giovedì 19 marzo 2009

Giuri di dire tutta la verità, nient'altro che la verità, e di farlo in modo credibile. Dica lo giuro.



Perché in Italia, patria del neorealismo, è così difficile accettare lo stile "reale" e vero in pubblicità? Me lo sono chiesto spesso sia guardando i nostri spot (a dire il vero anche i nostri film) che cercano, senza nemmeno troppo crederci, di appare realistici, sia soprattutto ascoltando le improbabili pubblicità radio che tendono allo stesso scopo, ma che sono quasi sempre over-acted, esagerate e finte. Attenzione: chi dovesse ingenuamente pensare che realizzare uno spot radio "vero" sia più facile che realizzarne uno recitato, sbaglierebbe di grosso. Lo stile finto-vero è una delle cose più difficili da realizzare per bene. Se sai di non poterci riuscire, è quasi meglio andare direttamente sulla commedia. E' quasi priva di rischi e il risultato è più o meno sicuro. Prendiamo come caso tipico un classico dei classici della pubblicità alla radio: la telefonata. Ecco qui sopra un esempio di una finta telefonata assolutamente credibile. Non a caso fatta in America. Vuole essere realistica, e ci riesce benissimo. Oro a Cannes tre anni fa. Se ascoltate il 95% delle finte telefonate dei nostri spot radio, sono finte fino al disgusto, io non le posso più sentire, mi verrebbe da prendere per il collo il copy o l'art (io, che sono uno pacifico) e dirgli: ma ti pare che la nonna, o lo zio, o la mamma, parlerebbe così? Se fossi in grado di dare consigli direi: usate quando possibile voci non di attori professionisti in questi casi: faticherete il doppio ma la gente vi crederà. Altra cosa è se volutamente si decide di sposare la commedia e l'esagerazione: in tal caso va bene tutto e non discuto. Ma lo stile vero mal riuscito è ancora uno dei gap più grandi che ci dividono dal resto del mondo della pubblicità, non solo radiofonica. Sarei pronto a giurarlo sulla pera mozzicata del mio Mac.

Elvis has left the building.

42 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo post mi sembra strano. A metà tra il gratuito e il Disbanded. Boh.

Anonimo ha detto...

Molto interessante invece, ce ne fossero.
Grazie ted.

Anonimo ha detto...

BMW, il piacere di guidare.
dovrebbero essere tutte così!

Anonimo ha detto...

Ted, ma ti sei accorto che sei in finale al radio festival con DUE tuoi radio, con DUE telefonate?

Ted ha detto...

Sì l'ho visto, grazie. Mi fa piacere.
Tra l'altro rappresentano in qualche modo (e indegnamente) le due categorie di cui parlavo.

Ma il radiofestival lascia sempre con la bocca un po' amara. Ogni volta che ho vinto un'antenna con un radio ce n'era sempre un altro che avrei preferito. Credo sia anche "colpa" della giuria molto mista: giornalisti, ecc.

Anonimo ha detto...

Ciao Ted. Post interessante e sacrosante le tue parole.
Mi permetto di aggiungere che spesso i "non professionisti" vengono usati male: è difficile pensare di avere naturalezza da qualcuno che viene sbattuto davanti ad un microfono con un testo in mano in una sala di registrazione dove lo osservano (e giudicano) 3 o 4 sconosciuti.
Il risultato è "Ferruccio" (credo si chiami così) tanto caro a Frà, e altri radio che mi è capitato di fare, nonostante non fossi d'accordo sul metodo: mi è stato detto "al cliente è stata venduta l'idea (e i costi) di un non professionista e i testi sono stati approvati e non possono essere modificati".
In altri casi invece abbiamo avuto la fortuna di poter collaborare con l'agenzia per mettere in piedi l'impianto produttivo adatto: microfoni nascosti, vere proprie imboscate con il registratore portatile per strada, telefonate in cui chi rispondeva non era consapevole di essere registrato, o semplicemente facendo fare giochi di ruolo ai non professionisti.
Il punto è che per riuscire a fare tutto ciò ci deve essere grande fiducia da parte dell'agenzia che, a sua volta, deve avere carta bianca da parte del cliente che deve essere consapevole che in questo modo i risultati non sono predeterminati e controllabili: si lavora su argomenti da trattare o canovacci invece di testi approvati, per arrivare ad un risultato prevedibile ma non sicuro: un soggetto? cinque? dieci? dipende dall'investimento, ma sopratutto dal tempo a disposizione.
Questo metodo viene applicato normalmente in USA o UK, viceversa in Italia questo atteggiamento è molto raro. Peccato, perchè produttivamente la radio è il mezzo più leggero e meno costoso che ci sia; e il più divertente, ma io sono di parte...
Ciao.
Josè

Ted ha detto...

Jos ti ringrazio del tuo prezioso punto di vista.
La verità, credo, è che da parte di voi professionisti delle sale di incisione serve sempre di più una mano "artigianale" e passione vera per questo lavoro. Questo fa la vera differenza.

(per chi non lo sapesse Josè è l'uomo di Eccetera, casa di produzione che negli ultimi anni ha sbancato tutti i concorsi di questo tipo, anche più importanti del Radiofestival).

Grazie ancora e complimenti per l'en plain.

Anonimo ha detto...

Eccetera è l'unico posto in Italia in cui si curano le produzioni in modo maniacale. Sono lenti, ma bravissimi. ;-)

Anonimo ha detto...

ma l'argomento di questo post è ispirato agli ultimi radio di una delle maggiori società di produzione di energia elettrica nel mondo?

Ted ha detto...

L'argomento di questo post è ispirato a tutto ciò che viene fatto male nella produzione e idazione dei 30 secondi radio. Gli ultimi radio Enel o Eni non li conosco nemmeno, né so dove ascoltarli non esistendo una banca di questo genere.
Se preferisci, il post è ispirato a questo radio di Jet Blue che è un ottimo esempio di ciò che andrebbe sempre fatto. La "telefonata" è un classico dei classici e ci sono milioni di esempi (positivi e negativi) in questo filone.

Anonimo ha detto...

scusa, è che li ho sentiti spesso in radio negli ultimi giorni e sembrano abbastanza finti (ovviamente da un non addetto ai lavori)... unisci che una volta per quel cliente ci lavoravi tu. il dubbio mi è venuto spontaneo.

PS
complimenti al signor josè per le cose illuminanti che ha detto.

Anonimo ha detto...

...ma è troncato: do u think they can make an exception and do...?

Anonimo ha detto...

sarà forse un caso che il premio per il miglior speaker è stato assegnato ad una voce non professionista?

Anonimo ha detto...

ted,
io apprezzo molto che in questo blog non si parli quasi mai male di nessuno e vengano quasi sempre censurati gli interventi insultanti.Però una tua opinione su quanto accennato da Frosties mi interesserebbe: non pensi che quando la tua ex agenzia era meno "tradigital" e "liquid" le campagne (penso ad esempio a enel) erano più molto belle? Cioè meno chiacchiere e più idee? penso che a volte l'ansia di far vedere che si è al passo con i tempi produca dei mezzi mostri, che fanno ancora più paura dei mostri interi.

Anonimo ha detto...

Ted,
perdona la domanda che non c'entra una fava con il post.
Ieri eri al concerto? Impressioni?

ps mi sembra superfluo dire di chi sto parlando. Non sto più nella pelle e cerco impressioni di chi mi ha anticipato ieri sera.
Scusa ancora.

Anonimo ha detto...

dato che ci siamo, hai preso il pane e il latte questa mattina?

Ted ha detto...

r. ti riferisci agli AC DC? Purtroppo non sono tra i lucky che li vedranno.

Frost: no, non so ancora dove andrò in vacanza (era la prossima domanda vero?)

Matt: sei troppo fuori tema, non rispondo. Sui neologismi/inglesismi la penso come credo tu possa aver visto nel post "fuffa" poco più sotto.

Anonimo ha detto...

Sì, mi riferisco a loro.
So che ci andava onan e pensavo che pure tu...

è vero, sono stato molto lucky, a me toccherà domani.
Perdona ancora l'ot.

Anonimo ha detto...

Se molta gente non ha nemmeno capito questo post allora vuol dire che hai proprio ragione tu, Ted.Non sappiamo raccontare la realtà alla radio, in tv e altrove.Anzi non ci si pone più nemmeno il problema: la radio da noi è sempre il solito teatrino, una compagnia stabile di avanspettacolo pubblicitario dove cambiano le marche, ma rimane inalterato il tono comicarolo nelle varianti sguaiato o assurdo-surreale, ma sostanzialmente fuori dalla realtà e dalla vita quotidiana. E in fondo quando vogliamo dire qualcosa di serio,che facciamo? Chiamiamo un comico. Bè allora ti dirò, molto provocatoriamente, che sarebbe meglio far vincere al Siprafestival annunci come Car glass, che con un prodotto non proprio entusiasmente fanno una campagna realistica in cui i creativi hanno creduto e che prende di petto il prodotto.

Anonimo ha detto...

ora si sente tutto, grazie.
belle e naturali le voci, ma suggerisce l'idea che i clienti di jet blue siano dei parvenue un po' sfigati.
divertente anche che nessuno dei frequentatori del blog si sia accorto che ne mancava la metà, tutti "intenescional" ma scarsini in inglese, eh??

variazione ha detto...

Anonimo, ho paura che non lo sentissi solo tu. Ogni tanto succede, non si carica bene.

Anonimo ha detto...

Ma chi e' che ha parlato di comicita' nei radio italiani? Facessero ridere, e vabbe', ma fanno solo piangere. Ma magari fossero al livello anche solo del Bagaglino, giusto per citare il peggiore. E' che i copy non girano piu' per strada. Navigano solo qua e su Ads Of the World. Oppure sono dal dottore o dall'analista, a guardare Quark e i quiz in tv, o a sentire le radiocronache di calcio, o dai concessionari aderenti a confondere auto per donne. Veri Expert. Complimenti. Questi ultimi solo a Jose', cui dovrebbero affidare la direzione piu' che esecutiva di tutte le agenzie d'Italia per il dipartimento Radio.

Anonimo ha detto...

Non è questione di copy bravi.
E' questione che i radio belli non vengono approvati dai clienti.

Anonimo ha detto...

E' tutta colpa dei sindacati...

Anonimo ha detto...

Per il cliente medio un radio vincente sono 10 secondi di battutine loffie e innocue + 20 secondi di informazioni soporifere, di solito condite da numeri di telefono di 37 cifre e amenità del genere.

E purtroppo è così anche per la quasi totalità degli account e pure per alcuni DC, che non difendono mai le cose valide.

Quindi inutile puntare il dito contro i copy. I copy bravi in Italia ormai si fanno incidere i radio creativi solo per il portfolio in 5 minuti prima o dopo quello che deve uscire, questa è la verità.

Anonimo ha detto...

E allora da dove vengono tutte le radio che vincono i premi?

Se hai ragione tu, sono tutte falsi mai andati in onda.

Anonimo ha detto...

I copy pero' alla fine firmano quelle merde che escono. Come i clienti e i loro dc, sono resposabili comunque. Tirassero fuori le palle. Facessero sciopero senno',ecchecazzo. Un copy e un DC, e' bravo soprattuto anche con il cliente cazzone. Vedi il responsabile di questo blog. Boni tutto altrimenti.

Anonimo ha detto...

Boni tutti, volevo scrivere. Quelle che vincono i premi sono giusto sopra la sufficienza. Infatti a Cannes..

Anonimo ha detto...

Fra', io a tirare fuori le palle e a scioperare sarei pure pronto, ma come tanti colleghi tengo moglie e una bambina piccola, sai com'è.

E' il sistema ad essere malato, non le persone.

Anonimo 20 marzo 2009 17.19

Anonimo ha detto...

durante la direzione creativa di ted, dei radio come quelli di "justine" per Enel, non sarebbero (per fortuna) nemmeno arrivati al cliente.

Anonimo ha detto...

Concordo.
Justine lo trovo terrible.

Anonimo ha detto...

Io lo trovo molto meglio di quei finalisti che aspettano di ritirare le chiavi della macchina al radio festival.

Anonimo ha detto...

pensate: lo speaker di justine ha vinto il premio per miglior speaker. e mi sembra che il tema di questo post sia premiare l'autenticità. mi chiedo come siano arrivati al cliente radio come tele2 e sky. Vi chiedo: qual è l'idea. vi chiedo: ditemi lo spot che merita davvero l'oro di quegli 8 (oltre bmw). almeno in justine c'è un pensiero laterale. o forse, chi scrive gratuitamente su questo blog non ha colto nemmeno quello. avete delle motivazioni? lascerei a ted la possibilità di dire se sotto la sua direzione creativa sarebbero ono sarebbero arrivate al cliente proposte del genere.

CANNES MEANING ha detto...

ciao, sono uno dei copy di justine. ringrazio chi ha scritto il post precedemte per aver anticipato la mia richiesta: quali sono le motivazioni per cui sarebbe tremendo?

Ted ha detto...

Mi sapete dire dove si può ascoltare la radio "Justine"?
O mi sono perso un pezzo?

Detto questo, chi conosce un po' l'andamento dei concorsi in Italia sa, o dovrebbe sapere, che il Radiofestival non è altro che il premio più "visibile" nella categoria radio (nonché l'unico che porti premi "concreti") , ma non è poi tanto autorevole.
Come tutti i premi a giuria mista (creativi+giornalisti+"addetti ai lavori") non premia
necessariamente le cose più meritevoli da un punto di vista strettamente creativo. Fino a qualche anno fa venivano premiati addirittura dei Jingles, per capirci.
Ora la situazione è migliorata, ma non direi che - a parte la legittima soddisfazione di chi vince qualcosa - ci sia da discutere più di tanto.
Visto che vengo chiamato in causa, vi dico che non mi spello le mani per gli 8 finalisti, ma li trovo carini. Mi piace BMW, 4men, mi fa ridere quello che vincerà a mani basse (la Videoteca), e ovviamente mi piacciono il mio Greenpizza e il Marchesa di Filippo Testa (non dimenticando che è stato fatto per 3, che non è esattamente come vendere l'idea alla videoteca sotto casa o a greenpeace).

Anonimo ha detto...

a proposito di premi

http://adage.com/article?article_id=135408

Anonimo ha detto...

Radio Justine here:

http://www.bewareoflines.com/?p=385

Anonimo ha detto...

Ci sono operai con piu' figli e meno soldi dei creativi italiani, che lo sciopero sanno bene cosa vuol dire. In pubblicita' invece si sa molto bene come calarsi le mutande. E non per i figli o le mogli. Orami impera solo l'agenzia scaacci&scaacci. Ma il pubblicitario italiota pensa al premiuccio.

Ted ha detto...

L'ho sentita Justine: cosa c'è che non va?

Fra', sai come la penso: per me questa tua chiamata alle armi dei creativi italioti è quanto di più inutile esista. Si fa molto prima a cambiare mestiere/paese.

Sull'aricolo di Ad Age segnalato dall'anonimo qui sopra volevo farci un post ieri sera, poi ha prevalso il sonno: leggetevelo, fa capire come ai premi ci pensino molto più di noi all'estero. Altroché.

Anonimo ha detto...

Fra', mi fai un favore?
Potresti evitare di gettare merda indistintamente su tutta la classe dei pubblicitari?
Ci basta quella che già ci arriva.

grazie

Anonimo ha detto...

blue business. proprio come un OMONE che pensa soltanto a saltellare come un canguro.

Anonimo ha detto...

Ok, scusate. Pulisco via la merda, mi ripulisco anch'io, mi taglio le dita e la lingua.