giovedì 29 maggio 2008

Corso, di scrittura, creativa. Tre parole che non formano una frase.



Uno dei più illuminati scrittori contemporanei, Hanif Kureishi (è suo il celebre "Intimacy") dice finalmente quello che avrei voluto dire io se solo non fossi uno sfigato sconosciuto: i corsi di scrittura creativa sono un bluff. Ah! Che liberazione, mi sento già molto meglio. Del resto già definire "creativa" la scrittura (forse per distinguerla da quella delle etichettatrici Dymo) sembra una furbizia scritta male per togliere qualche soldo in cambio di illusioni. Si può insegnare a essere creativi? si chiede Kureishi. No, si risponde sempre lui. Magari puoi dare delle dritte - sommessamente aggiungo io che a mia volta due anni fa tenevo un corso così intitolato in un'Università - ma di fatto questa mania di teorizzare e insegnare tutto andrebbe ridicolizzata una volta per tutte. Dice sempre Hanif: "Quando insegno scrittura creativa agli studenti, al termine scrivono meglio ma sono anche più infelici. Il fatto è che le aspettative sulla scrittura creativa sono sbagliate e in un certo senso ingannatorie. Si pensa che una carriera come scrittore sarà inevitabile, una volta concluso il corso. E' una fantasia e quasi nessuno degli studenti diverrà uno scrittore di successo. Ed è ingannatorio usare contemporaneamente le parole corso e creativo. Forse è anche per questo genere di frustrazioni, che quando c'è un pazzo che spara in un'università americana, proviene quasi sempre da un corso di scrittura creativa."
Postilla per eventuali miei ex-alunni: non credete a nulla di ciò che ho scritto qui sopra. Vi attendo anzi al mio corso su "come essere naturalmente dotati dalla nascita per il pattinaggio".

Elvis has left the corso.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Mah. Io dieci anni fa ho seguito un corso di scrittura creativa e m'è servito. Non avevo nessuna intenzione di scrivere un romanzo (in senso lato mi piacerebbe, ma non ne sono capace, se no l'avrei già scritto). Però le cose che ho imparato mi sono servite molto per il mio lavoro di copywriter.

Insomma, secondo la stessa logica di Kureishi si potrebbe anche affermare che i corsi di laurea in medicina sono un bluff, visto che comunque non sono sufficienti per formare un medico. E molti laureati in medicina invece che fare i medici vanno a fare gli informatori scientifici per le case farmaceutiche...

Anonimo ha detto...

In questo blog mi sento davvero a casa: Intimacy è uno dei miei libri cult. Parla della separazione con un realismo che solo chi l'ha vissuta può conoscere. E Kureishi che non ha nè peli sulla lingua nei libri, anche sui corsi di scrittura creativa dice la verità: che non ti fanno diventare uno scrittore. Però la letteratura è anche un mestiere.
La mia matrigna che a Roma lavorava nel cinema, tornata a New York si è iscritta a un corso di creative writing alla Columbia, superato il quale ha subito sfornato sei polizieschi per la Harper & Collins con protagonista una detective italiana che fra un delitto e l'altro sfornava anche ricette di cucina. Certo si trattava di letteratura di consumo, con la L minuscola. Poi dalla letteratura più di consumo è passata a qualcosa di più ambizioso così a fine mese presenterà a Roma da Feltrinelli il suo nuovo romanzo insieme a Gianfranco De Cataldo. Ecco nel suo caso il creative writing ha funzionato, magari anche soltanto come "effetto placebo".

Ted ha detto...

Ci sono cose che servono, in effetti, se vuoi fare il copywriter. E alte utili forse anche per un aspirante scrittore. E' chiaro che lo sfogo di Kureishi va anche preso con la dovuta ironia, se no è la fine: tra l'altro lui stesso tiene un corso di scrittura creativa, quindi...

Però, sinceramente, io vedo una certa differenza Gianni tra lauree (o corsi) in medicina e altre/i in scrittura creativa. La quantità di informazioni, dettami, esperienze certe, dati scientifici, o semplicemente cose da insegnare, è imparagonabile. Senza considerare poi che la gran parte dei secondi sono spesso una vera truffa, o vera fuffa.

BB ha detto...

"I have failed, I am panicked. I've sold out, I am worthless, I... What the fuck am I doing here? What the fuck am I doing here? Fuck."

Io ho comprato tutti i manuali della scuola Holden in allegato a Repubblica e sono diventata Chuck Norris.

No, davvero.

Anonimo ha detto...

ted, me fai sgarrà, come dite voi a roma.
ovviamente ho fatto un corso di scrittura creativa dialettale romanesca.

nicoruk

Stefano Lombardini ha detto...

in realtà tutti noi abbiamo fatto corsi di scrittura creativa (gratuiti) alle elementari, alle medie e alle superiori, chiamati "scrivete un tema sulla primavera".

poi c'è chi ha avuto la fortuna di aver avuto insegnanti capaci e incoraggianti e chi no... e magari, per reazione, gli sfortunati hanno imparato di più dei fortunati. tanto chi ha davvero qualcosa da dire il modo giusto di farlo prima o poi lo troverà.

e in ogni caso, la scuola di scrittura creativa migliore rimane sempre la biblioteca pubblica.

Anonimo ha detto...

quella di Babele. Li un filo si dipana lungo tutto quel frastuono di lettere e numeri, ed è come trovarsi in un labirinto di Minosse fatto di mille parole disordinate, di mille strutture verbali, di mille variazioni e combinazioni di caratteri possibili. Ed è come scivolare su tre significati diversi: è inutile cercarne un senso assoluto. è vano vedere anche soltanto tre parole che abbiano il senso che cerchi sulla carta. L

Anonimo ha detto...

Se hai qualcosa da dire, troverai la forma che ti consente di comunicarla. Se no, frequenti i corsi di scrittura creativa, sperando che una forma gradevole possa magicamente costruire anche un contenuto. Qualunque esso sia. E speri di venderlo per ripagarti le spese del corso.

Anonimo ha detto...

Ted, sul tema Lauree in Medicina mi trovi preparato.

Su 100 persone che si presentano dal medico, 30 non hanno nulla, 30 hanno una malattia che comunque guarirebbe da sola al massimo con un po' di riposo, e solo 40 hanno realmente bisogno della perizia del medico e di ulteriori esami.

Il che significa che un diplomato del Conservatorio con un po' di buon senso può tranquillamente aprire uno studio medico e contare su una percentuale di successi del 60% (se ha un po' d'intuito e buon senso anche maggiore) semplicemente dispensando consigli ovvi e qualche innocuo medicinale.

Il motivo per cui la professione medica è così difficilmente accessibile non è che la preparazione richiesta sia così elevata, ma che è facile abbindolare la gente, alla peggio limitandosi a rinviare a persone piu' esperte i casi troppo difficili.

Un vecchio parroco con molta esperienza può formulare diagnosi piu' efficaci di un brillante neolaureato della miglior facoltà di medicina del mondo.

Quindi non sottovaluterei la preparazione richiesta a chi deve tenere un corso di scrittura creativa, me e te compresi. :-)

Anonimo ha detto...

anonimo ha detto...

Se hai qualcosa da dire, troverai la forma che ti consente di comunicarla. Se no, frequenti i corsi di scrittura creativa, sperando che una forma gradevole possa magicamente costruire anche un contenuto. Qualunque esso sia. E speri di venderlo per ripagarti le spese del corso.

Quanto ti quoto. Mi mancano le parole per esprimerlo. Forse dovrei seguire un corso? Certo, puo' aiutare fare un po' di esercizio guidato, per usare un po' meglio lo strumento. Forse sarebbe più corretto - e onesto - chiamarli corsi di scrittura efficace. Ma se non hai niente da raccontare- come me, per esempio -ti trovi nella situazione eccellentemente descritta da anonimo, qui sopra. Creare poi, sottintenderebbe (scusate la condizionalite, m'è venuta dopo la congiuntivite) ab nihilo.
Rem tene...

vx

Anonimo ha detto...

La cosa interessante è che nei corsi di scrittura creativa si studiano scrittori che (a parte qualche rarissima eccezione, a memoria penso a Ellis) non hanno mai fatto corsi di scrittura creativa.
Come a dire:
"prendete come esempio loro".
Un paradosso. Che spiega benissimo il concetto.

Bukowski scriveva che quando gli chiedevano di spiegare come si scrive preferiva spiegare loro come vincere ai cavalli o farsi una donna.
Perché questa era l'unica cosa creativa.

Anonimo ha detto...

L'ha spiegato bene Carver come si fa:

niente trucchi da quattro soldi.

Anonimo ha detto...

Beh, io alla fine del tuo corso non credo di aver imparato a scrivere meglio ma certamente ho pensato: "per essere uno sfigato sconosciuto è forte, cazzo!"
Vuoi sapere cosa ho imparato dal tuo corso? Ho imparato che i corsi di scrittura creativa, se sono efficaci, non ti insegnano a scrivere. La grande differenza la fa quello che ti insegnano ad osservare. Imparare a predisporre il pensiero, questo mi hai insegnato. La teoria non esiste, le lezioni più belle le ho apprese dai titoli. Quelli che portavi a lezione e in seguito i tuoi, la scuola più bella. Se il corso si fosse chiamato Teoria e Tecnica del cubo di Rubick, sono certa che sarei qui a riconoscerti esattamente le stesse cose.

Anonimo ha detto...

Son partiti i violini quì sopra.