lunedì 31 agosto 2009
You always go back to basics.
Per ricominciare la stagione, qualche piccolo cambiamento per questo blog, destinato altrimenti ad essere seppellito da noia e monotonia come quasi tutti i blog che si rispettino. Intanto, nel giorno delle duecentomila visite (thanks!) Ted Disbanded diventa semplicemente Disbanded. Motivo? Inesistente: diciamo per avere tre lettere in meno nel titolo. Inoltre il comitato dei saggi, da me presieduto e corrotto, ha deciso che non si parlerà più di pubblicità, se non nei casi manifestamente e universalmente Disbanded. Il contravventore rischia da uno a due mesi da scontare aspettando bagagli all’aeroporto di Fiumicino (a occhio servono 5 o 6 voli in tutto). Del resto, nonostante la grande parte delle visite di questo blog provenga da agenzie (vedi specchietto, preso in una mezzora a caso di fine luglio), è senz’altro vero che questa materia sia già troppo presente nelle nostre vite. Nella mia certamente. Questo blog viene scritto la sera tardi, e arrivati a quell'ora di solito si ha voglia di cambiare argomento. E poi Disbanded era nato con altre finalità, e a quelle intende ritornare. You always go back to basics, diceva una vecchia campagna. Ops: vado all’aeroporto a pagare pegno.
Elvis has left the building.
mercoledì 26 agosto 2009
La corsa più veloce di tutti i tempi.
- Sì, Usain Bolt è fenomenale – mi dice il Colonnello Ruggine mentre i suoi spaghetti allo scorfano sembrano non finire mai, rigenerandosi come dei serpenti di un videogioco nel suo piatto formato insalatiera – però dovresti vedere Bob “Bullet” Hayes. Lui era ancora più grande. Il più grande, per quanto mi riguarda.
Il Colonnello Ruggine, scrittore e giornalista, è un uomo che conosce lo sport come pochi altri. Ama il ciclismo, la boxe, l’atletica e il tennis. Ma vivendo in Italia, è costretto a fare i conti anche con il calcio.
- Bob Hayes alle Olimpiadi di Tokyo fece 10” sulla terra rossa, capisci, la terra rossa; e ai piedi aveva le scarpe chiodate, capisci, chiodate. E poi era il 1964, mica oggi. Ma l’impresa vera non furono i cento metri, fu la staffetta. Si doveva disputare la finale 4x100 e gli USA non avevano nessuno di forte in squadra a parte lui. Bullet Bob, che ovviamente correva per ultimo, chiese una sola cosa ai suoi lenti compagni di squadra: passatemi il testimone con un “distacco onesto”, al resto ci penso io negli ultimi 100 metri. Succede che la corsa si mette malissimo: i compagni di Bob Proiettile arrancano, il bastoncino che si passano di mano in mano sembra diventato di piombo; quando lo consegnano nella mano destra del fenomeno la squadra americana è addirittura quinta. Il distacco è addirittura di 3 decimi dal primo. Bob Hayes arraffa il testimone e parte. Descrivere lo sprint di quei cento metri di frazione è impossibile, se non forse restando muti. Se li divora uno ad uno. Metri e avversari. Soprattutto il primo (un polacco, forse il futuro pontefice?) a rivederlo nelle immagini sembra andare all’indietro, tanto è risucchiato. La squadra americana finisce prima con 3 decimi di vantaggio sul secondo, sua Santità appunto, e nuovo record mondiale. -
Quei pranzi che finiscono quasi al tramonto, con i camerieri che ti portano il conto senza che tu lo chieda, ansiosi di dover riprendere a lavorare fra tre ore. Paga lui, il Colonnello, e ce ne andiamo. A casa cerco subito su YouTube il video di questa impresa, sai che c’è, a volte il Colonnello le spara grosse. Ne trovo due: guardate quello più brutto, in bianco e nero ma da posizione migliore, e poi ditemi se non è la corsa umana più fenomenale che abbiate mai visto. Cronometri postumi hanno calcolato in 8”60 la sua frazione di cento metri. Quarantacinque anni prima di Bolt e i suoi polletti fritti. Per la cronaca: dopo quell'estate veloce Bob Proiettile lasciò l’atletica: andò a giocare a Football americano, diventando l’unico atleta della storia ad aver vinto Superbowl e oro Olimpico. Finì piuttosto male, in quegli anni era difficile gestire il successo. E così la storia si fa triste, e Bob Hayes può entrare nell' album delle figurine Disbanded. Nella statua eretta poi in suo onore, Bob si erge curiosamente in punta di alluci: la scultrice disse che in nessuna foto in suo possesso i piedi toccavano terra.
E ora un piccolo passo indietro per gli amici della pubblicità: Jacksonville, Florida, estate del 1962 circa. Prima che succedesse tutto. Il quotidiano locale (Times-Union) esce con la foto di un ragazzino nero in prima pagina, e la classica scritta Wanted. A Jacksonville si sa che esiste questo ragazzo noto come “l’essere umano più veloce del mondo”, ma nessuno sa di preciso dove trovarlo. Lo vogliono scovare per buttarlo in pista. Parte una massiccia caccia all’uomo a cui partecipa tutta la città. Alla fine lo trovano: stava facendo il bucato in una lavanderia a gettone, e così siamo tutti entrati in uno spot della Levis, che poi diventa dell’Adidas perché il giorno dopo parte. Per diventare Bullet Bob.
Elvis has left the building.
(Si ringrazia il Colonnello per la sua scienza, e per aver pagato il conto)
domenica 23 agosto 2009
Parabole delle vacanze.
Scherza coi fanti ma lascia stare i santi è non a caso un detto italiano. In Nuova Zelanda i creativi sono autorizzati a proporre ciò che all'ombra lunghissima di vatican city nessuno avrebbe mai l'ardire di fare. Anche perché, nel caso non non lo aveste notato, in Italia non si può fare quasi più niente. E quindi eccola qui l'affissione per la chiesa anglicana (tra l'altro molto seria, almeno a giudicare dal sito) di Auckland. Va bene, da noi non funzionerebbe, ma diciamo che al momento abbiamo altri problemi, collocabli a monte. Per inciso: anche questo blog è tornato (ma solo perché il suo estensore viaggia con bagaglio a mano quando transita da Fiumicino Airport, altrimenti forse sarebbe ancora al nastro ad aspettare il nulla che si è perso nel nulla) e presto sarà oggetto (questo blog) ad alcuni cambiamenti sostanziali e inevitabili, sempre se uscirà testa. Nel caso uscisse croce, verrà invece spento e sacrificato. Ma uscirà testa perché so come truccare queste cose, ho amici che lavorano al Superenalotto.
Elvis has left the building.
venerdì 7 agosto 2009
Have a nice walk.
Il modo migliore per incamminarsi verso questa calda estate, potrebbe essere questo lungo e raffinato spot della BBH London (Director: Jamie Rafn). Sei minuti di un unico piano sequenza in cui tutti i tempi vengono rispettati miracolosamente, le battute e i gesti si incastrano alla perfezione con gli oggetti incontrati lungo il cammino. E anche la recitazione di Robert Carlyle non fa una pausa. Thanks Federico.
AGGIUNTA DI POST VACANZE:
Cliccando sul video, ora appare questa scritta. Che poi ho conosciuto più di un cliente/agenzia ben felice se il loro prodotto circolava gratis su You Tube; ma qui ci deve essere qualche problema di diritti dell'attore. In ogni caso la scritta vale anche lei molto, senti come incute rispetto?
Elvis has left the building.
giovedì 6 agosto 2009
Il peluche gigante nascosto in ogni rapper.
(cliccare sul video, e poi in basso a destra per i sottotitoli in italiano)
Elvis has left the building.
mercoledì 5 agosto 2009
Discorsi da bar in una stanza ammobiliata alle Canarie.
Consigliato nei commenti al precedente post, ecco il canale You Tube di Lejesonfé, che da una stanza in una località delle Canarie pontifica un po' su tutto. I titoli sono eloquenti, e vi consentono di scegliere come meglio impiegare i vostri 7-10 minuti. Si va da "Droga legaliziamola" a "Youtube in Italia può finire", "Obama come la Juve" e l'accoppiata "Ambasciata de merda" e "Banche de merda". Confesso che non sono riuscito a vederne nemmeno uno per intero, ma questo non vuol dire. Lejesonfé ha lasciato in me un segno profondo almeno quanto quello lasciato dalla mitica fan di Michael.
Elvis has left the building.
martedì 4 agosto 2009
Se Obama è un Joker.
Los Angeles invasa da questi non troppo misteriosi manifesti anti-Obama, in cui il nostro viene raffigurato come un Joker alla Heat Ledger: quando sono fatte in larga scala e per bene, queste cose funzionano sempre. Mi domando quale potrebbe essere il riferimento cinematografico equivalente per la situazione italiana, ma al momento sono un po' a corto di idee.
Elvis has left the bulding.
lunedì 3 agosto 2009
Lo strano caso dell'altissimo Doctor Jackpot.
La ricorrente leggenda metropolitana secondo cui il Superenalotto sarebbe in qualche modo pilotato verso uno smisurato montepremi, così da fare notizia e portare a un record delle giocate sotto l'estate, sembrerebbe quasi (quasi) trovare conferma nella campagna pubblicitaria che, pianificata come tutte le campagne con molto anticipo, è tutta basata su un Jackpot mai così alto. Questo a voler essere di quelli che credono ai complotti, al finto sbarco sulla luna, e alla mano di Bush dietro le Torri Gemelle (che come ha detto giustamente Umberto Eco, ...). Ma deve essere solo un caso.
Elvis has left the building.
In attesa della lista definitiva delle peggiori 100.
Improba e improbabile fatica di Ad Age di catalogare le 100 campagne pubblicitarie più belle o più importanti di sempre. Ha senso stabilire se sia migliore la bottiglia Absolut o il claim Just do it? Absolutely not. Però i ragazzi ci hanno provato lo stesso, e qui c'è la classifica. E' interessante vagare tra le posizioni più basse, e fare varie scoperte. Ad esempio, che già alla fine degli anni '60 i gorilla spopolavano in pubblicità, e che nel 1915 in America già si scrivevano annunci-manifesto come questo. Incomprensibilmente assente - tra le tante - il nostro sempre sottovalutato Pennellone Cinghiale e la lieta campagna di natale qui sopra.
Elvis has left the building.
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