Davvero così si immaginavano la Luna nel 1902? A me sembra la fabbrica del cioccolato di Tim Burton. Le voyage dans la lune è considerato il primo film di fantascienza della storia, diretto dal francese Georges Melies. E sempre dei francesi, gli Air, musicano questo video colorato del grande classico. Qui la versione originale in B/N.
Ho atteso le 6.30 del mattino (non è vero, ho guardato la replica) solo per vedere Woody Allen non ritirare il suo Osacr per la migliore sceneggiatura originale, a 77 anni: volevo vedere chi aveva mandato al suo posto, essendo lui impegnato come ogni lunedì sera a suonare il clarinetto. Ma il palco è rimasto vuoto: le (amare?) parole di Angelina Jolie sono infatti state: "L'Academy ringrazia Woody Allen che ha chiesto di ritirare il premio al posto suo". In verità c'è stata un'occasione in cui Allen è volato fino a Holywood. Era il 2002, ed erano tutti stretti intorno a New York dopo i fatti dell'11 settembre. Lui aveva preparato questo divertente monologo, che qui ripropongo qualora aveste intenzione di scrivere un libro intitolato "come parlare in pubblico facendo ridere tutti con cose intelligenti pur in un'occasione drammatica".
Questa è una delle poche cose buone ed efficaci che potete fare per dimostrare la vostra creatività a un settore che non sembra esserne molto interessato. Una competizione che vi porta direttamente a gareggiare a Cannes, insieme ai vincitori degli altri paesi, un po' come succede nella Champions League. I Giovani Leoni di quest'anno (grazie a un'iniziativa del saggio nuovo consiglio ADCI) diventano una gara da consumarsi in 24 o 48 ore, per la prima volta su un brief uguale per tutti. Ti iscrivi online, prendi il brief, ti scegli il partner con cui partecipare (va bene anche il creativo di un'altra agenzia) e consegni tutto in un giorno. I migliori di ogni categoria vengono spediti a giugno alla prova finale di Cannes. Qui il regolamento. Inutile dire che vincere gli Young Lions di Cannes è qualcosa che vale molto più di un diploma, o di non saprei quale attestato che si possa ricevere a inizio carriera. (Tra i 30 giurati che decideranno i vincitori, figura tra l'altro anche il robot di plastilina che redige questo blog.)
Nel post di circa un mese fa sui manifesti della nuova serie di Mad Men (diventati fenomeno virale dopo che improvvisati writers newyorchesi si sono divertiti a modificarli) si invitava a mandare esercizi, prove o scarabocchi sul tema. Ora ne pubblico qualcuno giunto qui, e realizzato addirittura con il pennarello in pochi minuti. Se volete cimentarvi, scendete di qualche post e trovate tutto l'occorrente.
Molte persone compiono gli anni oggi. Tra queste (mi segnala Francesco G.) c'è Antonio Inoki, che ne fa 68. Merita la menzione solo per questo video, girato nel 1976, che lo vede scalciare da terra contro il mito Alì. Una cosa a metà tra il wrestling, la boxe e la taranta. Al termine dello show, Alì regalò al campione nippo-brasiliano una musica d'entrata che egli aveva nel cassetto dai tempi di un suo incontro in Sudafrica, e che gli era evidentemente rimasta nelle orecchie. Tutto molto bello? No, per niente.
Con parole semplici, ma attraverso un'esposizione molto diretta e coinvolgente (si direbbe un'ottima presentazione, se lo fosse), Ric Elias, CEO della Red Venture, ma soprattutto sopravvissuto all'ammaraggio sull'Hudson River di oltre un anno fa, racconta al TED serio cosa si pensa quando tutto sembra irrimediabilmente perduto. Forse non è niente di nuovo, ma lo consiglio ai fan del buffo detto "perché fare oggi ciò che puoi fare domani?.
Questo spot della British Airways annuncia le imminenti Olimpiadi di Londra. In questi giorni mi sono immaginato con terrore misto a divertimento lo stesso spot ambientato nell'aeroporto principale di Roma, dove i bagagli si aspettano a tempo indeterminato, la monotonia viene rotta da facilissime incursioni notturne e la sporcizia è visibile ovunque. Sebbene a luglio non nevichi quasi mai, e Alemanno nel 2020 sarà solo ricordato come uno dei tanti autogol che ogni tanto ci facciamo, Roma (la mia città) non era in alcun modo pronta alle Olimpiadi, e non solo a causa del suo disastrato aeroporto. Non lo sarebbe mai stata in soli 8 anni. Ma se anche Mr. Monti avesse dato il nulla osta alla sua candidatura, ci avrebbe pensato al CIO a rispedirla al mittente con il nastro trasportatore più veloce del mondo.
Arriva sempre un momento in cui la vostra serie preferita raggiunge il picco, e poi inizia inesorabilmente a rotolare verso il fondo, una puntata alla volta, senza più idee. Voi continuate a vederla, ma c'è delusione nei vostri occhi e noia sul divano. Questo momento, questa terribile situazione, nel linguaggio cinematografico-televisivo si chiama "Jumping the shark". Si scopre che la locuzione deriva da un episodio del 1977 di Happy Days, in cui Fonzie scommette di riuscire a saltare con gli sci d'acqua sopra uno squalo, sempre con il suo giubbotto di pelle addosso (thanks Mark Diota). Probabilmente era l'ultima goccia di un vaso già stracolmo, talmente brutta da diventare una locuzione Disbanded. In rete si trova addirittura l'autodifesa dell'incredulo autore dell'episodio, il quale non si capacita di come l'idea abbia dato vita al modo di dire e addirittura a una lista in cui segnalare i momenti di Shark Jumping di ogni programma. Le avvisaglie che la serie sta Jumping the shark sono note: un personaggio centrale viene sostituito, addirittura viene fatto morire, o si evolve in modi che spiazzano lo spettatore. Iniziano ad apparire degli special guest. Si perde coerenza, la serie viene snaturata, o si indugia sempre sullo stesso punto, per mancanza di idee. Questo fenomeno naturalmente riguarda non solo la televisione, ma anche i sequel del cinema, o alcuni programmi radio. Anche in pubblicità, dove esistono filoni che durano per anni, arriva prima o poi il momento in cui il Fonzie della situazione la fa troppo grossa; solo che è più difficile da individuare. Ma in pubblicità le serie si smontano e si abbandonano facilmente. Prima o poi accadrà anche alle campagne Old Spice, come già accadde a serie come Real Men of Genius, o allo storico filone degli Hamlet Cigars. In ogni caso, se avete qualche momento di salto dello squalo da segnalare, qualunque sia l'ambito, this could be the place.
"I'm in a wheelchair and I love this!" dice Texas Ranger nei commenti a questo video. Sono varie scene di Larry David (già conosciuto nel film di Woody Allen "Basta che funzioni") alle prese con i bagni per gli handicappati. Non saprei dire quale sia il punto di vista di questo video, ma è da apprezzare il linguaggio molto schietto e diretto. Poco Disbanded il tutto? Forse, ma ci piace.
"It‘s me, Mario!" Charles Martinet ci racconta come ha trovato il lavoro che gli ha cambiato probabilmente la vita. Se avessi il suo dono farei molti scherzi e risponderei “Oh no mamma mia!" ai vigili o al prete che mi sposa. Sarei odiato piu di Luigi, il suo alter ego verde piu inutle di Google+.
Senza nemmeno approfondire più di tanto, così a pelle: conoscete due mondi più distanti tra loro del Che e la Mercedes? Eppure qualcuno, nel marketing della casa tedesca, deve aver trovato pertinente lo scambio di stelle sul basco del comandante: da quella rossa a quella a tre punte, in nome ovviamente della rivoluzione (forse sono gli stessi che hanno approvato lo spot in cui un uomo rinuncia alla sua vita into the wild e sceglie di tornare alla cravatta e alla sua 24 ore appena vede passare una Mercedes). La scelta ha offeso tutti: nostalgici del Che e dissidenti cubani che appoggiati da governatori Repubblicani americani rinfacciano il passato sanguinario del comandante. L'immagine è stata usata per pochi secondi di presentazione in Power Point, ma sufficienti per scatenare tutto questo, e portare alle relative scuse della casa automobilistica. Non mi dilungherò, ma ad aggravare il tutto esiste anche una lunga e lontana storia che riguarda i rappresentanti sindacali della Mercedes e della Ford ai tempi dei desaparecidos, e potete trovarla qui. (Lo stesso articolo del Manifesto omette di specificare, purtroppo, che alla base di tutto non c'è una campagna ma solo una presentazione in PP: non che la sostanza cambi, ma un po' cambia).
Nulla, comunque, è più irresistibile degli autogol evitabili e goffi. (Qui il piacevole autogol della Kellogg's, qui quello fastidioso di Kenneth Cole.)
(thanks Ciccio Ferri)
Ogni tanto dagli immensi cassetti di chi ha fatto la storia della musica riemerge qualcosa. Non so se per voi è lo stesso, ma io trovo emozionante questo quadretto tra George Martin, suo figlio Giles e il figlio di George Harrison, Dhani. A un certo punto Dhani alza un cursore e ci rivela un nuovo solo di chitarra, che nessuno ha mai sentito. "Non me lo ricordavo nemmeno" dice George Martin. Mi domando quante altre varianti siano nascoste in quel mixer. Vorrei alzare tutti i cursori di tutti i pezzi dei Beatles, adesso. Ma è una cosa che può fare solo George Martin.
Sono incerto se far rientrare Milkman nella categoria dei Disbanded Superheroes, o semplicemente lasciarlo essere ciò che è: parodia estrema di una delle campagne e dei claim più celebri della pubblicità americana: "Got Milk?". Usando le cuffie potrete anche sentire qualcuno che grida "Action!" al minuto 0'44".
Per lanciare la nuova serie di Mad Men è stato realizzato un poster che nella subway di New York ha attratto molti writers, artisti, buontemponi, chiamateli come vi pare. Anche teppisti, se siete amici di mia nonna. Fatto sta che tutti questi fake sono diventati una parte spessa dell'operazione, forse voluta ma forse no, di quelle che Repubblica.it chiamerebbe "il tormentone della rete". La galleria inizia ad avere esemplari davvero belli. La società che gestisce la Metro di NY purtroppo sta iniziando a cancellarli, in barba alla stessa storia artistica della città (ti piaccia o no, nonna). Il sito gothamist raccoglie le idee migliori, e rilancia: mette on line in pannello vuoto, quello qui sopra, con l'original version del manifesto, da riempire come vi pare, anche da casa con Photoshop, e da sottoporre al sito. Prometto anche io di contribuire al "tormentone della rete" se volete mandarne qualcuno di bello bello a Disbanded blog.
"L'ignoto. Dove tutte le idee nascono". Prima o poi qualcuno doveva raccontare il limbo in cui nasce una grande idea. A farlo è una nuova automobile, la solita nuova automobile, e non come sarebbe stato forse più bello una company che produce qualcosa di più alto e utile (come le comunicazioni o l'energia, per esempio). In ogni caso questo genere di pubblicità istituzionale, non retorica ma solo un po' magica, ha ancora negli inglesi i maestri insuperabili. La voce narrante è calda e amica, come se avesse sciolto lava nel tè al posto del miele, e non tronfia e costruita come quelle che sentiamo dalle nostre parti. Il sound design vale l'acquisto di cuffie nuove: usatele, mentre guardate il minuto di spot. Peccato forse per il finale (la scintilla diventa un fuoco d'artificio e la bellissima colonna sonora di SBTRKT sfuma come se qualcuno da dietro gridasse "forza, dobbiamo chiudere"), ma perdoniamo tutto, e pure di corsa. Sarebbe bello vederne qualche secondo ancora, ma è una pubblicità, non un film purtroppo (agenzia W+K London, regia Martin Krejci).
Un curioso articolo dell'Università della North Carolina che sembrerebbe individuare una relazione tra alcuni temi toccati dalla musica country americana (la mia donna mi ha lasciato, il whisky è finito, dov'è finita la mia mucca?) e la propensione al suicidio. Non mi stupisce più di tanto. Io ho sempre pensato che anche la melodica italiana portasse a compiere atti disperati, specie se ascoltata durante un tragitto in taxi a Roma o Milano. Ma non esistono ancora studi in proposito.
Le casalinghe meno disperate del mondo? Eccole: sono le signore Casamonica, indisturbate nella loro palazzina-reggia fin dagli anni '90, e forse già arrestate più volte, ma di nuovo presto in libertà grazie a bravi avvocati, I presume. Il video è tratto da Servizio Pubblico. Vale la pena guardarlo, anche solo per lo scambio"Lei è nullatenente?" "Quale tenente?.
La lingua inglese contempla un verbo bellissimo, che noi non abbiamo nemmeno la possibilità di tradurre. Il verbo è
to Disband. Quando un gruppo musicale si scioglie, loro dicono che è Disbanded. Ma Disbanded è anche una filosofia di vita, un modo di essere e di agire, una condizione umana. Sei confuso? Sei Disbanded. Non hai voce? Sei Disbanded. Sei tornato single? Sei Disbanded di nuovo. E questo è il tuo blog.