli fuori posto, famiglie che altre aziende mass market e molto popolari ci mostrano da tempo?).  Chiusa la parentesi, dice Weiner che sostanzialmente la situazione sarebbe ferma ai tempi della celebre serie da lui creata, nonostante fuori dalla pubblicità i black people americani di passi avanti ne abbiano fatti parecchi, arrivando a occupare anche stanze di una certa ovalità. Ma i nuovi Mad Men, dice lui, sono tutti bianchi. In effetti ci pensavo: quanti pubblicitari neri "famosi" conosco? David Droga, Bogusky, Serpa? Sono all whites, come più o meno tutti gli altri anche meno celebri di loro:  quanti ne ho mai visti raccogliere i leoni di Cannes, o solo aggirarsi in ciabatte per la Croisette? Un numero molto vicino allo zero. Come mai la pubblicità è un mestiere così bianco? Evidentemente l'integrazione - che tanto bene l'industria della pubblicità promuove con le sue campagne - non si rispecchia nelle stanze dei piani alti delle agenzie. Ma questo progetto, invero molto Disbanded, cerca di raccogliere fondi per girare un Mad Men nero, perché - dicono gli autori - negli anni 60 in America le agenzie di pubblicità erano multirazziali, molto più di adesso. Nel momento in cui questo post viene redatto manca una settimana alla chiusura delle sottoscrizioni, e il tipo ha raccolto poco più di 1.000 dollari dei 3.000 necessari a ricreare il giusto clima di quegli anni, cosa per niente facile. Come possiamo vedere dal trailer-pilota. 

Elvis has left the building. 


mercoledì 2 ottobre 2013

Dumb ways to die per Grand Theft Auto.





Il vidogame più caldo del momento incontra la campagna pubblicitaria più premiata di tutti i tempi:  Dumb Ways to Die. Il divertente spoof  per GTA V, realizzato da un utente di youtube che si chiama Brian Simon, fa riferimento alle numerose trappole e operazioni suicide del gioco, che peraltro io non conosco essendo rimasto ai tempi di Super Mario e dei gusci di tartaruga (tempi peraltro ancora non passati). Ma voi che amate le armi, il sangue e GTA, potrete certamente apprezzare.


Elvis has left the building.