venerdì 27 febbraio 2009
giovedì 26 febbraio 2009
Disbanded test of the week #12.
Tornano i Disbanded Test per chi lavora in pubblicità. Domanda facile facile: in tempi di crisi come questi, ti sembra che la tua agenzia stia disinvestendo sui premi creativi (iscrizione dei lavori, mandare persone e/o lavori a Cannes, ADCI & Co)? Più in generale, in tempi Disbanded come questi, ti sembra che la tua agenzia abbia prodotto meno cose creativamente rilavanti rispetto al passato?
Elvis has left the building.
Elvis has left the building.
mercoledì 25 febbraio 2009
Alì Disbanded stories (3).
Negli anni ‘70, a Roma, potevi chiamare un taxi e vedere arrivare una Fiat 124 gialla, senza aria condizionata. Non è quasi cambiato nulla, a parte il colore. In una notte estiva di molti anni fa su uno di questi taxi si infila un uomo piuttosto scuro di carnagione, accompagnato da un altro voluminoso compagno. I due parlano americano. Il tassista guardando nello specchietto riconosce uno dei Re Disbanded di sempre, il grande Muhammed Alì. Come forse avrebbe fatto chiunque a Roma in quegli anni, il tassista prende in mano il microfono della radio e avvisa i suoi colleghi. Non sapete chi ci ho sul taxi, e queste cose qui. I suoi amici non gli credono: forse già altre volte li aveva ingannati, quindi si apre un vivace dialogo fatto di incredulità da una parte e rassicurazioni dall’altra, finché non interviene la Realtà in persona, da dietro: “What are you sayin’ to them?”, chiede. Il tassista gli spiega che i suoi amici non credono che lui stia trasportando il mito nella sua 124 Fiat. Muhammed Alì ci pensa un momento, poi dice: “Dì a tutti i tuoi amici di trovarsi tra 5 minuti a Piazza Venezia”. Chi c’era quella notte, racconta di un’incredibile ressa di taxi gialli, di foto, abbracci e risate, tutti a piazza Venezia. Con al centro del ring Cassius Clay. Chi avesse avuto bisogno di un taxi, avrebbe dovuto mettersi l'anima in pace. Non è quasi cambiato nulla, a parte il colore.
Elvis has left the building.
martedì 24 febbraio 2009
Fuffa e polvere.
La "fuffa" - tecnicamente parlando - è una pallina di lana o di cotone che si forma su maglie e maglioni di non eccelsa qualità, e non di rado si deposita nella piccola culla ombelicale. Ma nel linguaggio nascente si indica con "fuffa" anche qualcosa di inutile e fumoso, inconsistente e anche un po' ingannevole, tutto sommato. In non so quale articolo straniero leggevo che in tempi di crisi come questi è opportuno che le agenzie di pubblicità investano nei talenti e nei prodotti creativi, perché alla fine - proprio perché siamo in tempi di crisi - nessuno sarà più disposto a spendere soldi per comprare la fuffa. Pertanto solo le agenzie che investono sulla creatività si salveranno. Oggi il nome da solo, sia pure prestigioso, non vale i pochi soldi (sempre più preziosi, e sempre più risicati) che il cliente dovrebbe spendere per una campagna. I tempi della politica sono finiti - si diceva in questo articolo, purtroppo straniero - e c'è spazio solo per la sostanza. Ma “fuffa” sono anche tutti quei modelli filosofic-aziendali sottolineati da neologismi e inglesismi che nemmeno uno sceneggiatore scadente alle prese con un film sulla pubblicità saprebbe concepire. E il bello è che ne nascono ogni anno di nuovi, di solito per dimostrare ai clienti di essere flessibili, pronti alle nuove sfide e moderni. Ma la differenza rispetto al passato è che i clienti (nel frattempo diventati più giovani come nel film di Benjamin Button) non se li bevono più, e iniziano a ridere come sto facendo io da qualche tempo ascoltando le nuove dottrine. Mi chiedo se alla fine non sia proprio tutta questa fuffa a rendere il mestiere della pubblicità così polveroso e vecchio. A pensarci bene, ingerire fuffa fino a soffocare può essere il modo più Disbanded di farsi fuori.
Elvis has left the building.
lunedì 23 febbraio 2009
In questo post non c'è niente di Disbanded, a parte l'anello di Mickey Rourke.
Non c'è nulla di Disbanded, ma c'è molto di triste nel vivere in un paese in cui c'è bisogno di ricorrere alla Storia per spiegare alla popolazione che i gay sono persone che hanno dato molto alla società e hanno molto sofferto, e che in fondo non fanno nulla di male (in sintesi, l'intervento di Benigni al Festival). Quando l'ho sentito non ho creduto alle mie orecchie: in che epoca sono sprofondato? In quali latitudini remote e inaccessibili? Poche ore dopo sempre a Sanremo Mr. Povia vinceva il premio della "Sala stampa Radio TV" (quindi un premio degli addetti ai lavori, cosa piuttosto grave) per la sua canzone che equipara i gay ai delinquenti comuni ("la madre era alcolista, il padre non c'era mai, ecco perché è venuto su così; ma si può guarire.", sempre in sintesi). Per fortuna dall'altra parte dell'oceano questi argomenti erano già obsoleti negli anni '70, quando Harvey Milk vinceva le sue battaglie, allungandosi fino ad afferrare una statuetta ieri sera per mano di un grande Sean Penn. Che, per concludere un weekend di Disbandedness, vittorie e sconfitte, dichiarava commosso dal palco: "Mickey Rourke rises again. I love you my brother''. Il wrestler sorrideva protetto dai suoi occhiali neri, abbagliandoci con i brillanti del suo big anello.
Elvis has left the building.
sabato 21 febbraio 2009
E' bello crescere in un mondo Disbanded. E ripulirlo con un Baby Mop.
Elvis has cleaned the building.
giovedì 19 febbraio 2009
Art e copy: Woody Allen.
Bud Light è uno dei brand più creativi del mondo. Ma molti anni prima di questo spot, Woody Allen aveva fatto qualcosa di un po' troppo simile per passarci sopra e magari premiarlo in qualche festival. Citazione o pura copia? A proposito di film di cui molto si parla, la serie di Mr. String della Fallon ci riporta all'epoca del "non sense makes sense": divide come tutti i non-sense, e piace soprattutto agli inglesi. Vincerà dei premi, essendo della Fallon e non-sense, anche se nessuno la capirà. Ma giustamente i puristi del non-sense insorgono: è meglio la campagna dei discount Mag's, follia made in Canada. Ma questa non vincerà nulla. Troppo Disbanded.
Elvis has left the building.
martedì 17 febbraio 2009
Presumo che questa frase sia stata scritta un po'di anni fa. In effetti oggi la "pub" parla la lingua della gente molto più che in passato. Semmai il vero argomento è: cosa vuol dire parlare la lingua della gente. Forse significa, prima di tutto, non parlare la lingua delle aziende: "un gusto davvero unico" e cose così. Gli esempi potrebbero essere troppi per un blog solo: potreste pescarli soprattutto negli spot radio, nei dialoghi in famiglia o nei supermercati di molti spot televisivi, più raramente sulla stampa e quasi mai sul web, mezzo che più di tutti parla la lingua della gente, e che - sempre pubblicitariamente parlando - sta insegnando agli altri mezzi a parlarla. "Cara, io left the building!" "Va bene, Caro!".
Elvis has left the building.
lunedì 16 febbraio 2009
Ambrogio 2009.
In occasione del suo 85esimo compleanno, Robert Mugabe, presidente dello Zimbabwe (paese in cui sette milioni di abitanti sopravvivono grazie agli aiuti alimentari internazionali, il 94% della popolazione è senza lavoro e il colera galoppa sulle ali della denutrizione totale), ha tenuto una sontuosa festa, di cui possediamo la lista degli approvvigionamenti. Più ancora delle 2000 bottiglie di champagne, o delle aragoste giunte via aerea, spiccano ai miei occhi Disbanded le 8.000 scatole di Ferrero Rocher. Diavolo di un Ambrogio, ma non lo sai che a quelle temperature la cioccolata diventa liquid?
2,000 bottles of champagne — Moët & Chandon and ’61 Bollinger
500 bottles of whisky — Johnny Walker Blue Label, 22-year-old Chivas
8,000 lobsters
100kg king prawns
3,000 ducks
4,000 portions of caviar
8,000 boxes of Ferrero Rocher
16,000 eggs
3,000 cakes — chocolate and vanilla
4,000 packs of pork sausages
500kg cheese
4,000 packets of crackers.
Elvis has left the building.
Priceless.
Questo ambient ci ricorda con la consueta chiarezza che se vuoi fare un evento che sia notato, non basta più l'ideuzza. Ci vuole una bella idea, mezzi tecnici, meno vincoli urbanistici e/o stradali (vi immaginate organizzare questa tutto sommato semplice cosa a Roma o a Milano?), sense of humour e soprattutto una cultura di questi eventi che noi proprio non abbiamo. (thanks Scamp)
Elvis has left the building.
venerdì 13 febbraio 2009
God was a copywriter.
Come è noto Dio, ma ancora di più suo figlio, si distinsero per grandi esempi di copywriting. In effetti i vari "Gli ultimi saranno i primi.", "Alzati e cammina!" o "Chi ama mi segua." (che non è sua, pardon) erano dei veri e propri claim, per la precisione i primi della storia. L'unico che non ho mai capito è il celebre "E' più facile per un cammello passare nella cruna di un ago...": non mi risulta che Gesù assumesse droghe, propendo quindi di più per un errore nella traduzione dei Vangeli. In ogni caso, sarà forse per questi preziosi trascorsi che le proposte giunte per il concorso erano soprattutto campagne di solo testo. Su questa pagina trovate la campagna più votata dai giurati (quella di ATEO NON CONVINTO, con 4 segnalazioni) e le due seconde a pari merito (NICORUK e FINOALRESPOSO) con 3. Se siano campagne che possano convincere qualcuno ad avvicinarsi a God, o anche solo a convincersi della sua esistenza? Assolutamente no. Se siano titoli degni degli eterni slogan di Jesus? Ci mancherebbe. Ma sono dei riusciti tentativi di far sorridere, scaldare un po' l'argomento, e rivolgersi a un target giovane, come richiesto nel brief. Mi sarei aspettato più idee visive, ma evidentemente l'argomento non era facile. Belle invece le idee radio e alcuni ambient. Il vincitore lavora già in una bella agenzia milanese, motivo per cui lo stage in The name o altra agenzia milanese (da me millantato senza alcun potere di procurarlo) ce lo può tirare allegramente sui denti. E' stato un bel gioco, alla prossima.
Si ringraziano i giurati Giuseppe Mazza, LSD, Giannotti, Albanese, Mauro Manieri, e i vari commentatori sparsi.
Elvis has left the building.
giovedì 12 febbraio 2009
martedì 10 febbraio 2009
God on Facebook e in alcuni altri posti.
Ho passato alcune piacevoli ore notturne a caricare su un' apposita pagina tutte le vostre proposte di campagne a favore di Dio. Ciò mi ha generato una certa confusione mistica, culminata con la visione di Papa Giovanni II che spara a Alì Agca su History Channel. Le campagne sono caricate tutte, senza filtro, e verranno ora giudicate da alcuni abili professionisti. La maggior parte provengono da aspiranti pubblicitari, alcune da chi già fa questo lavoro. Nonostante non ci fosse un vero brief, alcune proposte sono riuscite comunque ad andare fuori brief: non è miracoloso? Ed è anche curioso il numero di campagne che usano Facebook come tema, ma forse era prevedibile. In ogni caso chiedo indulgenza e generosità nei commenti, perché il non-brief era difficile. Alle tante mail che gentilmente chiedevano un commento o un giudizio, altrettanto gentilmente rispondo che purtroppo sono troppe per dedicare loro risposte adeguate. Nei prossimi giorni la proclamazione dei vincitori.
Elvis has left the building.
lunedì 9 febbraio 2009
Vendesi scarpa usata, lievemente danneggiata ad altezza tallone.
Non è un viral. O meglio, è un virale ma è anche reale.
Elvis has left the building.
sabato 7 febbraio 2009
Everything he learned in the White House.
Non troppo dissimile dal sito Have a Break vuoto di Kit Kat, questo libro è regolarmente in vendita in America e -presumo - a giorni anche nel resto del mondo. Sono più o meno 150 pagine che ho divorato in pochi secondi: sono infatti vuote. Totalmente bianche. La tag line non a caso declamava: "The Commander in Chief Reveals everything that's on his mind". Siccome il libro sta andando a ruba, pensate quanto sia ancora facile fare quattro soldi con le idee più stupide. O forse erano i Presidenti? Non so.
G.W. has left the building.
giovedì 5 febbraio 2009
mercoledì 4 febbraio 2009
lunedì 2 febbraio 2009
The gallery. (Alessandro Stenco)
Ecco una nuova gallery di lavori preferiti dai creativi italiani. Questa è di Alessandro Stenco, head of arts in Y&R milano, che ebbi il piacere di conoscere ai tempi della grande Saatchi di Paolo Ettorre, qualche anno fa. Scrive brevemente Ale: "La mia vuole essere una gallery di prodotti e/o personaggi disbanded. Maxell, già citato sul tuo blog, è capostipite di una serie infinita di campagne cartelli di Warhol/Dylaniana memoria e dedicato ad un prodotto superdisbanded come un'audiocassetta. Honda Accord: esiste in questo momento un prodotto più disbanded di una automobile? E per finire, musica Jazz, Gang californiane (Bloods e Crips)."
Elvis has left the building.
domenica 1 febbraio 2009
March 1943.
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