mercoledì 26 settembre 2012
martedì 25 settembre 2012
Subway Etiquette in Tokyo.
Dal 1974, nella metropolitana di Tokyo vengono esposti dei manifesti, diciamo così, educativi. Di anno in anno il livello si alza, e i piccoli poster diventano sempre più visibili e sempre più interessanti. Ecco quindi la galleria di Bunpei Yorifuji, che ha educato i viaggiatori di Tokyo tra il 2008 e il 2010 con il suo tema "Do it at home".
Elvis has left the building.
lunedì 24 settembre 2012
The next big thing is already here.
Apple e Samsung sono le nuove Coca Cola e Pepsi, che generarono campagne memorabili per tutti gli anni '80 e oltre? Magari. Per il momento volano solo schiaffetti, ben diversi dalle legnate che si danno in tribunale. Questo l'ultimo round, molto delicato ma un po' da follower, con garbata presa in giro dei super-fan di Cupertino (agenzia 72 and Sunny). Nel frattempo le ferrovie Federali Svizzere denunciano per plagio l'orologio dell'iPhone. In effetti come vediamo hanno entrambi tre lancette e un quadrante, con 12 tacche ognuno. Apple perderà.
Elvis has left the building.
venerdì 21 settembre 2012
Se porti il casco lo devi a Lawrence d'Arabia.
Lawrence d'Arabia (T.E. Lawrence), dopo aver percorso migliaia di km a piedi nella Siria Ottomana e in tutto il Medio Oriente, pedalato in bici attraverso Inghilterra e Francia, cavalcato decine o forse centinaia di cammelli, morì in un incidente di moto vicino a casa sua, in epoca di scarso traffico: nel 1935. Nel tentativo di evitare la collisione con due ragazzi in bicicletta, finì fuori strada e si fracassò il cranio. Il neurochirurgo che ne seguì il tragico decorso iniziò poi un lungo studio sulle cause dei decessi dei motociclisti, che portò alla creazione dei "caschi" sostanzialmente simili a quelli che oggi portiamo noi, e ancora più simili a quelli di chi guida le Harley-Davidson nelle nostre Disbanded città. Se ne potrebbe quasi dedurre che se fosse morto cadendo dal cammello avrebbero inventato caschi per cammellieri, e i motociclisti sarebbero ancora con i capelli al vento.
Elvis has left the building.
lunedì 17 settembre 2012
Per riprese più stabili basta portarsi un Minivan in tasca.
È per cose come questa che è stato coniato il termine Epic Fail. La Nokia gira un video per mostrare quanto siano stabili le riprese del nuovo Lumia 920 con Pure View, ma un montatore cialtrone dimentica di eliminare un riflesso nel minivan che ci rivela la più complessa realtà. La casa finlandese è poi corsa ai ripari girando un video con un Lumia in cui l'immagine balla poco. (A me sorprende molto che la ragazza che guida la bici non guardi proprio mai la strada e sia ancora viva, ma anche questo è un dettaglio cancellabile).
Elvis has left the building.
lunedì 10 settembre 2012
Words like violence, break the silence, come crashing in, into my little world.
11 anni prima e 11 anni dopo. Qualcuno avrebbe mai potuto ragionevolmente pensare nel 1990 che i Depeche Mode sarebbero durati più a lungo delle due torri gemelle? Nessuno, forse esclusi loro stessi, che in un delirio di onnipotenza - o per scommessa - avrebbero anche potuto escogitare il disastro. La verità è che alcune teorie complottiste sul tragico attentato sono anche più ridicole di questa; ne esistono di ogni tipo. In ogni caso quello che vediamo è un promo-video di Enjoy the silence girato nel marzo del 1990 sulla Torre Sud. Video certamente meno bello di quello ufficiale, che qui viene spiegato. Drammaticamente, alcuni passaggi di testo si sposano quasi bene on con ciò che accadde 11 anni fa.
Words like violence, break the silence, come crashing in, into my little world. R.I.P.
Elvis has left the building.
giovedì 6 settembre 2012
John Cage alla Corrida.
John Cage oggi (ieri) avrebbe compiuto 100 anni. Morì nel 1992 all'età di 79 anni, lasciando un segno nella musica, nella danza, nelle arti visive in generale, come maestro avanguardista di rara genialità e Disbandedness. Basta vederlo nella sua prima apparizione pubblica alla TV americana, nel 1960, in cui non viene preso troppo sul serio. Sembra capitato nella Corrida di Corrado. Quelli del pubblico ridono mentre lui fa suonare la vasca da bagno e la pentola a pressione, o l'innaffiatoio. Ma a volte è difficile distinguere il genio dal buffone (specie quando coesistono per gioco), quindi li assolviamo. Auguri John!
Elvis has left the building.
martedì 4 settembre 2012
The Audrey Hepburn Sheriff: l'App di Facebook che ogni volta che trova una foto profilo con Audrey Hepburn la sostituisce con una di Bombolo.
No, ancora non esiste. Ma vorrei tanto lanciarla; se frequentate Facebook e avete delle amiche, conoscete senz'altro l'insopportabile fenomeno. Invece eccone due che esistono realmente. Questa (foto sotto) fresca fresca di produzione e sviluppata dalla 180 LA per Mitsubishi, individua da sola il vostro amico più borioso/spendaccione/sbrasone di Facebook e realizza un video per esporlo al pubblico ludibrio: tutto ciò in quanto la macchina pubblicizzata sarebbe - lei - di poche pretese economiche. L'idea è carina, ma l'effetto boomerang è quasi certo. Quest'altra invece, che si chiama Unbaby Me, più semplicemente cancella i bambini dalle pagine Facebook, sostituendoli con foto di ogni altro tipo. Anche foto di Audrey Hepburn, per tutte coloro che hanno avuto Bombolo da un giorno all'altro.
Elvis has left the building.
lunedì 3 settembre 2012
Nuovi insulti: sei un Hipster.
Riapro le porte del Disbanded blog con una questione di poco conto, come sempre. Mi trovavo alle prese con una mano di "nomi-cose-città", tra le cui categorie avevamo inserito la voce "insulti". Viene estratta la lettera H, e pochi riescono a riempire la casella; ma qualcuno scrive la parola Hipster. Pressoché all'unanimità la parola viene accettata, non fosse altro per apprezzare il guizzo. In verità è già da qualche tempo che mi imbatto in articoli o pezzi anti-hipsters: questo addirittura a opera di pubblicitari, la categoria forse più hipster di tutte. Qualcosa quindi non mi torna, e cerco di fare ordine. Vediamo cosa dice The urban dictionary: definisce gli Hipsters "a subculture of men and women typically in their 20's and 30'shat value independent thinking, counter-culture, progressive politics, an appreciation of art and indie-rock, creativity, intelligence, and witty batter". Niente di male quindi (tra l'altro, si legge più avanti, l'hipster sembra avere addirittura una conformazione fisica ad hoc: il ragazzo hipster è magro come la ragazza con cui esce. Del resto la ragazza hipster non uscirebbe mai con l'uomo muscolare e probabilmente sessista di cui l'hipster è l'opposto). Insomma, a parte l'incomprensibile witty batter, non sembrerebbe così male essere un hipster. Ma come ha potuto un insieme di valori tutto sommato positivi o apprezzabili scivolare nella categoria Insulti di nomi-cose-città? Vedo che la parola deriva forse dall'africano "hipi", traducibile in "aprire gli occhi a qualcuno". Mica roba da poco. E tra i primi a usare il termine c'era Jack Kerouac, che nel 1940 ne esaltava la special spirituality; vero è che all'epoca gli hipsters giravano in autostop, mentre oggi il rischio di rovinare la maglietta di Urban Outfitters sarebbe troppo elevato, per quanto ci sarebbero ottime chances di postare grandi foto su Instagram. Forse però il termine deriva dal jazz. Guardate che bella la definizione di Frank Tirro (Jazz: a history): "The hipster is an underground man. He is to the Second World War what the dadaist was to the first. He is amoral, anarchistic, gentle, and overcivilized to the point of decadence." Dunque come siamo passati dalla rispettabilità allo scherno? Deve essere colpa della deriva fashion. La moda sembrerebbe aver fagocitato la sostanza di questo "state of mind", sempre tutto da dimostrare per la verità. Secondo Wikipedia l'hipster è associato "with independent music, a varie non-mainstream fashion sensibility, Apple products, liberal or independent political views, alternative spirituality or atheism/agnosticism and alternative lifestyles. Interests in media would include independent film, magazines such as Vice and Clash, and websites like Pitchfork Media and Tumblr"; in pratica un ritratto del 90% delle persone che lavorano in pubblicità, me e questo blog inclusi. (Nota bene: mi prendo la responsabilità di dire che quelli bravi davvero che ho incontrato nel nostro hipster-mestiere appartengono al restante 10%: geni un po' incompresi, fuori dal mondo e per questo più puri e brillanti. Scartati a priori dal 90% delle agenzie). Per una visione più ampia allego anche un video che descrive il fenomeno dal punto di vista più superficiale, ravanando nell'epicentro del sisma: Williamsbourgh, Brooklyn. Però resta il fatto che tutto intorno a noi può essere definito hipster, a parte forse Monti, Fabio Capello e pochi altri. L'importante è che non si sappia, e che facciamo tutti finta che questa parola non sia mai esistita, che sia stata definitivamente smembrata. O Disbanded, se vi sentite particolarmente H.
Elvis has left the building.
Iscriviti a:
Post (Atom)