mercoledì 22 ottobre 2008

Noi non ci abbiamo neanche Poster Boy.



Quando New York era la città più Disbanded del mondo, c'era qualche galleria d'arte in meno e qualche artista di strada in più.
E' comunque vero che ancora oggi un tipo come Poster Boy potrebbe vivere e diventare una vera-sconosciuta-star- soltanto qui. Ecco cosa fa Poster Boy: come tutti noi si reca in metropolitana con un rasoio usa e getta, come tutti noi strappa un pezzo da un poster, poi strappa un altro pezzo da un altro, e crea dei collage piuttosto interessanti, che vedete riuniti tutti qui. Questo contemporaneo e Disbanded dadaista impiega circa 10 minuti per ogni opera, e chiaramente l'unico modo che ha per tramandarla ai posteri è fotografare il tutto prima che venga rimosso. A proposito di rimozioni: ricordo ancora quando Keith Haring aveva il suo Pop Shop a Lafayette St. e venne a Roma - semi sconosciuto - a dipingere i suoi pupazzi sulla scalinata del Palazzo delle Esposizioni. La giunta comunale di allora si affrettò a cancellare tutto con del bellissimo e significativo Bianco. Fui molto triste di essere romano. Avete appena avuto due storie Disbanded al prezzo di una. This is the crisis.

Elvis has paint the building.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

forse poster boy è uno dei pochi veri artisti contemporanei.

P.S.
ted, io sono sempre triste di essere romano

EGO ha detto...

Non trovo contemporaneo tanto il collage, quanto la voglia di espressione che supera la cornice stabilita dai canoni.

Si capisce? Se ci sono problemi riprovo.

Anonimo ha detto...

Ted, abbi pazienza. Io di quei poster non ne comprerei nemmeno uno.
Cambierei il titolo in: Cabaret Francis 291 (Picabia, naturalmente...quello delle car disbanded).
Lo spirito Dada non c'entra nulla con quel Poster Boy.
Dada è uno stato d'animo, un modo di essere prima che un modo di fare... e la libertà espressiva è bel lontana da quelle immagini.
Ma non voglio fare la saputella, solo che stamattina l'umore è quello che è. E poi, dada è ribellione alla concezione mercantile dell'arte, meglio comprarsi un cavallo a Dondolo, piuttosto.
Bonne chance
L

Ted ha detto...

L quei poster non sono in vendita.

Anonimo ha detto...

ah già. serve una macchina fotografica per fissare un pezzo di storia allora. Che sollievo! Scherzo L

Gianni ha detto...

Ce l'abbiamo, ma viene multato dai vigili urbani tanto a Milano (sindaco Moratti) quanto a Bologna (sindaco Cofferati).

A Roma ci hai già raccontato che i graffiti di Keith Haring sono stati cancellati con insolita efficienza. A Milano, più vicina all'Europa, i graffiti del Centro Sociale Leoncavallo in giunta comunale sono stati difesi solo da Vincenzo Sgarbi.

Anonimo ha detto...

Una sorta di Cabaret Voltaire farebbe benissimo a Roma. Ma una cosetta nuova, senza copiare per forza i dada. Nella capitale non si può fare proprio nulla e questo anche perché è piena di arte non contemporanea, considerata "storia" dal MinisteroBC. Qualsiasi tentativo di copertura-panorama-artistico- storico è considerato tentativo di manomissione: tipo Keith al Vittoriano. La storia Romana penalizza l'arte contemporanea, questa è la verità. Non c'è progresso da questo punto di vista.
Provate a togliere il cupolone di vetro che racchiude l'Ara Pacis, mettete sul trono di Augusto l'orsacchiotto tedesco Knut (di plastica) o una madonna aarlecchinata, e vediamo cosa dice il tandem Sgarbi-Vaticano :)

Mr. Becks

Anonimo ha detto...

C'e' street art e schif art (non quella di Schiafano). Tanto per fare i distinguo anni '70. Le scritte inutili brutte e tutte uguali alla peggiore bombolettata di NY primi '80 che rovinano anche una parete di crudo cemento armato brutalista, o solo un furgoncino bianco dell'AMA, e tutti i bugnati dei palazzi, i sottopassi delle stazioni metro, i cartelli delle stazioni ferroviarie, i finestrini degli ''auti'', le chiappe delle Vespe (e' successo alla mia, bianca che si trovo marchiata da un ''kzxmtvb''), insomma quelle scritte sono da cancellare subbbito. Anzi da non fare. Essu'. Il degrado della citta' e' fatto anche da questo e anche dai lucchetti dell'amore. Ma attaccateveli tra le gambe. Imbecilli. A me posterboy piace. Bravo. Speriamo venga in Italia sotto propaganda elettorale a mischiare un po' di faccioni politici.

Anonimo ha detto...

Anche i pannelli dipinti da Keith Haring per il negozio di Fiorucci in San Babila, in parte sono finiti al macero.

E in una traversa di via Manzoni un cortile con incisioni sul muro di Saul Steinberg è stato rifatto cancellando tutto, dopo una bella riunione di condominio !

Anonimo ha detto...

Mr Becks, ma quello è un laboratorio per bimbi! Non un esempio di arte contemporanea. Sarebbe come bere una birra quando in realtà è succo di pompelmo. E poi, l'orsacchiotto è così cool e poi non parla! Lasciamolo in pace, please.
L

PS: Cin! qui nel blog non bastano rotoli di morbidezza per un cin! Ma la realtà virtuale è così, di plastica.

Anonimo ha detto...

Eh sì, ma era un esempio tirato in ballo in un mucchio di pallonate di lavoro.
Mettiamoci pure chi ci pare nell'Ara Pacis, tanto l'orsetto resta un paraculo: non parla ma se la diverte allo zoo di Berlino, e ha fatto pure le scarpe a Teddy bear. Che altro può chiedere dalla vita? Un lugano? Tiè, ha rimediato pure l'amaro :)

Salù e cin

Mr. Becks

Anonimo ha detto...

scherzavo Mr Becks, era per prendere in giro mon esprit.
L'orsetto è très sympa e si diverte. mica stiamo leggerndo Animal Farm, no? Salù e salto il cin che sto già brilla:-) Scherzo!

L

PS: un lugano Mr becks...perché ha il raffredddore: fanno le capriole i gomitoli di parole disbanded... acchi!acchi! Volo via...

Anonimo ha detto...

L,
beh, meglio brilli che male accompagnati :)

Mr. Becks

Anonimo ha detto...

che tristesse Mr becks, si fa pubblicità da solo? Scherzo.
Poi bere da soli fa tanta tristezza disbanded, no? io non amo gli alcolici ma mi piace il vino, rosso. Cmq, cin!

L

Anonimo ha detto...

Assolutamente no, ci sono momenti che un calice di rosso, sorseggiato davanti al pc in pieno relax e solitudine è paradisiaco. Non ha nulla a che vedere con l'ingozzarsi di Becks a vanvera.
Dai retta a me: è la degustatione che fa la differenza: arte pura. Mi autocensuro, altro che Mr. Becks.

Mr. Becks