domenica 22 giugno 2008

Disbanded Test of the week.

Questo Gorilla ha vinto il Grand Prix al festival di pubblicità più importante del mondo. Ma non lo ha vinto sabato. Come succede da qualche anno a questa parte, lo ha vinto nei tam tam che lo hanno rimbalzato da un sito all'altro per mesi. Lo ha vinto spinto dalla forza virale che un Grand Prix di Cannes deve avere (per curiosità, guarda quante visite ha su you tube). E' stato così anche in passato per i GP (e non solo) di Honda, Dove, Sony. Lo ha vinto perché stupisce, emoziona, magari diverte. E perché è della Fallon London, quindi è come se avesse un adesivo addosso che dice: "questa roba è bella, qualora tu fossi incerto". Ma a molti proprio non va giù la sua gratuità e libertà da ogni vincolo strategico-creativo. C'è un filo, ma solo un filo di logica dietro a questo Gorilla. Ed è per questo che, oggi, il mondo della pubblicità si divide tra chi pensa che il Grand Prix sia troppo, e chi pensa che - magari - era troppo poco.
Sembra proprio il momento giusto per chiedere:


Elvis has left the drums.

55 commenti:

Anonimo ha detto...

C'è un'altro motivo: quando Sony Bravia (palline) prese solo l'oro, molti pensarono che meritasse il Gran Prix, andato invece a Guinness. Già allora si pensava che il lavoro di Guinness fosse più "strategico" rispetto a tutte quelle palline in libertà. Juan Cabral quindi era in credito, e se ieri Guinness e BBDO erano egemoni nella pubblicità inglese, oggi la situazione è capovolta. La semplicità e immediatezza (leggi musica) di Sony e Gorilla, non fanno di questi spot una creatività da web, ma la creatività più in assonanza ai tempi del web.

sal ha detto...

Ricordo ancora con emozione quando vidi per la prima volta il "Gorilla". Era l'inizio di agosto di un anno fa e immediatamente pensai che quello spot avrebbe vinto tutto. Mi tocco' dentro, mi fece emozionare e mi riempi' il cuore di gioia. Alla fine la grandezza di questo commercial sta proprio nel collegare una semplice emozione, tipo la gioia, ad un prodotto. Stop. Senza tanta logica. E' un commecial puramente basato sulle emozioni. Poi non capisco perche' non avrebbe dovuto vincere il Grand prix...lo spot e' stato visto da milioni di persone, tutti ne hanno parlato, in piu ha aumentato le vendite. Se questo non e' da grand prix quale altro commercial avreste messo??
Ciao a tutti

EGO ha detto...

Farò la mia figura del cacchio.
Io ho visto il virale solo l'altro giorno. Appena finito ho pensato di essere un cretino, perchè non l'ho capito. Adesso che qualcuno mi ha spiegato che si lega la gioia al prodotto, magari lo rivedo con occhi diversi.
In effetti alcuni pensano che questo lavoro più è al di fuori della logica e meglio riesce, quello che sembra, però, è che si poteva sparare qualunque cosa tipo una giraffa in bicicletta e sarebbe andato bene lo stesso?
Alla fine però Fallon vince, quindi parla. E noi qui a bloggare.

Anonimo ha detto...

gioia? a me phil collins mette una tristezza.......

Bloodycopy ha detto...

Sinceramente neanche io mi strappo i capelli vedendo questo spot.
E' ben fatto. E' ironico e sottile. Però non mi lascia stupefatto come succede ad altri qui.
Sono dalla parte di The ego.
Ma visto che ha l'adesivo della Fallon, ha vinto, e i dati sono chiari, mi autoconvinco e voto "moltissimo" nel disbanded test.

Ted ha detto...

Mi piace perché, pur essendo indiscutibilmente molto avanti, riporta la pubblicità all'età dell'innocenza. Se ci pensate non è così distante - come logica - dai vecchi Carosello. Qui si stabilisce una volta per tutte che la pubblicità per vincere deve intrattenere. Deve essere uno spettacolo. Chi fa lo spettacolo più grande o più inatteso, vince. Vale per la TV, per il web, per la radio, e tutto sommato anche per la stampa.
Per quello che può contare la mia opinione, io preferisco quando questo spettacolo ha ANCHE un legame con il prodotto, e da questo deriva.

Ma rimane il fatto che la pubblicità cambia di continuo, e - a occhio e croce - mi sa che questo GP sarà una delle tappe fondamentali del cambiamento.

Ale ha detto...

Mi ha fatto rivalutare persino Phil Collins.
E' un capolavoro.

Anonimo ha detto...

Onestamente:
il commercial è bello, molto emozionale, ma troppo sopravvalutato. Forse anche strategicamente perfetto, ma non mi aspetto di vedere questo da un film tanto gettonato.

Ted, la parola "intrattenimento" mi fa venire la pelle d'oca. Non ne sono un amante (anche se ne abusiamo un po' tutti).
Bello e plausibile, ma l'Italia, questa parola, la conosce molto bene ed è proprio questo che mi spaventa.

Spero di tuffarmi nell'epoca del new entertainment, magari condita dal claim "90% idea."

Mr Becks

Unknown ha detto...

Ah. ah. ah.

Ok, un gorilla che suona la batteria. Cooooooool. Uh, le pareti sono lilla, come il packaging del prodotto. Uau. Toh, la colonna sonora è fiiiiiichisssiiiima. Mi com/muove. Sono troppo dei creativi. E guarda come si muove a tempo lo scimmiotto. Cool.

...


...


...


Sì, ma qual è l'idea?

Valerio ha detto...

La cosa bella di questo spot è che forse è un capolavoro, forse è una cagata pazzasca. Ma finché nessuno avrà il coraggio di dire che lo reputa una cagata pazzesca rimarrà un capolavoro. E questa, secondo me, è la parte davvero geniale dell'idea.

Per quanto mi riguarda io non mi sono emozionato quando l'ho visto. Mi sono soltanto immaginato di dover presentare questa idea a chi di dovere. Io lì, con il mio script in mano che comincio a parlare, con voce un po' tremante: "E allora, c'è questo Gorilla, no? E in sottofondo sentiamo una canzone di Phil Collins..."

Unknown ha detto...

Sono d'accordo, Valerio.

Il commercial è fico in sè, o è fico perchè ce ne autoconvinciamo?

Magari sottovalutiamo la nostra intelligenza, delegando ai giurati di Cannes il nostro senso critico.

Per non passare per outsiders o - per usare il termine del sondaggio, "iper-razionali" (uh, suona quasi come un'offesa...) - agli occhi del simposio mondiale dei creativi "che ssoono una spanna avanti a noi".

Ted ha detto...

Dubito ci sia stato uno script.

Anonimo ha detto...

Beh,
anche spiegare che Richard Gere parte in macchina da Hollywood e inizia un lungo (e comodo) viaggio che lo porterà a Lhasa non è mica tanto facile da spiegare al cliente.

Anonimo ha detto...

Non la capisco. Non mi emoziona, anzi i gorilla mi fanno un po' ribrezzo. Non mi stupisce: di animali che agiscono da umani, e in modo ben più divertente, ne ho piene le tasche. Non mi intrattiene, il pezzo è una palla, e occulta la ripetitività dei movimenti del gorilla.
Com'erano le spernacchiatissime regole della vecchia pubblicità? Figa, bambini, cani. Oggi, gorilla...
A sentirvi tutti entusiasti mi sento certo un po' scemo; però, se il trend è tornare al carosello, sono felice di essere quasi arrivato al capolinea.

P.S. Garantito che se lo facevamo in Italia, lo realizzavamo peggio: su questo vi do ragione.

Anonimo ha detto...

Premetto che Juan Cabral non mi piace. Sopravvalutato come una star di Hollywood negli anni '90.

Ma qui la strategia c'è, me l'ha spiegata Robert Senior: laterale, ma c'è. Ed ha a che fare con un laddering strategico molto verticale, che spesso ignoriamo tutti. Il concept è 1glassandhalf production, non il gorilla.

La vera potenza di questo commercial rimane comunque che le persone vere lo hanno amato e se lo sono spupazzato per mesi. Roba che non succedeva da Nike Air Jordan. Ne ha parlato il TG1 come fenomeno di costume, capite?

L'importante è, come dice Bogusky, che ci sia una bella cartella stampa. Non m'importa dello script.

Anonimo ha detto...

Che il gorilla non sia una cagata pazzesca
è stato stabilito da:

500.000 utenti che nella sola settimana di lancio hanno visto e scaricato lo spot dal sito di Cadbury

+ le altre migliaia delle settimane successive

Epica
Eurobest
D&ad
Cannes

mercato leggi aumento delle vendite

(Cadbury veniva da uno scandalo senza precedenti: nella cioccolata avevano trovato tracce di non so quale virus e un film del genere è servito evidentemente a recuperare il gap di immagine)

La pubblicità è il regno della relatività, uno spot può piacere e non piacere ed è questo il bello. Però di fronte a un successo del genere, di critica e di pubblico bisogna soltanto togliersi il cappello.

Gianluca
www.advertiti.wordpress.com

Anonimo ha detto...

Sì, resta il fatto che l'idea di fondo non si noti, per i tempi che corrono.
A me, creativamente parlando, non piace. Poi che sia diventata oggetto culturale inglese, bene.
A questo punto, proviamo a ritirare fuori un nuovo carosello, vi pare?
Almeno l'idea lasciamoli, poi facciamo gadget, bodypainting, pornomarketing, ma almeno l'idea lasciamola.

Mr. Becks

Unknown ha detto...

@ anonimo 12:33


Sicchè, dato che 500 mila persone hanno scaricato il video, il gorilla è un capolavoro.

Uhm.



(...sai quanta gente guarda i programmi della de Filippi? Pensaci.)

advertiti ha detto...

L'idea c'è, eccome.
L'idea sta nella soddisfazione del gorilla che suona la batteria, la stessa soddisfazione che dovresti provare mangiando cadbury milk.

Idem per l'altro film con le macchinine.

Molta Gente ha detto...

e di questo gorilla? che ne pensate?

http://it.youtube.com/watch?v=18BcWQsljvU

advertiti ha detto...

@gennaro

-la de filippi la passano in tv, non sul web

-trascuri l'eccezionale diffusione virale del video

-oltre all' argomento dei 500.000 ne avevo elencati altri che evidentemente trascuri

- se proprio non ti piace il gorilla, pazienza

Unknown ha detto...

Sì, gianluca, so bene che la De Filippi la passano in tv.
E che Dan Brown lo trovi in libreria. E Gigggi D'Alessio te lo puoi scaricare gratis da emule.

Il fatto è che cercavo di evidenziare un concetto (generale): "successo di pubblico non significa qualità". Non necessariamente.

Il parametro "successo di pubblico" lo avevo un attimo isolato dalla mia riflessione, mi soffermavo, invece, sul perchè il gorilla piaccia a tante teste coronate dell'adv.

E mi son detto: "o sono io che resto indietro, o sono gli altri che si affrettano a rincorrere un senso che latita, latita, latita" "Spirale del silenzio", è il termine usato dai sociologi.


(Che poi possa aver torto marcio io, oh, ne sono più che convinto, bada... non ho mai scritto di essere il detentore dell'Ultima Verità.)

Anonimo ha detto...

Intrattenimento? Noi siamo al gorilla di crodino

Anonimo ha detto...

Quest'anno sono rimasto molto interdetto da alcuni Grand Prix: quello della stampa e, in particolare, quello assegnato a Gorilla, mentre altri GP (vedi Halo 3, Lead India, Voyeur e Year Zero) sono stati a dir poco stra-meritati e ben più entusiasmanti di alcune controparti degli anni scorsi. Per me il Gorilla è cool, figo, da vedere e rivedere, fatto da Dio e chi più ne ha più ne metta, ma di sicuro non è un GP. Se avessero tagliato il cartello in testa e quello in coda, compresa la bruttissima tagline (che diventa invece addirittura illuminata nella versione spoof di Wonderbra), avrebbe avuto la stessa identica diffusione, proprio perché è fatto stra-bene. Inutile cercare un'idea: non c'è.

Alex

Stefano Lombardini ha detto...

a me non dispiacerebbe tornare al carosello.

oggi quando un creativo tira fuori un'idea del tipo "ehi, facciamo un ippopotamo azzurro per promuovere i pannolini" trova solo critiche, insulti e cecchini pronti ad abbatterla.

così si finisce col fare solo pubblicità invisibile, cauterizzata da duemila test e centomila modifiche, che per non dispiacere a nessuno finisce col non piacere a nessuno.

dire che si fa "creatività" è una presa per i fondelli. si fa soltanto diplomazia tra troppe persone rintronate da troppi termini di marketing, combattendo una partita persa in partenza contro la banalità e l'insulsaggine, e poi mentendo a se stessi dicendosi di aver portato a casa un lavoro ben fatto e professionale.

questo film del gorilla è fico perché piace alla gente, punto, com'era fico l'ippopotamo azzurro per lo stesso motivo. e ciò che è fico volenti o nolenti lo creano gli artisti, senza altra gente intorno a voler mettere mano ai loro pennelli.

ma appunto, sono discorsi che oggi non si può nemmeno accennare, senza veder comparire subito il pallino rosso del laser del cecchino sulla fronte.

bang.

Anonimo ha detto...

Il fatto che l'ippopotamo azzurro era/ed è figo (anzi, aggiungerei spettacolare), sta nel fatto che l'Armando Testa se n'è uscita in un'epoca nella quale non si vedeva nulla di così coinvolgente. Dell'ippopotamo resta, l'originalità, la spettacolarità e la costruzione di un mondo, e chi più ne ha più ne metta.
Il gorilla invece è una bella mossa vincente di marketing, ma che al giorno d'oggi la chiamerei: Kill me. Poca roba insomma. Almeno per la mia personale opinione.

Se mi mettessero davanti campagne scartate e quella, potrei anche rimanerci male, e questo mi fa riflettere. Poi, sono sempre stato un difensore delle idee. Penso siano quelle a muovere il tutto, senza eliminare il duro lavoro "post" e "mentre".

Concordo con Gianluca, lasciamo perdere la De Filippi&co.

Francescos, hai ragione, di gorilla noi già ne abbiamo già uno. Ma noi siamo italiani: ergo commedia.
Il bestione tira dalle nostre parti (e un po' di meno dalle altre), come del resto l'ex Adriana della Tim.

Mr. Becks

Anonimo ha detto...

dipende da quale criterio di valutazione si usa. Se uno spot vince, perché ha fatto parlare di sé, ed ha incrementato le vendite, allora questo è da Grand-Prix.
Personalmente, credo che sia efficace e spiazzante il modo con cui il prodotto è stato associato all'idea: il fatto di svelare il prodotto soltanto alla fine crea un senso di attesa che si rivela vincente.
Tecnicamente parlando: non è granché. Non funziona il montaggio: che procede in maniera scontata e banale; non funziona la musica: troppo lenta e strasentita (sarà perché non mi piace affatto Phil Collins);
Infine, non credo sia da Grand- Prix: sebbene gli spot Fallon siano sempre molto carini, compresi quelli della Sony.
Ciau

Anonimo ha detto...

e aggiungo: ted, ma che c'entra essere iperrazionali? non è mica una lezione di dottrina filosofica, questa. E'uno spot! E' pubblicità! Siamo soltando immersi nel fantastico mondo dell'effimero. Laura.

Anonimo ha detto...

Ma a Cannes non si premiavano le idee?


(Che c'azzecca questo viral?? Qual è l'idea??)

Anonimo ha detto...

l'idea è banale. è interessante il modo di collegare il prodotto all'idea.

advertiti ha detto...

Non sono d'accordo con anonimo per quanto riguarda la musica. La musica nel caso del gorilla è la parte copy. E' fondamentale ai fini dello spot.

Il gorilla aspetta di suonare da una vita...
posto la sinossi:
We hear 'In the air tonight' by Phil Collins as we realize we're in front of a calm looking gorilla. 'I've been waiting for this moment for all of my life…' The ape stretches its neck like a heavyweight boxer would do before a fight. He's sitting in front of a massive drum kit as the best drum fill of the history of rock is coming. The Gorilla knows this. He smashes the drums phenomenally - feeling every beat. The camera leaves the ape and his drum. United, the way they are meant to be.

Anonimo ha detto...

Prima di tutto e' un grand prix ''a pari merito''. Nel senso che e' un po' un premio all'italiana (vedi i leoni di Venezia). Il GP e' Halo, (e per me Vojeur) ma Gorilla e' stato un tale fenomeno che non lo si poteva non premiare che cosi'. In merito alla creativita' e all'idea: e' uno spot nato per girare sul web. Per creare passaparola, per incuriosire sul marchio ''due bicchieri e mezzo di latte''. Che poi ci sia dietro una quinta viola, e il gorilla sia contento, non interessa. Lo spot doveva girare da puro viral. Ci fosse stato il collegamento al prodotto in maniera diretta, non avrebbe ottenuto la stessa attenzione. La barretta e' un break piacevole durante la quotidianita'. E Gorilla e' stato un break divertente e piacevole per tanti. Bingo. Il cioccolato comunque e' peggio di quello con cui ricoprono ora i gelati. Dolciastro al limite del gusto muu. Bleah.
Ma a proposito di spaccare in due, il posizionamento del Buenos Aires International Independent Film Festival si basa proprio su chi capisce il suo spot (oro) e chi no:
http://www.youtube.com/watch?v=ht_LNxySlJo

http://www.youtube.com/watch?v=f2EdEDVej2A&feature=related

Anonimo ha detto...

Perchè a Cannes il film DAMN BOOTS ha vinto un oro e Freddy no ? Perchè parla di un insight originale ( l'ansia da prestazione di uno sportivo legato mani e piedi con contratti milionari, leggi Nike ) con un jingle molto ben scritto. Mentre Freddy concludeva i suoi monologhi interiori molto già sentiti nel linguaggio con un "...ce la farò ! " ( a vincere a Pechino ) Qui sta la distanza tra il nostro modo di applicare le idee al prodotto e viceversa.

Lo scimmione sarà un'idea semplice ma è miglia avanti a "un momento di puro piacere alla nero perugina" perchè dice la stessa cosa ma aggiornando i canoni all'anno solare in corso.

Anonimo ha detto...

il testo di Phil è meraviglioso

Anonimo ha detto...

Mi pare che molti si affannino a spiegare agli altri, con mille argomentazioni, perché questo spot sia da GP.

Un po' come i tolemaici ai tempi di Galileo.

Anonimo ha detto...

Fossi io in giuria a Cannes eviterei un fenomeno che si sta verificando, a mio avviso in maniera controproducente.

Ho visto tanti, ma tanti metalli a idee di uno o due anni fa, semplicemente ripresentate con nuovi soggetti. Non è un appiattimento della creatività questo?
Perchè premiare idee premiate anni prima (giustamente) e ripresentate praticamente identiche?

Se Fallon l'anno prossimo fa suonare la batteria ad un ippopotamo vincerà nuovamente? perchè?

Ecco alcuni esempi: Radio real men genius (due anni fa), Comedy central (vignette divertente/più divertente), quella roba tedesca dei tipi che lavorano dentro i distributori vari (due anni fa), Buenos Aires indipendent festival (un anno fa) e poi altri che non mi vengono in mente.

Auariù ha detto...

Lo spot del Gorilla? Quello delle macchinine dell'aereoporto? Ti fanno semplicemente vedere un emozione.(la stessa che proveresti consumando il prodotto).
Signori, inchiniamoci, Pochi fronzoli. Il GranPrix è poco. Qui non si tratta di essere laterali. Si tratta di aprire nuovi mondi. Ringraziate ed entrate.
Pas

Anonimo ha detto...

Mi sembra di leggere i commenti di ingegneri della comunicazione.
Non ho parole, davvero.
Ditemi come si fa a criticare un fenomeno di comunicazione (e solitamente sono i fenomeni di comunicazione che vengono premiati con il Grand Prix) come questo.
Perfetta l'idea, sorprendente la realizzazione e, qui parlo a titolo prettamente personale, una colonna sonora a dir poco geniale.
Se avete delle opinioni personali postatele come tali, ma stare qui a pontificare su qualcosa che è e rimane il lavoro più sorprendente dell'anno mi pare un po troppo.
Gorilla è un lavoro vero, che ha avuto risultati veri in termini di mktg e che ha vinto tutto in tutti i più famosi e blasonati contest internazionali. non so voi ma nonostante sia bello pensare con la prorpia testa davanti a un successo così ogni tanto mi piace ancora rimanere sorpreso da qualcosa che non capisco, viceversa, ripeto, ci sono sempre tanti bei posti da ingegniere in giro...

Anonimo ha detto...

concordo advertiti, le immagini acquistano valore se si considera il testo: nice work!

Unknown ha detto...

Il premio allora va a Homer Simpson.

Sapete, no? Quando si vedono le scimmiette che suonano nella sua testa, per "rappresentare la sua emozione".


(Bella, poi, l'ermeneutica da Testo Sacro à la "prendete e mangiatene tutti" chè "ci si aprono nuovi mondi"... Non lo so. IMHO, non si tratta di dire se è carino o no. Si parla sempre di un Gran Prix.)

Anonimo ha detto...

e' vergognoso che abbia vinto un film che sfrutta una musica gia' premiata a cannes dieci anni fa (il cane con le orecchie lunghe che si muovono all'impazzata) - magari tra dieci anni vince il grand prix una balena che balla sulla stessa melodia.

e poi scusate, che tipo di gioia dovrebbe esprimere?

Anonimo ha detto...

Un anonimo delle 15,37 (e spendeteli due minuti a registrare un nome e cognome! I vostri genitori hanno speso 9 mesi per darvene uno.) si lamenta delle campagne che vincono anche anni dopo la prima uscita con nuovi soggetti. E Absolut, e Diesel e Bud Light tv ecc? Il bello delle grandi idee, e' che le puoi declinare quasi all'infinito. Certo, perderanno un po' di impatto, ma se tiri fuori un altro ''real man of genius'' piu' divertente e ''geniale'' del primo , perche' non premiarlo? A proposito, ma perche' noi italiani che siamo i Veri Real Men Of Genius, dell'ingegno peracottaro, non abbiamo scritto quella campagna?
Oppure lo spot di Droga NY per i Tracfone ''Bill''? Anche questo declinabile all'infinito? Mistero di vino.

Valerio ha detto...

Non so fra'.
forse perché - e qui rispondo al commento di ted - qui è diventato immaginabile andare in presentazione senza uno script. o con un semplice rought fatto a mano. o con qualcosa da immaginare.

sal ha detto...

Sono d'accordo con l anonimo che dice di essere di fronte a degli ingegneri della comunicazione invece che a dei creativi...questo spot e' grande punto e basta. Ha un'idea molto laterale che non si coglie immediatamente e tanti piccoli particolari che lo rendono anora piu' interessante. Non so se avete notato ma lo spot dura 1 min e 30, e cio' ha un senso in relazione al prodotto( a glass and a half). E il gorilla non e' altro che una metafora del piacere che si ha mangiando la cioccolata. ti lascia e' una strana senzazione di piacere e di gioia. Io sono totalmente d'accordo con Ted sul fatto che oggi la pubblicita' deve intattenere e diventare un piccolo show. Se questo show nasce da una caratteristica peculiare di un prodotto ben venga, altrimenti ne si crea una e si rende il prodotto unico per quello che dice. Questo spot non nato e' come viral: e' stato prima trasmesso in tv.
Un ultima cosa: non e' che l idea del gorilla viene da questo famosissimo video dei Genesis?
http://www.youtube.com/watch?v=p0ykU2MtcZU

Ted ha detto...

Sarà, ma quando nella sinossi ho letto che il testo della song aveva qualche riferimento al resto, tutto mi è piaciuto di meno di prima.
Per me la sua bellezza è nella follia. Se gli devo dare un senso, allora preferisco il cane di Polo, o i Pagliacci e i Baffoni dell'indipendent film festival argentino.

Anonimo ha detto...

Non dico che meccanismi comunque ottimi non vado protratti nel tempo finchè durino.

Il fatto è che in premi internazionali non dovrebbero essere premiati.

Se io l'anno prossimo propongo un nuovo soggetto real man of genius molto più bello di tutti quelli fatti finora, non lo premiano di certo. Giustamente avrei copiato, preso spunto da una campagna vincente anni fa, sfruttato un'idea già vincente e collaudata.
Seguendo questa logica non deovrebbero premiare nemmeno quella della stessa agenzia madre della campagna originale. Troppo facile.

Lo dico perchè non vorrei vedere le stesse idee anche l'anno prossimo e
quello dopo finche di creatività non ne rimarra un gran che.

Anonimo ha detto...

A me sembra invece un raduno di critici della pubblicità. Di quelli simili alle riunioni di cinema d'essai. Presente le riunioni fantozziane post visione "la corazzata P.". Ma se non ha senso, come si fa a trovare simbologia così profonda?
Presente lo scherzo delle opere di Modigliani nell'Arno di 20 anni fa? Schifezze che critici d'arte attribuivano all'artista livornese con commenti sul lavoro e significati intrensechi dell'opera.
In realtà erano solo pezzi di pietra scalpellati. Una colossale presa per i fondelli. Proprio come questo spot.
Che senso ha cercare dei significati e della simbologia profonda?
Assurdo. :)

Anonimo ha detto...

Presa per i fondelli. simbologia profonda. Simpatico però, con quel look da prologo di odissea nello spazio. Follia. O forse, se si cerca un senso, si, è una traballante passeggiata con la cioccolata che ti esce dalle orecchie.

Anonimo ha detto...

Robyb, realizzare film comici, è un lavoro serio.
Diceva Buster Keaton.

I raduni in generale fanno tanta tristezza disbanded. Laura

fabio ha detto...

...non é bello ciò che é bello, ma che bello che bello che bello... direbbe qualcuno.
io, invece, direi che cercare di razionalizzare il merito, o il valore, di un grand prix é più o meno come fare un'operazione chirurgica senza anestesia.

di sicuro presentare, ma soprattutto vendere, ad un cliente un commercial così é già da grand prix_f

ps: a proposito, io ho votato la 3

Zambazoo ha detto...

".......Le bleu n'a pas de dimension, il est hors dimension, tandis que les autres couleurs, elles, en ont....."(Yves Klein)

Anonimo ha detto...

facciamo cosi':

A) torniamo indietro di due anni e l'agenzia Promoplan (nome inventato ) di Pavia fa lo stesso spot del gorilla per Milka. Partecipa agli stessi concorsi ma non vince nulla.

b) torniamo indietro di due anni e l'agenzia che fa Crodino, esce con lo spot del gorilla cosi' come e' andato a cannes. in fondo lo ro il gorilla lo usano da anni. Partecipa agli stessi concorsi ma non vince nulla.


In entrambe i casi prese per il culo da parte degli altri pubblicitari italiani, del tipo: "Che vergogna crodino col gorilla, oppure ma dove vogliono andare quelli di pavia con quello schifo di gorilla? non ha senso..


della serie: si sale sempre sul carro del vincitore...

Valerio ha detto...

Coi se e coi ma la storia non si fa.

Ma so anche "Gatta frettolosa fa i gattini ciechi." e "Con la calma e la pazienza han fatto il buco del culo a chi era senza."

Federico Russo ha detto...

Concordo con Auariù

"Si tratta di aprire nuovi mondi. Ringraziate ed entrate."

Qualche anno fa leggevo le parole di Fred&Farid. Preannunciavano la trasformazione del nostro mestiere.

"It’s time to redefine the way we work. We should stop labializing ourselves as “Creative”, “Copywriter”, “Art Director”
or “Creative Director”.
Those terms are not only obsolete,
they are also dangerous because
they take us away from the real meaning of our job: We are storytellers for the brands."
(http://www.mekate.com/noticias-20mayo2005-fred&faridmarcel-gunnreport2004.htm)

Credo che l'idea del Gorilla vada in questa direzione. È dura digerire i cambiamenti. Ed è normale che siano in tanti a fare resistenza.

Federico Russo ha detto...

Aggiungo solamente che gli ultimi progetti di maggiore successo del creativo in questione (Juan Cabral) si sono rivelati degli eventi mediatici di enorme portata. Penso a Sony Bravia Balls, a Sony Bravia Play-doh (il tam tam tra i blogger è stato di una tale entità da far conoscere lo spot prima ancora che uscisse), a Sony Paint… diciamo che è stata segnata una buona direzione creativa da prendere in seria considerazione.