martedì 30 ottobre 2007

Quando un Disbanded incontra un Disbanded.


Quando due Disbanded si incontrano, è sempre una delusione. Occasione buona sì e no per scattare un paio di foto, per improvvisare qualche gag, e magari darsi un appuntamento a cui non crede nessuno. Di solito più alta è l'attesa, meno succede. La troppa personalità annulla la Disbandedness. Infatti guardate qui Elvis e Mohammed Alì: a me sembrano due politici durante un G8. E di sicuro il Re di sinistra non sembra un pugile. Questi invece (courtesy of Maurizio Ruggeri) sono i 10 pugili più forti di sempre, in una classifica fatta da Mohammed Alì in persona. Che scrive:

1. Naturalmente il numero uno sono io.

2. Sonny Liston. Colpiva duro. Mi ha picchiato
talmente forte che tutti i miei parenti sono finiti in
Africa.

3. Floyd Patterson

4. George Foreman

5. Joe Frazier

6. La mia terza moglie. Per la precisione Veronica
Porche, con la quale sono stato sposato dal giugno 77
a luglio 86.

7. Rocky Marciano

8. Jack Johnson

9. Jack Dempsey

10. Archie Moore


(Elvis non è citato. Forse perché has left the building.)

L'uomo che Disbanded il Titanic.


Dopo circa 90 anni si scopre che la tragedia del Titanic ha un responsabile. Che di diritto entra a far parte dei Principi Disbanded, anche per le modalità dei fatti. Dunque il tizio si chiama David Blair, ed era un vice ufficiale che pochi giorni prima aveva portato il Titanic da Belfast (dove era stata costruita) a Southampton, da dove sarebbe partita. Egli custodiva la chiave della valigia in cui era riposto il binocolo per l' avvistamento degli iceberg ma, sostituito all'ultimo momento, le tenne con sé per un'imperdonabile distrazione. A quanto riferirono alcuni marinai superstiti, la chiave venne drammaticamente cercata invano in quegli ultimi momenti fatali. Primo risvolto Disbanded: che un binocolo debba essere custodito a chiave in una valigia, e che ce ne sia solo uno a bordo. Poi dice che le navi affondano. Secondo risvolto Disbanded: pochi giorni fa le chiavi sono state battute all'asta per 100.000 euro. Significa che qualcuno le ha amorevolmente conservate per tutti questi anni. E a me piace immaginare questa famiglia Disbanded, con le chiavi di nonno David in una teca sopra al pianoforte, e il nipotino che chiede: "nonna, mi racconti di nuovo la storia delle chiavi e della valigetta?", e la nonna che, con una spinta di polpastrello, infila il DVD di Titanic.


Elvis has left the lifeboat.

lunedì 29 ottobre 2007

Non dite mai a un Disbanded "avevamo detto che".



"Avevamo detto che" è una frase che viene spesso pronunciata a seguito di un cambio di programma unilaterale che ha spiazzato una delle parti, più precisamente quella che pronuncia queste parole. A me personalmente non piace, la trovo violenta. Non ricordo di averla mai pronunciata, infatti. Avevamo detto che avremmo cenato insieme? Sì, ma non mi offendo se ora sei stanca. Avevamo detto che mai più dal giapponese ex-cinese? Vero, ma gli amici hanno prenotato lì. Sollecitato da una nostra equipe, un campione di individui ha associato alla frase "Avevamo detto che" un cubo. Altri invece hanno visto una panchina di granito. Il contrario della frase "Avevamo detto che " è la frase "Oggi mi sento elastico", oppure "Meglio così", che è addirittura troppo. Di solito tra gli "Avevamo detto che" si nascondono molti avvocati e commercialisti, ma anche semplicemente un genitore. Tra i "meglio così" abbiamo invece svariati pittori e alcuni cineasti. L'animale che rappresenta gli "Avevamo detto che" è il toro seduto (ma non quello della foto). Presto in edicola la collezione delle frasi da dire - o non dire - a un Disbanded. In omaggio con il primo numero: "Avevamo detto che", la più terribile di tutte.


Elvis has left the building (he said he would not!)

domenica 28 ottobre 2007

Anche un colore può essere Disbanded.



Il passaggio di secolo è sempre un momento magico, in cui l'uomo si inventa cose. Alla fine del '900, per esempio, furono inventati Internet e l'aspiratore di briciole per la tavola. Ma alla fine dell'800 si pensava ancora più in grande. Allora sì che il genere umano era Disbanded. In America c'era un generale in pensione chiamato Augustus Pleasonton che, riposta la baionetta, si mise a fare studi sulla luce. Traviato da un fotografo, iniziò a convincersi dei benefici effetti del colore blu sugli organismi, sulle persone, sulle malattie. Costruì nel giardino di casa delle serre a pannelli di vetro colorato, in cui poté verificare la salute formidabile delle piante e delle viti investite da luce blu. Fu quindi naturale che scrivesse di lì a poco: "Influence of the Blue Ray of the Sunlight and of the Blue Color of the Sky in Developing Animal and Vegetable Life in Arresting Disease", l'unico libro in cui può capitare di fare l'orecchietta già alla copertina. In breve tempo - pur non esistendo Internet - la mania della luce blu si diffuse in tutta l'America e successivamente in Europa. I proprietari delle case facevano costruire solarium dai vetri blu, e i centri benessere di New York rividero di colpo i colori di pareti, poltrone e vetri. La luce blu si credeva giovasse all'umore, ai dolori ossei, ai reumatismi e ai "postumi di incidenti ferroviari" (Times). Un mucisista di nome Edward Mark incise anche "La marcia del vetro blu", con in copertina alcuni invalidi in un solarium che butano via le stampelle, come tanti Enrico Toti illuminati da televisori. Per fortuna - dobbiamo certe volte riconoscere - il mondo non è popolato di soli Disbanded. Ci sono anche i Razionali, i Quadrati, gli Scienziati. Per farla breve, qualcuno iniziò ad averne abbastanza di tutte queste cazzate sulla luce blu. La rivista Scentific American pubblicò il non equivocabile articolo "L'inganno della luce blu", in cui tra l'altro spiegava una cosa logica: che sotto un vetro blu si è esposti a una minor quantità di luce blu che non stando sotto un vetro incolore. Ma a parte questo, iniziarono addirittura a diffondersi leggende metropolitane su danni alla vista prodotti dalla luce blu. E come accade per tutte le mode effimere, anche quella della luce blu si dissolse nel nulla. Ma a me piace credere che il suo inventore, il generale Augustus Pleasonton - che sui campi di battaglia non lasciò alcuna traccia - fosse realmente in buona fede. Mi piace credere che non fosse un ciarlatano, ma solo un formidabile Disbanded che come tanti di noi credeva di aver visto la luce. Blu.


Elvis has left the building.

mercoledì 24 ottobre 2007

Typos generation.



Ringrazierò sempre l'amica Alex Ciucci per avermi fatto scoprire l'elegante termine inglese "Typos", che indica refusi, errori di battitura e simili. Io ne faccio moltissimi di Typos, specie perché scrivo Ted Disbanded nelle ore notture dopo il programma alla radio. Ma non me ne dispiaccio, perché trovo che sia una parola bellissima. La amo quasi ai livelli di Disbanded. Assodato che il Typo non è altro che un testo che a un certo punto prende una piega Disbanded, racconto questa brevissima storiella che ha avuto come protagonista me, il Presidente della Repubblica e dei Typos. Ero con Antony Giannone (copy) a presentare a Giorgio Napolitano degli script di uno spot per le celebrazioni della Costituente. Non proprio un compito facilissimo. Conoscendo l'età del di-lì-a-poco-Presidente, pensammo bene che il corpo 80 non sarebbe stato sufficiente per la certamente debole vista dell'anziano senatore. Optammo quindi per un corpo 140, e pochi essenziali disegni per evitare che il sonno piombasse, giusto e meritato, da un momento all'altro. Tra l'altro era sera inoltrata. La presentazione avvenne su dei divanetti: Antony declamava il testo, io tenevo dritto un cartone, un account teneva pronti dei raudi, e il Presidente seguiva con interesse, secondo la regola aurea che più sali di carica (in un'azienda, ma anche in uno stato) più incontri persone disponibili e pronte all'ascolto, e soprattutto pronte all'approvazione.
Dopo qualche riga, il cordialissimo Giorgio interruppe l'esposizione di Giannone:
- Mi scusi, manca un "DELLA".
- Dove, Presidente?
- Lì sotto, alla terza riga: DELLA Nazione.
- Ma dove?
- Alla terza riga: indispensabile per la nascita DELLA Nazione. Manca il DELLA.
Non vediamo. Ci avviciniamo al cartone come due anziane talpe, ma ormai nell'imbarazzo lo script è
diventato per noi un finto testo in latino, le parole sono un'unica, indecifrabile nebuolsa e non troviamo proprio l'errore. Forse siamo addirittura ancora convinti di aver ragione noi, per una legge matematica (33+43 anni=76, contro gli 80 dell'interlocutore).
- Ragazzi, suvvia: "Indispensabile per la nascita della Nazione".
- Ma certo, Presidente. Eccolo qua. (Antony fingendo di mordere il pugno per l'errore, io fingendo di averlo trovato): Un errore dovuto alla fretta. Ci avete chiamati di corsa...
- Ma sì, non preoccupatevi ragazzi. Un Typo può capitare a tutti. Bravi, grazie, arrivederci.
(risponde al telefono) - Al cinema? volentieri, ultimo spettacolo.


Elvs has lefk the bulding.

martedì 23 ottobre 2007

Surmonter les obstacles. (Diventare Disbanded a 65 anni).


(Gabriel Garcin - Surmonter les obstacles/Overcoming obstacles, 2005)

Mio nonno, raggiunti i 65 anni di età, non irruppe nel soggiorno dichiarando che avrebbe fatto il fotografo. E, sono sicuro, neanche il vostro. Sono cose che normalmente non succedono. Continuò a fare l'ingegnere. Gilbert Garcin invece, che oggi ha 82 anni ed è uno dei fotografi più visionari che esistano, iniziò la sua nuova carriera proprio a 65 anni. Solo per questo dato meriterebbe il podio nella nostra classifica. Forse era diventato Disbanded in tarda età. O forse era Disbanded dentro anche quando aveva 15 anni, ma magari non lo sapeva. Oppure siamo noi che non ne sappiamo nulla, perché la madre potrebbe invece raccontarci di quando dipingeva a strisce le tartarughe. Tutto questo è importante, perché io spesso mi sono chiesto che fine faccia la creatività dopo una certa età. Sarà che sono cresciuto con la musica, e ho sempre visto i miei musicisti preferiti (tutti, senza eccezioni) perdere il cosiddetto "smalto" dopo i 45 anni quando andava bene. Per i pittori ci sono nobili eccezioni, e per gli scrittori - per fortuna - anche. Ma normalmente la mente è fertile quando i neuroni non si sono ancora dati fuoco. Ecco però che le foto di Garcin arrivano a suggerirci che, forse, ciò che logora le idee è solo fare per troppi anni la stessa cosa. Non è l'età, è la noia. Quindi c'è speranza, anche per noi creativi. Ma alla fine di tutto, penso che sia stato meglio che mio nonno abbia continuato a costruire i suoi ponti. E Garcin i suoi.



Elvis has left the building.

domenica 21 ottobre 2007

Quando Anita Ekberg incontra Lo Squalo.




Quando un evento di "guerrilla" risuscirà a produrre in Italia lo stesso effetto della Fontana di Trevi colorata di rosso, mi toglierò il mio cappellino militare. Ma nel marketing di casa nostra siamo molto lontani da un risultato del genere, per cui me lo tengo in testa. E siccome "marketing" è già la seconda parola brutta in due righe, cercherò di scriverne almeno una bella: Disbanded. Come chi non si è reso conto che la protesta avrebbe finito per fare un favore alla festa del cinema di Roma: è stato un gesto glamour, che ha acceso riflettori addirittura internazionali sulla ancora giovane Festa veltroniana. E questa operazione è esattamente il tipo di evento "guerrilla" che sarebbe stato il caso di confezionare per il Festival ma che, se ideato ad hoc, non sarebbe riuscito nel suo intento proprio perché svilito e smascherato dal suo intento commerciale. Invece qui funziona perché è un gesto autonomo, spontaneo, non sponsorizzato e non annacquato da nessun brand. Disbanded è poi chi si è scandalizzato e si è allarmato per così poco. E infine Disbanded è chi ha chiamato "vandalo" l'autore di un'opera d'arte nell'opera d'arte, perché non c'è nessuno di noi che non abbia detto o pensato, vedendo la fontana rossa: "bella!", e perché i gesti vandalici sono un'altra cosa. Bisognerebbe spiegarlo a quelli del Tg5 (Disbanded anche loro) che in un servzio di ieri hanno accostato questo episodio a mutilazioni di statue varie nelle diverse epoche. Comunque io una pinna di squalo, nella fontana, ce l'avrei buttata.

Elvis has left the fountain.

giovedì 18 ottobre 2007

C'è da trovare un titolo per questo post.



Quasi per caso vengo a conoscere la storia di My Way, classico della canzone di ogni tempo, e una delle principali cause di risse e omicidi nei karaoke bar delle Filippine (fonte Wikipedia). E' una storia piena di risvolti Disbanded, e soprattutto piena di titoli. La prima versione, scritta da un ex cantante francese che si chiama Jaques Revaux, si intitola "For me". Ed è in inglese. Il senso è completamente diverso dalla My way che conosciamo. Non piace a nessuno, finisce in un cassetto.
A questo punto entra in secna un franco-egiziano: si chiama Claude Francois. La canzone è sempre quella, ma il titolo diventa: "Comme d'habitude". Il pezzo esce, e funziona, almeno in Francia. In Egitto non credo. Fatto sta che Paul Anka, che si trova a Parigi, la ascolta alla radio e decide di comprarne i diritti. Ma cambia testi, significato e ovviamente titolo. Diventa "My Way", e parla di bilanci, di vite vissute e quasi finite, di orgoglio. Ci penserà Frank Sinatra a farla diventare un successone. Ma nel frattempo (siamo sempre nel 1968), un ragazzo sveglio e dotato con un occhio blu e uno nero sta adattando anche lui la canzone francese che impazza alla radio: il titolo che David Bowie crea è bellissimo: "Even a Fool Learns to Love". Ma è arrivato tardi. Ormai il pezzo è di Paul Anka. David Bowie, di rabbia, scrive Life on Mars, che non a caso ha qualcosa di My Way dentro. Forse è una My Way My Way, in qualche modo. Ma, se siete arrivati fino a qua, credetemi per una volta: cliccate sopra al titolo, e passate 4 minuti emozionanti. E' la versione più bella e più Disbanded di tutte. Perché finalmente, dopo tanti passaggi di penna, questa canzone ha un senso. Bisognava cantarla così. A due mesi dalla fine.

Elvis has left the building.

mercoledì 17 ottobre 2007

You are watching Disbanded Channel.



E' un mondo Disbanded quello in cui Marilyn Manson è più famoso di Sir Alexander Fleming. O in cui gli uomini sono più grati a Britney Spears che a Marie Curie. Un mondo Disbanded* (*qui=triste) ma vero. Guardando questa campagna argentina (sobria, quasi antica, che fa un po' di casino senza essere cattiva a tutti i costi, e che, in ultimo, non vincerà mai a Cannes) riflettevo sulle polemiche seguite alle campagne di Toscani (anoressia e sanità) e individuavo una sostanziale differenza tra quel modo di essere provocatori, e questo. L'ironia, nelle campagne del fotografo italiano, è sempre assente. Mai che contenessero ragionamenti realmente ma delicatamente Disbanded come questo. Che peraltro mancano proprio in generale alla pubblicità italiana. Cambiando soggetto, ma solo quello a destra, vi dico che in un'ipotetica pagina pubblicitaria di History Channel, accanto a Fleming ci dovrebbe essere Churchill. Racconta infatti una leggenda che il giovane Fleming salvò la vita ad un bambino che, caduto in uno stagno, stava per affogare. Il bambino tratto in salvo era appunto Winston Churchill, i cui genitori, riconoscenti, avrebbero dato al giovane Alexander la possibilità di studiare che altrimenti non avrebbe avuto. E siccome la vita è un cerchio, e i cerchi prima o poi si chiudono, Fleming salvò una seconda volta Churchill, quando l'anziano statista, affetto da una grave forma di infezione, venne guarito proprio dalla penicillina. La storia fa di questi scherzi (fig. 1), ma anche la natura si diverte assai (fig. 2).

Elvis has left the building.

lunedì 15 ottobre 2007

Disbanana.


How To Remove CD Scratches With A Banana - The funniest videos clips are here

Questo è stato per me il weekend della frutta.
Dopo aver scoperto che all'interno dei semi di cachi si trovano dei disegni perfetti di posate (cucchiaio, forchetta e coltello), segno inconfutabile che anche Dio ha i suoi momenti Disbanded o che è insoddisfatto della linea Fornfut di Ikea, mi imbatto in questa nuova proprietà nascosta delle banane: tolgono i graffi dai CD. La notizia ha fatto tornare il buonumore negli uffici delle case discografiche (dove però non c'era più nessuno) e anche in quelli della Chiquita. Alcuni Dj's hanno tentato l'esperimento anche su vinile, maledicendo questa trovata e buttando dischi resi ormai inservibili dalle banane. A Pittsburgh una donna, mentre provvedeva alla rimozione dei graffi con il frutto a forma di sorriso, ha dimenticato a terra la buccia, vi è scivolata sopra e si è tagliata un orecchio con The very best of Billy Joel. Mentre a Benevento un uomo che aveva ripulito i suoi 700 CD è stato attaccato e rapinato da alcuni scimpanzè attratti dall'odore. Ma è da sempre che sento leggende Disbanded che riguardano il Compact Disc: se lo metti nel freezer si sente meglio. Se lo attacchi dietro alla tua auto, neutralizzi l'autovelox. E intanto il CD muore poco a poco, graffiato a morte da un nemico immateriale. E nessuna banana può venire a salvarlo. Nemmeno quella di Andy Warhol.


Elvis has left the building eating bananas.

domenica 14 ottobre 2007

La donna che disegnò un mondo peggiore.





Ho sempre pensato che la persona più determinante per la storia più recente del mondo sia stata Theresa LePore, di professione grafica. Non ha inventato nulla, l'Enciclopedia Britannica la ignora, e non esiste una sua statua da nessuna parte. Theresa e il suo team si limitarono a disegnare le schede elettorali per le elezioni americane del 2000 in Florida. Erano schede fatte strane, in cui il complicato sistema di frecce e forellini finì per rendere Disbanded (= Disorientata) un sacco di gente. In pratica, se volevi votare il secondo nella lista (Al Gore) dovevi forare il terzo buco. Una capriola della logica che sembra quasi disegnata da un italiano. Specie i più anziani, venne poi fuori, sbagliarono tutto: invece di dare il voto ad Al Gore, finirono per darlo a Buchanan, favorendo Bush. Che come sappiamo, per soli 537 voti (quelli della Florida ) diventò Mr. President. Questo portò a una serie di fatti tragici che nemmeno sto qui ad elencarvi. Culminati con il Nobel per la Pace di tre giorni fa, che tutto sommato è anche una notizia buona. Ma vi basti rispondere a questa domanda: ci sarebbe stato l'11 settembre con Al Gore alla casa Bianca? E i Protocolli di Kyoto, sarebbero stati firmati dagli USA? Sono due piccoli episodi. Quasi insignificanti. Due forellini su una scheda elettorale, disegnata da Theresa LePore, Disbanded woman of the Century.


Elvis has left the White House.

giovedì 11 ottobre 2007

Curriculum Disbanded.



I fastidiosissimi curriculum pre-impostati e uguali per tutti sono come gli sms di Natale, che vengono inviati in serie a tutti con lo stesso testo. Ma nel caso dei CV è ancora peggio, perché spesso contengono commenti che dovrebbero riguardare te (o la tua struttura in particolare) e invece sono chiaramente standard. Quindi sono delle BUGIE. Quindi tu ti stai presentando in cerca di un lavoro con una BUGIA. Ricevo appunto oggi questo CV all'indirizzo di posta elettronica di The Name attivo da tre giorni (essendo da tre giorni nata l'agenzia). Tralascio la parte delle generalità del candidato, e vengo subito al dunque:
"Conosco da molto la vostra società e apprezzo molto lavori prodotti.
Sarei onorato di essere ricevuto per un colloquio conoscitivo, mi
rendo conto che non è da tutti lavorare per voi ma vorrei almeno
misurare le mie capacità e il mio entusiasmo."

La società è nata l'altro ieri, e di lavori prodotti non ce ne sono. Quasi da assumere, questo ragazzo.
E invece.


Spett. Elvis, you left the building.

mercoledì 10 ottobre 2007

25 anni fa il mondo perdeva un Disbanded.



A 25 anni esatti dalla sua scomparsa, Maurizio Ruggeri (a sua volta Disbanded: www.youtube.com/watch?v=rPuD99cAkhg) traccia per noi questo profilo di Glenn Gould, dimostrandone la sua Disbandedness, peraltro già nota ai più e testimoniata anche da questo fantastico video.

"Artista dotato di un talento naturale fuori dall’ordinario. Esordì a soli 14 anni. A ventitré anni realizzò la sua prima registrazione discografica con un’opera di J.S. Bach, le VARIAZIONI GOLDBERG, che rimase fra le sue interpretazioni esemplari, e che tornò a incidere un anno prima della morte. Negli anni seguenti fece tournées in tutto il mondo impressionando pubblico e critica per l’originalitàdelle sue interpretazioni, circondandosi di una fama di artista eccentrico e bizzarro. Nel 1964 (a soli 32anni!) prese la decisione Disbanded di ritirarsi dall’attività concertistica, per dedicarsi eslusivamente a quella discografica, che proseguì con grande intensità, sia come solista, sia in formazioni da camera. Ricordo che Glenn Gould aveva un' ossessione. Le sue mani! Doveva sempre metterle sotto l’acqua calda, alla giusta temperatura, prima di posarle sui tasti del piano. D’estate portava cappelli e guanti di lana! Era diventata una vera e propria mania. D’altra parte lui era quello che in medicina potrebbe definirsi un fobico. Celeberrimo il libro, “No, non sono un eccentrico”, che raccoglie una serie di interviste fatte a Gould da Bruno Monsaingeon."

Elvis has left the bulding.

Ma i Disbanded non aprono una merceria.



Il concetto di Disbanded applicato alle persone dovrebbe essere cosa abbastanza semplice da capire. Bastano le poche parole del riquadrotto qui accanto per farsi un'idea sufficientemente chiara. Eppure ieri sera, alla radio, non è andata così. Il discorso cadeva sui Disbanded nello sport, e con l'amico Maurizio Ruggeri abbiamo avuto ospite al telefono Rino Tommasi, probabilmente il più grande giornalista sportivo italiano. Ci aspettavamo che parlasse dei vari Maradona, George Best, Mc Enroe, Gascoigne, Hunt, e tutta la compagnia infinita dei DSBND sportivi. Ma qualcosa deve essere andato storto. Perché il giornalista, come esempio maximo, ci ha citato Paavo Nurmi. Che nelle varie enciclopedie online viene così ricordato: Maratoneta finlandese. Uomo di semplici virtù. Quasi un eroe nazionale. Per condotta morale e rettitudine, fu molto vicino a un santo. Ma, soprattutto, dopo il ritiro gestì una merceria ad Helsinki.


Rino Tommasi has left the building.

sabato 6 ottobre 2007

Certe volte fai fatica a capire chi è il Disbanded * (*Trad. #11: Abbandonato).



Uno dei posti più Disbanded del mondo è il Luna Park di Roma, anche detto Luneur. Ne ho avuta la definitiva conferma girando questo video con l'amico Luca, per la grande family che abbiamo lasciato venerdì dopo anni e anni (thanks Fulvio per la regia).
Ci siamo stati di martedì, ed era chiuso, tutto il giorno. Così come il lunedì. Ci siamo tornati mercoledì, in orario pomeridiano e in una tiepida giornata di sole, e le immagini parlano chiaro: totalmente Disbanded. Stavolta nel senso di Abbandonato. Come ogni parco dei divertimenti che si rispetti, può essere fonte di gioia o di tristezza a seconda di chi lo guarda. Ma anche di chi ne cura la manutenzione: qui ho avuto paura perfino sul trenino di Loch Ness (deragliare e finire nel laghetto sarebbe stata un'uscita di scena degna di tutto questo). Ma non l'ho fatto vedere, perché dovevo sembrare annoiato. Disbanded. Abbandonato come tutto il resto. Abbandonato il luogo. Abbandonati noi due. Abbandonati loro, gli amici.
Quando un giorno penserò al Primo Festival Disbanded, lo organizzerò qui. Di lunedì o di martedì.


Elvis has left the building.

venerdì 5 ottobre 2007

"Oh no, Willy, che vai a fare a Budapest?"*



* Stranger than Paradise, Jim Jarmush. Ted Disbanded Movie #1.

Nessun film meglio di questo ha fotografato per me la filosofia Disbanded. Nessun finale di film, più di questa battuta, ha potuto rappresentare come ci si sente quando non solo te stesso, ma anche tutto il mondo intorno a te è completamente Disbanded. Questo post oggi lo dedico a me. Non ho valigie, ma scatoloni. E non vado a Budapest, nemmeno in vacanza. Oggi è il mio ultimo giorno alla Saatchi&Saatchi, e il minimo che possa dirvi è che mi sento come Elvis.

Elvis has left the building.

mercoledì 3 ottobre 2007

"Ma allora come mai poi fate uscire queste cagate?"




Questo è quanto dichiara Parla Donzelli, della La Sterpaia di Oiviero Toscani
(N.B. E' una dichiarazione recente, non del 1985 come potrebbe sembrare):
"Il nostro modus operandi è diverso da quello di un'agenzia
tradizionale, ad esempio per ogni nuovo progetto di comunicazione
attiviamo un nuovo gruppo di lavoro, composto da giovani under 25
esperti in discipline diverse e variegate. La nostra realtà infatti,
ispirandosi al modello della factory e della bottega rinascimentale, è
un laboratorio creativo e culturale che spazia dalla pubblicità
all'arte, dall'architettura alla musica, dai programmi televisivi alla
presentazione di libri, mostre e convegni. Insomma, siamo più un
centro culturale che un'agenzia, e ai clienti offriamo un servizio a
360°".

L'unica risposta che mi viene in mente è nel titolo del mio post.
Io vi dico che finché ci saranno clienti, istituzioni e media che si faranno prendere per il culo da personaggi come questi, Elvis continuerà a left the building. Disgusted.

lunedì 1 ottobre 2007

E' ufficiale. Si può essere Disbanded anche essendo nati in Svizzera.



Questo video (courtesy of Lisa Bì) mi fa riflettere. E' del corpo dei pompieri Svizzero, e serve a promuovere l'uso del numero magico: il 118. Mi domando tra quanti anni luce potremo, in Italia, avere la possibilità di fare la stessa cosa. Eppure dal mio manuale delle Disbanded-Popolazioni, gli svizzeri non figuravano esattamente al primo posto. Anche quanto a fantasia. Non erano forse famosi per gli orologi? Invece ecco una bella lezione di Disbandedness a noi bacchettoni dinosauri italiani: Hip Hop svizzero (che è già un programma) per il corpo dei Pompieri. A me piace.
A Elvis no, e infatti sapete come è finita anche oggi.

In un mondo di finti Disbanded, eccone uno vero.




Uno dei musicisti più Disbanded di tutti i tempi è sicuramente Screamin' Jay Hawkins. Ma che dico musicisti: lui è uno dei più Disbanded in assoluto di tutte le arti. Non finge, è davvero così. Pochi secondi di questo video (http://www.youtube.com/watch?v=orNpH6iyokI), e mi darete ragione. Quello che non sapevo, e forse nemmeno voi sapete, è che questo geniale urlatore aveva 57 figli. O forse 75, come potete leggere dall'incredibile storia qui sotto che lo colloca per acclamazione nella galleria del Most Disbanded ever.

Blues Musician Screamin' Jay Hawkins was an eccentric man. He wore outlandish outfits, claimed to practice voodoo and carried a skull named Henry on stage with him at every gig he played. But when his close friend and official biographer, Maral Nigolian, learned that Jay Hawkins had 57 children, she was shocked. After his death last February, Nigolian decided to look for the children of Screamin' Jay Hawkins to bring them together for a reunion. As independent producer Alix Spiegel reports, what seemed like a small simple idea, turned into a full-time occupation. The Website Nigolian posted drew thousands of responses, most from people who hoped to be connected to the man, some from people who actually were. The oldest of what soon became perhaps 75 children, Suki Lee Anne Hawkins remembers mostly her father's absences. She never knew he had any other children. Another child, Debra Roe, was 23-years-old before she learned that Screamin' Jay Hawkins was her father. This summer, Nigolian brought together these two women and some of the other 33 Hawkins children she has identified. It was a kind if practice for a bigger reunion she is planning for March. And it was rough. No one could believe Screamin' Jay had fathered so many. And Elvis has left the building, neither.