giovedì 4 giugno 2009

Cannes come un vecchio disco dei Supetramp.



Dopo averci bastonati per anni, finalmente anche Cannes prende qualche legnata. Meno 20% sulle iscrizioni dei lavori, con punte di -40% per i paesi più rovinati dalla crisi come la Spagna. Gli organizzatori del Festival, che come sappiamo vivono sull'anello "Divisione di Cassini" di Saturno e non hanno alcuna idea dell'aria che tira quaggiù, hanno anche quest'anno aumentato i prezzi per tutti, delegati e lavori iscritti, confidando forse di cavarsela con l'ennesima categoria-bluff, la "PR", che ha racimolato la pochezza di 400 lavori iscritti. Si dovrebbe essere tristi per la prima flessione del festival più divertente e importante del mondo, e invece non si può non sorridere. Perché magari dal prossimo anno qualcosa cambierà: tariffe più basse, possiblità di far partecipare più giovani con costi più accessibili, e - se posso aggiungere la mia - un maggior rigore nella scelta delle campagne premiate. Che siano "ad hoc" va bene, ma essere presi per il culo come è capitato lo scorso anno forse mina la credibilità stessa del festival. O almeno così pare, se i numeri contano ancora qualcosa. Anche il nostro ADCI, nonostante gli inviti accorati, non ha saputo distinguere tra "ad hoc" e "palesemente impossibile che possa essere uscita su questo mezzo", e così ne vedremo di paradossali anche sul prossimo librone, e sul rispettivo variopinto sito.

Elvis has left the building.

7 commenti:

Vecchio dentro ha detto...

Ero venuto solo per vedere se c'era un post sulla morte di David Carradine. Mi sembra che sia abbastanza disbanded come tipo.

Anonimo ha detto...

Secondo me tra i requisiti per iscrivere un lavoro ai premi dovrebbe esserci un soglia minima di visibilità, tipo un tot - decente e documentato - di passaggi in tv, di uscite sui giornali, di affissioni, di visite online ecc...

E dovrebbero esserci sezioni apposite che premiamo le campagne più creative tra quelle più massicciamente pianificate.

Così magari i premi sarebbero uno stimolo a fare meglio nelle campagne che vedono anche e soprattutto le persone comuni, e non solo i creativi.

francescos ha detto...

Caro Ted, tutto quello che dici mi fa apprezzare ancora di più uno spot italiano, vero, ben fatto,ben montato,ben musicato e creativamente ben pensato da United, e che è l'unica chance italiana per la TV a Cannes 2009. Sto parlando del film orsetto per SKY TV. Nessuno ne ha parlato, nemmeno il giurato di Cannes italiano, ma solo perchè nell'annual dell'ADCI non c'era come non c'è tutto il lavoro United ( giustamente, perchè buttare soldi, si risparmia per le cose davvero importanti...) Complimenti!

e.doc ha detto...

a me il tuo post e i seguenti commenti, invece, mi ricorda un altro film e un altro libro: "il gattopardo".

luca scotto di carlo ha detto...

caro francescos (sarebbe francesco simonetti, giusto?) sono il giurato italiano e a me il film orsetto piace molto, mi spiace non fosse all'adci. comunque approfitto del tedblog per fare un appello a tutti quelli che hanno iscritto un lavoro a cannes che pensano essere degno di nota: mandatemelo, vi prego, così posso farmi un'idea più precisa. (comunque i lavori sky li ho citati, forse ti è sfuggito.) grazie mille.
luca.scottodicarlo@publicis.it
lscottodicarlo@gmail.com

Fabio ha detto...

La copertina dei Supertramp dovrebbe essere sul Call for Entries di Cannes 09.

Cannes è diventata con gli anni una geniale operazione di marketing pilotata dagli anelli di Saturno, la sola parola provoca granitiche erezioni in creativi di ogni età. E - finché non ha colpito la crisi - il gioco ha funzionato. Perché dunque salvare il decoro, quando la manica larga faceva salire ogni anno il fatturato?

Adesso sì che sono curioso di vedere le contromisure: la riscoperta del decoro, o una manica ancora più larga?

Gianni ha detto...

Il discorso sui requisiti minimi di ammissione dei lavori è stato fatto cento volte negli anni passati in Adci (anni fa sono stato segretario dell'allegra associazione per quattro mandati e ho sentito fare tutte le proposte possibili) e non se ne esce tanto facilmente.

Soprattutto adesso che si può fare un film pubblicitario assolutamente degno (o assolutamente indegno) e, come unica uscita, caricarlo su YouTube.