martedì 14 ottobre 2008

Le frequenze creative.



I creativi della pubblicità sono sempre sintonizzati su qualche particolare frequenza. E' inevitabile e matematico. Provo a spiegare cosa intendo per frequenza. C'era un certo creativo brasiliano (chiedo scusa ma la nozionistica pubblicitaria non è il mio forte) che ha vinto qualcosa come 40 leoni a Cannes. Quando vinci 40 leoni a Cannes non sei soltanto bravo, non sei soltanto fortunato, non sei soltanto un politico eccellente: sei in possesso della frequenza giusta su cui si vince a Cannes. Un altro creativo che conoscevo tempo fa sapeva come far piacere le sue cose alle giurie italiane. Vinceva tutto quello che c'era da vincere a casa nostra. Aveva trovato la chiave, e la usava. Un altro ancora era il re della commedia all'italiana. Un altro, delle pubblicità sociali. Un altro, della radio. Persone naturalmente predisposte a esprimersi con successo in questi settori o con queste platee. Ora sarebbe bello chiedersi: dove si trovano, e come si trovano queste frequenze? Certamente non in un libro o manuale. Forse qualcuno ti può aiutare a trovarle, ma qualche consiglio non basterà. E ancora: chi è il possesso del Grande Libro delle Frequenze è davvero più bravo degli altri? O è solo un eletto? Per me è principalmente un privilegiato. Un misto di genio e furbizia. Ora che ci penso, è antipatico. Ora che ci ripenso, è un non-Disbanded, e io cancellerò questo post prima che sia troppo tardi, in nome dell'unica frequenza in mio possesso: quella che mi fa riconoscere i finti Disbanded a quattro miglia di distanza (punto esclamativo).

Elvis has left the building.

42 commenti:

Anonimo ha detto...

Post profondo.
Ancora in piedi, Ted?
Immagino ti starai rilassando dopo la presentazione di oggi. Io mi sto ancora immolando per il mio turno di mercoledì.
Che vinca il più disbanded.

Ted ha detto...

Sempre in piedi, Mauroman. Non si dorme più come una volta.

Comunque penso che vincerà il più Inbanded.

Unknown ha detto...

sabato 18 ottobre a milano manifestazione contro i punti esclamativi, interrogativi e puntini di sospensione.
sabato 25 manifestazione contro gli accrocchi tamarri.

Anonimo ha detto...

cazzo ted, sei un disbanded coi coglioni!

bel post....ti devo dire che qualche volta, ma molto raramente, ho sfiorato una di quelle frequenze di cui parli ed è stato piacevole, bisogna ammetterlo, il problema è che quando non capisci un cazzo è tutto più facile, le cose ti vengono incontro, non devi fare sforzi, ma noi non amiamo la pace, noi tendiamo alla guerra

EGO ha detto...

Dopo questo post, io, provo ad accendere il cervello, vediamo se prende la frequenza giusta, ma prima delle 11 ci credo poco.

smack my ass ha detto...

Secondo me bisogna distinguere i tipi di frequenze. Il re della commedia all'italiana per esempio (sappiamo tutti chi è), non ha mai saputo fare altro. Quindi non è più bravo degli altri. Anzi è più Inbanded degli altri, un ciellino della comunicazione. :-)

Unknown ha detto...

nella comunicazione italiana è più facile individuare chi non è ciellino. molto, ma molto più facile.

Anonimo ha detto...

E chi sarebbe il re della commedia?

Ted ha detto...

Su tutti Mauro Mortaroli, e poi i suoi friends, di cui conosco il solo Nicola Brunialti.

Gianni ha detto...

Tutti hanno una loro frequenza particolare. Come diceva un insegnante di yoga che ho conosciuto "per uno scassinatore il mondo è fatto di serrature".

Dissento sul giudizio di David Youmore sul re della commedia. Uno può essere molto bravo pur avendo un registro limitato. Non è indispensabile essere versatili per essere eccellenti.

Unknown ha detto...

Capire come piacere a un certo pubblico, a una certa audience.
Mica cosa da poco!


Questi geni saranno pure antipatici, Ted, o paraculi per dirla terra terra... ma, in fondo, l'unica cosa che gli si potrebbe dire è che non c'è gusto a vincere facile
Vale sempre la pena di sperimentare cose nuove, una volta capito che una formula è vincente, rimettersi in gioco. Per divertirsi, ancora.


Il fatto è che nel nostro Geriatric Park sono i dinosauri più polverosi e coriacei a sopravvivere allo scorrere del tempo e alla (non)evoluzione delle specie. Il divertimento ad alcuni, gli allori ad altri.

fabio ha detto...

what's the frequecy, kenneth?_f

Unknown ha detto...

mah, gennaro, secondo me non c'è alloro senza divertimento. per la mia piccolissima esperienza, posso dire che non ho mai fatto niente di bello senza divertirmi.

Anonimo ha detto...

caro ted, questo credo che sia
l'argomento più disbanded in assoluto
trattato in questo medesimo stesso
blog

pasquale diaferia ha detto...

credo che cogliere le frequenze non sia un problema che rende antipatic, ma un talento straordinario.

poi dipende come usi questo, che è a metà tra il dono genetico ed il laovro di approfondimento.

e vale per tutti i mestieri i cui hai relazioni con una audience.
prendi per esempio celentano e paolo conte.
diversi profondamente per storie, cultura, sensibilità, apporcci.
entrambi hanno antenne per colgiere le frequenze.
ma si sono espressi in modo profondamente diverso.
in alcuni casi sono perfino riusciti ad incrociarsi,unedno le frequenze ed aumentano la gittata del segnale.
conte addirittura è riscito a scrivere cose delizione per celentano, facendolo sembrare più intelligente di queo che è.

ma alla fine uno ha intercettato l'italia nazional popolare ed un po' tamarra,
kl'aktro si è costruito una reputazione internazionale i inghilterra, germania, spagna e perfino in francia,
"che le balle ancor gli girano" che riempie ogni volta il sacro Olimpia.

sentire le frequenze è come l'energia nucleare.
dipende dall'uso che ne fai.
se butti giù Hiroshima, forse hai sprecato il tuo talento..

buna giornata a tutti

p piccola

pasquale diaferia ha detto...

a proposito,
il brasiliano è marcelo serpa.

che un po' a celentano assomiglia, no?

Anonimo ha detto...

Quando mi guardo in giro, e faccio un pò di trasfusioni di pubblicità USA ho la sensazione che le frequenze siano sempre corali, non individuali. Faccio fatica a vedere le frequenze giuste in Italia. Vedo vecchie frequenze, già frequentate.

Ted ha detto...

Le frequenze infatti sono anche corali. Ci nasci tu individuo, ci nasci tu popolo.

Unknown ha detto...

Davide, la chiave è quello che hai detto: piccolissima esperienza.

Io parlavo delle mummie... di quelli che - come la Tatangelo a Sanremo - sanno esattamente come muoversi su un certo palco, e lo fanno. Si "tappano il naso", magari, e lo fanno.

Altro esempio? Benigni che legge la Bibbia in diretta mondiale.

Tu (e io) siamo giovani e in quanto giovani non abbiamo ancora allori su cui appollairaci. Per fortuna, mi verrebbe quasi da dire.

stefano b ha detto...

Parli di Washington Olivetto (W/Brasil), Ted?

the student ha detto...

Post così acuto che vorrei rilanciarlo sul mio blog, almeno parzialmente e con link a questo - posso? Angelo

smack my ass ha detto...

Inatti Ted, intendevo proprio lui.
Lo vedi? E' risaputo. :-)

Anonimo ha detto...

@Mauroman,

alla tua osservazione:

"Vale sempre la pena di sperimentare cose nuove, una volta capito che una formula è vincente, rimettersi in gioco. Per divertirsi, ancora."

Concordo in parte.

Richieresti di smarrire la chiave di accesso: lasciare la via vecchia per quella nuova. Il tutto entusiasmante, ma poco Mortaroli nel caso di prima (e di Mortaroli, che piaccia o no, ce n'é uno).
Forse non sarebbe troppo opportuno che si lasciasse la old key per intraprendere nuove e richiose, quanto incerte, strade.
Meglio che ognuno occupi un posto, e lasci spazio all'altro fantasioso di turno amante delle posizioni: così sì che sarebbe un vero fequencysta.

Per la parte che ho concordato: personalmente, penso che un creativo non debba avere uno stile.

Mr. Becks

Anonimo ha detto...

che vuol dire frequencysta MR Becks? concordo sul mettersi in gioco, consapevolmente. Solo così si possono intraprendere nuove strade, poi la libertà di scegliere il proprio stile credo sia una bella cosa per un creativo. nella vita, invece, è bene avere 1 stile. e poi c'è chi taglia e cuce pure la notte!

Anonimo ha detto...

e aggoingo: ted, l'immagine al neon è un po' tristanzuola, la luce naturale del sole è un'altra cosa, ma la luce dello schermo è così, disbanded.

Anonimo ha detto...

del resto, the sartorialist cade a pennello su questo vero blog disbanded ted! personalmente invece è come cercare un ago in un pagliaio.

Anonimo ha detto...

Frequencysta. Si parla di Frequency in questo Thread. Nella vita sono d'accordo, ma a volte il pubblicitario non ha uno stile, o meglio ce l'ha ma non sempre lo riconosce.
Non me la prendo con il concetto di scelta di stile, ma a volte lo questo è in mutamento e se uno si standardizza alla picasso non sempre riesce a cambiare le carte in tavola. Chi ci riesce è un grande, ma meglio non creadere nella regola.
Mortaroli ha iniziato con la commedia e finirà la sua carriera con la commedia. A parte questo ha fatto la storia della pubblicità italiana e piaccia o no è un grande.

Mr. Becks

Anonimo ha detto...

Scusate per la punteggiatura, ma oggi sto incasinato :)

Mr. Becks

Unknown ha detto...

"si standardizza alla picasso"

Anonimo ha detto...

Mangiarsi le caccole è disbanded?

Attendo una vostra risposta,

Grazie.

Anonimo ha detto...

ceci n'est pas un oracolo disbanded anonimo: è un blog disbanded. Ted, ma dove diavolo sei finito? E che stile disbanded è questo? taglia qui sopra no? Vado a nuotare e lascio questo non luogo disbanded.
Una scelta un po' stramba a dire il vero, dopo questa caduta di stile disbanded. Ma tant pis.


LPD has left the building (14 ottobre 2008).

Anonimo ha detto...

@ Mr. Becks

La frase che mi attribuisci tra virgolette nel tuo commento delle 12.57 non l'ho né detta né scritta. Né qui, né altrove. Boh.

Anonimo ha detto...

Mauroman,
infatti sono un pollo. Pensavo fossi tu, scusami :)

Mr. Becks

Anonimo ha detto...

"si standardizza alla picasso".
Sì, era un'artista, giusto? Niente di strano Davide.
Ho detto sorry per la punteggiatura, non per il contenuto.

Mr. Becks

Unknown ha detto...

gli artisti sono standardizzati?
o solo picasso era standardizzato?

Anonimo ha detto...

Perché Picasso era un'artista, ma prima ancora un cubista. Se rileggi il post capisci il senso del discorso.

A presto,

Mr. Becks

Anonimo ha detto...

un creativo non è un artista. Non ha e non deve avere una cifra stilistica riconoscibile. Perché non deve comunicare la sua personalità, il suo messaggio, la sua personale visione del mondo. Può avere delle ispirazioni, predilezioni, delle passioni, una formazione, un percorso professionale che traspariranno a ben guardare nel suo lavoro, ma non possono cannibalizzare ciò che comunica del prodotto. Un creativo che lavora in pubblicità pecca di presunzione, ignoranza, pigrizia, oltre che di provincialismo se applica un unico stile. Fa un pessimo servizio al prodotto. Perché suoniamo patetici all'estero? perché applichiamo lo stile commedia all'italiana, anno dopo anno più stiracchiata e scadente, a decine di brand diversi. Ridicolo.

Anonimo ha detto...

Ogni tanto leggo qui delle cose che a Pinocchio se le sognano.

Anonimo ha detto...

oppure il contrario frà. In ogni caso, quel Mr Rospo riesce a tirar fuori sempre delle cose à la mode de... che fanno sorridere. Proprio come quel Mr Rospo del Vento nei Salici... leggerò comunque sempre con piacere questo blog disbanded così come è sempre bello rileggere i classici di fine Ottocento.
la tua scrittura è meravigliosa Ted. Good luck, bei pezzi.

Anonimo ha detto...

Naturalemnte il ''pinocchismo'' lo riferivo agli scambi nei commenti. Meno Pinocchi e piu' Allodole.
(PS: FRa' vuole l'apostrofo, come po', non come popò.

Anonimo ha detto...

Désolé. Andavo di fretta.
Più facile leggere uno dei bei racconti di Hofstadter in quel bel libro per capire che l'io della mente è un elenco di contraddizioni disbanded.
Questo è un blog disbanded e va bene così. Lo schermo deve sempre sorridere, sennò ci si annoia punto. (oppure punto esclamativo o interrogativo, a scelta). ;_)

Anonimo ha detto...

manca un petit morceau final: L (senza apostrofo).