lunedì 7 gennaio 2008

Questo spot non funziona, la musica è troppo bella.




Disbanded dichiarazione di Gavino Sanna sul Corriere di sabato a proposito dello sblocco dei diritti di molte canzoni del repertorio dei Beatles. La notizia (ma è una notizia?) è che in pratica da oggi sarà possibile utilizzare in pubblicità qualsiasi pezzo del più famoso quartetto di tutti i tempi dopo il Quartetto Cetra: basterà pagare. Ecco il suo punto di vista: "Una vera manna per i pubblicitari di tutto il mondo, perché sarà la musica della band inglese a fare la parte del leone, occultando la mancanza di idee". Tutto giusto, a parte l'ultimo comma. Chi l'ha detto che una grande musica debba per forza occultare una mancanza di idee? Uno spot è composto - nella gran parte dei casi - da immagini e musica. Dov'è il problema se la musica è bellissima? Potremmo portare sacchi pieni di esempi in cui una grande musica si sposa meravigliosamente a una grande idea. Insomma, io avrei salutato questa apertura con maggiore ottimismo. Che so, forte di ricordi freschissimi come questo. Invece il nostro pubblicitario parla di "sconfitta per la comunicazione commerciale", come se il bello potesse nuocere a qualcuno o costituire un problema. Piuttosto, nel mio ambiente si è sempre detto che la vera manna per la mancanza di idee erano i testimonial. E a me questa versione convince molto di più.

Elvis has left the building.

15 commenti:

Niky Rocks ha detto...

Secondo questa logica "Across the universe" dovrebbe essere una schifezza da Oscar. E invece è una meraviglia da Nobel!

Anonimo ha detto...

Ma Gavino Sanna non si era dato alle vigne?
Come mai i giornalisti se devono intervistare un pubblicitario ancora si rivolgono a lui o a Oliviero Toscani che non fa nemmeno il pubblicitario di mestiere?

Anonimo ha detto...

Beh, il signor G sì che se ne intende: nel suo spot più famoso la "mancanza di idee" era ben occultata da una costosissima musica di Vangelis.

Anonimo ha detto...

bè, sarà pure un pò troppo commerciale, ma pure Penny Lane non è male come accostamento musicale: anzi, dirò di più, è meno scontato il riferimento al colore, e quella strada di quella città è in stato di grazia! L

Anonimo ha detto...

Per me ha seguito alla lettera l'insegnamento occulto contenuto in "Lucy in the Sky with Diamonds" prima di rispondere all'intervistatore.
Naturalmente vestito con una mantellina gialla, in una giornata di pioggia e con un gattino sottobraccio.

Roby

Ted ha detto...

Ma poi bisogna anche vedere se il senso della risposta è stato colto dal giornalista. Magari voleva dire altro. In ogni caso mi piacerebbe sapere (magari da MOD Fra' Roccaforte) com'è la questione dei diritti dei Beatles. Non si potevano avere anche prima?

Anonimo ha detto...

ted

"sacchi interi"......mi pare troppo

Ted ha detto...

Scherzi?
Stiamo pralando di spot mondiali, non solo italiani.
Le più belle musiche di tutti i tempi sono state usate per accompagnare belle o bellissime idee. In tutte le epoche.

Pier Mario Vello ha detto...

La cosa più interessante di questa storia (e questa è la notizia) è che prima della casa di produzione (ultimo possessore) i diritti sulle canzoni dei Beatles erano detenuti da Michael Jackson. Questo è molto disbanded.

Anonimo ha detto...

Scusate, mr t sono io, robyb. Non so perchè mi ha firmato così.

Anonimo ha detto...

Pensa lo spot del Montenegro con sotto "Help".

Anonimo ha detto...

roby, bel titolo. Boutique in Central Park, un'altra città, film fantastico. Bastava aggiungere ....on the inside, e poteva andar bene pure per un altro spot. L

Anonimo ha detto...

I pezzi dei Beatles erano disponibili anche prima. Questioni di soldi, cliente e prodotto coinvolto e abilita' nella trattativa. Ogni pezzo poteva essere acquistato. Sempre che i proprietari dei diritti editoriali o di master fossero d'accordo. Per la precisione era fuori discussione l'uso dei master (cioe' incisioni con le voci dei Beatles, registrazioni ufficiali e non). Si potevano gia' utilizzare previa autorizzazione delle cover esistenti o registrazioni eseguite apposta. C'e' poi da distinguere se i brani sono Lennon McCartney o Harrison o i pezzi del solo Lennon. Sappiate che Imagine per un'ultima remora di Ono non e' finito per milionate di euro su Telecom ''Ghandi''anni fa. Per quanto riguarda la discussione inutile su quanto un pezzo aiuti uno spot o meno, basti l'esempio di Here Comes the Sun di Harrison, grande pezzo ma lo spot rasenta a malapena il 6. Compitino ma niente piu'. Riguardo She's a Rainbow su Sony, e' stata una scelta di brano fin troppo perfetto. Sostituisce il copy. E questa e' prassi all'estero. In Italia e' invece prassi usare brani che addirittura negano nel testo il messaggio della campagna. Solo perche' sono hit del momento. Alla Vanzina e Parenti. E questo e' giusto perche' non so se ve ne siete accorti ma in Italia agenzie e clienti e consumatori stanno riscrivendo rovesciandole le regole basi del marketing e della comunicazione. Forza Napoli. (ah per i seguaci dei saldi a 120 giorni, gli Stones pretendono il pagamento anticipato di meta' del costo per l'uso dei loro brani su uno spot.)

Ted ha detto...

Ringrazio Fra' per il prezioso chiarimento.

Infatti non a caso avevo dibitato che questa fosse realmente una notizia.

Anonimo ha detto...

"Se non sai cosa dire, cantalo" recitava una vecchia prescrizione per creativi in difficoltà.

Secondo la mia modesta opinione, spesso è più importante il COME che il COSA.

E ciò vale tanto per la colonna (portante) sonora quanto per il ricorso al testimonial (vedere Sean Connery per Ras Assicurazioni, "costruttori di certezze).

Diffidate delle generalizzazioni.