giovedì 26 maggio 2011

Cannes non-losers 2011.

Ecco una facile lista aribtraria di chi difficilmente perderà a Cannes 2011, quest'anno battezzato "fesitval of Creativity", perché Advertising iniziava ad andargli stretto. (E' il festival più importante della pubblicità, lo dico per i non amanti del genere drammatico). Avviso subito che è piena di lacune, e non potrebbe essere altrimenti.


Intanto quest'anno, creativamente parlando, sarà quello del grande ritorno delle automobili. Sia Chrysler Eminem (W+K) che VW "The force" (della Deutcsh LA) prenderanno un leone d'oro, con possibilità di GP per il secondo. Il motivo del suo successo planetario (milioni di click su YouTube, decine di parodie) mi ha per qualche settimana fatto riflettere: in effetti è un'idea che presentata su storyboard è quasi niente. Ma la dolcezza e l'attenzione con cui è stato realizzato, la perfezione di ogni singola decisione presa, lo rendono padrone di quella strana "magia" che accompagna sempre le cose più belle e vincenti. E poi è stato visto, solo qui sopra, da 40 milioni di persone.


Ma il pezzo più bello di tutto l'anno è l'interactive film degli Aracde Fire: un Grand Prix non può sfuggirgli, sempre che sia iscritto (e sarebbe bello che non lo fosse).


L'orso di Tippex. Un cult del 2010.


Le Google Demo Slam non sfuggiranno alle decine di categorie in cui hanno diritto a partecipare. Deliziosa questa qui sopra, ma sono tante quelle da vedere.


Il filmone Nike dei mondiali di calcio, uscito troppo a ridosso dello scorso festival, ma in concorso (presumo) quest'anno. Ha portato sfiga a tutte le squadre rappresentate. Meriterebbe di perdere l'oro per un voto.


The Entrance di Heineken raccoglierà il suo leone. Il fatto che a me non piaccia più di tanto immagino verrà trascurato dai giurati. Preferisco cose come questa, o questa, o anche questa bellissima pazzia.

Se avete altri probabili non-losers, incollateli nei commenti.

Elvis has left the building.

venerdì 20 maggio 2011

"The List" ("Di chi è la colpa?") - Phil Testa.

Ecco il secondo creativo a cui chiedo la "List" oggi: è Filippo Testa, SPQR Network.

"Ti mando tre idee che mi piacciono molto. Non sono sicuro che siano i lavori che mi hanno fatto venir voglia di fare il copy. Di certo non me l'hanno fatta passare.
Se sono stato troppo prolisso, dimmelo."

San Josè Hospital

AIDES



Elvis has left the building.

"The List" ("Di chi è la colpa?") - Matteo Grandese

Non potendo partecipare alla Portfolio Night per un inconveniente di lavoro last minute*, ho pensato che ospitare un doppio-giovane-intervento in un solo giorno fosse un modo per riparare. Non lo è, ma in ogni caso ho interpellato due tra i migliori young copy che ho conosciuto. Anzi ora che ci penso non sono nemmeno tanto young.
*(In ogni caso io rispondo di norma a tutti i copy, e li vedo nei limiti del possibile tutti, quindi il vero modo per riparare alla mia "buca" è attendervi qui)

Inizio con Matteo Grandese, copy oggi in TBWA:
"Se devo essere proprio ligio al brief in realtà non c'è una pubblicità che mi ha fatto avvicinare a questo lavoro. non ho mai provato un particolare interesse nella pubblicità, prima di lavorarci. mi ci sono avvicinato perchè scrivevo e dipingevo e pensavo che fosse un mestiere che mi avrebbe lasciato il tempo e fornito stimoli per poter continuare a farlo, rispetto per esempio all'avvocato o al pusher. Ovviamente poi ho smesso. Di dipingere e scrivere intendo. Ma se posso andare un attimo fuori brief direi che quello che più mi ha influenzato è stato non una campagna ma un libro, "26.900 lire" di frederic beigbeder. Ironia, cinismo, spietatezza, fiumi di sciocchezze e una vita da rockstar. Una miscela di seduzione di massa per chi è in vena di romanticismo. Al terzo posto, come campagna che mi ha fatto innamorare di questo lavoro, metto "whooper sacrifice". C'è tutto. E' una pubblicità che è un esperimento sociologico che è un brainwashing che è una satira che è una pubblicità. In mezzo ce n'è una marea con cui ci siamo corteggiati, tra radio, ambient, stampa, spot, ecc, che per uno che è in questo mondo da così poco è difficile organizzare e classificare.
Se proprio devo scegliere direi forse le copyad di "The Economist", quelle della serie "I never read The Economist".



Elvis has left the building.

mercoledì 18 maggio 2011

Il video più corto di YouTube.



Un'altra idea a bassissimo costo che viene dal web. Serve a raccogliere notorietà e fondi per una fondazione americana. Si presuppone che cliccherai tante volte per vedere il fuggevole spot. L'idea è carina, anche se anni fa chi ha inventato YouTube lo ha dotato del tasto pausa. (via Copyranter)


Elvlftilding.

domenica 15 maggio 2011

"The List" ("Di chi è la colpa?") - Massimo Guastini

Per colpa di quali campagne il neo Presidente ADCI ha iniziato questa professione?
"Caro Ted, ho avuto la sfiga di un padre che faceva l'account già ai tempi del Carosello. A casa mia passavano i direttori creativi dell'epoca (quasi tutti sotto i trent'anni, cazzo.) Ne ricordo uno simpaticissimo di Roma, un certo Ciccaglioni. Una sera era tutto incazzato perché il cliente (Totip) gli aveva rifiutato un titolo: si vince di corsa. A me sembrava molto bello. Il titolo, ma anche il "Cicca", tutto infervorato. Credo siano stati quegli anni e la passione che vedevo in quei simpatici e arruffati "adulti" a farmi venire la voglia di fare il copy. Non tanto un annuncio in particolare. Le campagne che più mi hanno ispirato e fatto sentire orgoglioso di questo lavoro sono diverse e ne dimenticherò sicuramente molte. In genere sono quelle che non cercano di convincermi pedantemente che il loro prodotto è migliore. Ma provano a suggerirmi che io potrei essere migliore di quello che sono. In questo senso ho amato moltissimo Apple "Think different"
Poi ci sono quelle che vorrei disperatamente poter dire: "l'ho fatta io.
The independent "Don't"
Alka Seltzer "Prison"
Alka Seltzer rappresenta per un creativo una risultato che non credo potrà essere mai superato.
Nominare per 14 volte il prodotto e nonostante questo essere splendido."

Elvis has left the building.

giovedì 12 maggio 2011

"The List" ("Di chi è la colpa?") - Marco Diotallevi

Marco Diotallevi è un copywriter di ultima generazione: in pratica si esprime su tutti i mezzi. La sua vita è stata recentemente rovinata da Skittles (io ero presente) e dalle campagne che questo brand riesce a produrre. Vorrebbe raggiungere quei livelli di follia, come tutti noi, ma non ci riuscirà. Non per colpa sua. Tuttavia si rifarà su altri progetti. Ecco intanto la sua List delle campagne che lo hanno portato a fare (o continuare) questo lavoro:

"A differenza di tutti gli intervistati fino adesso, non so bene chi siano i colpevoli. O meglio, sono cambiati di anno in anno. Quando ho iniziato nel 2007 pensavo avrei ideato solo campagne stampa, film, radio e qualche ambient. Ma come molti della mia generazione adesso le cose sono cambiate. Ne ho comunque scelti tre, l’ultimo di qualche mese fa.
1. MANIFESTO: "LA RIVOLUZIONE NON RUSSA".
Tutto è iniziato da qui. Ho conosciuto Sandro Baldoni sul set del suo ultimo film. Era il 2005. Facevo l'assistente alla regia. Mi parlò di un suo annuncio: "La rivoluzione non russa". Fu la prima volta che sentii parlare di “headline”. Capita ancora di leggerla su qualche t-shirt o su qualche bandiera. A mia memoria è una delle poche head italiane ad essere diventata un'icona.
2. DOVE: "EVOLUTION".
Era il 2007 e tutti iniziavano a parlare di virali. Era un insight catartico. Una verità che nessuno aveva mai sentito pronunciare, ma che tutti, in quel momento, volevano sentirsi dire.
3. SKITTLES: "UPDATE THE RAINBOW".
È una campagna interactive di qualche mese fa che ha utilizzato Facebook in modo innovativo e che ha prodotto un film differente per ogni utente.
Hanno chiuso 10 poveretti in un seminterrato e gli hanno fatto interpretare qualsiasi status venisse scritto dagli utenti sulla pagina fan. Per ogni status veniva prodotto un video in tempo reale. Il risultato veniva poi uplodato direttamente sulla bacheca dell’utente. Una campagna virale che ha vinto il guinness dei primati per numero di video prodotti in due settimane. Assurda e geniale come solo Skittles sa essere."

Che vi avevo detto?


Elvis has left the building.

mercoledì 11 maggio 2011

"The List" ("Di chi è la colpa?") - Annamaria Testa

Chiedo la Lista dei lavori che hanno provocato la decisione di lavorare in pubblicità ad Annamaria Testa, una delle poche forse che può parlare di "merito" invece che di "colpa". Così mi risponde:
"Ho cominciato a fare questo lavoro per caso. Quindi, senza grandi ispirazioni, e con un certo rodimento (erano gli anni Settanta, e favorire i consumi sembrava mica bello). Comunque ecco alcune antiche cose interessanti: L'Aimant di Coty (1978) . Un episodio tra i molti della saga Coke vs Pepsi (1985) . Un commercial Lego che rifà il verso al duello disneyano tra Merlino e Maga Magò (1981). Tre grand Prix, fra l'altro. "


Watch Coty L'Aimant in Entertainment  |  View More Free Videos Online at Veoh.com

Elvis has left the building.

martedì 10 maggio 2011

"The List" ("Di chi è la colpa?") - Nicoletta Zanterino

Secondo intervento che gira intorno alla domanda "Per colpa di chi o di cosa hai iniziato a fare questo lavoro?". Rivolgo il questito a una giovane copywriter di Milano, Nicoletta Zanterino, Y&R, brava e forse non ancora pentita, che risponde così:
"1. l’intera case history De Beers. Perché ci insegna che delle lettere bianche possono dipingere un mondo. Basta continuare a cercare quelle giuste.
2. Lo spot “Lamp” di Ikea. Perché ci sbeffeggia, ci esorta al consumismo e alla fine ci convince anche. E perché l’accento dello svedese in impermeabile meritava un Oscar, oltre al Grand Prix.
3. Ancora uno spot: “Cat with a pipe”, per l’Independent Film Festival di Buenos Aires. Perché continua a farmi ridere ogni volta che lo guardo. Perché trasforma un insight al limite dell’ovvietà in un piccolo capolavoro. E perché c’è un gatto con una pipa, che diamine.


Queste sono le prime campagne che mi vengono in mente. Quindi probabilmente sono proprio quelle che rispondono meglio alla domanda. Dal basso dei miei anni di esperienza, continuo a pensare che strappare un sorriso sia più difficile che spremere una lacrima. Ma io mi commuovo anche davanti alle soap operas argentine, quindi forse non faccio testo."

Elvis has left the buinding.

domenica 8 maggio 2011

"The List" ("Di chi è la colpa?") - Pasquale Barbella

Tornano le "Gallery" di Ted Disbanded dedicate alle pubblicità che hanno fatto venire voglia ai pubblicitari di fare la pubblicità.
Tre anni fa la richiesta riguardava solo gli spot. Oggi la domanda è: Quali sono le tre campagne/idee responsabili della tua decisione di intraprendere questa professione? O che magari ti hanno convinto che la strada era quella giusta, e che valeva la pena continuare? Lo chiederò a giovanissime promesse, grandi penne, maghi del web, astuti cialtroni.
Tutto sommato fare il discografico o lo sviluppatore di pellicole fotografiche sarebbe stato ancora peggio.

Le prime tre risposte sono di Pasquale Barbella. Il quale scrive:
"1. VOLKSWAGEN: THINK SMALL. - L'origine di tutto. Il big bang della pubblicità moderna.
2. GUINNESS: SWIMBLACK. - Potrebbe durare due ore e sarebbe un feature perfetto. C'è dentro di tutto e - miracolosamente - ci sta bene: la grande product idea, l'umanesimo, la solidarietà, la paura della vecchiaia e della morte, la suspense, l'ironia, la lotta per l'esistenza, la spettacolarità. Eseguito da dio: regia, cast, fotografia, montaggio, sound design, musica scelta in modo imprevedibile e non didascalico. L'ho visto dozzine di volte e mi emoziona ogni volta che lo rivedo.
3. Qui potrei citarne cinquanta, ma come faccio a scegliere? La saga Levi's? Absolut vodka? Tagliamo la testa al toro: THE GUARDIAN - Points of view. Da far vedere e commentare nelle scuole. Per far capire anche ai bambini, con tre brevi sequenze e con pochissime parole, quell'etica del giornalismo così sciaguratamente calpestata nel nostro paese.

Come avrai notato, le tre campagne citate hanno qualcosa in comune: non sono solo alta advertising, ma visioni del mondo, interventi d'opinione, profondità di percezione...La pubblicità in quanto tale non mi ha mai "preso". La amo solo se e quando si fa osservatorio della vita".

(alcune "Gallery" del 2008: qui, qui, qui....)

Elvis has left the building.