lunedì 5 maggio 2008
Quando Photoshop non esisteva e occorrevano dei veri indiani e una buona mira per fare una copertina di Esquire.
Ancora il grande Alì, ma questa volta per segnalare un bell'articolo che ho letto sul New York Times mentre ero a Tokyo. Leggere il New York Times a Tokyo è una frase che fa la sua figura, ma se la guardate sotto la giusta luce (11 ore di differenza di fuso, quindi notizie vecchie di un giorno e mezzo) diventa un atto abbastanza imbecille. In ogni caso il pezzo si riferisce a questo grandissimo art director dell'era pre-photoshop, George Lois, capace di inventare le straordinarie copertine che fecero la fortuna di Esquire. E anche la sua, credo. Martin Scorsese si meravigliò che un tale genio fosse andato sprecato per tanti anni nella pubblicità. You are right Martin, it happens also to me. But I read the New York Times in Tokyo. It's the same newspaper you read, right? Martin? Martin..?
Elvis has left the building.
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5 commenti:
Passaggio in india. scherzo, sono in un internet point indiano. Mi sa che hai preso troppa pioggia in India, oppure questa è una vera fascinazione per gli indiani? gli elefanti di hermes dove sono? scherzo. Moolto divertante, quasi come stare ad Honolulu con stanlio e ollio. Prossimo viaggio lo faccio nella vita reale, con un uomo reale. Torno a spedire CV in india. L
i figli del deserto
Chi? I figli del deserto? Stanlio e Ollio?
vista scorsa settimana parte di mostra a lui dedicata al moma di ny con le migliori copertine realizzate per esquire e tanto di backstage. dire -moma- e -ny- è fico ugualmente?
E' fighissimo a.
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