lunedì 23 marzo 2009
E Bogusky è uno che se ne intende.
In questo molto gradevole scritto per Advertising Age firmato dallo skater miliardario Alex Bokusky, il fascinoso creativo della CP&B spiega tra l'altro come le agenzie più piccole e snelle (un tempo anche la sua lo era) possano avere un ruolo determinante nello scenario catastrofico attuale. E parla di nomi. I nomi delle agenzie. Quattro righe mi hanno incuriosito, e le riporto per vostro diletto e insegnamento: "Whatever happened to naming agencies after the partners? Call me old-school, but if you have a name like Ari Merkin, the world needs to see it on some letterhead and real big on the side of a building. Merkin is a wonderful name, and the word is actually worth looking up in Wikipedia. You won't regret it.
Do it now. I'll wait ..."
A me piaceva anche BAD, comunque.
Elvis has left the building.
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10 commenti:
WOK rocks. E Bugusky strappa sempre sospiri.
E ti aspettavo al varco infatti.
BAD è un bel concept, chiaro e diretto...ma i fondatori hanno anche degli stra cv...mi chiedo se queste piccole agenzie siano solo figlie di persone che per anni hanno indossato marchi grossi (come wieden + kennedy o bbh)...direi di no.
a proposito di agenzie giovani: "BP" e "the name" non sono più una realtà unica?
Quello di BAD è il migliore sito di un'agenzia di pubblicità che abbia mai visto. Zero fuffa, semplicemente chi siamo, cosa abbiamo fatto, cosa facciamo e a che prezzo. Se fossi un imprenditore mi ispirerebbe subito fiducia, più delle altisonanti e strambe filosofie di marketing che hanno le grandi agenzie.
Concordo Anonimo 10.30. Bisogna anche vedere che risultati avranno, ma questo riguarda tutti noi, piccoli o grandi.
Al precedente Anonimo: sì, The name e Brand portal si sono separate da qualche tempo.
Malcom Tyler però è di Fiumicino...
e separandovi da brand portal vi siete portati dietro le altre agenzie romane che facevano parte del gruppo?
P.S.:
penso che il concetto 20 : 20 : 20 sia poco plausibile in una realtà italiana (forse) ma sicuramente, considerando i clienti che hanno, penso che la sony o la levi's siano ben felice di pagare meno per un progetto che ha la stessa qualità
...come mai questa separazione? Per la crisi?
No, ci siamo tenuti i rispettivi clienti.
La separazione è avvenuta perché ognuno potesse fare meglio il proprio lavoro, tra l'altro in totale accordo visto che conveniva a tutti.
E poi perché Luca voleva le matite nere con scritto The name sopra.
devo chiedere un parere super partes al mio direttore creativo. Ti fischieranno le orecchie a pomeriggio!
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