sabato 26 giugno 2010

Cannes: deciso il Grand Prix 2010 e già che ci siamo anche quello del 2011.



Dopo anni di "operazioni" e spiazzanti virali, il Festival di Cannes come previsto riscopre lo spot classico: vince Old Spice (W&K) contendendolo fino all'ultimo a Johnny Walker. La campagna Nike dei mondiali (altra super favorita) non era stata iscritta, perché uscita troppo tardi: così può già ipotecare il GP 2011. L'Italia esce dal Festival di Cannes con gli ultimi 3 leoni in TV: due argenti (Rolling Stone magazine, BBDO e ING Direct di Leo Burnett, quello delle persone attaccate al manifesto) e un bronzo (Citroen, EURO RSCG). Un totale di una quindicina di preziosi felini (sapete quanto costa farsi fare una copia in più di un leone?) da riportare a casa, bottino insperato e forse folle da pronosticare alla vigilia. La creatività nazionale è quindi apparentemente resuscitata? Who knows. A parte lo sforzo creativo delle agenzie, ci sono tre concause per questo successo: l'ottimo lavoro lavoro dei giurati italiani, che hanno spiegato, difeso, convinto. Recuperando lavori che a volte erano addirittura in 16esima posizione, ma poi si sono trasformati in metallo. E' così che si fa. Altra cosa che ha contribuito a questo risultato è stato - banalmente - il proliferare di categorie e la conseguente distribuzione di più statuette. E per finire, non si deve dimenticare che circa una decina di leoni provengono dalla stessa campagna ("Auditorium"), che però fallisce proprio nella categoria più prestigiosa e forse più pertinente a quel lavoro: la Titanium, dove non entra in shortlist. Del resto mai nessun lavoro italiano ci è mai entrato. Ma alla JWT possono consolarsi visto che, a occhio e croce, grazie a quella retata di leoni l'agenzia dovrebbe uscire da questo Festival come una delle top 3 di tutto il mondo.

Elvis has left the Palais.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

A me Cannes ormai sembra solo un baraccone e una buffonata pazzesca...

Anonimo ha detto...

lNG Direct per me meritava non più di una shortlist ( a meno che non sia stata iscritta una versione ad hoc come fecero per coco pops).

O più facilmente più che venturelli bisognerebbe ringraziare Tutsell per spingere sempre i lavori targati Leo.

ROlling Stone e CItroen mi sembrano meritatissimi (anche se forse li avrei invertiti come metalli)

Anonimo ha detto...

argento a ING???

Gianni ha detto...

Il Festival di Cannes è una fiera di settore e ha l'importanza delle fiere di settore: gli addetti ai lavori si incontrano, fanno pubbliche relazioni, vedono come va il mercato, quali sono le tendenze, si misurano i rispettivi muscoli, chi sale, chi scende, e così via. Inoltre è anche un business di grande impatto sull'economia della città e dell'intera Costa Azzurra. Se fosse solo un baraccone e una buffonata pazzesca non sarebbe alla sua cinquantasettesima edizione.

Anonimo ha detto...

Sono curioso Ted ma chi era sceso in 16a posizione ?

Ted ha detto...

Il film di Rolling Stone era entrato in shortlist con una media abbastanza bassa (ricordo che la categoria degli Internet Films era piena di roba bellissima), al 16° posto. Poi il giurato Italiano Marco Venturelli ha spiegato il perché di quel film. Ha avuto gioco facile nel far capire ai giurati stranieri in che razza di paese viviamo noi. Chi sono i nostri governanti e come vivono. A quel punto i giurati hanno potuto vedere il film sotto una luce diversa: così quando è arrivata la consueta domanda (che si fa per ogni pezzo che entri in shortlist): "Is this a Bronze?" le mani si sono alzate, e il film è diventato prima un bronzo e poi addirittura un argento.
Capita spesso, quando vedi e rivedi un lavoro, di apprezzarlo sempre di più.
Bravi Pepe/Siani e bravo Venturelli.

Anonimo ha detto...

Quando non capisci il presente, da' un'occhiata alla storia.
2005: Leo Burnett vince un bronzo con Forum Crisalide, uno spottino che non vincerà più nulla in nessun premio internazionale. In giuria c'è Dorizza, direttore creativo di Leo.
2008: Leo Burnett vince un argento con Koleston, una stampa fake povera povera che non vincerà nulla in altre competizioni. In giuria c'è Rodriguez, direttore creativo di Leo.
2010: Leo Burnett vince un argento con ING, un film a cui auguriamo di vincere qualcosa anche in altre competizioni, anche se ne dubitiamo, visto che tutti si chiedono perché e anche Venturelli si arrampica sugli specchi per spiegarcelo. In giuria c'era come presidente Mark Tutssel, direttore creativo mondiale di Leo Burnett.

Anonimo ha detto...

Ciao anonimo. Io non mi arrampico sugli specchi. E il perché conto arancio ha vinto l'ho spiegato più volte. Anche in alcune interviste tenute prima del festival. A Cannes per fortuna si tiene conto del contesto e della categoria, e tra la longlist delle banche ti assicuro che c'era poco da ridere. Ing veniva fuori bene, perché dice una cosa strategica, giusta e rilevante. Magari come pezzo dello show al palais non poteva competere con altri lavori, ma una giuria seria tiene in conto che non deve essere quello l'unico criterio. Venturelli

Anonimo ha detto...

Marco, scusami tantissimo se mi sono espresso male. La mia non voleva essere una critica a te o al tuo operato. Era solo per sottolineare che il coro unanime all'indomani di Cannes è che il 99% degli addetti ai lavori non ritiene questo film degno di leone di nessun metallo, pur giudicandolo un buon pezzo rispetto alla media di settore (e in questo sono tutti d'accordo con te).
Ma Cannes premia l'eccellenza, non quello che si eleva un po' più alto della mediocrità della sua categoria.
Questo leone si spiega solo col solito inciucio di network Leo Burnett, di cui non sei responsabile, perché ti è passato sopra la testa.

Anonimo ha detto...

Anonimo, non hai mai fatto una giuria Cannes vero?

Anonimo ha detto...

Battuta che circolava al Martinez dopo le premiazioni:
anche quest'anno Leo Burnett ha vinto con un INGhippo.