lunedì 13 aprile 2009

Povia l'aveva detto.



Lo spot per la Gay Help Line sembra fatto in un paese in cui i gay sono arrivati da 15-20 giorni. Una rara specie, dimessa, straniata, e a giudicare dalle apparenze anche parecchio bastonata. La cosa triste è che probabilmente le cose stanno davvero così per chi è gay in Italia, paese la cui arretratezza su certi temi non è mai stata un mistero. Ed ecco perché può nascere un non-spot anni '60 come questo. Ma qui si è davvero giocato troppo al ribasso: conosco creativi, registi, produttori, che avrebbero lavorato sempre gratis, ma producendo qualcosa di più coraggioso, magari. In tutto il mondo, il mondo gay è sempre stato di avanguardia, e io mi aspettavo uno spot con un po' di orgoglio, e sicuramente brillante anche con un tema così delicato da affrontare. Altrimenti il rischio è di dipingersi come una sottospecie: esattamente il contrario di quello che lo spot avrebbe voluto. A meno che dietro il pur nobile progetto non si nasconda il perfido Povia con le sue bizzarre teorie, e allora tutto torna.

Elvis has left the building.

27 commenti:

Anonimo ha detto...

OMG!
Sono Gay e mi prendono in giro (aka "per il culo")?!?! è davvero la cosa più stupida che potevano dire..

E che dire poi del flyer in stile "I Fantastici 5"? La trasmissione di qualche anno fa de La 7!
http://img69.imageshack.us/img69/7547/i20fantastici20520piccoyb8.jpg

kttb ha detto...

in effetti avevo visto qualcosa ieri sera, su un autobus a Roma. Ma speravo fosse un lapsus di lettura, e il vino.

Anonimo ha detto...

che tristezza. del resto, se il livello culturale di questo paese è bassissimo, perché la pubblicità dovrebbe far differenza?

Anonimo ha detto...

oooh, finalmente una pubblicità decisamente mediocre per un tema assolutamente di nicchia. buon segno... i gay italiani stanno diventando come i detersivi e le merendine delle famiglie felici: popolari.

CyberLuke ha detto...

Azz, un budget di 50 euro!
Anche con la crisi, direi che è un po' da fame.

Anonimo ha detto...

Quanto m'incazzo!!!!!! Gli italiani guardano solo il proprio orticello, ma guardate quanta solidarietà per gli abruzzesi. Gli italiani sono intolleranti nei confronti dei gay, ma dove ma dove ma doveeeeeeee

sillywank ha detto...

"Dawn" di sottofondo poi... come il cacio sui maccheroni.

fabio ha detto...

triste e vergognoso come quello sulla violenza domestica che, per essere ancora più sgradevole, aveva anche un titolo di vago sapore calcistico.

più che offrire un servizio utile e civile sembra di assistere ad un'operazione di schedatura telefonica, altro che Povia!_f

Anonimo ha detto...

Gli sponsor dell'iniziativa meritano uno sguardo attento, posso capire che questo sia l'immaginario del camerata medio ma trovo inconcepibile che tra gli sponsor ci siano anche arcigay, cgil e addirittura lucky red.

Anonimo ha detto...

Lo trovo bellissimo e azzeccatissimo. Chi critica è il tipico che non ha nulla contro i negri.

Anonimo ha detto...

MA L'ATTORE E' IL FIGLIO DI VENDITTI? :-)

Anonimo ha detto...

spot orribile ma la comunicazione istituzionale ci ha abituati ormai da anni a simili cagate.
Ted, non eri proprio tu il Dc della campagna del ministero sulla sicurezza in internet, con la mamma che doveva trovare la ricetta sul computer?
Beh allora... chi è senza peccato, scagli la prima pietra.

Matteo XX, 15

Anonimo ha detto...

"Sono gay e mi prendono in giro."
Lo spot è sicuramente di grezzissima, pessima fattura, ma i problemi dei ragazzini gay sono proprio questi, e in alcuni casi - udite udite pubblicitari sessualmente risolti - portano dritti al suicidio. La gay help line so per certo che di soldi ne ha pochissimi, praticamente zero perchè opera con dei volontari, non è un'iniziativa ministeriale su cui in tanti mangiano e che di solito comunque produce spot molto simili. Ted: questo si che è un tema interessante per un bel contest. Brief: con una affissione filo-tramviaria, una stampa e un 15" secondi, convincere i ragazzini gay in difficoltà con genitori e compagni a chiamare la help line. E poi si va alla Gay Help line e si offre in regalo il lavoro creativo per l'anno prossimo.

Anonimo ha detto...

Per ted: lo spot te lo aspettavi con l'orgoglio. Ma il ragazzino che ha già l'orgoglio gay non ha bisogno della Gay help line. Pensavi a qualcosa di più brillante? Ma sai che cosa dice il ragazzino gay medio allo psicologo e alla Gay help line? "Io non sono come Dolce e Gabbana, non sono brillante ricco potente alla moda, sono già sfigato di mio, ho i brufoli e vivo alla Magliana e non sono muscoloso né ricco: per di più sono ricchione. Per me non c'è posto, la gente mi schifa, i gay carini che mi piacciono mi schifano. Sono una merda umana, quasi quasi mi butto dalla finestra." E' proprio la brillantezza che gli manca. E proporgliela in uno spot gli farebbe sicuramente dire: che ne sapete voi pubblicitari patinati, la vita vera non è così.

Anonimo ha detto...

(battuta politically scorrect)


Il problema è che lo spot e fatto col culo.

Ted ha detto...

Anonimo delle 11.47, ci sono tanti modi per parlare di un argomento delicato come questo. Stai pur certo che la pubblicità sociale ha affrontato temi assai più complessi con tutt'altra sensibilità.

La cosa che manca qui, a mio parere, è solo una:
un po' di tempo impiegato a capire cosa si poteva fare. Un pensiero. Un ragionamento che non si fermasse alla semplice esposizione di problema.-soluzione.
Se ci tenevo davvero a questo argomento, mi ci dovevo impegnare cercando il modo migliore per arrivare al punto, non il più semplice e sfaticato. E non credo che il modo migliore sia questo, se è vero che un amico gay da me interpellato mi ha detto "mi fa venire voglia di iscrivermi al FUAN".

E mi spiace maggiormente perché era - almeno penso - una campagna "libera", senza troppe imposizioni da parte del cliente.
(in questo penso che l'esempio di Matteo, una campagna del Governo praticamente dettata, c'entri davvero pochino.)

Anonimo ha detto...

concordo con anonimo delle 11 e 43,

propongo un contest alternativo sul tema...a costo basso ma con un'idea dietro.


teaser observer

fabio ha detto...

secondo me questo è il classico caso in cui per risolvere un problema si ricorre ad un numero verde, da cui la povertà del linguaggio usato.

meglio sarebbe stato iniziare una seria politica di ricostruzione sociale proprio dove si manifestano questo tipo di allarmi.

in questo caso nelle scuole, dove un aiuto non occorrerebbe solo agli omossessuali ma soprattutto a chi li "prende in giro"_f

Anonimo ha detto...

Secondo me lo spot, oltre che brutto (ma un giudizio del genere è sempre opinabile, lo so), è semplicemente dannoso. Basta analizzare soprattutto due passaggi dello scarno testo che lo accompagna:

1) "Sono gay e i miei amici mi prendono in giro". Come dire: "ho le orecche a ventola e i miei amici mi prendono in giro". E' questo il problema degli adolescenti gay? Magari!

2) "Chiama per informazioni legali, mediche e psicologiche". Allarme rosso: qui passa un messaggio univoco. Sei tu quello che ha bisogno di aiuto medico e psicologico, ergo sei tu quello sbagliato. Colpisce la cecità dell'Arcigay, che ha firmato un messaggio così devastante.

Non sarebbe stato meglio uno spot istituzionale, pulito e semplice? Uno spot senza velleità e quindi più onesto, che oltretutto non dimenticasse tutti gli altri aspetti della discriminazione contro i gay (ad esempio sul lavoro, le cui vittime non sono certo diciottenni)?

Graz

Anonimo ha detto...

@Ted.
Anonimo delle 11.47 è assolutamente d'accordo con ciò che dici alle 12.27: era solo il riferimento del primo post all'orgoglio e alla brillantezza che non lo trovava completamente d'accordo...

Anonimo ha detto...

@ graz: la gay help line è scientemente rivolta ai giovani, che appunto hanno serissimi problemi psicologici aggiungendosi quelli classici dell'adolescenza a quelli della scoperta delle propria identità sessuale. Davvero il problema delle orecchie a sventola mi sembra poco calzante. A te la quotidiana messa alla berlina su questioni sessuali pare robetta da poco?

Che male ci trovi nel mettere l'adolescente in contatto con un bravo psicologo? oltre a dirgli che in lui non c'è nulla di sbagliato può evitargli di finire dallo psicologo sbagliato (quello di Povia ad esempio, che gli dice che può guarire con la buona volontà) :-)
Sei contrario all'aiuto psicologico e legale ai gay? Molti ragazzini neanche sanno che possono denunciare i bulli li tormentano.

Stefano Lombardini ha detto...

secondo me chi ha bisogno di aiuto psicologico non sono i gay che vengono presi in giro, ma quelli che prendono in giro i gay (esattamente come nel caso del bullismo sono i bulli ad avere il vero problema, non le vittime).

perciò io avrei fatto uno spot paro paro a questo ma dove il protagonista dice: "sono etero, i gay mi fanno schifo e li prendo sempre in giro. cosa posso fare?" e alla fine il numero verde per ricevere supporto psicologico lo chiama lui.

il fatto che invece ci sia gente (comprese le associazioni che l'hanno avallato) che difende questo spot senza cogliere l'omofobia implicita che comunica è davvero desolante. cacchio, nemmeno ruini come copy e ratzinger come dc avrebbero potuto far di peggio.

Anonimo ha detto...

ATTENZIONE! UTILIZZO IMPROPRIO DEL BLOG.
Nelle due righe di descrizione di un famoso direttore creativo esecutivo di publicis c'è scritto "se ameresti". fa parte di una burla che non capisco o è un banale errore di battitura secondo voi?

Anonimo ha detto...

@ anonimo delle 16.15
Forse non mi sono spiegato bene. Far dire a un ragazzo "sono gay e i mei amici mi prendono in giro" non esprime il disagio, a volte tragico, vissuto dagli adolescenti gay. Detta come viene detto nello spot mi sembra un problemuccio di quelli che si risolvono con un pat pat sulla spalla. Forse è lì che si vede se c'è o non c'è un bravo copy dietro (stiamo sempre parlando di comunicazione, nevvero?).

Parimenti: è ovvio che un bravo psicologo è di grande aiuto, ma anche lì il fatto di potersi avvalere di un esperto viene presentato in modo ambiguo: se io ho bisogno di informazioni mediche è perché ho una verruca o un tumore, non perché sono gay. Altrimenti facciamo davvero il gioco di Povia.

E' così difficile leggere tra le righe, anche se non si fa il copy di professione?

Graz

Anonimo ha detto...

Uaoooooo! Se quello che dice Povia non collima con il tuo pensiero d'avanguardia (o gay) allora è perfidia?
Allora tutti zitti e vietato criticare, noi poveri eterosessuali conservatori, borghesi ed ottusi.

INSY LOAN E LO STATO DELLE COSE ha detto...

non è una questione di durate. è brutto e basta. si vede che è stato fatto senza dare un minimo di peculiarità. a parte che sembra lo spot per un 144 e poi uno con una faccia così lo prenderei per il culo persino io.
quando vedo 'ste cose mi chiedo se non sia meglio un cartello fisso 15" con il numero verde e basta.

un ghei che prende per il culo certi ghei

sillywank ha detto...

> a parte che sembra lo spot per un 144

E tra le altre cose?
I numeri 800 non quelli che ti tirano via un euro al minuto?