martedì 17 giugno 2008

I tedeschi sono creativi. Gli italiani sono ottusi.



Se ce lo dice dice il festival della creatività più importante del mondo possiamo crederci. La Germania piazza 60 lavori in shortlist stampa contro i 9 nostri, proseguendo un trend che la vuole al vertice dei paesi più creativi del mondo. Un bello schiaffone ai luoghi comuni. Sempre sbirciando tra i dati del festival si nota con un certo stupore che l'Italia, pur essendo il paese delle affissioni 6x3 che invadono le nostre città (avete mai notato che nelle altre importanti metropoli del mondo i manifesti sono molto più rari e meno invadenti?) ha iscritto alla categoria solo 38 pezzi, contro i 200 della stampa. Quindi vuol dire che i serpentoni di carta che tappezzano le nostre strade, alla fine, non contengono davvero niente di buono. Un po' lo avevamo intuito.

Elvis meets Moses under the building.

18 commenti:

fabio ha detto...

bhé, Ted, visto che in italia le affisioni sono brutte ed invadenti proponiamo di abolirle, come a San Paolo in Brasile (http://www.flickr.com/photos/sykeology101/2089120831/). magari ci guadagnamo in paesaggi, o dsbndnss.
e per l'ottusità, e la mancanza di fantasia degli italiani, ho paura che basterà accendere la tivvù stasera. forza Itaglia!_f

Anonimo ha detto...

La Germania sta andando una bomba. E pensare che fino a qualche anno fa, credevo che i pubblicitari tedeschi fossero ottusi più di noi.
Sbagliavo di grosso.
Stanno avanti col guerrilla, col web e pure con l'adv.

Ted, una cosa ho notato nelle mie trasferte teutoniche: l'uso sproporzionato del punto esclamativo, peraltro proibito qui in Italia (giustamente).
La cosa non mi ha mai entusiasmato, non essendo un cultore del finale urlato, ma alla fine noi sbrocchiamo con Pirlo che si fa ammonire e loro piazzano tutti quei lavori a cannes, oltre a Podolsky davanti alla porta.
Bah,
Vedremo cosa succederà. Forza Italia: la nostra, non quella di Silvio.

Mr. Becks

Anonimo ha detto...

Torno da una cena in pizzeria in piazza del Fico. Tifosi inebetiti che, anzichè godersi l'amatriciana, sgomitano davanti a una tv non più grande della tavola del mio cesso. Tornando a casa, nel silenzio del mio appartamento, sento le urla dei tifosi al secondo gol dell'Italia. E mi chiedo: ma questa gente che si accalora per l'Italia del calcio, si accalora anche per la legge "salvaberlusca"?

Temo di no.

Forse anche questo potrebbe spiegare, almeno in parte, perché la pubblicità italiana spesso è da vomito?

Graz

Ale ha detto...

Beh, se loro hanno la Merkel (non un'illuminata, intendiamoci) e noi il Silvio tris vorrà pur dire qualcosa.

Anonimo ha detto...

Sarà, ma ogni volta che lavoro con i creativi tedeschi se ne escono con delle cose che farebbero rabbrividire uno stagista. però hanno le industrie e tanto potere di mercato. In più le agenzie producono veramente un sacco di roba. Andate sul sito della JvM e guardate quante cose fanno. Se si sparano 1000 proiettili non serve essere dei cecchini.

Anonimo ha detto...

@ Graz

ma che stai dicendo? sai scindere le cose? se a uno piace il calcio non può fare buona pubblicità?
Graz, mi sa che sei tu il primo problema, sempre se fai il creativo.

Anonimo ha detto...

@Le palle volano basse

che il calcio non c'entri con la pubblicità sono d'accordo.
Però non capisco una cosa:
Come mai se uno segue il calcio non può fare il creativo?
A me sembra puro conformismo.

Mr Becks

Anonimo ha detto...

@ le palle volano basse

No, assolutamente, per carità, il calcio può andar bene con tutto, ci mancherebbe.

La mia era solo una triste considerazione che mi era balenata lì per lì. Diciamo che mi ero scattato una istantanea mentale della società italiana contemporanea. E che volevo condividerla su questo blog visto che si parlava di "altra società europea vs società italiana" (perché è folle voler scindere la pubblicità dalla società in cui la si realizza, no?).

Graz

ps: e poi, perché questo tono da portinaia indispettita ("sei tu il primo problema, bla bla")? Non mi pare il caso.

Anonimo ha detto...

In Germania ho visto account rischiare il posto di lavoro per difendere una buona idea, direttori creativi esigere creatività su ogni cliente, apertura mentale, notti passate in agenzia senza che ce ne fosse bisogno, entusiasmo, salari commisurati al proprio livello di esperienza, professionalità, clienti che non chiedono modifiche ai lavori una volta scelta la campagna, team working, nessuno che rema contro tanto meno il tuo direttore creativo, clienti poco invadenti, account che una volta passato il brief non ti assillano con richieste inutili, benefit e bonus pagati, ricerca continua e sistematica di idee da mandare agli awards, freelance chiamati per sostituire il personale mancante, organizzazione, orari di lavoro flessibili, maternità portate avanti senza problemi. Insomma, quello che la pubblicità dovrebbe essere.

Anonimo ha detto...

Se uno vuole fare il creativo, deve saper fare quello che cazzo gli dice la testa.
Altrimenti tutti conformi ai pantaloni larghi, ai gruppi musicali cool e ai capelli sparati in aria.
Che palle, un mondo tutto uguale.
A cagare.

Mr. Becks

Anonimo ha detto...

Qualcuno prima ha citato JVM. Quella agenzia, che ha praticamente più di 3 sedi in Germania (se non erro 5), ha un reparto che serve esclusivamente a vincere i premi all'adc deutsch e a cannes.
Sembra strano ma è così.
Investire, investire, investire. Loro fanno così. La grande industria è anche questo.

Mr. Becks

doubler ha detto...

mah

Anonimo ha detto...

i serpentoni di carta attraversano tutte le stagioni, sono sempre lì, la città li accoglie

http://video.aol.com/video-detail/stella-artois--the-masterwork/3583950221

...e a volte da quei pezzi di carta possono nascere dei capolavori.

MR Becks high quality, il mondo non è tutto uguale, cin!
Laura.

Anonimo ha detto...

ehi Poldo, hoops, ted, i tedeschi saranno pure creativi, ma i crauti proprio no! Buon fast-food. Laura.

Anonimo ha detto...

Non credere basti, sparare mille proiettili.
Non crederlo perché: c'è una bella differenza tra strategia di investimento e produzione proiettili perfetti ( la pronuncia qui era italo-tedesca) - facendo del proprio ( in corsivo) meglio in assoluto - in anni ed anni di lavoro, cura dei dettagli, centralità tematica,
e la contraria chiacchera, con cui la mentalità italiana guarda la circonferenza.

Ss

Anonimo ha detto...

:)

EGO ha detto...

Non ho mai pensato che la Germania fosse un paese non creativo. Se consideriamo che, dopo la caduta del muro, hanno avuto uno slancio formidabile. Credo che la loro creatività sia una giusta risposta a quanto prima era stato frenato.

@CASALINGA DI VOGHERA: l'erba del vicino e sempre più verde. Che palle con questa storia. Sei un punto di riferimento per il web, ma ci fosse una volta che leggendoti mi viene voglia di superarmi. Sputtanare i lavori di merda non aiuta la crescita, ma aumenta la voglia di voler giudicare. Se hai tanta esperienza, cerca di trasmetterla, fammi sentire il tuo entusiasmo, allora cercherò di essere migliore.
Nulla di personale è solo un mio parere.

Anonimo ha detto...

Beh, The Ego, ma se vuoi davvero crescere ti sei mai chiesto se per caso hai scelto il Paese sbagliato?